Un viaggio nel soprannaturale – Roger J. Morneau

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UN VIAGGIO NEL SOPRANNATURALE

Roger J. Morneau

tradotto da: Carlo Fanni

CAPITOLO 1 – PROBLEMI CON GLI SPIRITI

Avevo appena preso un libro per leggere, quando il foglio di carta su cui c’era scritto di telefonare Roland, iniziò a levitare per la stanza, per poi sbattere contro il mio libro aperto con una tale forza da strapparlo dalle mie mani e farlo quasi cadere a terra. La mia prima reazione fu di dire qualcosa allo spirito, ma mi ero ripromesso che, qualunque cosa fosse successa, non gli avrei parlato. Riposi il pezzo di carta tra le pagine del libro e continuai a leggere ma, poco dopo, una forza me lo strappo dalle mani e lo scaraventò contro la parete dalla parte opposta della stanza. Non per quello che aveva fatto lo spirito, ma per rispetto nei confronti del mio amico, decisi di chiamarlo. Nel corridoio del palazzo c’era un telefono pubblico, ma in questo caso non volevo usarlo, così andai in un ristorante nelle vicinanze. Mentre ero nella cabina telefonica, guardai l’orologio: era l’una di notte. Il telefono squillò due volte.

«Ciao, Morneau, sei tu?».

«Sì, sono io».

«Morneau, disgraziato! …cosa sto dicendo? Non volevo dire questo. Voglio dire che stai giocando con la tua vita. Sei impazzito?».

«Mi sembri agitato» replicai. «Hai qualche problema?».

«Problemi? Io non ho problemi. Sei tu che sei nei guai e ti comporti come se non te ne importasse nulla. Morneau, ho sempre ammirato il tuo coraggio, ma ora hai esagerato… sei andato troppo oltre. Ti sei ribellato a quegli spiriti che ti hanno fatto del bene, e ora loro ti distruggeranno. Mi stupisco che tu sia ancora vivo. Amico, sono preoccupato per te perché a te ci tengo. Sono stato tutta la sera accanto al telefono in attesa che tu mi chiamassi, e ora non hai niente da dirmi?».

«Certo che ho qualcosa da dire, ma come posso farlo se tu non me lo lasci fare?».

Egli continuò, «Morneau, tu non capisci fino a che punto ti trovi nei guai. Secondo il sacerdote di Satana, è da mercoledì sera che sei nei guai con gli spiriti, ma ora è troppo tardi, troppo tardi!».

«Roland» lo interruppi, «se ti calmi sarà molto più facile capirci. Ora, per favore, spiegati meglio riguardo a mercoledì sera».

Dopo alcuni istanti, Roland riprese il controllo di sé. «Mercoledì scorso, quando entrai nel luogo di adorazione, sono stato letteralmente sbattuto nell’ufficio del sacerdote. Egli mi chiese se ti avevo visto la settimana scorsa. Dalla sua espressione capii che era successo qualcosa di terribile. Gli chiesi se tu eri morto… forse avevi avuto un incidente. Il sacerdote mi rispose che tu ti trovavi in una situazione ancora peggiore, perché martedì notte, durante la sacra ora di mezzanotte, uno spirito consigliere gli era apparso dicendogli che tu studiavi la Bibbia con gli osservatori del riposo del sabato, proprio la gente che il maestro odia di più sulla faccia della terra. Il sacerdote mi chiese di provare ad incontrarti per farti capire il pericolo in cui ti trovi, ma non sono riuscito a rintracciarti».

«È tutto sotto controllo» gli dissi. «Io non sono in serio pericolo».

«Questo è ciò che pensi tu». Parlò alzando di nuovo il tono della voce.

«Questa sera, alle 18:30, il sommo sacerdote mi ha chiamato per informarmi che, secondo gli spiriti, oggi sei stato in chiesa con quelli che osservano il riposo del sabato, e questo ha reso furioso il maestro. Che cosa hai da dire in proposito?».

«Sì, ho studiato la Bibbia e sono stato in una chiesa di osservatori del riposo del sabato. E non mi importa di ciò che gli angeli decaduti pensano di me. Se vuoi sapere di più di ciò che ho fatto la settimana scorsa, perché non vieni a trovarmi domani mattina?».

Tornando a casa pregai, poi andai a letto. Venti minuti dopo, le luci si accesero da sole… e io le spensi. Ma quasi istantaneamente si riaccesero, così, decisi di dormire con la luce accesa. Un paio di minuti dopo, quasi tutto iniziò a muoversi dal proprio posto. Un quadro ondeggiò per la stanza e andò ad appendersi sulla parete opposta. Una lampada che era sul tavolino rimase sospesa nell’aria senza alcun sostegno visibile. Mentre osservavo le attività degli spiriti, mi resi conto che le mie preghiere avevano imposto loro dei limiti: essi non potevano conversare con me, come certamente avrebbero desiderato fare. Immediatamente ordinai loro di andarsene via nel nome di Gesù Cristo. La lampada e i quadri caddero per terra. Sollevai la lampada, raddrizzai il paralume danneggiato, ma lasciai per terra i vetri rotti dei quadri con l’intenzione di raccoglierli la mattina dopo. Ringraziai Gesù per l’attenzione amorevole che mi dimostrava, poi tornai a letto. Il pensiero che potenti spiriti se ne fossero andati via solo all’udire il Suo nome, mi riempì di un gran senso di soddisfazione. Quell’episodio servì anche a rafforzare la mia convinzione che, come avevo detto al mio amico, tutto era davvero sotto controllo. Passò circa un’ora, quando gli spiriti tornarono, ed io, ancora una volta, li costrinsi ad andarsene nel nome di Gesù. Essi si allontanarono senza esitazione, e io cercai di riprendere sonno. Con mia sorpresa, intorno alle quattro, quell’irritante fenomeno ricominciò. Seduto nel letto, cercai di capire per quale motivo il Signore aveva permesso loro di ritornare. Ne conclusi che magari dovevo dar loro la soddisfazione di interrogarli su quello che pensavano della mia accettazione di Gesù come mio Signore e Salvatore.*

[* In seguito compresi il grande pericolo che correvo nel provare a parlare con gli spiriti.]

«Quindi, voi volete parlare con me. Ok, parlate!».

«Perché ti rifiuti di parlare con noi?» chiese uno spirito con una voce che risuonò per tutta la stanza.

«Ho trovato un Maestro migliore».

«Perché ci hai abbandonato quando noi abbiamo grandi ricchezze in serbo per te?».

«Mi avete ingannato per così tanti anni che non ho bisogno di voi».

«Noi ti abbiamo trattato bene fin da quando ti sei unito a coloro che conoscono la vera fonte della ricchezza e del potere» egli disse con un tono di voce che suscitava rispetto e autorità.

Compresi che stavo parlando con un consigliere capo. L’aria nella stanza sembrava carica di energia, e la sua presenza era imponente. Rendendomi conto che non avevo forze per oppormi a questa potenza, pregai in silenzio: «Signore Gesù, per favore, aiutami!».

Poi mi venne in mente un passo della Bibbia che, proprio quello stesso giorno, il pastore Taylor aveva portato alla mia attenzione (Giovanni 1:11,12). Mi sentii subito rassicurato del fatto che Dio mi avrebbe guidato attraverso quell’incontro per uscirne vittorioso. Sentii una calma profonda. Solo in seguito compresi il pericolo che avevo corso tentando di parlare con quegli spiriti. Ma via via che la conversazione proseguiva, scoprivo che lo spirito andava incontro ad una specie di crisi. Infatti, percepivo che egli fosse preda della disperazione, perché sapeva che i suoi sforzi nel cercare di riguadagnare la mia fedeltà erano inutili.

«Ascoltami attentamente» disse lo spirito. «Ti dico la verità: il maestro ha grandi ricchezze in serbo per te, se soltanto la smetti di associarti con la gente che egli odia, e smetti anche di osservare il riposo del giorno di sabato che lui disprezza».

«Spirito, credo che dici la verità, ma io non voglio le tue ricchezze. Non sono abbastanza, perché ho ricevuto un offerta migliore in cambio della mia fedeltà: tutto l’oro che voglio, più una vita infinita per godermelo. Io ho deciso di volgere la mia vita verso Gesù Cristo».

«Smetti di pronunciare quel nome» sbottò lo spirito. «Devo parlare con te, ma non pronunciare quel nome. Io sono un consigliere capo. Io e gli altri spiriti collaboratori abbiamo fatto in modo che il maestro possa darti una pioggia di ricchezza. Noi abbiamo dato a George la fama e gli onori di cui gode, e sempre noi vi abbiamo fatti incontrare per farvi capire quali piani meravigliosi abbiamo per la vostra vita. Ti scongiuro, non lasciar perdere».

«Spirito» gli risposi «dieci giorni fa avrei accettato la tua proposta, ma oggi no. Ora sono quello che tu potresti definire un ex adoratore di demoni istruito. Ora Gesù è il mio Maestro, e con il Suo aiuto ubbidirò ai Suoi comandamenti, unendomi con coloro che osservano il giorno di riposo del sabato che tu odi. Per quanto riguarda te e i tuoi amici spiriti, in realtà siete una massa di imbroglioni. Voi mi offrite oro se io rinuncio alla vita eterna. Scordatevelo! Posso attendere il ritorno del Signore, e allora possederò tutto l’oro che mi serve in un mondo completamente rinnovato».

Per circa due minuti, solo il ticchettio del mio orologio ruppe il silenzio. Evidentemente, lo spirito consigliere era rimasto disorientato da qualcosa di imprevisto, e come un generale sconfitto sul campo di battaglia, aveva bisogno di un po’ di tempo per elaborare una nuova strategia.

«Molto bene» disse alla fine, «tu rifiuti la ricchezza e la fama che il maestro ti offre, quindi, vivrai in povertà… sempre che tu riesca a vivere a lungo. Da oggi, camminerai sotto l’ombra della morte».

Ne seguì una risata che non avevo mai udito prima. Essa trasmetteva un senso di intenso piacere per la crudeltà. Immediatamente pensai che Nerone doveva aver riso nello stesso modo quando i leoni si scagliavano sulle vittime cristiane nell’arena romana. Un brivido corse lungo la mia spina dorsale, e probabilmente mi avrebbe terrorizzato se non fosse stato per la certezza della protezione di Dio.

«Spirito» io dissi «voglio che tu sappia che sono sotto la cura del Cristo del Calvario, e che sono pronto a camminare all’ombra della morte finché Lui sarà con me. Ora ti ordino, nel Suo nome, di andartene via da me e di non tornare mai più».

Come lo spirito se ne andava, la porta che conduceva al balcone posteriore si aprì e sbatté così forte contro la parete da scalfire profondamente lo strato di intonaco.

CAPITOLO 2 – LA MIA INFANZIA

Sono nato il 18 aprile del 1925 a S. Jacques, un piccolo paese del New Brunswick, al confine della provincia del Quebec, nel Canada orientale. Ero il quinto figlio in una famiglia di otto persone. I miei genitori erano dei devoti cattolici francesi. Dalla parte di mio padre, due sorelle erano suore, e il fratello minore sacerdote, che poi sarebbe diventato un vescovo della chiesa cattolica romana. Ancora oggi non posso fare a meno di pensare con ammirazione a come i miei genitori seguivano gli insegnamenti della loro chiesa. Per quanto possa ricordare, la mia famiglia aveva sempre avuto il momento quotidiano di preghiera. Il momento della preghiera serale è quello che ricordo meglio: il rosario rappresentava la parte più importante del servizio, ma ripetevamo anche le litanie dei santi, che consisteva nel pronunciare i nomi di circa cento o più santi, chiedendo loro di pregare per noi. Dopo essere stati in ginocchio così a lungo, le giunture ci facevano male, ma noi bambini eravamo incoraggiati a offrire la nostra sofferenza a Dio, perché poteva essere utile per alleviare momentaneamente i tormenti di qualche povera anima nelle fiamme del purgatorio. Per ottenere il favore di Dio, la mia famiglia praticava molte umiliazioni corporee: ogni venerdì ci si asteneva dalla carne; il primo venerdì di ogni mese, chi si confessava e prendeva la Comunione era sicuro di aver ottenuto 5.000 giorni in meno in purgatorio per una determinata anima. In quei giorni, ciò significava non mangiare né bere dalla sera precedente fino al momento del ricevimento della Comunione, la mattina dopo. (Da quel tempo, la chiesa cattolica ha cambiato questa regola.) In alcuni momenti dell’anno, per i membri della mia famiglia era abitudine tenere delle veglie notturne. A turno, ci inginocchiavamo per un ora davanti ad una statua, recitando il rosario o altre preghiere. Anche il periodo della quaresima, prima della Pasqua, era un periodo di grandi auto-mortificazioni. I miei genitori erano devoti a Dio, e tutta la loro vita girava attorno a Lui. Soddisfare Dio era il loro obiettivo principale. Quando ebbi tre anni, mi ammalai gravemente e i medici non credevano che sarei potuto guarire, tanto che mio padre aveva già iniziato a fare le pratiche necessarie per il mio funerale; ma mia madre promise a Dio che se fossi guarito, lei avrebbe fatto tutto il possibile perché da grande diventassi un prete, vivendo per glorificare il Suo nome e per portare altri a servirlo. Secondo mia madre, la mia salute migliorò immediatamente, e la mia guarigione fu rapida e completa. Arrivò il tempo della preparazione alla mia prima comunione. Tuttavia, più memorizzavo il catechismo (gli insegnamenti e i comandamenti della chiesa cattolica), più mi era difficile armonizzare i suoi insegnamenti con ciò che conoscevo del Vangelo di Cristo. Prima di ogni omelia domenicale, il sacerdote leggeva un capitolo dai quattro vangeli o dalle epistole, e questo mi piaceva moltissimo. Durante una bella giornata invernale, quando avevo circa sette anni, stavamo tornando a casa dalla chiesa. Il sole era splendente, e una ventina di slitte trainate da cavalli transitavano per la via. Il suono di tutti quei campanelli nelle slitte non facilitavano certo la conversazione, così tutti camminavamo in silenzio, finché io non lo interruppi chiedendo a mia madre: “Perché Gesù era stato così buono con le persone quando viveva sulla terra, mentre era diventato così cattivo da quando era salito in cielo?”.

«Cosa ti fa chiedere questo?» lei disse.

«Perché un Dio buono brucia le persone in purgatorio per centinaia d’anni a causa di errori di scarsa importanza?» chiesi io. «Certamente Lui non mette in pratica quello che insegna. Tu e il papà mettete in pratica quello che Dio insegna… perché Lui non lo fa? Voi ci insegnate a perdonare le offese gli uni agli altri: perché Dio non perdona completamente?».

Mentre guardavo la sua faccia, mi resi conto che il mio ragionamento la rendeva perplessa. Mio padre cercò di aiutarla ricorrendo all’autorità: «Vedi, figlio mio, è come ha detto una volta lo zio Felix, il prete: Dio odia il peccato a tal punto che, per aiutare le persone ad allontanarsene, deve associarvi una grande punizione. Inoltre, il santo padre il papa conosce altre buone ragioni del perché Dio usa il purgatorio, e noi non dobbiamo mettere in dubbio l’autorità del papa».

Come ogni altro ragazzo della mia età, accettai la dottrina della transustanziazione, credendo che, nell’eucaristia, il prete cambiasse il pane e il vino nel corpo e nel sangue di Cristo. Ma la domenica di Pasqua del 1937, l’anno della morte di mia madre, udii qualcosa che mi fece pensare diversamente. Il prete aveva letto la risurrezione di Cristo da uno dei vangeli. Ciò che mi affascinava era il fatto che per Gesù era stato difficile convincere i Suoi discepoli che fosse risuscitato davvero – che Lui fosse un essere in carne e ossa, e non uno spirito. Mi vennero in mente un paio di domande interessanti: “È possibile che il cielo sia un luogo reale, come la terra, dove le persone in carne ed ossa possono vivere una vita reale, e non come spiriti che fluttuano nell’aria? Ma se Gesù non è uno spirito, come può essere nelle schiere angeliche?” Probabilmente, per molti è difficile capire come un ragazzino possa perdere la fede in Dio e diventare ostile alla religione nel modo in cui lo feci io. Magari lo posso spiegare attraverso il racconto di alcuni episodi. Da ragazzo, ciò che sentivo e vedevo nella vita degli adulti mi impressionò profondamente. La nostra famiglia era un luogo di pace e di gioia. I miei genitori ci davano il buon esempio nei rapporti interpersonali: erano gentili e consideravano gli altri e, di conseguenza, si aspettavano che anche noi ci perdonassimo gli errori a vicenda e fossimo gentili. I nostri genitori aiutavano sempre i poveri e i bisognosi, quindi, secondo me, Dio sarebbe dovuto essere altrettanto gentile e compassionevole verso gli esseri umani quanto Egli si attendeva che essi lo fossero gli uni verso gli altri. Un esperienza in particolare mi rese grandemente perplesso. In quei giorni, la gente non usava le proprie macchine nei mesi invernali, perciò a volte ci voleva molto lavoro per rimettere l’auto in condizione di funzionare durante la stagione più calda. Mio padre decise di chiedere ad un meccanico che viveva a Edmundston di passare un paio di giorni da noi per mettere a posto la sua Ford modello A. Prima di andare da quell’uomo, mio padre ci disse: «Questo signore è un protestante, ma è davvero una brava persona, ed è anche un ottimo meccanico. Perciò, ragazzi, ascoltatemi. È molto probabile che quando recitiamo l’Angelus a mezzogiorno, prima del pranzo, lui non partecipi alle nostre preghiere. Per favore, non fissatelo, e soprattutto, non fategli domande imbarazzanti sulla sua religione. Avete capito?».

E mentre parlava, mio padre guardò soprattutto me. Tutti insieme rispondemmo: «Sì, papà».

Quel signore lavorò sulla nostra macchina per tre giorni, e a me piaceva molto osservarlo. Era proprio come aveva detto papà, anzi, ancora di più. Era molto gentile e sembrava gli piacesse parlare con me, e non bestemmiava. Mio padre possedeva e dirigeva tre fattorie, e ovviamente dava lavoro a molti uomini. Molte volte, quando decideva di assumere qualcuno, lo sentivo dire:

«Amico, so che tu e io andremo d’accordo. Non sono una persona difficile da accontentare, ma voglio che tu non dimentichi mai una cosa: mia moglie ed io non permettiamo alle persone che lavorano per noi di bestemmiare Dio o i santi. Abbiamo dei figli che cerchiamo di educare nel rispetto del Signore, perciò, stai attento a quello che dici».

Nonostante la richiesta di mio padre, mentre lavoravano, loro se ne dimenticavano e parlavano male di tutti i santi. Ma se quel meccanico protestante si sbucciava o si schiacciava un dito, diceva soltanto: «Ah! che male!».

Anche al momento dell’Angelus, io scoprii che il meccanico aveva più rispetto di noi. Quando papà diceva: «Preghiamo!», egli abbassava la testa, chiudeva gli occhi e univa le mani. Noi invece non chiudevamo mai gli occhi e pronunciavamo le parole dell’Angelus il più velocemente possibile. Quando quell’uomo se ne andò, c’era qualcosa che mi preoccupava grandemente e che mi tornava sempre in mente: era una frase che io avevo memorizzato dal catechismo: «Hors de l’eglise catholique apostolique et romaine il n’y a point de salut.» Tradotto significa: «Fuori dalla chiesa cattolica apostolica romana non c’è salvezza».

Mia madre si accorse che c’era qualcosa che mi tormentava e me ne parlò.

«Mamma, dove vanno i bravi protestanti quando muoiono?».

«Questa è una buona domanda, figlio. Perché me lo chiedi?».

Le dissi ciò che avevo memorizzato dal catechismo. Lei ammise di non saper rispondere, e suggerì di chiederlo allo zio, quando sarebbe venuto a farci visita. La mia domanda deve aver agitato anche la mamma, perché a cena, quella sera, lei disse al papà ciò di cui avevamo parlato, chiedendo la sua opinione. Papà non aveva una risposta precisa ma, secondo lui, Dio non avrebbe escluso dal cielo una buona persona, sia che fosse cattolica o protestante. «Probabilmente» lui suggerì «quando un protestante muore, gli angeli lo faranno passare dalla porta posteriore».

«I protestanti non hanno l’onore di essere ricevuti personalmente da san Pietro, ma non dovranno farci caso fintanto che entrano in paradiso. Loro non dovrebbero aspettarsi di essere trattati come persone importanti perché, dopo tutto, i loro antenati fecero un grosso errore quando lasciarono la chiesa cattolica, quindi tutti i loro discendenti sanno di dover soffrire per questo».

Pur pensando che probabilmente il suo ragionamento era corretto, quelle solenni parole continuavano a risuonare nella mia mente: «Fuori dalla chiesa cattolica romana non c’è salvezza».

Passarono alcuni mesi, e un giorno venimmo a sapere che mio zio, il prete, avrebbe fatto visita a tutti i parenti. Io chiesi a mio padre se poteva chiedere allo zio Felix, quando se ne fosse presentata l’occasione, cosa succedeva ai buoni protestanti dopo la morte. Verso la ?ne del suo soggiorno a casa nostra, papà si rivolse allo zio e disse: «Felix, dimmi, dove vanno i buoni protestanti quando muoiono?».

«Perché me lo chiedi?».

Papà spiegò la mia domanda alla luce di ciò che diceva il catechismo.

«Quello che Roger ha citato dal catechismo è giusto» replicò lo zio Felix. «Fuori dalla chiesa cattolica non c’è salvezza, indipendentemente da chi possa essere la persona».

La sua affermazione accese una vera e propria discussione sull’argomento. Mio padre sosteneva che non sarebbe stato giusto da parte di Dio non permettere a un buon protestante di andare in cielo, mentre mio zio cercava di placare la discussione suggerendo che le anime dei buoni protestanti (al momento della morte) probabilmente andavano nel limbo, cioè il luogo dove si pensa che vadano le anime dei bambini che muoiono senza aver ricevuto il battesimo.

«Io so una cosa» concluse lo zio Felix, «secondo la chiesa [cattolica romana], nessun protestante, buono o cattivo che sia, andrà in cielo o vedrà mai Dio. E ricordati che io non faccio le regole, io le insegno solamente. Se ci fosse qualche possibilità per un protestante di andare in cielo, il nostro santo padre il papa ce lo avrebbe sicuramente detto».

Questo episodio mi suscitò molti dubbi sulla giustizia di Dio. Il tempo passò, e un paio d’anni dopo, l’argomento della giustizia di Dio si ripresentò. Una bellissima sera di luglio, qualcuno si fermò a casa nostra per dire ai miei genitori che un vicino era morto all’improvviso mentre lavorava a quasi dieci chilometri da casa. Un affermazione preoccupò tutti i presenti: «È morto senza avere un prete che gli desse l’ultimo sacramento della chiesa [cattolica]». Dopo aver aggiunto che il fratello del morto stava portando il corpo a casa, quell’uomo se ne andò scuotendo la testa e ripetendo: «È triste, triste, triste».

Ricordo quel fatto come fosse ieri. Dopo poco tempo vedemmo un vecchio carro trainato da un cavallo che avanzava lentamente per la strada. Una coperta copriva il corpo, e il guidatore sedeva davanti al carro con le gambe a penzoloni e con il viso disperato. Una coppia di vicini che erano venuti da noi per fare una telefonata (la nostra famiglia possedeva uno dei due apparecchi telefonici della zona) sedevano con noi sulla veranda. Quando il carro passò la nostra casa, mia madre fece questo triste commento: «Se almeno avesse avuto un sacerdote per perdonare i suoi peccati mortali, in modo da evitargli di andare nel fuoco dell’inferno… Speriamo che avesse solo dei peccati veniali sulla coscienza, che da soli rappresentano anni di sofferenza nelle fiamme del purgatorio».

«Dobbiamo raccogliere un po di denaro e far celebrare delle messe per la pace della sua anima», disse mio padre, «perché non so come lo possano fare la vedova e i suoi bambini».

Uno dei vicini disse: «Le consiglierei di risparmiare il suo denaro, perché penso che ora la sua anima si trovi nel fuoco dell’inferno. Vedete, signori Morneau, si sa che quell’uomo aveva le “dita appiccicose”. Voglio dire che a volte lui aveva preso delle cose che non erano sue».

«È un’accusa molto grave» replicò mio padre, «e se non puoi provarlo, io preferirei che tu non dica nulla».

«Mi dispiace dirlo, ma ti ricordi che proprio l’anno scorso, in questo periodo, non trovavi la catena per trasportare la legna che avevi appena comprato? Se fossi andato nel suo granaio e avessi cercato in un certo posto, avresti visto la tua catena. Io l’ho vista proprio alcuni giorni fa. Infatti, ne parlai con quell’uomo, e lui mi disse di averla presa in prestito da te, solo che tu non lo sapevi».

Per alcuni attimi, mio padre rimase senza parole, ma dopo aver recuperato la calma, disse: «Ne sono proprio sorpreso. Ascoltate tutti, voglio che sappiate che, davanti a Dio, io dono a quell’uomo l’attrezzatura che aveva preso in prestito da me, anche se non aveva mai avuto l’intenzione di restituirmela. Infatti, se mi avesse preso qualcos’altro di cui io non sono al corrente, io gliela dono ugualmente. In questo modo, la sua anima è libera da qualsiasi condanna che possa meritare di fronte a Dio».

«Io non voglio essere irriverente verso Dio» rispose il vicino, «ma mi sembra che tu sia più buono del Signore. Devo ammettere che si tratta del più bel gesto al quale abbia mai assistito o del quale abbia mai sentito parlare. Infatti, forse tu sei il primo essere umano a forzare Dio perché prenda un anima dall’inferno e la metta in purgatorio finché non sia abbastanza pura per entrare in cielo».

Questa esperienza mi impressionò molto. Per molti giorni pensai

a quell’episodio; e come ci pensavo… ero d’accordo con il vicino sul fatto che mio padre avesse un carattere più nobile del Dio che onorava. Ne conclusi che Dio era veramente cattivo nel forzare le anime a soffrire nel purgatorio per il fatto che i loro parenti non avessero i soldi per far celebrare delle messe. Un esperienza che contribuì ad allontanarmi del tutto da Dio, fu quella della morte di mia madre. Durante la primavera del 1937, mia madre andò all’ospedale per un intervento. Dopo un paio di mesi, lei tornò a casa per vivere i suoi ultimi giorni. Avendo 12 anni, io ero molto impressionabile. Un giorno, arrivando a casa da scuola, andai nella sua camera per darle un bacio sulla fronte, come facevo sempre.

«Per favore, siediti» mi disse, «mi piacerebbe dirti qualcosa che ritengo sia importante per entrambi. Come sai, io sarò con te ancora per poco tempo, per questo, voglio che ti ricordi di questo consiglio. Come prosegui nella tua vita, mostra la tua gratitudine per la gente che ti tratta con gentilezza. Ringraziali anche solo per un bicchiere d’acqua. Le persone che esprimono gratitudine per i piccoli favori, ricevono benefici in tanti modi».

A quei tempi si usava andare a vedere il morto nella propria casa, anziché nella camera ardente. Per tre giorni, amici, parenti e vicini vennero a presentare le loro condoglianze e a pregare per l’anima di mia madre. Il giorno del funerale, molti erano convinti che mia madre fosse in cielo, vicino a Dio, perché gli erano stati recitati tantissimi rosari. Ma ciò che ci diede maggiore conforto era il fatto che mio padre avesse programmato delle messe gregoriane per la pace della sua anima. Come ci spiegò lo zio Felix, le messe gregoriane erano la cosa migliore che potevano accadere per l’anima del morto, ed erano state ideate da papa Gregorio, che si preoccupava in modo speciale per le anime nel purgatorio. Così, la famiglia organizzò la celebrazione di trecento messe contemporanee in varie parrocchie, conventi, monasteri, eccetera in un giorno particolare. Secondo lo zio Felix, queste messe hanno un potere salvifico sufficiente a portare un anima direttamente in cielo, senza passare per le fiamme del purgatorio. Quello stesso giorno, udii un parente che diceva che le messe gregoriane costano un dollaro l’una, perciò l’intera serie costava 300 dollari. Iniziai a pensare che noi eravamo davvero fortunati che mio padre potesse permettersi di aiutare nostra madre ad andare in cielo così facilmente. Poi, mi ricordai di una donna che era morta sei mesi prima, e dato che la sua famiglia era troppo povera per far celebrare delle messe in suo favore, lei avrebbe sofferto in purgatorio. I preparativi per il suo funerale avevano turbato grandemente mio padre, dato che era membro del Comitato Sociale della nostra parrocchia. Più tardi, quella sera, papà si sedette per cenare, ma poi decise di saltare il pasto. Mia madre, capendo il suo umore, gli chiese se ci fosse qualche problema.

«Si, potrei anche dirtelo» lui disse. «Ho passato la maggior parte del pomeriggio in chiesa con gli altri membri del Comitato Sociale per discutere del problema dei poveri nella nostra parrocchia. Il principale motivo di preoccupazione era l’acquisto di una bara per la vecchia Annie. Io non volevo risparmiare un po di soldi, ma quando padre Paquin ha chiesto al direttore delle pompe funebri quanto avremmo risparmiato se, prima della sepoltura, avessimo rimosso il crocifisso e le maniglie dalla bara, io mi sono arrabbiato e sono stato sul punto di dire qualcosa al buon prete. Ma mi sono trattenuto per rispetto del suo ufficio. Per mettere fine alla discussione, ho detto che avrei pagato io la differenza nel prezzo. In qualche modo, queste cose mi feriscono profondamente. È davvero triste essere poveri in questi giorni, specialmente quando giunge la morte».

Ri?ettendo su questi due episodi, non potei evitare di pensare che Dio era terribilmente ingiusto se permetteva la continuazione della miseria nel nostro mondo. Con il passare del tempo, io persi ogni fiducia sia in Dio che nella chiesa, e decisi che, non appena fossi stato abbastanza grande da vivere da solo, non avrei più avuto niente a che fare con entrambi. Nell’autunno del 1937 mio padre mandò mio fratello Edgar e me in un accademia con il convitto gestita dalle suore dell’Hotel Dieu de St. Basil in cui ricevetti abbastanza istruzione religiosa che servì soltanto ad indurire ancor di più il mio cuore. Esteriormente, nessuno avrebbe potuto sospettare del conflitto che avveniva nel mio spirito. A poco a poco, mi allontanavo da Dio con sentimenti di odio e disgusto. Passarono alcuni anni, poi venne la seconda guerra mondiale, e fui chiamato per servire il mio paese.

CAPITOLO 3 – UN VIAGGIO NEL SOPRANNATURALE

La Marina Mercantile Canadese mi affascinava molto perché qualcuno che conoscevo si era arruolato e mi aveva detto che si era divertito molto. Con la Marina Militare e l’Aeronautica che vegliavano su di noi (la Marina Mercantile era vitale per le forze armate) avevamo un grande senso di sicurezza. Per due anni e mezzo, lavorai nella sala motori delle varie navi alle quali ero stato assegnato, quasi sempre come fuochista. Mi ricordo che spesso mi svegliavo e pensavo: «Spero che nessun siluro colpisca queste caldaie mentre sono qui».

Infatti, molte persone che conoscevo erano morte in mare. Questa esperienza in marina contribuì a indurirmi ancora di più contro Dio e l’uomo. A Montreal, dopo la guerra, era molto difficile trovare un buon lavoro perché migliaia di soldati congedati affollavano la città in cerca di un impiego. Io decisi di imparare un mestiere, qualcosa che mi piacesse fare e che richiedesse creatività; non volevo un lavoro solo per guadagnarmi da vivere. Perciò decisi di fare con calma, assicurandomi di scegliere veramente quello che mi piaceva. Nel mentre, per occupare il tempo accettai un lavoro al Windsor Bowling Alleys in Ste. Catherine Street West, che a quell’epoca era uno dei migliori locali di Montreal per quel tipo di passatempo. Io ero l’assistente del direttore della sala biliardi. Il lavoro non era duro, incontravo molta gente, e passavo il tempo in modo piacevole. Ero stato assunto da poco, quando incontrai un vecchio compagno con il quale avevo navigato all’inizio della mia esperienza nella Marina Mercantile. Felicissimi di scoprire che eravamo ancora vivi, quella sera cenammo insieme e parlammo di molte cose. Un argomento di cui il mio amico Roland parlava con grande entusiasmo era il suo nuovo interesse per il soprannaturale. Mi disse che si considerava davvero fortunato di aver conosciuto un gruppo di persone che erano membri di una società che comunicava con i morti. Il medium spiritista aveva fatto parlare Roland con suo padre, che era morto quando lui aveva soltanto dieci anni. Lo spirito di suo padre gli aveva dato preziosi consigli per il futuro. Mentre ascoltavo con interesse le esperienze di Roland con il soprannaturale, queste suscitavano in me una strana sensazione. Poi lui mi chiese se ero interessato a partecipare ad una delle sedute: «Forse il medium potrebbe farti parlare con lo spirito di tua madre. Ti piacerebbe, vero?».

Il suo entusiasmo diminuì un po quando si rese conto che ero così scioccato da non poter rispondere. Dopo alcuni secondi di silenzio, continuò: «Non avrai mica paura di parlare con tua madre, vero?».

In qualche modo riuscii a dire che non avevo paura, ma che avrei voluto un po di tempo per rifletterci, perché non avevo mai pensato ad una cosa del genere.

Lui mi guardò dritto negli occhi e disse: «Morneau, tu hai paura, lo vedo dal modo in cui mi guardi, te lo vedo dipinto sul volto. Amico, sei cambiato molto da quando ti ho visto l’ultima volta. Il Roger Morneau che conoscevo non aveva paura di nulla. Mi ricordo il tempo in cui tu e io eravamo marinai assieme ad un altra decina di reclute, e il comandante venne a dirci che aveva bisogno di un volontario che salisse in cima all’albero maestro per verniciarlo, il giorno dopo.

“Chi di voi è disposto a salire lassù?” disse. “Non è poi così alto, sono poco più di venti metri. Ma uno deve avere molto sangue freddo perché una volta arrivato in cima, deve scendere dalla tavola sulla quale è seduto mentre è tirato su con una corda e giace sul suo stomaco attraverso la cima dell’albero (avente circa mezzo metro di diametro) per poter dipingere la parte opposta.” Eravamo tutti terrorizzati di andare, e fummo davvero contenti di sentirti dire al comandante che l’avresti fatto tu. Avevi un gran coraggio, amico. Ora, dimmi, non è che hai paura di venire con me alla prossima seduta spiritica?».

Dopo questo breve discorso, non potei rifiutare. Dovevo tener fede all’immagine del Roger Morneau che non aveva paura di nulla. Avevo abboccato all’amo. Così, un sabato sera, io e il mio amico ci trovavamo in una casa in cui un medium sarebbe stato l’ospite d’onore; noi venivamo presentati ad alcuni dei presenti, ed eravamo particolarmente felici di fare la conoscenza di una coppia. Lui era un professionista dello spettacolo, il capo di un gruppo jazz che aveva un grande successo. La sua banda suonava nei locali più eleganti. Quella sera tardi, dopo che la seduta spiritica era finita e alcuni degli invitati si preparavano per andare via, il musicista si rivolse a sua moglie dicendo: «Cara, che ne diresti di andare, visto che si è fatto tardi?».

Lei parlava con il medium (cosa che lei trovava molto interessante), perciò rispose: «George, perché non vai a casa a riposarti? Io vorrei rimanere ancora un po, dato che i Belangers mi accompagneranno a casa».

Lui fu d’accordo con lei e si avviò verso l’uscita di casa, proprio quando io e Roland stavamo uscendo. Una volta fuori casa, George si rivolse a noi dicendo: «Amici, avete la macchina?».

«No, andiamo a prendere il tram a un paio d’isolati da qui» risposi.

«Sarà un piacere accompagnarvi alla fermata, salite!».

Durante la serata, George aveva saputo che noi due eravamo stati nella Marina Mercantile durante la guerra. Il medium aveva evocato il (presunto) spirito di uno dei compagni di Roland che era morto quando la loro nave era affondata. Entrati nella macchina di George, lui iniziò a chiederci dei pericoli che avevamo affrontato durante la guerra. In pochissimo tempo, arrivammo alla nostra destinazione. Poi lui ci fece una proposta: «Che ne dite se andiamo in un ristorante a mangiare qualcosa? Così potreste raccontarmi anche le vostre avventure durante la guerra! Queste cose mi affascinano parecchio, poi vi porterò a casa».

George guidò fino a Ste. Catherine Street West, una zona di Montreal molto nota per i suoi ristoranti. Improvvisamente George portò la sua Lincoln deluxe in una strada stretta che conduceva al retro di uno dei suoi ristoranti favoriti, poi parcheggiò l’auto dietro ad una Cadillac nera, dicendo: «Joe è qui. Lui è il proprietario del locale, è un caro amico».

Quando entrammo, una cameriera ci informò che avremmo dovuto attendere nella sala d’aspetto finché un tavolo non si fosse liberato. Mentre ci dirigevamo lì, Joe vide George da lontano e si avvicinò per salutarlo. Saputo che aspettavamo per un tavolo, Joe ci disse che non era necessario perché proprio un paio di minuti prima avevano chiamato per cancellare una prenotazione, e quindi il tavolo era nostro. Noi seguimmo il proprietario, che rimosse il cartello della prenotazione, e ci fece accomodare. La cameriera venne a prendere le ordinazioni per le bevande e ci disse che quella sera avremmo dovuto attendere più del solito perché il locale era molto affollato. Per passare il tempo, George chiese una doppia razione del suo alcolico preferito, e noi rispondemmo alle sue domande sulla Marina Mercantile, parlando molto del nostro interesse e delle nostre attività con il soprannaturale. Passò del tempo prima che ci servissero, e consumammo un secondo giro di bevande. Questo sollecitò George a parlare molto, spingendolo a raccontarci

molte cose che, senza dubbio, non avrebbe detto in circostanze normali. Per esempio, io gli chiesi se voleva parlarci un po di come era diventato famoso nella sua professione.

«Nessun problema» disse. «Infatti, voglio proprio dirvi qual’è la vera ragione del mio successo, una cosa che non sa nemmeno mia moglie. Ma voi dovete promettermi di mantenere il più stretto riserbo».

Noi lo tranquillizzammo sul fatto che qualsiasi cosa avesse detto sarebbe rimasta un segreto.

«Amici, voi sapete qualcosa sull’adorazione dei demoni?».

«Io no» risposi. «Perché ce lo chiedi?».

Senza rispondere alla mia domanda, lui chiese: «Amici, da quanto tempo siete coinvolti nella stregoneria?».

«George, io non capisco a cosa ti riferisci. Cosa vuoi dire?»

«Quello che voglio dire è: da quanto tempo pretendete di parlare con i morti?»

«Non da molto tempo» io risposi.

«Ragazzi, vedo che avete ancora molte cose da imparare sul soprannaturale. Voi sprecate il vostro tempo recandovi a quelle sedute spiritiche. Non fraintendetemi, queste cose hanno il loro significato, e sono un buon passatempo per quelle donne che trovano un certo conforto nel pensare di ricevere consigli dai loro cari defunti. Vedete, questa sera ho partecipato alla seduta soltanto per accontentare mia moglie. Vado con lei un paio di volte l’anno per fargli sentire che condivido i suoi stessi interessi. Questa è l’unica ragione. Quello che lei non sa, è che io ho imparato ad andare direttamente alla fonte di quel potere, sarebbe a dire, l’adorazione dei demoni».

Di tutto ciò che ci aveva detto, mi era rimasta particolarmente impressa una frase, quindi gli chiesi: «George, potresti chiarirci la domanda che hai posto poco fa: “Da quanto tempo pretendete di comunicare con i morti?” Che cosa intendi con la parola “pretendere”?».

Egli sorrise, guardò il suo orologio e disse: «È troppo tardi per spiegarvi tutto stanotte, ma lasciatevi dire che non avete parlato con i morti».

Poi George tornò a parlare del suo successo personale.

«Vedete, per anni sono sembrato un fallimento nell’organizzare e mantenere il mio gruppo jazz, poi ho avuto la fortuna di essere stato introdotto nell’adorazione dei demoni, e con quel grande potere ho ottenuto tutto ciò che avevo sempre desiderato. Ovviamente, ho dovuto abituarmi a certi rituali che dovevo fare prima che gli spiriti iniziassero ad operare in mio favore».

Il suo volto fu illuminato da un gran sorriso.

«Da quel giorno in poi, per me e il mio gruppo fu un successo immediato. Siamo stati riconosciuti improvvisamente e, senza alcuno sforzo da parte nostra, siamo stati scoperti (benché fossimo stati sempre là) e presentati come uno dei più grandi gruppi del nostro genere. In qualche modo, le notizie divulgate dai media erano entusiastiche nei nostri confronti. Tutta la città parlava di noi. Le persone più importanti della radio parlavano di noi, e in poco tempo raggiungemmo l’apice del successo».

George bevve un altro sorso dal suo bicchiere, tirò una boccata dalla sua sigaretta e continuò: «Da allora, noi siamo sempre stati molto richiesti. I soldi arrivano a fiumi. I nostri onorari sono i più alti nel settore. La gente ama ballare la nostra musica. In realtà, gli spiriti ci controllano – o in altre parole, ci possiedono, ci danno energia – e noi, a nostra volta, trasmettiamo questo influsso alla gente. A loro piace quello che ricevono e continuano a tornare per averne di più».

Distendendosi sulla sedia e accendendosi un altra sigaretta, rise un po e disse: «Ragazzi, dovete sentire questa. Circa un mese fa sono stato intervistato alla radio e mi sono davvero divertito. C’erano sei delle migliori persone del mondo radiofonico di Montreal e Toronto che parlavano con me. Tutto ciò che dicevo sembrava affascinarli. Infatti, ero sorpreso delle mie risposte istantanee perchè non ero mai stato così spiritoso nella mia vita. Mi piaceva l’attenzione che mi davano. Questa cosa aveva quasi raggiunto lo stato di adorazione. In più, loro provavano a capirmi, ma quando ci lasciammo, non c’erano ancora riusciti».

Guardando nuovamente l’orologio, lui disse: «Amici, si sta facendo molto tardi. Che ne dite se ci avviamo verso casa?».

Aspettando il conto, George disse: «È facile comprendere il mio successo, una volta che si conosce la potenza poderosa degli spiriti, e il modo in cui far operare quel potere per te».

Sorpresi da quanto ci aveva detto, Roland e io gli chiedemmo di parlarcene ancora, mentre ci portava a casa.

«Sono spinto a parlarvi della mia esperienza perché credo che ricerchiate qualcosa di potente che porti dei benefici alla vostra vita, ma so che non lo troverete frequentando delle sedute spiritiche come quella di questa sera. Il punto è questo: Perché volete giocare con i dilettanti quando potete far parte dei professionisti?».

Il mio amico allora gli chiese di dirci come si arriva a far parte dei professionisti del mondo degli spiriti.

«Voi due siete davvero dei ragazzi coraggiosi» disse George, «e avete fatto molto per il nostro paese. Ora voglio fare qualcosa di speciale per voi: farò in modo che entrambi possiate seguire la nostra prossima riunione di adorazione degli spiriti».

Poi George, lanciando un’occhiata a destra e a sinistra, con aria indecisa, in fine disse: «C’è una sola cosa di cui voglio essere sicuro. Presumo che nella vostra vita non abbiate alcun tipo di rispetto per Cristo, vero? La ragione per cui ve lo chiedo è che lì non possiamo avere nessuno dei presenti che abbia una qualsiasi forma di lealtà nei confronti del Dio cristiano, perché potrebbe essere disastroso».

Lo assicurammo di aver bestemmiato Dio, e di aver superato il punto del non ritorno.

«Ne ho avuto la prova questa sera» continuò, «per il fatto che gli spiriti evocati sembravano preferire voi due su tutte le persone lì presenti. Spero che la mia domanda non vi abbia offeso, ma dovevo farvela per essere doppiamente sicuro che siete a posto».

Sebbene io fossi riluttante a frequentare una riunione di adoratori di demoni, il mio amico Roland lo fece senza alcuna esitazione. Il suo ragionamento era che, dal momento che eravamo destinati ad andare all’inferno per bruciare per sempre, potevamo conoscere alcuni dei suoi abitanti prima di arrivarci. Io invece pensavo che George non ci avrebbe più cercati, dato che quando lui ci aveva invitati era ubriaco, e la mattina non avrebbe ricordato neppure la metà di quello che aveva detto la notte prima. Ma alcuni giorni dopo, ricevemmo entrambi una telefonata che ci avvertiva di essere pronti per le 8 della sera seguente, quando egli sarebbe venuto a prenderci. Quella serata indimenticabile iniziò con la comunicazione da parte di George di molti dettagli relativi alla società segreta alla quale apparteneva. Lui non guidava velocemente, e sembrava che non volesse superare i tram, quindi ci fermammo probabilmente un centinaio di volte lungo la strada verso il luogo d’incontro, perciò avevamo tutto il tempo per parlare, prima di giungere a destinazione. George ci disse di non stupirci se avessimo incontrato alcune delle persone di più grande successo di Montreal, e citò almeno sei dei personaggi più importanti. Questa affermazione mi stupì, perché ero giunto alla conclusione che avremmo incontrato un gruppo di persone piuttosto rozze; ma al contrario, tutti erano sorprendentemente ben educati, vestiti con eleganza, e dotati di una personalità vincente. Loro ci fecero sentire a nostro agio, come se ci conoscessero da molto tempo e fossimo parte del gruppo. La riunione iniziò circa un quarto d’ora dopo il nostro arrivo, e fu molto informale. La gente passò quasi due ore a raccontare le fantastiche realizzazioni che avevano ottenuto grazie all’opera degli spiriti: per la maggior parte transazioni da cui avevano tratto notevoli profitti grazie alla loro abilità della chiaroveggenza e della telepatia (grazie agli spiriti) per in?uenzare le decisioni delle persone. Un uomo disse di come, in qualità di astrologo che usava la divinazione, era diventato consigliere degli investimenti di alcune persone ricche, ed egli stesso stava diventando ricco. Egli spiegò come uno spirito demoniaco aleggiava accanto a lui durante ogni riunione per dargli informazioni precise – udibili solo a lui, non al cliente – su come e quando investire.

«Queste persone ricche hanno i mezzi per investire» disse, «e io ho le conoscenze per farli fruttare».

Fortemente impressionato, il mio amico chiese se si fosse mai preoccupato di essere ingannato sulla sua parte di guadagno.

«Io propongo una percentuale di compensi sugli investimenti e non mi preoccupo, perché il mio spirito familiare si occupa dei miei interessi. Vi faccio un esempio: Una coppia cercò di togliermi la mia giusta parte di guadagno su una vantaggiosa transazione immobiliare industriale. Loro mi offrirono un assegno davvero cospicuo, e io ne fui soddisfatto, finché il mio spirito personale mi suggerì di chiedergli quando mi avrebbero dato i restanti 1.700$ che costituivano la giusta parte di profitto su quell’investimento. La moglie svenne, e il marito fu terrorizzato. Lui si affrettò a spiegarmi che non avevano alcuna intenzione di ingannarmi, e che i soldi mi sarebbero arrivati entro le 24 ore».

Dopo aver raccontato la propria storia di successo, ogni volta l’individuo lodava (o dava il merito) ad uno spirito in particolare, che chiamava per nome, e molte volte chiamava lo spirito “signore della sua vita.” Durante il periodo di tempo in cui ero coinvolto con gli adoratori di demoni, osservai che nelle loro testimonianze su come gli spiriti avevano operato per loro, spesso si rivolgevano a un demone chiamandolo “signore dio.” Per esempio, uno diceva: «È stato meraviglioso vedere la potenza del signore dio Beelzebub manifestarsi in mio favore in questo o quel giorno».

Oppure, qualcuno chiedeva: «Sam, come sei stato da quando ti ho visto l’ultima volta?». La risposta era: «Molto bene, grazie. Gli dei hanno realmente fatto del bene alla mia vita in un modo meraviglioso».

Quella sera fui colpito profondamente da una persona. Si trattava di un medico che spiegò come gli spiriti gli avessero dato grandi poteri ipnotici e di guarigione, compresa la capacità di eliminare il dolore e di fermare le emorragie sia nelle ferite lievi che nelle gravi. Dopo aver raccontato alcuni episodi affascinanti di come aveva guarito la gente, egli annunciò che doveva scendere nella sala di adorazione.

«Mi scuserete, amici» disse, «devo andare a compiere degli atti di devozione per poter essere rigenerato dal signore dio Nehushtan perché dipendo dalla sua potenza vivificante che ravviva e guarisce i miei pazienti».

Un ora dopo l’inizio della riunione, apparve un ritardatario, e molti lo salutarono chiamandolo “incantatore.” Più tardi, mentre tornavamo a casa in macchina, io chiesi a George: «Chi è quel signore molto distinto che è arrivato in ritardo? Alcuni lo chiamavano “incantatore.” Questo suo nome ha un significato particolare?».

«Certo! ma ora non posso parlartene. Quando avrete partecipato ad alcuni dei nostri incontri, e sarete diventati parte del gruppo, ricordatemi di parlarvi di lui. Egli è una persona affascinante, infatti tra di noi si crede

che sia stato il più grande incantatore, o ipnotizzatore, che ci sia mai stato a Montreal. In ogni caso, amici, sono stato davvero felice di vedere come tutti stasera vi abbiano preso in simpatia. Mi ha fatto davvero piacere, perché dovete capire che noi siamo un gruppo molto unito. Infatti, è stato molto difficile per me avere il permesso di portarvi ad una delle nostre riunioni. Inizialmente mi era stato detto di no, poi, grazie all’intervento di uno spirito consigliere apparso al nostro capo mentre era in vacanza negli Stati Uniti, ricevetti una telefonata nella quale mi si dava il permesso. Così voi avete avuto la possibilità di stare con noi, ed eventualmente, di diventare membri della nostra società. Vi dirò qualcosa di più in futuro».

Mi sentii a disagio quando udii che George dava per scontato che sarei diventato uno di loro, ma Roland, al contrario, era felicissimo.

«Dopo alcune visite» disse George, «vi farò scendere per farvi vedere la nostra sala di adorazione. Credo che la troverete piuttosto impressionante. Tuttavia, non potrete visitare la sala di adorazione degli dei fino a quando il sacerdote di Satana non sarà presente, e finché non abbiate ricevuto l’approvazione degli spiriti».

L’incontro era avvenuto in una casa privata, in un area residenziale di Montreal. Mentre visitavamo il piano terra, potevamo udire dei suoni provenienti dal sottosuolo… suoni che assomigliavano vagamente al tipo delle musiche e dei canti usati dal popolo indiano. Più volte, alcune persone scendevano giù, per ritornare circa mezz’ora dopo. Tutto questo movimento spinse George ad appoggiarsi verso di me, come ci sedevamo nel divano, dicendomi dolcemente: «La nostra sala di adorazione si trova al piano sottostante, te ne parlerò stasera, dopo che andremo via».

Circa sei settimane dopo il nostro incontro con l’uomo chiamato “incantatore”, una sera, mentre ritornavamo a casa, chiesi a George se poteva parlarcene.

«Sì, amici, dovete davvero conoscere la storia di quest’affascinante persona. Ma prima di tutto, voglio ricordarvi che, in generale, siamo un gruppo di cittadini che rispettano la legge. So che ognuno di noi sarebbe disposto a dare anche la propria camicia per aiutare qualcuno. E non appro?ttiamo mai delle persone usando i poteri che gli spiriti ci hanno dato. Ma nel caso dell’incantatore… bene… in un certo senso lui è diverso da noi. Sembra che egli abbia una debolezza di carattere, e a causa di ciò, ha usato il suo potere (o dono) ipnotico in un modo che non avrebbe dovuto. Dovrei dire che, per un po di tempo, lui ha perso il senso dell’orientamento. Egli è un ottimo uomo d’affari che possiede due locali notturni, e gli affari gli vanno benissimo. E come ho detto prima, lui è un abile ipnotizzatore: può porre una persona sotto il suo incantesimo, o in uno stato di trance, in meno di dieci secondi se questa accetta di guardarlo dritto negli occhi. Avendo due locali notturni, egli ha molti contatti con gli uomini d’affari che operano nel campo dell’intrattenimento. La maggior parte dei gruppi restano per circa quattro o sei settimane, poi si spostano altrove. Noi ci rendemmo conto che alcuni di questi gruppi si dividevano, o perdevano uno dei loro componenti, dopo essersi esibiti in uno dei suoi locali. La perdita era sempre femminile. Circa sei mesi dopo, la squadra del buon costume di Montreal fece un incursione in una casa di prostituzione in cui tutte le ragazze erano precedentemente state cantanti in locali notturni, e ognuna di esse avevano lavorato per lui.

«Vedete» continuò George «queste ragazze non si sarebbero mai trovate in quella situazione se non avessero accettato di farsi ipnotizzare da qualcuno. Da quel momento in poi, queste persone [ipnotizzate] non possono più resistere al potere dell’ipnotizzatore».

CAPITOLO 4 – LA SALA DI ADORAZIONE DEGLI DEI

Durante la nostra terza visita ad un assemblea di adoratori di demoni, George ci informò che sarebbe stato presente anche il sacerdote di Satana, che era appena tornato da un viaggio negli Stati Uniti. Egli era certo che il sacerdote ci avrebbe visto con favore, e senza dubbio ci avrebbe fatto visitare la sala di adorazione degli dei. Quando entrammo, fummo presentati ad un paio di persone che non avevamo mai incontrato prima, poi cominciammo a parlare con alcune persone che erano venute ad augurarci la buona sera. Poco dopo, il sacerdote fece il suo ingresso. Stringendo le mani e scambiando alcune parole con loro, egli si diresse lentamente verso di noi. Quando ci ebbe raggiunto, George disse: «Reverendo, mi piacerebbe presentarle due veri gentiluomini».

Noi parlammo con lui per un po, e subito ci sorprese con alcune delle cose che disse. Per esempio, quando George disse che noi eravamo stati nella Marina Mercantile, il sacerdote citò i nomi delle navi sulle quali ci eravamo imbarcati, più un paio di dettagli che nessun altro conosceva. Devo ammettere che tutto questo ci impressionò molto. Poi si scusò e disse che gli avrebbe fatto piacere poter parlare brevemente con noi durante la serata. Non solo le sue parole, ma la sua stessa presenza riflettevano un aria di misteriosa segretezza. Egli aveva degli occhi penetranti, la testa calva, ed una voce profonda e bassa che di tanto in tanto intercalava con una risata. Soltanto la sua corporatura ci sovrastava. Secondo me, lui aveva la stessa imponenza del generale Charles De Gaulle. Dopo una lunghissima sessione di testimonianze agli dei, il sacerdote si unì di nuovo a noi per conversare amichevolmente. Lui ci informò del fatto che gli spiriti gli avevano rivelato molte cose su di noi, e avevano manifestato il loro desiderio di farci del bene, accordandoci grandi doni. Quando la maggior parte della gente se ne fu andata, lui ci invitò a visitare la sala di adorazione degli dei.

Perché voi possiate comprendere meglio quali sorprendenti e scioccanti rivelazioni avrei presto ricevuto, devo descrivere l’immagine mentale che mi era stata data sul diavolo e i suoi angeli caduti attraverso l’educazione cattolica. Durante la mia infanzia, gli adulti mi avevano insegnato che il diavolo e i suoi angeli si trovano nel fuoco dell’inferno, al centro della terra, impegnati nell’interminabile compito di infliggere vari tipi di torture alle anime di coloro che erano morti in uno stato di peccato mortale. Gli adulti rappresentavano a noi bambini i demoni come esseri metà umani e metà animali, con le corna, gli zoccoli, e che sputavano fuoco dalla bocca. Nell’adolescenza, avevo concluso che tutta questa cosa fosse ridicola, e che molto probabilmente era un invenzione di alcune menti che nei secoli passati avevano voluto approfittare dei superstiziosi e degli ignoranti. Così, arrivai a mettere in dubbio l’esistenza di esseri come il diavolo e i suoi angeli. Noi scendemmo le scale con il sacerdote, che sembrava felice di mostrarci il loro santuario. Durante il percorso, egli continuò a spiegarci in che modo uno spirito avesse disegnato l’architettura di quel luogo. Egli ci indicò l’intricata opera di straordinaria bellezza che era stata compiuta lungo la scalinata.

Ancora oggi, ricordo gli intagli che ornavano la massiccia balaustra, le splendide decorazioni delle pareti, e l’enorme lampadario che arrivava sino al primo piano. Il vasto santuario mi diede un senso di timore. Un atmosfera di misteriosa segretezza riempiva il posto, dando l’impressione che una grande intelligenza avesse operato per affascinare la mente umana in modo da farla rispondere con rispetto e sottomissione, senza farsi domande. Le stanze erano sontuose e magnifiche. C’era oro dappertutto. I lampadari e molti altri oggetti erano placati o decorati nel metallo. Il sacerdote disse che alcuni oggetti erano persino d’oro massiccio. Sebbene il luogo non fosse molto illuminato, era fatto in modo tale che gli oggetti d’oro sembravano brillare con grande splendore. Ma io credo che i numerosi dipinti a olio abbiano attirato di più la mia attenzione: appesi alle pareti vi erano circa 75 quadri dalle dimensioni di un metro e venti, per settanta centimetri. Il sacerdote di Satana ci disse che sarebbe stato felice di rispondere ad ogni nostra domanda.

«Chi sono gli individui dal nobile aspetto ritratti in quei quadri?» io chiesi.

«Essi sono gli dei di cui hai sentito parlare nelle sessioni delle testimonianze: i capi consiglieri che governano sulle legioni di spiriti. Dopo che si sono materializzati perché noi li fotografassimo, abbiamo fatto fare dei dipinti; e dato che loro meritano grandi onori, abbiamo posto un piccolo altare sotto ogni quadro, dando la possibilità alle persone (durante la loro devozione) di accendere candele, bruciare incenso, e compiere quei riti che gli spiriti richiedono».

Mentre ci muovevamo lentamente, giungemmo ad un altare sul quale era innalzato un bastone intorno al quale era avvolto un serpente d’ottone. Il sacerdote disse che quell’altare era dedicato al dio Nehushtan, i cui poteri erano stati meravigliosamente usati dal medico che avevamo ascoltato durante la nostra prima visita. Egli parlò dei grandi miracoli compiuti dal dio d’ottone per i figli d’Israele, quando essi bruciarono incenso davanti al serpente di rame fatto da Mosè molti secoli prima (vedi 2Re 18:4). Alla fine della stanza c’era un altare molto largo, sovrastato da un quadro a grandezza naturale di un personaggio dall’aspetto maestoso. Alla domanda del mio amico, il sacerdote rispose: «È dedicato al maestro di tutti noi».

«Qual’è il suo nome?» io chiesi. Il suo volto assunse un espressione d’orgoglio: «Dio con noi».

Oggi, ricordando quel quadro, e avendolo ammirato tante volte, devo dire che l’individuo ritratto aveva dei lineamenti che riflettevano un intelligenza superiore. Egli aveva la fronte alta, gli occhi penetranti, e un portamento che dava l’impressione di una persona attiva e con una grande dignità. La risposta del sacerdote non era quella che mi aspettavo, e non era stata neppure chiara. Sicuramente, non si poteva riferire a Gesù Cristo. No, non era possibile. Poteva forse essere…?

«Stai dicendo che questo dipinto è la vera immagine di Satana?» finalmente riuscii a chiedere.

«Si! Lo è! E probabilmente lei si chiederà dove siano andate a finire le caratteristiche ripugnanti e animalesche». Ridacchiando, poi aggiunse: «Scusatemi se ho riso, vi prego di credermi. Signori, non rido di voi, né delle vostre perplessità. In realtà, sono contento e divertito al pensiero che gli spiriti demoniaci siano stati così abili nel nascondere la loro vera identità, affinché persino in quest’epoca di progresso scientifico e di grande conoscenza, la maggior parte dei cristiani crede ancora alla teoria delle corna e degli zoccoli».

Poi l’espressione del suo viso cambiò, assumendo un aspetto di profondo coinvolgimento: «Oggi è davvero importante che, sia questa che la prossima generazione, siano portate a credere che il maestro e i suoi spiriti associati non esistono. Solo così saranno in grado di dominare con successo

gli abitanti di questo pianeta nei prossimi decenni».

Un espressione di fiducia gli attraversò il viso. «Niente interessa di più agli spiriti quanto escogitare dei modi per rendere gli esseri umani membri dell’imminente regno di Satana».

Mentre osservavamo i vari altari e quadri, il sommo sacerdote ci spiegava che gli spiriti demoniaci, in realtà, sono specialisti in vari campi di attività. Avendo alle spalle un esperienza misurata in millenni, essi sono impegnati in un violento conflitto per il controllo della mente umana, un conflitto contro le forze celesti. Quando Roland chiese la ragione per cui gli spiriti erano impegnati in uno sforzo così grande per ingannare l’umanità, il sacerdote disse che tutti gli uomini che essi riuscivano a squalificare dall’appartenenza al regno di Cristo, automaticamente diventavano membri del grande regno di Satana, che egli avrebbe stabilito sulla terra. Coloro che sarebbero morti sotto la guida di Satana, un giorno sarebbero risorti grazie a lui. Lui disse che Cristo e suoi discepoli avevano intenzione di terminare l’intenso conflitto tra le due grandi forze, facendo piovere fuoco dal cielo sui seguaci di Satana, ma ciò non avrebbe fatto loro alcun male perché ora gli spiriti demoniaci controllavano il fuoco, quindi, Cristo non aveva il potere di bruciare gli esseri umani. Egli aggiunse che, se avevo dei dubbi, sarei potuto andare in India o in altre zone del mondo in cui la magia nera era stata perfezionata sino a raggiungere il livello di una scienza, e dove avrei potuto vedere delle persone capaci di camminare su un letto di carboni ardenti senza bruciarsi neanche un pelo delle gambe. Come lasciammo la sala di adorazione, io dissi che mi sentivo piuttosto confuso a proposito di Satana e dei suoi angeli perché la mia educazione cattolica mi aveva insegnato che loro si trovavano nel fuoco infernale con le anime delle persone che erano morte in uno stato di peccato mortale. Qual’era la verità?

Il sacerdote di Satana accettò di prendere tempo per darci ciò che lui chiamava “il vero stato delle cose.”

«Signori, so bene che la vostra visita al nostro luogo di adorazione ha suscitato in voi molte domande. Innanzitutto, permettetemi di dirvi che noi, i membri della nostra società segreta qui a Montreal, siamo il meglio degli adoratori di spiriti. Quando il conflitto tra le forze celesti e quelle del nostro grande maestro si concluderà, ed egli renderà stabile il suo regno su questo pianeta, noi riceveremo posizioni elevate di autorità e onore. Noi saremo abbondantemente ricompensati per esserci schierati con ciò che ora sembra essere il perdente – se capite ciò che voglio dire. Millenni or sono, il nostro grande maestro governava su un innumerevole numero di esseri in un vasto universo; ma egli venne frainteso, e fu costretto ad abbandonare il suo dominio insieme agli altri spiriti che simpatizzavano per lui. Gli abitanti di questo pianeta accolsero gentilmente il nostro maestro; ma a causa della sua superiorità intellettuale, egli divenne il legittimo possessore del pianeta, inducendo i suoi proprietari originari a rinunciare al loro diritto, quando credettero a qualcosa che egli diceva fosse vero. Alcuni potrebbero definirlo un inganno, ma egli seguì soltanto la legge della sopravvivenza, un istinto naturale che possiedono tutte le grandi guide. Quando si seppe che il suo rivale, Cristo, sarebbe venuto sulla terra dopo aver assunto la natura umana per attirare a sé l’umanità, il nostro maestro e i nostri capi consiglieri decisero di seguire una strategia simile a quella che in origine aveva permesso loro di acquistare il nuovo dominio. Questa strategia consisteva nel fatto che tutti gli spiriti demoniaci avrebbero attentamente consigliato gli uomini a vivere in modo da squalificarsi per diventare membri del regno di Cristo. Gli spiriti avrebbero incoraggiato le persone a seguire i propri sentimenti piuttosto che la parola di Cristo e dei Suoi profeti. Non c’era modo più sicuro con cui gli spiriti avrebbero potuto ottenere il controllo sulle vite delle persone, senza far capire ai diretti interessati ciò che stava accadendo. Gli spiriti avrebbero suggerito ogni tipo di dottrine e idee sbagliate, e l’umanità le avrebbe prontamente accolte perché sentiva una forte sensazione a riguardo».

Il sommo sacerdote, con il volto illuminato per ciò che ci aveva appena detto, ci chiese il permesso di concedergli ancora qualche minuto del nostro tempo per illustrare meglio ciò che aveva detto. Dopo averlo rassicurato del nostro profondo interesse e del desiderio di conoscere le attività degli spiriti, egli continuò.

«Se ricordate, signori, Salomone, il re d’Israele, era stato dotato di grande saggezza, e aveva attirato l’attenzione di molti potenti sovrani. Allo stesso tempo, il nostro grande maestro era preoccupato del fatto che Salomone riceveva tutta quell’attenzione, e decise di fare uno sforzo supremo per controllare il mondo intero. Fino a quel momento, Satana era riuscito a diffondere l’idolatria in ogni parte del mondo, tranne che nella nazione d’Israele. Innanzitutto, fu deciso che alcuni spiriti consiglieri avrebbero portato Salomone a inorgoglirsi grandemente. Secondo, avrebbero dovuto portare Salomone a sentire fortemente che formare alleanze con gli stati vicini sarebbe stato per il miglior interesse della sua nazione, anche se molti dei suoi consiglieri lo avessero sconsigliato di farlo. Il piano del nostro maestro fu un grosso successo. Quando avvenne che, attraverso l’esempio di Salomone, Israele adorò Ashtoreth, la dea dei Sidoni, Kemosh, il dio dei Moabiti, e Milkom, il dio dei figli di Ammon (1Re 11:33); quando il popolo si prostrò davanti agli idoli che rappresentavano gli spiriti demoniaci, il nostro maestro sentì che il suo trionfo era completo. Egli aveva raggiunto il suo grande obiettivo: il mondo intero era realmente sottomesso al suo comando. Signori, io credo che ora comprendiate la grande saggezza e abilità del nostro maestro nel nascondere la sua vera identità. Egli assicura ai suoi fedeli agenti che un giorno la loro fedeltà sarà premiata, quando vedranno le generazioni di uomini stare davanti a loro in umile obbedienza, riconoscendo che il loro maestro è veramente un grande dio».

«Il grande maestro» egli continuò, «non lascia nulla al caso: con piani ben congegnati e una grande attenzione, lui tende le sue trappole per catturare le menti di milioni dei più saggi mortali, assicurandosi così la loro fedeltà sia nella vita presente che per l’eternità».

Con un entusiasmo vibrante per la causa di Satana, quell’uomo continuò a parlarci di ciò che chiamava “la più eccezionale assemblea di esseri spirituali mai riunita in un unico luogo sulla faccia della terra.”

«All’inizio del diciottesimo secolo» egli disse, «Satana e i suoi spiriti consiglieri tennero un grande concilio generale per prepararsi all’avvento dell’era industriale che presto si sarebbe imposta sul mondo. Satana aveva previsto che un’età di scoperte scientifiche e progressi intellettuali avrebbero immediatamente favorito il suo controllo. Questo avrebbe introdotto il tempo finale, la fine della lotta tra le forze del bene e del male. Dato che Satana studiava le profezie della Bibbia, aveva capito il significato di Daniele 12:4 che descriveva il tempo della fine in cui molti andranno avanti e indietro e la conoscenza aumenterà. Satana riconobbe che si trattava di un momento ideale per separare gli esseri umani dal loro Creatore, conducendo in questo modo le moltitudini verso la rovina. Questo era un modo sicuro per edificare il suo imminente regno, in modo tale da lasciare un piccolissimo residuo di persone che avrebbero lasciato questo pianeta quando Cristo fosse tornato per rapirli segretamente, alla fine dell’era cristiana».

Il sacerdote si vantò del fatto che Gesù Cristo non sarebbe realmente tornato sulla terra in potenza e grande gloria, ma avrebbe rinunciato a tutte le sue rivendicazioni su questo pianeta, riconoscendo Satana in modo legale e legittimo. Poi il grande maestro resusciterà la nostra gente dalle loro tombe

e stabilirà il suo regno eterno qui sulla terra.

«Dopo lunghe discussioni, il concilio generale di Satana terminò dopo aver prodotto dei piani per l’inganno che avrebbe squalificato un gran numero di persone dal regno di Cristo: costoro avrebbero automaticamente fatto parte del regno di Satana. Il comitato esecutivo aveva adottato un piano in tre parti. La prima parte consisteva nel convincere gli esseri umani che Satana e i suoi angeli non esistono. La seconda parte cercava di ottenere il controllo totale sulla gente attraverso l’introduzione dell’ipnotismo come una scienza nuova e benefica. Uomini di grande cultura, sotto la direzione di spiriti amichevoli, avrebbero sostenuto la dottrina dell’immortalità dell’anima, facendo in modo che le persone sotto il loro ipnotico incantesimo tornassero apparentemente indietro nel tempo alle loro vite precedenti. Queste persone descrivono chiaramente degli eventi storici che non conoscono, se non fosse per il fatto che li hanno ricevuti con la trance. E per aggiungere forza all’inganno» disse il sacerdote spiritista, «a volte, gli spiriti avrebbero permesso alla persona ipnotizzata di parlare fluentemente una lingua straniera che precedentemente non conosceva. Questo avrebbe aiutato Satana ad eliminare la cristianità dal mondo occidentale attraverso il misticismo. La terza parte del piano di Satana avrebbe distrutto la Bibbia senza eliminarla fisicamente. Satana avrebbe eliminato il pensiero di Dio dalle menti di milioni di persone attraverso la teoria dell’evoluzione».

Il sacerdote sosteneva che Satana aveva scelto delle persone molto intelligenti per far avanzare il suo piano.

«Egli scelse un medico austriaco di nome Franz Mesmer per elevare l’ipnotismo da un “passatempo dell’occulto” a una “nuova scienza.” Mesmer originò una teoria chiamata “magnetismo animale.” Gli spiriti lo indussero a credere che un fluido misterioso attraversasse il corpo umano, e permettesse a certe persone di esercitare un potente influsso sugli altri. Al tempo della sua morte, avvenuta nel 1815, l’ipnotismo usato come anestetico aveva iniziato a ricevere il rispetto di molti medici europei: essi scoprirono che ora la loro pratica medica sembrava più efficace di prima».

Fermandosi, e con un grande sorriso sulla sua faccia, il sacerdote aggiunse: «Loro non sapevano di ricevere l’energia dagli spiriti amichevoli. Il piano di Satana di distruggere la Bibbia senza eliminarla fisicamente è stata senza dubbio la cosa più intelligente che abbia mai sentito» diceva ridendo.

Sia Charles Darwin, nato nel 1809, che Thomas Huxley, nato nel 1825, ricevettero l’in?usso degli spiriti già in tenera età, perché i medici avevano usato l’ipnosi su di loro come forma di anestetico. Gli spiriti decisero che, quando i due bambini fossero diventati adulti, sarebbero stati gli strumenti per promuovere la religione che conosciamo sotto il nome di “teoria dell’evoluzione.” Collegandola con la rivoluzione scientifica che si diffondeva in tutto il mondo, la maggior parte della gente non si sarebbe mai accorta che si trattava di una religione: una religione che attraversava tutti i confini denominazionali, catturando perfino i non religiosi».

Con mia grande sorpresa e meraviglia, il sacerdote sosteneva che «gli spiriti considerano chiunque insegni la teoria dell’evoluzione come un ministro di quel grande sistema religioso, tanto da ricevere una unzione speciale dallo stesso Satana, che gli dà un grande potere per indurre la cecità spirituale, per convincere e per convertire. Infatti, egli considera così tanto queste persone da dare loro un seguito speciale di angeli che li accompagnano per tutta la loro vita. Questo è l’onore più grande che Satana possa concedere ad una persona in presenza della galassia».

Il sacerdote spiegò che Satana e i suoi consiglieri erano arrivati alla conclusione

di poter usare la teoria dell’evoluzione per distruggere proprio le basi della Bibbia. «Essi potevano contrastare l’idea della settimana della creazione, del peccato, e del piano della salvezza. Qui la posta in gioco era così alta che gli spiriti ci dicono che Satana stesso istruì Charles Darwin nell’elaborazione dei principi dei suoi concetti scientifici».

Con evidente orgoglio, il sacerdote ci spiegò come gli spiriti possono prendere una persona di nessuna importanza ed innalzarla a posizioni di onore e rispetto. Il nome di questa gente può persino diventare immortale.

«Un buon esempio» egli disse, «è Thomas Huxley, che prima dell’intervento degli spiriti, non era altro che un chirurgo della marina britannica. Gli spiriti gli permisero di diventare un famoso zoologo, conferenziere, e scrittore. Egli riuscì meravigliosamente a rendere la teoria di Darwin accettabile al grande pubblico, pur introducendo l’idea che l’uomo fosse un discendente delle scimmie. Dato che in passato ero un prete cattolico» la nostra guida concluse, «vi dico che è impossibile che qualcuno creda alla settimana della creazione, al peccato, e al piano della redenzione, credendo contemporaneamente all’evoluzione. Questo miscuglio di idee doveva essere la più grande forma di bestemmia conosciuta al Creatore».

(A proposito, devo dirvi che questa società di spiritisti non chiamava mai Dio in questo modo, ma lo chiamavano sempre “Creatore.” Il nome di “dei” era riservato solo a Satana e ai suoi angeli.)

Ora mi incuriosiva una cosa. «Com’è possibile che qualcuno consideri la teoria dell’evoluzione come una dottrina religiosa?» io chiesi.

«Tutti sanno che è solo una teoria che a volte è accolta perché sembra il modo migliore di spiegare come la vita si sia originata sulla terra».

Gli occhi del sacerdote si accesero di un entusiasmo ancora maggiore mentre rispondeva: «Una dottrina religiosa è qualcosa che avvicina una persona al suo dio. Può essere un concetto, un attività, o addirittura qualcosa che sembra completamente scollegata dalla religione, ma se serve a promuovere gli ideali di Satana, il grande dio di questo mondo, è realmente una dottrina religiosa nel vero senso della parola. Infatti, ho ricevuto questa definizione direttamente da uno spirito consigliere».

Dopo aver accettato Gesù come mio Salvatore, iniziai a studiare la Bibbia per capire come la credenza nell’evoluzione potesse squalificare una persona dal regno di Dio. Iniziai a capirne il motivo quando considerai le parole di Gesù sulla bestemmia contro lo Spirito Santo (vedi Matteo 12:31,32). Vedete, quando qualcuno dichiara di non credere più nella creazione divina, e di non prendere seriamente il concetto del peccato della razza umana, ritenendo che gli esseri umani siano poco più che animali altamente evoluti, allora questa persona sta realmente accusando lo Spirito Santo di essere uno spirito bugiardo. Dato che la Bibbia è stata scritta sotto la diretta ispirazione dello Spirito Santo, egli sta accusando lo Spirito di inaffidabilità.

Dopo aver conversato ancora un po’ con il capo degli spiritisti, lui ci chiese: «Avete qualche altra domanda a cui posso rispondere?».

Mentre avevamo guardato i quadri, avevo notato che l’altare di Satana sembrava fatto di un unico blocco di marmo lungo quasi tre metri, alto un metro, e largo novanta centimetri.

«L’altare del maestro sembra essere fatto di un unico blocco di marmo» osservai. «Come siete riusciti a trasportare un oggetto così pesante fin qui?».

Il sacerdote sorrise. «Lei è un ottimo osservatore, Signor Morneau. O potrebbe essere che il maestro ha impresso nella sua mente questa osservazione per poterle rivelare la sua grande potenza? In ogni caso, giovani, uno degli spiriti consiglieri

mi ha detto che il maestro ha degli obiettivi davvero speciali per voi. Perciò lasciate che vi parli della potenza degli spiriti. Ma prima, vi dispiace se accendo un sigaro?».

In quel momento sedevamo su dei divani vicino a una vetrata dipinta che ci dava una bellissima vista della città inondata da un mare di luce. Ebbi l’impressione che il sacerdote fosse molto divertito di parlarci dell’interesse principale della sua vita: l’attività degli spiriti demoniaci. Noi invece avevamo il tempo per ascoltare.

«L’altare del maestro è stato trasportato nel luogo in cui si trova, nello stesso modo e con la stessa potenza che i sacerdoti Druidi usavano per erigere le strutture di Stonehenge: la potenza dello spirito, o in altre parole, il processo di levitazione. Gli spiriti mi hanno rivelato le grandi realizzazioni dei sacerdoti Druidi tra gli antichi Celti in Francia, in Inghilterra e in Irlanda, più di ventotto secoli fa. Mi fu mostrato che a mezzogiorno e a mezzanotte, durante la luna piena, i Druidi facevano levitare blocchi di arenaria grigia del peso di 28 tonnellate, per poi depositarli nella giusta posizione, erigendo così i loro luoghi di adorazione».

Poi il sacerdote tirò un paio di boccate di fumo dal suo sigaro Churchill, e continuò: «Consapevole delle loro realizzazioni, io sentii che avrei potuto esercitare e godere lo stesso privilegio, perciò resi noto ai membri del nostro gruppo dell’intenzione di dare al maestro un pegno del nostro affetto attraverso un bellissimo altare. Essi sentirono che se io avessi avuto la fede per credere che gli spiriti avrebbero posto l’altare nel luogo designato, essi si sarebbero occupati del costo e del trasporto fino all’ingresso posteriore del nostro luogo di adorazione. Allora, senza esitazione, dissi loro di ordinare un altare di marmo bianco di Carrara, perché niente è più bello per il maestro. So per esperienza che la potenza degli spiriti non ha limiti quando deve essere usata per coloro che credono alla parola del maestro. Gli dei ricompensarono grandemente la mia fede quando, durante il nostro servizio devozionale di mezzanotte, fecero levitare quell’altare di marmo fino alla sua attuale posizione. A proposito, signori, stasera siete stati onorati grandemente, anche se non ve ne siete accorti. Come ci siamo soffermati davanti all’altare del maestro per guardare quel meraviglioso quadro, che in realtà è solo una pallida rappresentazione della sua bellezza e della sua gloria, il maestro mi è apparso ed è rimasto in piedi all’estremità dell’altare per circa tre minuti, sentendoci parlare; ecco perché ho suggerito di inchinarci nel modo che abbiamo fatto. Posso dirvi che la vostra collaborazione alla mia richiesta ha riempito di gioia il cuore del maestro. Può interessarvi sapere che erano passati circa tre mesi dall’ultima volta che ci siamo accorti della presenza del maestro, per il fatto che le Nazioni Unite stanno progettando dei piani per la pace. Tutto ciò richiedeva la completa attenzione del maestro, un opera che egli non affida a nessun altro. La pace sulla terra non rientra fra i migliori interessi del suo regno, così egli ha delegato alle sue legioni di spiriti l’enorme compito di fare il possibile per confondere e tenere sotto pressione le guide dell’umanità. I problemi suscitati dagli spiriti terranno questi capi sempre occupati nella ricerca di una soluzione, affinché non abbiano il tempo per unirsi».

Di tutto ciò che avevo ascoltato, solo una cosa mi era rimasta impressa: l’affermazione che il dipinto di Satana esprimeva solo debolmente la sua bellezza e la sua gloria. Così, decisi di riprendere l’argomento. Usando la terminologia che a quel tempo ritenevo più corretta, chiesi: «Reverendo, sarebbe così gentile da chiarire una cosa che ha detto? Sono sicuro di non aver capito bene ciò che voleva dire». Gli ripetei quanto aveva detto e rimasi in attesa della risposta.

«Si, amici, il ritratto del maestro lo rivela soltanto vagamente. Quando uno spirito si materializza, in genere nasconde la gloria e la bellezza che possiede naturalmente. Se proprio ora uno spirito volesse rendersi visibile senza schermarci dal suo splendore, noi non potremmo guardarlo senza danneggiare i nostri occhi.

Per esempio, durante la mia recente vacanza negli Stati Uniti, un capo consigliere apparve nella mia suite a Chicago. Egli era venuto per avvisarmi urgentemente che la persona che avevo incaricato di sostituirmi qui, stava per rovinare tutta l’opera che gli spiriti avevano fatto per mettervi in contatto con la nostra società. Ma di questo ve ne parlerò meglio prossimamente. Ad ogni modo, la sua luminosità era così intensa che non potevo guardarlo. Dopo avermi comunicato alcuni consigli, egli se ne andò, ma lo shock di quella luce mi rese parzialmente cieco per una trentina di minuti. Pochi minuti dopo cercai di telefonare, ma non potevo distinguere i numeri del telefono. Ho dovuto chiedere l’aiuto dell’operatore».

Parlammo ancora un po con il sacerdote, che ci mise al corrente di molti particolari relativi all’adorazione dei demoni; poi, prima di andarcene, ci fece giurare segretezza per tutto ciò che avevamo visto e udito. Il sommo sacerdote pronunciò un incantesimo, parte del quale noi ripetemmo insieme a lui, poi siglammo il patto depositando lentamente un pizzico di incenso sulla fiamma di una candela nera. L’incenso bruciato riempì la stanza di un aroma molto ricco. Dopo essere tornato a casa, non riuscii a dormire per tutta la notte perché non potevo smettere di pensare alla visita nella sala dell’adorazione. Non riuscivo ad accettare l’idea che Satana e i suoi angeli esistono davvero e sono proprio degli esseri bellissimi, e non creature odiose e ripugnanti. L’educazione cattolica aveva distorto così tanto la mia mente dalla realtà, che per me era davvero una cosa molto difficile da accettare. Ci vollero circa due mesi di manifestazioni soprannaturali prima che riuscissi ad accettare gli angeli caduti per quello che sono: esseri meravigliosi e molto intelligenti.

CAPITOLO 5 – SPIRITI IN AZIONE

Circa due o tre settimane dopo la visita alla sala di adorazione, io ebbi un altra occasione per parlare di Satana e dei suoi angeli con il sommo sacerdote. Quando gli dissi che mi sarei aspettato di incontrare un gruppo di rozzi individui, lui sorrise un po.

«Gli adoratori di spiriti, come i membri di qualsiasi società, sono diversi fra loro. Spesso riflettono la cultura locale. Viaggiando noterai che tra le persone di scarsa cultura prevale la superstizione. Essi impiegano le forme di adorazione più degradanti. In questi casi, gli spiriti sono contenti di guidare la gente in questo modo perché sanno che ciò addolora il loro grande Rivale, Gesù Cristo. Lui disse che avrebbe attirato tutti gli uomini a Se [Giovanni 12:32], ma gli spiriti lo hanno smentito molte volte nel corso dei secoli. Milioni e milioni di persone sono morte senza aver mai udito il Suo nome, e ancora meno credendo in Lui».

Come il sacerdote parlava, si alzò dalla sua poltrona e iniziò a percorrere il pavimento, incrociò le mani dietro la schiena, continuò a percorrere il pavimento, e di tanto in tanto mi lanciava un occhiata.

«A Montreal, noi siamo, in un certo senso, gli esponenti più brillanti. La natura ci ha dotati di facoltà mentali ben superiori a quelle di milioni di abitanti di questa zona. Ecco perché il maestro ha fatto un eccezione per farci conoscere la realtà delle cose nel mondo degli spiriti. Egli ha un opera speciale per ognuno di noi, ma la smetta di guardarmi come se non mi credesse!».

Senza dubbio, la mia faccia mostrava un enorme stupore per quello che aveva detto fino a quel momento.

«Mi perdoni se in qualche modo l’ho offesa» gli dissi. «Io credo a quello che ha detto, ma ho molto da imparare sulla volontà del maestro: tutto ciò che ho visto nella vostra casa di adorazione è così nuovo e diverso da ciò a cui ero abituato a credere».

«Mi creda, non intendevo trattarla in modo brusco» replicò il sacerdote, «lei non mi ha offeso. E che a volte prendo le cose troppo sul serio. Non mi stavo vantando quando parlavo della nostra gente qui a Montreal. È stato il maestro in persona a spiegarmelo».

Poi si mise comodo sulla sua poltrona, si accese un sigaro, e tirò lunghe boccate.

«Per quanto riguarda lei e il suo amico Roland, un anno fa mi fu rivelato che vi avrei incontrati qui, nella nostra casa di adorazione, ma me ne ero completamente dimenticato. Come vi ho detto poco fa, mi rilassavo nella suite di un hotel a Chicago, quando mi apparve un capo consigliere che mi ricordò di voi, e mi disse anche di telefonare subito alla persona che avevo lasciato come responsabile mentre io ero assente, perché stava per mandare all’aria tutto il lavoro fatto dagli spiriti per mettervi in contatto con noi. Telefonai subito questa persona, e prima che avessi il tempo di dire qualcosa, mi disse che George gli aveva chiesto il permesso di far partecipare te e il tuo amico ad una sessione di lode, ma che lui gli aveva rifiutato questo privilegio. Ovviamente lo informai dei desideri del capo consigliere, poi chiamai George per dirgli che sarebbe stato un piacere avervi con noi. Come potete vedere, il maestro si preoccupa molto di ognuno di noi, quindi, smettete di sottostimarvi».

Dopo essere tornato a casa quella sera, passai un altra notte insonne perché la conversazione avuta con il sacerdote mi ritornava in mente. Una sera il mio amico Roland dovette lavorare più ore e non riuscì a telefonarmi prima che io uscissi per andare alla riunione. Mentre si trovava sul tram, egli pensò che se fosse andato direttamente al luogo della riunione, probabilmente non sarebbe arrivato troppo tardi. Così decise di cambiare al punto d’intersezione tra Ste. Catherine Street e St. Laurent Boulevard, e da lì telefonarmi alla casa di adorazione, solo che aveva lasciato a casa il numero telefonico. Se soltanto avesse potuto ricordare l’indirizzo, lui sarebbe riuscito ad ottenere il numero dall’operatore telefonico. Così, Roland tirò fuori un taccuino che aveva in tasca e la sua penna, ma per quanto si sforzasse, non era in grado di visualizzare il numero che aveva visto tante volte sull’edificio. Tuttavia, con sua enorme sorpresa, mentre sussurrava tra sé stesso “Vorrei che gli spiriti mi aiutassero”, qualche forza invisibile mosse la penna che aveva in mano, scrivendo non solo il numero della casa, ma anche il nome della via, in una bellissima scrittura. Egli era molto contento di quello che aveva fatto, fin quando l’operatore telefonico gli disse che il numero di telefono non era elencato. Più o meno nello stesso momento, George ed io ci chiedevamo cosa fosse successo al nostro amico. Poi George ebbe un idea: «Facciamo venire Gerard il chiaroveggente perché rintracci Roland». Dopo poche parole magiche, Gerard chiuse gli occhi, si mise le dita sulle tempie e disse: «Vedo Roland entrare proprio ora allo United Cigar Store, all’angolo tra S.te Catherine Street e St. Lauren Boulevard. Ora sta parlando con l’operatore telefonico per ottenere il nostro numero telefonico, ma l’operatore gli sta dicendo che questo numero non è elencato. Con l’aiuto del mio spirito familiare gli trasmetterò un pensiero. Ecco, l’ha ricevuto e sta chiamando George. Preparati a rispondere, perché tra poco chiederà di te».

Attraversando la stanza, George si diresse verso il telefono. Al primo squillo, qualcuno tirò su la cornetta e, dopo aver salutato, disse a George che la chiamata era per lui. Quando Roland arrivò fu molto felice della sua esperienza con gli spiriti, ci mostrò quella bellissima scrittura sulla carta e disse: «Voglio incorniciarla. Non ho mai visto una grafia cosi bella in tutta la mia vita».

Poi si rivolse al sacerdote e chiese: «Perché lo spirito non mi ha dato anche il numero di telefono assieme all’indirizzo?».

«Tu non lo hai chiesto allo spirito» replicò il sacerdote. «Ti sarà fatto secondo la tua fede. L’esperienza che hai avuto questo pomeriggio è un gioco da ragazzi se paragonata con quello che gli dei hanno in mente per voi due, signori. Ma dovete esercitare la fede negli spiriti e attendervi grandi cose da loro. Ciò di cui avete bisogno è di vedere la potenza e intelligenza degli spiriti all’opera alcune volte, poi credo che voi sarete in grado di esercitare una fede sufficiente affinché loro possano aiutarvi in modi ancora più strabilianti».

Forse due o tre settimane dopo che Roland ed io eravamo entrati in quella bella abitazione, il sacerdote di Satana ci salutò e poi aggiunse: «Questa sera assisterete ad una interessantissima seduta. Una mia vecchia conoscenza è qui in visita. Si tratta di un noto professore di storia, storico nel vero senso della parola, che è stato associato con alcune delle principali università francesi. La sua conoscenza dei più affascinanti dettagli storici lo ha reso famoso nel suo campo… o dovrei dire che sono stati gli spiriti a renderlo grande. Essi gli hanno dato molti fatti storici ignoti. Questa sera, attraverso un medium, lui riporterà alla luce molti particolari delle campagne militari di Napoleone Bonaparte.

Ora lui sta avendo il suo momento di devozione nella sala dell’adorazione. Nel frattempo permettetemi di spiegare quello che accadrà».

Accomodandoci, noi ascoltammo attentamente la spiegazione del sacerdote su quella che sarebbe stata una seduta molto interessante.

«Un medium permetterà che uno spirito entri nel suo corpo, impossessandosi pienamente delle sue facoltà fisiche e mentali, perché gli spiriti possano comunicare meglio con gli esseri umani. In passato, nel copro del medium sono entrati ?no a dodici spiriti in momenti diversi. Un certo spirito può conoscere bene alcuni dettagli storici, ma non conoscere altri aspetti, per questo motivo, egli verrà sostituito da un altro spirito che era presente e coinvolto con gli eventi accaduti in un particolare momento. Gli spiriti sono così precisi da poter riprodurre non solo le parole, ma anche i toni e le stesse voci delle persone che citano».

Pochi minuti dopo, il sacerdote andò a vedere se il suo amico avesse terminato le sue devozioni, e dopo tornò per dirci che tutti coloro che erano interessati ad assistere alla seduta dovevano scendere nella sala di adorazione. Il sacerdote presentò l’ospite all’assemblea, poi chiese che si facessero avanti sei volontari. Gli spiriti avrebbero scelto uno di essi come loro canale di comunicazione per quella serata. I sei volontari rimasero in piedi davanti al sacerdote, che invocò gli dei affinché potessero manifestarci i loro grandi poteri, permettendo agli spiriti che avevano assistito Napoleone Bonaparte nelle sue campagne militari di rivelare i dettagli richiesti dallo storico ospite. Mentre il sacerdote eseguiva un breve rituale, uno spirito entrò nel corpo di uno degli uomini e iniziò a parlare. La voce era francese ma con un accento parigino e un tono che comandava attenzione. Lo spirito ci informò di essere un capo consigliere specializzato in affari militari, avente giurisdizione su legioni di spiriti. Dato che l’argomento era molto complesso, egli avrebbe avuto bisogno di altri due uomini come canali di comunicazione per gli spiriti. I due individui tremarono un po, chiusero gli occhi, e gli spiriti suggerirono che ci si doveva rivolgere loro con i nomi di Remi e Alphonse. Gli occhi dell’uomo posseduto dal capo consigliere restarono aperti senza muoversi mai e senza battere le palpebre per circa 45 minuti. Il sacerdote si rivolse allo storico dicendo: «Gli dei stanno onorando le tue richieste».

L’ospite si alzò con fogli e penna. Prima di tutto, egli lusingò gli spiriti, riconoscendo che nel passato gli avevano fornito informazioni che lo avevano reso uno degli uomini più famosi nel suo campo; poi parlò con gli spiriti per qualche minuto, chiamandoli Signor Remi, Signor Alphonse e Signor Consigliere; poi fece una domanda dopo l’altra, e senza alcuna esitazione le risposte arrivarono. Ad un certo punto, l’intervista affrontò una certa conversazione tra Napoleone e uno dei suoi ufficiali comandanti. Il capo consigliere disse che sarebbe stato preferibile che Alphonse e Remi riproducessero il dialogo che ebbe luogo tra i due uomini, per amore della precisione. Le loro voci cambiarono completamente, come se stessero parlando due persone diverse. Rivolgendomi a George, io dissi: «Questo è fantastico!».

Sorridendo, George rispose: «Se pensi che questo sia impressionante, aspetta di sentire gli spiriti riprodurre le voci di persone che conoscevi e che sono morte da molto tempo. Quello fa davvero impazzire!».

Lo storico, dopo aver avuto una risposta a tutte le sue domande sulle imprese belliche di Napoleone Bonaparte, informò il capo consigliere che aveva bisogno di ulteriori informazioni su un discorso fatto dal sindaco Camillien Houde sulla scalinata del municipio di Montreal appena prima che il Canada entrasse nella Seconda Guerra Mondiale. Il capo consigliere rispose che lui e i suoi collaboratori non potevano aiutarlo, dato che avevano svolto tutte le loro attività in Europa,

ma dopo che se ne fossero andati, un altro consigliere avrebbe preso il loro posto e gli avrebbe detto tutto ciò che voleva sapere. I corpi dei due uomini scelti come medium tremarono, i loro occhi si aprirono, e con le loro voci chiesero per quanto tempo erano stati coinvolti nelle comunicazioni degli spiriti. L’uomo posseduto dal capo consigliere tremò un po, i suoi occhi si chiusero e si riaprirono, e un altro spirito disse: «Per me è un piacere assisterla nella rivelazione dell’ignoto. Io ero presente quando il sindaco Camillien Houde pronunciò il suo discorso contro il reclutamento dei canadesi francesi nelle forze armate. Che cosa vuole sapere?».

Nuovamente, lo storico comunicò il suo apprezzamento verso il capo consigliere per la continua guida degli spiriti nella sua vita.

«A causa del fatto che nessuno era presente per fare un resoconto scritto del discorso di Houde, attualmente ne circolano versioni diverse. Nobile consigliere, puoi chiarire l’argomento per noi?».

«Sono lieto di darti una riproduzione esatta del discorso del signor Houde».

Ciò che accadde dopo mi stupì oltre ogni mia capacità di spiegazione. Potevo difficilmente credere alle mie orecchie. Eccola… una voce che avevo sentito alla radio, probabilmente un centinaio di volte nel corso di un certo numero di anni. Camillien Houde era un politico molto controverso perché non esitava mai a dire le sue opinioni su tutti e tutto. Alla fine degli anni Trenta, Camillien era un argomento scottante per i giornali francesi. Le sue attività come sindaco di Montreal facevano sempre notizia. Le stazioni radio registravano i suoi discorsi e i suoi commenti, facendoli riascoltare ripetutamente, quindi la sua voce era facile da riconoscere. Ora io riascoltavo nuovamente quella voce familiare, solo che stavolta era riprodotta attraverso l’azione di uno spirito demoniaco. Noi l’ascoltammo per circa venti minuti.

Tempo fa raccontai l’esperienza a qualcuno, e costui disse che a parlare potrebbe essere stato lo spirito o l’anima del defunto Camillien. Tuttavia, all’epoca Camillien stava bene ed era vivo. Egli morì il 12 settembre 1958. Come aveva detto lo spirito demoniaco, si trattava di una riproduzione della voce e delle parole del signor Houde. Quella sera, mentre George ci riportava a casa parlò della sua credenza in cui quando una persona muore, è completamente morta, e disse anche che quando le persone dichiarano di comunicare con gli spiriti dei morti, in realtà sono spiriti di demoni che impersonificano i cari defunti. A quel tempo, trovai la sua affermazione interessante, ma non gli diedi molta considerazione. George non volle dilungarsi sull’argomento, ma disse che noi avremmo dovuto farcelo spiegare dal sacerdote, quando ci fosse stato il tempo. Così avvenne che la domenica sera successiva ne parlammo con il sacerdote. Egli ci diede un interessante resoconto di spiriti demoniaci che impersonificano i morti, vedendolo come un esempio della loro furbizia nell’ingannare gli esseri umani. Io avevo l’impressione che quell’uomo ricevesse un grande piacere e soddisfazione nel raccontare particolari episodi in cui gli spiriti avevano ingannato grandi capi. Il sacerdote parlò anche di tre o quattro episodi biblici, ma dato che a quel tempo io non avevo alcuna conoscenza della Bibbia, ciò non mi colpì, tranne quando citò come “capolavoro” l’esperienza di Saul (re d’Israele), e la medium di Endor. [1Samuele 28]

Egli parlò di come gli spiriti avevano portato Saul a vivere seguendo i propri sentimenti anziché la parola del suo Dio, e di come lo avevano completamente separato dal Creatore, facendogli commettere una grave abominazione agli occhi del Dio degli Ebrei, e attraverso questa cosa ottennero la sua distruzione.

«In quel momento storico, il nostro maestro non avrebbe potuto procurarsi una gloria maggiore che indurre il capo della nazione d’Israele ad inchinarsi davanti ad uno spirito demoniaco alla vista di tutti gli abitanti delle galassie».

Quell’uomo disse che gli spiriti demoniaci hanno operato durante i secoli per convincere la gente ad accettare l’idea che gli esseri umani possiedono naturalmente un anima immortale. Egli spiegò come gli spiriti si erano sentiti grandemente soddisfatti nell’impersonificare i cari defunti o persone famose: tutto ciò per cercare di convincere l’umanità che la personalità umana non muore con il corpo. Spiegando il perché gli esseri umani accettano così facilmente l’idea della vita dopo la morte, egli disse che nella loro mente avvenne un fortissimo cambiamento, dopo che Adamo ed Eva credettero all’inganno di Satana.

«La sfiducia e l’incredulità verso il Creatore divennero una parte della loro natura» egli disse. «In altre parole, divenne una parte della loro fibra mentale rispondere alla voce del nostro maestro e dei suoi spiriti associati».

Il sacerdote sorprese me e il mio amico quando disse che la credenza nella vita dopo la morte era una forma d’idolatria ottenuta attraverso la negromanzia. Infatti, io ero quasi sul punto di cadere dalla sedia quando il sacerdote disse che gli spiriti demoniaci avvelenavano continuamente le chiese cristiane, attirando milioni di cristiani verso una forma di adorazione degli spiriti che li conduceva nell’idolatria senza che se ne accorgessero.

«Contrariamente alla credenza popolare» egli continuò, «la negromanzia non consiste solo nell’evocare gli spiriti dei morti per comunicare con loro. Dato che gli esseri umani sono completamente mortali e non possiedono un anima immortale, la negromanzia comporta l’idea che i morti entrano in un esistenza più elevata di quella che avevano quando erano in vita». Il sacerdote spiritista spiegò: «Secondo il grande maestro, la gente non deve neppure cercare l’aiuto dei presunti spiriti dei defunti per trovarsi intrappolata nella negromanzia. Credere nella vita dopo la morte costituisce la negromanzia. Questo dà agli spiriti demoniaci l’opportunità di impersonificare i morti. Quando la gente crede alle loro menzogne, il maestro riceve il rispetto e l’onore che gli sono dovuti a causa del suo nome grande e glorioso. Inoltre, condurre le persone nell’idolatria diverte e fa piacere agli spiriti».

Come il sacerdote continuava ad esaltare Satana e la sua sapienza, io provai una profonda tristezza. Ricordare la devozione dei miei genitori e nonni per la memoria dei loro parenti defunti mi faceva soffrire molto. Loro si erano sacrificati e avevano rinunciato a molte cose per mettere da parte dei soldi per far celebrare le messe che accorciavano il periodo di tempo che quelle anime avrebbero dovuto passare in purgatorio, prima di entrare nella beatitudine del cielo. Quando mi resi conto che tutti quei sacrifici erano stati inutili, lo shock fu grande quasi quanto quello che avevo avuto per la morte di mia madre. La domenica successiva, il sacerdote spiritista diede un messaggio intitolato “idolatria cristiana.” Affrontava molto dettagliatamente la condizione umana nella morte, e spiegava come gli spiriti demoniaci stabilirono e mantennero la credenza nel purgatorio per allontanare le menti di milioni di persone da Cristo. L’oratore si vantò del vantaggio che gli spiriti hanno sul Creatore quando si tratta di far credere qualcosa alle persone.

«Il Creatore» disse il sacerdote, «non può mentire e non influenza i sentimenti delle persone per fargli credere la Sua parola. Al contrario, Egli vuole che loro l’accettino perché si fidano che Lui dice soltanto la verità. D’altra parte, gli spiriti possono mentire e trarre vantaggio dal fatto che gli esseri umani danno ascolto ai propri sentimenti quando devono decidere la direzione da prendere nella propria vita. Gli spiriti approfittano pienamente di questa debolezza, facendo in modo che la gente abbia dei forti sentimenti sulle cose che gli spiriti vogliono fargli credere. Essi riempiono la mente umana di idee sbagliate. La gente accetta naturalmente queste idee, e sempre lo farà».

L’abilità d’ingannare che ha satana fece rallegrare il gruppo degli adoratori di spiriti, e quando l’oratore disse che satana e i suoi angeli avevano attualmente coinvolto milioni di cristiani nell’idolatria senza che se ne rendessero conto, l’assemblea fece un applauso e tutti si alzarono in piedi. Nuovamente, il sacerdote si vantò del fatto che il maestro aveva ingannato il mondo intero con la credenza dell’anima immortale, nonostante questa sia un epoca di conoscenza scientifica e di sapienza. Poi avvenne qualcosa di sorprendente che mi aiutò ad accettare Cristo e a decidere di unirmi alla chiesa avventista del settimo giorno. Qualcuno pose la domanda:

«Cosa facciamo con gli avventisti?» chiese una persona. «Non puoi considerarli ingannati come il resto del mondo. Per quale motivo loro resistono al grande inganno?».

«Lei ha ragione» replicò il sacerdote. «Gli avventisti non ci sono cascati. Prima di tutto, mi permetta di spiegare perché li ho ignorati. Essi sono così pochi in confronto al resto della popolazione mondiale che non ho nemmeno pensato di parlarne. Secondo, la ragione per cui essi non hanno creduto all’inganno è perché non sono gente normale. Permettetemi di spiegarmi. Ciò che sto per dire potrebbe far arrabbiare qualcuno di voi, ma che vi piaccia o no, è vero. Il fatto che gli avventisti celebrino il sabato biblico della creazione impedisce agli spiriti di ingannarli. Il Creatore dà loro un aiuto speciale e una grande comprensione spirituale. In questo senso, loro non sono persone comuni».

Questa particolare esperienza mi aiutò a prendere una decisione per Cristo. Dopo aver accolto Gesù come mio Signore e Salvatore, io diventai un avido studioso della Bibbia. Come ex-spiritista, sentii di dover acquisire una solida conoscenza della Parola di Dio per poter aiutare gli altri riguardo il tema dello spiritismo. Rimasi profondamente colpito dal fatto che la Bibbia dichiara che la negromanzia – la credenza che gli esseri umani hanno un esistenza cosciente dopo la morte, e che si possa comunicare con loro – è un abominazione agli occhi di Dio. Ora mi rendo conto che è davvero una forma blasfema di idolatria che priva Dio della gloria dovuta al Suo Santo nome: noi lo facciamo quando attribuiamo ai morti le capacità che appartengono solo al Creatore, come per esempio l’immortalità. In 1Timoteo 6:16 leggiamo “[Dio] il solo che ha l’immortalità e abita in una luce inaccessibile.”

Il mio incontro con lo spiritismo mi ha dato un enorme consapevolezza che la credenza nella vita dopo la morte fa parte di una lista di nove attività che rendono le persone vulnerabili al mondo degli spiriti soprannaturali. La Scrittura le definisce tutte abominazioni. Per mezzo di Mosè, Dio disse al Suo popolo: “Non si trovi in mezzo a te chi faccia passare il proprio figlio o la propria figlia per il fuoco, né chi pratichi la divinazione, né indovino, né chi interpreta presagi, né chi pratica la magia, né chi usa incantesimi, né un medium che consulta spiriti, né uno stregone, né chi evoca i morti, perché tutti quelli che fanno queste cose sono in abominio all’Eterno; e a motivo di queste abominazioni, l’Eterno, il tuo DIO, sta per scacciarli davanti a te.” (Deuteronomio 18:10-12). Dio considera le pratiche occulte così pericolose che chiunque in Israele vi fosse stato trovato coinvolto doveva essere ucciso con la lapidazione (vedi Levitico 20:26,27). Studiando veramente la Bibbia per la prima volta nella mia vita, fui sorpreso di vedere quanto chiaramente il Signore afferma che i morti non hanno coscienza. In Ecclesiaste 9:5,6 ho letto questa stupenda affermazione: “I viventi infatti sanno che moriranno, ma i morti non sanno nulla; … Anche il loro amore, il loro odio e la loro invidia sono ormai periti, ed essi non avranno mai più alcuna parte in tutto ciò che si fa sotto il sole.”

Ma il passo che mi colpì di più si trova nel libro di Giobbe: “L’uomo nato da donna vive pochi giorni ed è pieno di inquietudini. Spunta come un fiore poi è reciso; fugge come un’ombra e non dura. … Se i suoi figli sono onorati, egli non lo sa; se sono disprezzati, egli non lo nota” (Giobbe 14:1-2,21).

Spiriti demoniaci amichevoli

Più volte ho usato il termine «spiriti demoniaci amichevoli». Magari lo devo spiegare meglio. Il sommo sacerdote del gruppo spiritista aveva chiarito molto bene che le schiere di spiriti di Satana sono ben organizzate, ed egli affida loro delle attività in base alle abilità individuali. Il sacerdote disse che gli angeli caduti si dividono in tre gruppi distinti.

#1 Gli “spiriti amichevoli” hanno una grande intelligenza e sono capaci di impersonificare i morti. Infatti, uno dei loro più grandi piaceri consiste proprio nell’apparire come i presunti spiriti dei cari defunti. Come loro specialità, essi agiscono nel mondo religioso per portare avanti i vecchi errori che per tutto questo tempo hanno funzionato così bene per Satana; e se fosse necessario, essi sarebbero persino pronti ad introdurne di nuovi.

#2 «I guerrieri» egli disse, «si concentrano nel seminare discordie nelle famiglie e incomprensione tra amici, parenti e vicini. Questi spiriti amano creare con?itti tra le razze e altri segmenti della società. Ai migliori di loro che hanno diviso le persone e le hanno riempite d’odio e violenza, Satana assegna il compito di provocare una guerra immediata tra le nazioni».

#3 «Gli oppressori» spiegò il capo degli spiritisti, «sono un gruppo speciale perché provano gioia soltanto nel creare miseria e distruzione tra la razza umana. Essi subirono una sorta di crollo mentale quando il nostro grande maestro e i suoi spiriti associati furono fraintesi e spinti su questo pianeta: essi non si sono mai ripresi da quella dura prova e odiano profondamente il Creatore, sentendo che l’unico modo per pareggiare i conti con Lui, è quello di rovinare le vite di chi è stato creato a Sua immagine».

Pochi mesi dopo, ciò che il sacerdote disse a me e a Roland quella notte ebbe un ruolo importante nella mia decisione di interrompere ogni contatto con l’adorazione dei demoni.

CAPITOLO 6 – SOTTO PRESSIONE PER UN IMPEGNO

Una sera, mentre Roland ed io parlavamo con il sacerdote di Satana, ci fu detto che per noi era giunto il momento di iniziare ad esercitare la fede nella potenza degli spiriti, dato che il maestro aveva già informato Roland che noi potevamo farlo.

«Voi potete reclamare uno dei tanti doni» egli disse, «se solo volete dichiarare apertamente la fede nel maestro».

Dovevamo partecipare ad un rituale satanico in cui avremmo dovuto affermare davanti all’assemblea di riconoscere Satana come un grande dio, il dominatore supremo del pianeta terra, che è pronto a riversare dei meravigliosi doni sui suoi seguaci; poi avremmo potuto reclamare un dono qualsiasi secondo i nostri desideri; ed infine, avremmo suggellato la nostra confessione di fede versando un pizzico di polvere d’incenso sui carboni ardenti dell’altare di Satana, e inginocchiandoci davanti ad esso. Il mio amico non aveva dubbi. Anche se io avevo la sensazione di doverci riflettere bene prima di prendere una decisione, Roland diede molte ragioni secondo cui quella sera sarebbe stato il mio momento migliore per fare quel passo importante nella mia vita. Per quanto ora mi vergogni ad ammetterlo, cedetti, e feci il rituale. Io chiesi il dono della divinazione che avevo pensato di usare nel modo seguente: nel sonno, durante la notte, avrei sognato i nomi dei vincenti e i numeri delle corse dei cavalli; poi sarei andato da un allibratore e avrei scommesso su quelli. Proprio quella notte sognai queste cose: vidi chiaramente i vincitori di tre corse del sabato seguente, tre giorni dopo. Il giorno stabilito andai da un allibratore e, abbastanza sicuro, vidi sul tabellone i nomi che avevo visto nel sogno; ma dato che non avevo molto denaro da giocare, puntai una piccola somma sulle prime due corse e vinsi circa 60$ [equivalenti a 600€ del 2018]. Il terzo cavallo pagava 21 a 1, perché non era tra i favoriti; ma consapevole che gli spiriti mi avevano informato correttamente, decisi di puntare 20$. Il cavallo arrivò primo, e io fui l’unico a dirigermi alla cassa per ritirare i soldi. Mi diedero 420$ in contanti [equivalenti a 6.750€], ringraziai, e me ne andai. Camminando felice per aver trovato la buona fortuna, mi diressi giù per Ste. Catherine Street, verso uno dei più bei negozi di abbigliamento maschile, e mi comprai un abito di sartoria del costo di 200$. Il sabato successivo si ripeté un’esperienza simile e, dopo poco tempo, il proprietario dell’agenzia di scommesse mi disse che il suo responsabile mi aspettava nel suo ufficio per parlarmi. Dopo aver parlato un po, egli si rese conto che io non conoscevo molto le corse di cavalli. Egli disse: «Sono stupito del fatto che, con una conoscenza così scarsa delle corse ippiche, lei riesca a indovinare il vincitore. Le dispiacerebbe dirmi da chi riceve le informazioni?».

Quando comprese che con me non sarebbe arrivato da nessuna parte, mi disse: «È molto costoso averla nella nostra impresa. Vorrei che se ne andasse per non tornare più. Se avesse bisogno degli indirizzi di altri allibratori in Montreal, sono disposto a dargliene una lista».

La mia improvvisa prosperità fu una bella esperienza, ma in realtà non mi rese veramente felice. In un certo senso non mi soddisfava. Diversamente da me, Roland stava passando ciò che chiamava il miglior momento della sua vita, perché gli spiriti operavano in modo fantastico per lui. Una certa sera accadde qualcosa che mi turbò veramente. Dopo che molte persone ebbero testimoniato di quello che gli spiriti avevano fatto per loro, il sacerdote suggerì che tutti noi scendessimo verso la sala di adorazione per avere una sessione di lode agli dei.

«Parleremo la lingua del cielo» egli disse. «Ciò rende molto felici sia il nostro maestro che i capi consiglieri».

Questa sua affermazione mi incuriosì, ma sentii che probabilmente sarebbe stato meglio non chiedere in che modo gli adoratori dei demoni potessero parlare il linguaggio del cielo. Una volta seduti nella sala dell’adorazione, ricevemmo tutti un libro con gli inni di chiesa (e intendo un innario della chiesa cristiana). Infatti il sacerdote citò tre denominazioni cristiane che ne facevano uso. Dopo aver eseguito un breve rito davanti all’altare, egli disse all’assemblea di cercare un inno particolare e di cantarlo assieme a lui. Si continuò a cantare per venti minuti ma, senza dire una parola, io rimasi seduto quasi in stato di shock. In seguito, mentre ritornavamo al piano di sopra, il sacerdote venne da me e sorridendo disse: «Ho notato che tu non hai partecipato alla nostra sessione di lode per gli dei. Vorresti spiegarmi perché?».

«Non potevo profanare quegli inni cristiani nel modo in cui l’avete fatto voi. Il fatto che qualcuno non mi piaccia, non è una buona ragione per cantare profanità contro il Suo nome».

«Capisco quello che provi, ma dopo un po ti abituerai. È come quando una persona assiste per la prima volta al sacrificio di un animale. All’inizio ne è sconvolto, ma dopo che vi assiste per un paio di volte non vi fa più caso. A proposito, abbiamo in mente di far venire te e Roland alla celebrazione di una nostra festa molto importante in onore agli dei, in una località che abbiamo nei monti Laurenziani. Vedi, il 1° novembre è un giorno molto sacro per la nostra gente, ma te ne parlerò meglio la prossima settimana, alla prossima riunione».

Quella sera, mentre tornavamo a casa, chiesi a George di chiare qualcosa che avevo osservato durante la sessione di lode. Dopo che la gente aveva cantato per un po di tempo, alcuni avevano iniziato ad usare una lingua diversa dal francese, pur seguendo la melodia del canto cristiano. [A quel tempo, Roger Morneau parlava soltanto la lingua francese] Egli ci spiegò che gli spiriti presero il controllo delle loro menti, in modo da lodare Satana e i suoi capi consiglieri nel linguaggio dello spirito, permettendo agli esseri umani di adorarli in una forma più elevata. Egli spiegò che questo tipo di servizio aveva un duplice scopo. Innanzi tutto, il fatto stesso che gli adoratori dei demoni cantassero gli inni cristiani derideva il nome di Cristo. Secondo, quando gli spiriti demoniaci assumono il controllo delle menti di qualche cantante affinché lodino Satana e i suoi capi consiglieri nel linguaggio dello spirito con la melodia di un inno cristiano, ciò rappresenta la forma più grave di bestemmia contro il Dio del cielo, e questa cosa fa enormemente piacere a Satana.

I vari riferimenti ai sacrifici animali avevano attirato la mia attenzione, quindi chiesi a George di parlarcene. Lui spiegò che il 1° novembre, la sua gente li condussero in un posto preciso dei monti Laurenziani, ma preferiva che fosse il sacerdote a spiegarci queste cose. Comunque, le circostanze mi impedirono di conoscere queste cose. Sebbene a quel tempo non lo sapessi, gli angeli caduti si resero conto che Dio stava operando per portarmi velocemente in un luogo dove avrei potuto sentir parlare del Suo grande amore per gli esseri umani immeritevoli, del Suo piano di salvezza, e del Suo giusto carattere nei confronti degli esseri umani. Di conseguenza, gli spiriti erano determinati a farmi pressione per affrettare un mio profondo impegno per l’adorazione demoniaca.

Essi volevano che io superassi il punto di non ritorno, come spiegherò tra poco. Un mercoledì sera, quando entrai nel nostro luogo di adorazione, non mi sarei mai aspettato che sarebbe stato per l’ultima volta. Mentre stringevo le mani di quelle amichevoli persone che si erano impegnate a farci sentire parte del loro gruppo per compiacere gli spiriti, per me sarebbe stato impossibile immaginare che, solo dieci giorni dopo, quelle stesse persone sarebbero diventate dei violenti nemici in cerca della mia distruzione, e disposti a spendere una grande somma di denaro sulla mia vita. La sessione della testimonianza fu davvero impressionante, e dopo che si concluse, il sacerdote parlò brevemente con me e il mio amico dicendoci che gli spiriti erano molto ansiosi di far del bene alle nostre vite in un modo veramente speciale.

Il 1° novembre, solo due settimane dopo, se avessimo voluto prendere un impegno definitivo durante un servizio d’iniziazione nella loro società segreta, gli spiriti ci avrebbero rivelato i loro piani per le nostre vite. Quando chiesi al sacerdote sul perché noi dovevamo fare un rito d’iniziazione prima che ci rivelassero i loro piani per noi, egli disse che si faceva soltanto per esercitare la fede negli spiriti. Senza fede era impossibile piacere al loro maestro, ma piacergli significava poter ricevere molti benefici per noi.

«Signori, per favore, venite con me. Vorrei che ascoltaste come il maestro ricompensa la sua gente».

Noi lo accompagnammo in una stanza dove prima, quella sera stessa, come passavo accanto alla porta chiusa, avevo sentito un fantastico ticchettio di macchine da scrivere. Egli bussò e qualcuno rispose: «Entrate, prego!».

Quando entrammo, trovammo un uomo che riempiva grandi buste marroni con pile di materiale battuto a macchina.

«Julien, tu hai già incontrato queste persone prima» disse il sacerdote, «ma dubito che conoscano la tua occupazione e come gli spiriti hanno migliorato la tua vita, facendo anche del bene agli altri. Così li ho portati qui perché ti sentano raccontare della tua personale esperienza con gli spiriti, dopo la tua iniziazione nella nostra società».

Quell’uomo ci disse che, come giovane avvocato, si era visto destinato a passare la sua vita cercando materiale di consultazione o casi processuali per conto di qualche grande studio legale. Ma la fortuna venne a lui quando, con la guida degli spiriti, familiarizzò con l’adorazione dei demoni. La sua vita cambiò in una sola notte. Dopo la sua iniziazione nel gruppo, gli spiriti gli fecero sapere che avevano un compito speciale per lui. Egli avrebbe aiutato le persone che avevano commesso crimini contro la società e non stavano ricevendo l’assistenza legale necessaria per evitare il carcere. Gli spiriti vollero che si impegnasse immediatamente nel suo nuovo lavoro: offrire agli avvocati il particolare servizio di preparare fascicoli di casi giudiziari penali. Gli spiriti avrebbero fatto la maggior parte del lavoro. Essi lo informarono che delle lettere sarebbero state spedite a certi avvocati francesi di tutto il Canada, informandoli che lui avrebbe dato agli avvocati tutto il materiale necessario per combattere e vincere quei tipi di processi che in passato avevano perso a causa della mancanza di tempo per prepararli. All’improvviso iniziarono ad arrivare tutte le risposte. Poi gli spiriti gli dissero che tutto ciò che doveva fare consisteva nel lavorare nella casa di adorazione in qualsiasi mercoledì in cui lui aveva bisogno della loro assistenza. La sua parte consisteva nell’inserire i fogli di carta in tre macchine da scrivere finché gli spiriti non avessero completato ogni rapporto. Sul tavolo di fronte a lui c’erano tre macchine da scrivere e circa cinquanta risme di carta, spesse dai 5 ai 10 centimetri ciascuna. Egli ci spiegò che tutto quel materiale era stato battuto a macchina tanto rapidamente quanta carta veniva inserita da lui nelle tre macchine da scrivere. Questi rapporti contenevano le corrette procedure da seguire in tribunale, casi storici o casi simili trattati in passato, eccetera. Quando il sacerdote gli chiese come gli avvocati avevano accolto il suo servizio, lui dichiarò che erano felici di utilizzarli grazie agli eccellenti risultati. Alla domanda del sacerdote di quanti soldi rappresentava quel lavoro, Julien rispose che ammontava a molte migliaia di dollari. Quando eravamo sul punto di andarcene, egli ci invitò ad entrare per osservare gli spiriti all’opera ogni volta che ci fossimo trovati nell’edificio e lui fosse stato occupato in questo progetto. Il sacerdote ci chiese nuovamente di permettergli di iniziarci nel loro culto. Il mio amico gli diede una risposta affermativa, ma io non potevo.

«Mi dispiace, ma non posso darle una risposta immediata» gli dissi. «Le darò una risposta sicura la prossima settimana a quest’ora.»

Senza rendermene conto, strinsi la mano del sacerdote di Satana per l’ultima volta, poi me ne andai. Quella notte, dopo essere andato a letto, non riuscivo a dormire. Il pensiero dell’iniziazione satanica continuava a frullarmi per la testa. Dovrei farlo oppure no? Ripensai alle esperienze degli ultimi due mesi, e la mia mente era piena delle molte domande irrisolte sulle forze del bene e del male. Anche se avevo scoperto molti fatti sorprendenti sul soprannaturale, sentivo che coinvolgeva molto di più di quello che avevo visto.

Compresi che non ci si poteva fidare completamente di ciò che dicevano o dichiaravano gli spiriti demoniaci riguardo all’ingiustizia di Dio nei loro confronti. Dove si poteva trovare la verità? Certamente non in qualsiasi chiesa cristiana, pensavo, altrimenti ne avrei già sentito parlare. Nella mia perplessità, sentivo che in qualche modo avevo bisogno di aiuto per prendere una decisione intelligente, e un senso di quasi profonda impotenza mi spinse ad esclamare a voce alta: «Se c’è un Dio in cielo che si preoccupa per me, aiutami!».

Subito dopo aver pronunciato quelle parole, mi voltai su di un fianco e mi addormentai. Mi risvegliai al suono della mia sveglia. Quel giovedì mattina andai al lavoro immerso nei miei pensieri. Subito dopo aver incontrato Roland ed aver iniziato a frequentare le sedute spiritiche, avevo iniziato un lavoro per il quale avevo fatto domanda un po di tempo prima. Ciò significava che avrei intrapreso un mestiere come ricamatore per un azienda specializzata in quel tipo di servizio per le produzioni di abiti di Montreal. Durante il tempo in cui stavo operando con la mia macchina da ricamo, pensavo continuamente alla decisione da prendere nel giro di una settimana. Venerdì, a mezzogiorno, giunsi ad una conclusione: non avevo altra scelta se non quella di procedere con l’iniziazione.

CAPITOLO 7 – DALL’ADORAZIONE DEI DEMONI ALLO STUDIO DELLA BIBBIA

Alle tre del pomeriggio suonava sempre una campanella che indicava l’inizio dei 15 minuti di pausa. Come passai davanti all’ufficio che si trovava vicino all’uscita dello stabilimento, Harry, uno dei proprietari, mi chiese di fermarmi da lui quando fossi ritornato al lavoro perché voleva parlarmi. Quando entrai nel suo ufficio, egli mi offrì una sigaretta e mi disse: «Roger, vorrei che tu mi facessi un favore. Senz’altro hai notato che stamattina giravo nella fabbrica con un ragazzo per mostrargli il lavoro da fare. Ebbene, l’ho assunto. Inizierà a lavorare lunedì prossimo».

«Capo, è interessante, ma che cosa centro io?».

«Ora ascolta attentamente quello che sto per dirti, perché è molto importante per me, perché da quando è andato via, non sono riuscito a pensare a nient’altro che al suo problema. Quel ragazzo è un cristiano, ma osserva il giorno di riposo del settimo giorno del sabato. Prima di accettare il lavoro mi ha detto che a causa delle sue convinzioni religiose vorrebbe uscire da lavoro ogni venerdì alle 15:30, e recuperare le ore di lavoro perdute durante gli altri giorni della settimana, affinché possa prepararsi all’osservanza del riposo del sabato».

«Harry, ti sto ascoltando, ma non sto capendo».

«Vedo che non sei al corrente del fatto che il sabato biblico inizia al tramonto del venerdì, e termina al tramonto del sabato. Essendo ebreo, ho capito perfettamente ciò che voleva dire, e gli ho detto che avrei sistemato tutto. Ma mi sono sentito a disagio nel chiedergli a quale denominazione religiosa appartenesse. Ecco quello che devi fare per me: farò lavorare Cyril alla macchina accanto alla tua, e come voi due fate conoscenza, scopri il nome della sua chiesa e le sue convinzioni religiose. Non dire nulla di quello che ti ho detto. Sii delicato, fai con calma, anche se dovranno passare una o due settimane prima di parlare dell’argomento. Questo mi interessa moltissimo: un cristiano che osserva il sabato biblico! Non ho mai sentito nulla di simile prima d’ora».

Sentendo un urgente bisogno di correggere Harry sul riposo e sul corretto giorno della settimana da osservare, io dissi: «Non sai che il settimo giorno della settimana è la domenica? L’ho imparato a scuola, da ragazzo. Le suore ci spiegarono che Dio creò il mondo in sei giorni e si riposò il settimo, solo che venne fatto un errore nel calendario gregoriano, dunque, nel calendario, la domenica dovrebbe essere al posto del sabato».

Con un sorriso, Harry aprì uno dei cassetti della sua scrivania, prese un dizionario, cercò la parola sabato, e mi chiese di leggere la definizione: “Sabato, il settimo e ultimo giorno della settimana.” Poi mi spiegò che gli Ebrei non avevano mai perso di vista il ciclo settimanale, e che il giorno di riposo biblico è in realtà il settimo giorno della settimana, ovvero, sabato, come indicato dal calendario. Per quanto riguarda il calendario gregoriano, egli disse che, anche se c’era stata una correzione di tempo, questo non aveva alterato minimamente il ciclo settimanale, che si era compensato dal fatto che il calendario e il movimento del sole si erano sfalsati di dieci giorni su un periodo di tempo di 1.600 anni. Poi mi suggerì di consultare una buona enciclopedia e di fargli sapere cosa avevo scoperto, la domenica pomeriggio, dato che quel giorno dovevamo giocare insieme a biliardo. Io ammisi di non essere molto informato sugli argomenti religiosi, lo ringraziai per un interessante fatto storico, e tornai al lavoro, avendo accettato il compito di portargli le informazioni che cercava riguardo le credenze religiose di Cyril. Mentre lavoravo, potevo pensare solo a quello di cui avevo parlato con Harry, e non vedevo l’ora di uscire da lavoro per andare nella biblioteca pubblica per fare una piccola ricerca. Poi pensai: «Perché preoccuparmi per la religione? Che vantaggio ne avrò? È una perdita di tempo».

Ma provai nuovamente un forte desiderio di indagare su quell’argomento. Dopo lavoro andai direttamente alla libreria municipale, e in pochi minuti ebbi tutti i fatti riguardanti il calendario gregoriano. Scoprii che il mio capo aveva ragione. Papa Gregorio XIII aveva decretato che il giorno successivo a giovedì 4 ottobre 1582, doveva essere venerdì 15 ottobre 1582, in modo da riportare la celebrazione della Pasqua al tempo fissato dal concilio di Nicea. Il concilio aveva deciso che la chiesa dovesse osservare la Pasqua nella prima domenica dopo la prima luna piena che c’era dopo l’equinozio di primavera.

Lunedì mattina, Harry presentò a tutti il nuovo assunto. «Si chiama Cyril Grosse ed è un esperto ricamatore. Diamo il benvenuto a Cyril nel nostro stabilimento, sapendo che la sua presenza in mezzo a noi darà maggiore credibilità alla nostra azienda».

Egli poi accompagnò Cyril al posto di lavoro accanto al mio, dicendogli che per lui sarebbe stato un piacere lavorare con questa nuova macchina. Poi, rivolgendosi a me, disse: «Cyril, ti presento Roger. Voi due diventerete buoni amici, perché lavorerete agli stessi progetti. Roger, cerca di rispondere ad ogni domanda che Cyril potrebbe avere su ogni lavoro assegnato; e se avete bisogno di qualsiasi cosa, chiamatemi».

Tre quarti d’ora più tardi cominciai ad avere alcuni problemi con la mia macchina da ricamo. Tra le altre cose, continuava a saltare le cuciture, e ciò significava che avrei dovuto disfare il lavoro e rifarlo nuovamente. Dopo che la macchina funzionò male un po di volte, io persi la pazienza ed iniziai ad abbandonarmi alla vecchia abitudine di “far cadere tutti i santi dal cielo.” Alla fine chiesi al capo di controllare la mia macchina, lui venne, azzerò la tensione sulle bobine, esaminò le varie cause che avrebbero potuto causare il problema, ma ciò non fu di molto aiuto. Alla pausa delle 10:00, Cyril ed io uscimmo per prendere una boccata d’aria fresca, e parlammo delle mie difficoltà. Gli chiesi se avesse in mente qualcosa che potessi fare per risolvere il problema. Si sfregò un po il mento, poi disse: «Dato che chiedi la mia opinione, te la darò. Roger, per favore, vacci piano con il Signore. Posso sentire la tua voce sopra il rumore delle macchine e potrei dire che non pregassi per aiuto».

La sua risposta mi sorprese un po’, ma la espresse in modo tale da farsi capire senza farmi irritare. Contemporaneamente, vidi un occasione per scoprire ciò che Harry voleva sapere.

«Cyril, perdonami se ho detto qualcosa che ti ha offeso» replicai subito. «Non volevo farlo. A proposito, vedo che sei una persona molto religiosa. Ti dispiacerebbe dirmi a quale denominazione appartieni?».

«Sono un avventista del settimo giorno» rispose. «Potresti descrivere brevemente in cosa credi e perché?».

Cyril spiegò che il nome della sua chiesa esprimeva le ragioni della sua esistenza.

«Gli avventisti del settimo giorno si dedicano alla proclamazione di due grandi principi biblici. Primo, l’osservanza del riposo del settimo giorno, il sabato, come memoriale della creazione che richiama tutti gli uomini all’adorazione

di Colui che ha fatto i cieli, la terra, il mare e le fonti delle acque (Apocalisse 14:6,7). Secondo, gli avventisti attendono l’imminente ritorno di Gesù, che realizzerà la Sua promessa di resuscitare i giusti defunti, e traslare i viventi. Avendo dei corpi immortali, essi viaggeranno attraverso lo spazio con il Signore verso il regno di Dio dove Egli stesso sta preparando le dimore per coloro che aspettano quel meraviglioso evento».

A quel punto, i nostri 15 minuti di pausa erano quasi finiti, e ci dirigemmo al posto di lavoro. Io dissi a Cyril che, anche se non avessi alcun interesse a diventare un membro di chiesa, avrei voluto sentirlo ancora parlare delle sue convinzioni religiose.

«Roger, per me sarà un piacere rispondere a qualsiasi tua domanda sulla mia fede».

Quel giorno di ottobre era proprio bello, così mi venne un idea: «Cyril, che ne diresti di pranzare insieme all’aperto? Potremmo sederci sulla piattaforma di carico dietro l’edificio, e mi piacerebbe che tu mi parlassi di più sulla tua religione».

«Mi sembra una buona idea».

Tornato al lavoro, mi meravigliai nello scoprire che ora la mia macchina funzionava alla perfezione. Iniziai a riflettere su ciò che avevo appena udito: il Creatore dell’umanità che invita le persone a ricordarsi di Lui come il datore della vita, e quindi a mostrare il loro apprezzamento attraverso l’osservanza di un memoriale; “molto interessante”, pensai. Il ritorno del Cristo sulla terra e la resurrezione. Persone con corpi immortali che viaggiano attraverso lo spazio, verso un paradiso reale. Il modo in cui Cyril ne parlava, faceva sembrare che potesse essere reale.

Il momento del pranzo mi era sembrato il più breve che avessi mai avuto. Avevamo avuto i soliti 60 minuti, come sempre, ma il modo in cui la Parola di Dio si era aperta davanti a me per risolvere i misteri della mia vita, fece sembrare quell’ora come 15 minuti. «Cyril, quello che mi hai detto mi interessa molto e mi ha fatto venire un po di domande: potresti rispondermene alcune?» dissi.

«Certo, dimmi quello che pensi» egli disse gentilmente, «forse potrò essere d’aiuto».

Per assicurarmi di aver capito bene, feci un breve riassunto di quello che aveva detto.

«Hai parlato della risurrezione dei morti al ritorno di Cristo… e delle persone con dei corpi immortali che vanno in un vero paradiso. Hai detto che ciò adempirà la promessa fatta da Gesù ai Suoi discepoli. Ora, dimmi, cosa accade all’anima immortale della gente quando muore, e che cosa fanno tra la morte e la risurrezione?».

Appoggiandomi alla parete, diedi un bel morso al mio panino, pensando che Cyril avrebbe dovuto pensare molto per trovare una risposta. Ma subito mi fece una domanda.

«Roger, ti offenderesti se ti dicessi che tu non hai un anima immortale?».

«No, ma conosco molta gente che lo farebbe. Come lo spieghi?».

«La parola “immortale”» disse, «appare una sola volta in tutta la Bibbia (1Timoteo 1:17), e la Scrittura la applica a Dio. Ora, onestamente, pensi che sia giusto dire che noi abbiamo un anima immortale, quando la Bibbia dichiara che solo Dio possiede l’immortalità?» (1Timoteo 6:15,16).

All’udire la sua risposta fui quasi sul punto di far cadere a terra il mio panino. Non mi sarei mai aspettato quel tipo di risposta, ma quello che aveva detto aveva molto senso.

«Intendi dire» io dissi, «che quando una persona muore, è morta completamente? e che non si rende più conto di nulla?».

«Sì, infatti, nella sua lettera ai Romani, l’apostolo Paolo incoraggia tutti i cristiani a ricercare l’immortalità (Romani 2:7). Ovviamente, non suggerirebbe di cercarla se l’avessimo già».

Il suo ragionamento mi colpì molto, soprattutto perché prima di allora non avevo mai sentito un cristiano parlare in quel modo. Così gli chiesi di continuare. Cyril mi spiegò che Gesù, durante il Suo ministero sulla terra, parlò della morte come di un sonno.

“[…] Il nostro amico Lazzaro dorme, ma io vado a svegliarlo. Allora i suoi discepoli dissero: ‘Signore, se dorme si riprenderà.’ Or Gesù aveva parlato della sua morte, essi invece pensavano che avesse parlato del dormire del sonno. Allora Gesù disse loro apertamente: ‘Lazzaro è morto’.” (Giovanni 11:11-14).

Poi rinforzò la sua posizione con 2Timoteo 1:10 che dice che il nostro Salvatore Gesù Cristo ha distrutto la morte e fatto risplendere la vita e l’immortalità per mezzo dell’evangelo. Quando gli chiesi chiarimenti, Cyril disse che Satana e i suoi spiriti demoniaci provano un gran piacere nel confondere e ingannare la razza umana. Dal giorno in cui fecero in modo che i nostri progenitori aprissero la porta a una vita di miseria per sé e i loro discendenti attraverso la disubbidienza, quegli spiriti malvagi hanno seguito attentamente dei piani per far concentrare l’attenzione dei mortali su idee e filosofie umane. In questo modo, la razza umana avrebbe perso di vista le grandi benedizioni che Dio aveva promesso.

«È triste dirlo, ma i piani del malvagio hanno avuto un successo incredibile».

Io pensai: “Ora c’è un uomo che comprende il tempo di guerra portato avanti dai suoi nemici.” E gli chiesi di continuare.

«La benedizione più grande doveva compiersi con la venuta del Messia. Ma il popolo d’Israele, gli unici che avevano ricevuto le rivelazioni di Dio, erano così confusi sul Messia che, quando Egli era tra di loro, la maggioranza lo rifiutò, e un giorno gridò: “Crocifiggilo!”».

Una delle promesse più preziose di Dio era stata la risurrezione dei morti, e la speranza della vita eterna. Tuttavia, ai giorni degli apostoli, i sadducei – una classe di persone colte del popolo ebreo – credeva e insegnava alla gente che non ci sarebbe stata la resurrezione (Atti 23:8). Al contrario, molte delle nazioni vicine sostenevano la filosofia che quando si muore si entra in uno stato di esistenza più elevato.

«Da 2Timoteo 1:10 possiamo comprendere che l’insegnamento del Signore e il Suo grande sacrificio sul Calvario abolì la morte e demolì tutti gli insegnamenti sbagliati sull’argomento. Il vangelo di Cristo indica chiaramente che la vita eterna e l’immortalità saranno accordate ai giusti durante la resurrezione dei giusti che accadrà al secondo ritorno di Cristo, e non prima. Quando una persona muore, non ha alcuna consapevolezza del tempo, ma sperimenta il sonno della morte».

«Cyril, lo Spirito di Dio ha fatto in modo che voi – intendo gli avventisti del settimo giorno – poteste sfuggire alla trappola della dottrina dell’immortalità dell’anima. Sono giunto alla conclusione che questo sia l’inganno più potente che gli spiriti demoniaci ci abbiano trasmesso. Amico, tu hai molto per cui essere riconoscente».

Mi sentii di parlargli della mia affiliazione con gli spiriti, ma pensai che se l’avessi fatto, mi sarebbe potuto costare la vita. Così, feci un altra domanda: «Spero di non disturbarti, ma potresti parlarmi di più del ritorno di Gesù e della Sua resurrezione?».

Il mio giovane collega fece un riassunto citando 1Tessalonicesi 4:13,14,16-18: “Ora, fratelli, non vogliamo che siate nell’ignoranza riguardo a quelli che dormono, affinché non siate contristati come gli altri che non hanno speranza. Infatti, se crediamo che Gesù è morto ed è risuscitato, crediamo pure che Dio condurrà con lui, per mezzo di Gesù, quelli che si sono addormentati. […] perché il Signore stesso con un potente comando, con voce di arcangelo, con la tromba di Dio discenderà dal cielo, e quelli che sono morti in Cristo risusciteranno per primi; poi noi viventi, che saremo rimasti, saremo rapiti assieme a loro nelle nuvole, per incontrare il Signore nell’aria; così saremo sempre col Signore. Consolatevi dunque gli uni gli altri con queste parole.”

Mentre Cyril ed io tornavamo verso le macchine, dissi: «Hai davvero una comprensione meravigliosa della vita. Chiunque possieda questa speranza, possiede davvero qualcosa di molto prezioso».

Mentre lavoravo con la mia macchina da ricamo, quel pomeriggio, la mia mente, senza che nessuno lo sapesse, era diventata un campo di battaglia tra lo Spirito Santo di Dio e gli spiriti immondi di Satana. Innanzi tutto, iniziavo a comprendere perché i demoni odiano così intensamente il Redentore del mondo. Poi compresi anche perché avevano ideato centinaia di teorie per confondere e sviare gli esseri umani, specialmente con l’idea che gli uomini sono immortali. Per sostenere la loro diabolica dottrina, i demoni – come avevo precedentemente scoperto – appaiono alla gente e pretendono di essere gli spiriti dei loro cari defunti. Per la prima volta nella mia vita, mi resi conto che esisteva un Dio amorevole; e allo stesso tempo ero consapevole di essere un uomo perduto. Ripensandoci ora, in qualche modo avevo sperimentato ciò che proveranno coloro che saranno ai piedi delle mura della Nuova Gerusalemme, guardando in alto verso i redenti. Gli empi grideranno: «È troppo tardi!». Capendo di essere spiritualmente perso, iniziai a sudare abbondantemente anche se l’ambiente fosse abbastanza fresco. Allentando il colletto della camicia, mi arrotolai le maniche, ma ciò non valse a nulla. Ricordo che decisi di andare nello spogliatoio degli uomini. Mi chiusi dentro e, nell’angoscia della mia anima, mi aggrappai al lavandino per ritrovare l’equilibrio, dato che stavo svenendo. Il sudore mi scorreva sul viso, e grandi gocce cadevano nell’acqua con regolarità. È troppo tardi, continuavo a gridare dentro di me. Troppo tardi? Volevo gridarlo con tutta la mia voce, ma non potevo. Ora il mio odio per Dio era scomparso, e rivedevo la mia vita empia. Allo stesso tempo capivo di essere vittima di una persecuzione satanica. Ora gli spiriti demoniaci mi opprimevano con un senso di scoraggiamento mai provato prima, e che non provai mai più. Sentii la loro presenza fisica al punto da non riuscire a respirare, come se qualcosa mi togliesse l’ossigeno. Impotente, pensai: «Che Dio possa avere pietà di me». Non avevo l’intenzione di pregare, ma con mio stupore, quel senso di soffocamento e scoraggiamento mi lasciò immediatamente. Dopo essermi sciacquato la faccia con l’acqua fredda, ritornai alla mia macchina, e mentre lavoravo, iniziai a pensare che forse il datore della vita aveva ascoltato il mio grido e aveva cacciato via gli spiriti malvagi. Se era così, perché l’aveva fatto? Io avevo odiato Dio e lo avevo bestemmiato; Egli non mi avrebbe potuto assolutamente perdonare. Ciononostante, nessun altro se non il Dio del cielo, avrebbe potuto liberarmi nel modo che avevo appena visto. Poi pensai ad un altra cosa: che, anche se io non potevo essere perdonato e avere la vita eterna come Cyril mi aveva spiegato, magari il Creatore voleva usare un essere inutile come me per portare una benedizione nelle vite di coloro che Egli amava e che desiderava avere nella nuova terra. Non potevo credere che Dio avesse risolto tutti i miei problemi facendomi incontrare Cyril, che conosceva molto delle realtà eterne. Sì, era possibile che il Dio del cielo avesse sentito la mia supplica qualche giorno prima quando, sdraiato sul mio letto, dissi: «Se c’è un Dio nel cielo che si preoccupa per me, aiuto!».

Egli si preoccupa. Si! si preoccupa. Stavo quasi per gridare queste parole a tutti i colleghi nello stabilimento, ma mi trattenni. Ora che vedevo che Dio si preoccupava per me, mi decisi di chiedere a Cyril di raccontarmi le altre cose che aveva scoperto nella Bibbia. Se Dio si interessa a me – la persona più indegna – Egli deve anche prendersi cura di moltissime altre persone – buone persone ancora inconsapevoli di ciò che Dio vuole da loro. Magari, se mi fossi interessato al benessere eterno degli altri, Dio mi avrebbe salvato dal potere degli spiriti demoniaci, e avrei potuto vivere il resto della mia vita festeggiando nel pensiero che, anche se non potevo essere salvato, avrei potuto informare gli abitanti della terra circa il furioso conflitto dietro la scena, portandoli a prendere una decisione intelligente per Cristo. Dopo un po, iniziai a provare una grande indignazione per il fatto che i demoni avessero ingannato la razza umana. In quel momento e in quel posto decisi di averne abbastanza di loro. Quel giorno, dopo il lavoro, dissi a Cyril che mi sarebbe piaciuto camminare con lui fino alla fermata dell’autobus e parlare ancora un po. Mentre passeggiavamo, gli chiesi se sarebbe stato disposto a studiare la Bibbia con me. Egli mi rispose che sarebbe stato un piacere. Poi mi fece una domanda: «Vorresti iniziare il prossimo fine settimana? Poi potremmo avere uno o due studi biblici ogni settimana successiva».

«Cyril, per ragioni che ora non posso spiegarti, per me è molto importante iniziare questa sera. Ci incontriamo da te o da me?».

Cyril mi invitò a casa sua a studiare per le 19:00. Quando ci separammo, lui mi guardava ancora stupito a causa della mia insistenza nel voler iniziare quella sera. Nessuno di noi sapeva che una settimana dopo quel giorno, avremmo completato una serie di 28 studi biblici.

CAPITOLO 8 – LO STUDIO DEL LUNEDÌ SERA

Dopo avermi presentato sua moglie e aver chiacchierato alcuni minuti, Cyril desiderava spiegarmi la sua associazione con la chiesa avventista del settimo giorno. Mentre eravamo in fabbrica, per mancanza di tempo non aveva potuto entrare nei particolari. Attualmente, lui non era ancora un membro della denominazione, ma frequentava la chiesa regolarmente e aveva pianificato di battezzarsi il prossimo sabato. Per molti mesi, sua moglie Cinzia era rimasta all’oscuro del fatto che lui aveva letto tutte le pubblicazioni della chiesa che lei aveva in casa, e in questo modo, lui era diventato un fervente studioso della Bibbia. Cyril aveva anche raggiunto una profonda comprensione delle Scritture, che studiò con il pastore L. W. Taylor, e ciò lo portò alla decisione di unirsi alla comunità. Cyril suggerì che fosse Cinzia a guidare gli studi. Per me era una buona idea, e poi, insieme ai miei nuovi amici, chinai la testa mentre lui pregava brevemente. Cinzia suggerì che usassimo una nuova guida allo studio intitolata Ventotto studi biblici per persone impegnate. Ogni studio era composto dalle 15 alle 20 domande su un determinato argomento. Ogni sessione sarebbe durata circa un ora. Questo piano mi piaceva, così iniziammo con il primo argomento, “La Parola di Dio”, che mi parve di aver completato in un attimo perché ero deliziato da quello che avevo imparato. La seconda lezione riguardava il secondo capitolo del libro di Daniele, che esaminava il tema dell’ascesa e della caduta dei grandi imperi mondiali, e la seconda venuta di Cristo sulla nostra terra. Poi Cyril suggerì che insieme fissassimo un appuntamento per investigare le profezie di Daniele. Immediatamente, io chiesi se avessimo potuto studiarlo subito. Essi accettarono e noi procedemmo. Ci fu un versetto che mi colpì particolarmente: “Al tempo di questi re, il Dio del cielo farà sorgere un regno, che non sarà mai distrutto; questo regno non sarà lasciato a un altro popolo, ma frantumerà e annienterà tutti quei regni, e sussisterà in eterno” (Daniele 2:44).

Dopo averlo letto, volli sapere cos’altro Daniele avesse imparato sull’instaurazione del regno di Cristo sulla terra. La moglie di Cyril rivolse la mia attenzione sul capitolo 7: “Poi il regno, il dominio e la grandezza dei regni sotto tutti i cieli saranno dati al popolo dei santi dell’Altissimo; il suo regno è un regno eterno, e tutti i domini lo serviranno e gli ubbidiranno.” (Daniele 7:27).

Cinzia disse che le parole di Gesù in Matteo 5:5 si sarebbero adempiute: “Beati i mansueti, perché essi erediteranno la terra.” Poi scoprii anche che questo popolo che avrebbe abitato la terra sarebbe stato composto da coloro che erano resuscitati, e dai viventi traslati alla venuta di Cristo. Era difficile credere che anche il terzo studio fosse stato completato. Non avevo mai sentito delle cose simili; queste cose fecero presa sul mio cuore e io ne volevo ancora.

«Di cosa tratta il prossimo studio?».

Ora non ricordo il titolo, ma ricordo che risvegliò in me un desiderio di ascoltare ciò che la Parola di Dio aveva da dire su quel particolare argomento, al punto tale che quella sera chiesi loro di fare un altro studio biblico. Accesi un altra sigaretta,

tirai un paio di profonde boccate, commentai che se Cyril era così gentile da vuotare il mio portacenere, io sarei potuto restare per un altra ora. Egli lo svuotò e gentilmente me lo riportò. Io dissi: «Amici, non perdiamo altro tempo perché non voglio farvi andare a letto troppo tardi!».

Essi mi risposero che in genere andavano a dormire verso le 11.

«Benissimo» dissi, «sono poco più delle 21:00. Stiamo procedendo molto bene con i nostri studi, perciò non perdiamo altro tempo».

Ricordo la loro reazione come se fosse ieri. Cinzia lanciò al marito un occhiata con un grande punto interrogativo. Cyril fece cenno di proseguire. Nel frattempo io fumai nervosamente metà della mia sigaretta, così domandai se per loro andasse bene che io accendessi un sigaro: questa era la mia abituale ricompensa per ogni volta che sentivo di aver compiuto qualcosa di utile. Io credevo che studiare la Bibbia con loro fosse stata una delle cose più vantaggiose che avessi fatto nella mia vita. Senza esitazione Cyril rispose: «Ci fa piacere che tu ti senta come a casa tua quando sei a casa nostra. Mettiti a tuo agio!».

Lo feci nel solo modo che allora conoscevo. L’aria della stanza diventò subito blu a causa del fumo. Io avevo la ferma convinzione che lo Spirito di Dio mi avesse preceduto, aiutandoli a comprendere quanto io fossi dipendente dal tabacco, e a sopportare questa sgradevolezza per poter conoscere Gesù. Nel corso degli anni ho ringraziato Dio molte volte per il modo in cui ha maneggiato questa delicata situazione. Per sette giorni consecutivi studiammo la Bibbia quattro ore ogni sera, ma compresi gli effetti del tabacco su di me, e quello che i Grosse avevano passato, soltanto dopo che affrontammo il tema del “vivere sano.” Quell’argomento era uno degli ultimi della serie. Quando chiesi loro perché avessero tollerato il mio fumo, Cinzia spiegò: «A noi piaceva la tua compagnia, e quando la prima sera esprimesti il desiderio di tornare, Cyril e io decidemmo che, anche se il fumo avrebbe abbreviato la nostra vita di un paio d’anni, non ci avremmo fatto caso se questo ti avrebbe permesso di studiare la Parola di Dio e di diventare un discepolo di Gesù».

Ora, torniamo al quarto studio della serata. La Parola di Dio mi stava aprendo delle realtà eterne, e dato che io ne volevo di più, chiesi quale fosse l’argomento del quarto studio. «Amici, possiamo fare il quarto studio? Poi vi lascerò andare a letto».

Un espressione di grande sorpresa apparve sulle loro facce, poi Cyril propose: «Perché non programmiamo il prossimo studio un altra sera di questa settimana?».

«Spero che mi permettiate di tornare domani sera per fare il quinto studio, se sarò ancora vivo».

In qualche modo, sentivo che gli spiriti demoniaci volevano farla finita con me. Non dissi loro ciò che provavo realmente, ma sembra che loro avvertirono la mia urgenza e accettarono di affrontare il quarto studio. La sera in cui il mio amico Roland e io visitammo per la prima volta la sala di adorazione degli dei, il sacerdote ci intimò la segretezza su quanto avevamo visto e udito. Avevamo ripetuto parte dell’incantesimo con lui, e suggellato il patto lasciando cadere lentamente un pizzico d’incenso sulla fiamma di una candela nera. Il sacerdote insistette che avremmo dovuto mantenere un completo silenzio all’esterno, per evitare il grande dispiacere degli spiriti. In seguito, quando frequentammo ciò che agli adoratori piace chiamare “una sessione di lode per gli dei”, il sacerdote spiegò il grave pericolo di chiunque avesse fatto arrabbiare gli spiriti, e come esempio ci raccontò il caso di una persona che si era permessa di essere sleale in ciò che alcuni avrebbero probabilmente considerato essere una cosa poco importante. Anche se viveva in un edificio che tutti consideravano a prova d’incendio, gli spiriti lo bruciarono completamente, incluso il traditore e sua moglie.

George ci disse che li aveva conosciuti. Un altra volta, gli spiriti passarono un ora a terrorizzare un membro infedele in casa sua. Essi scagliavano con grande forza contro le pareti tutto quello che era in casa, frantumando perfino grandi parti di mobili. Ricoverato in stato di shock, dopo che i suoi vicini l’avevano trovato in casa sua, quell’uomo aveva quasi perso la salute mentale. Con questo tipo di esperienze in mente, considerai questo tempo di studio come un privilegio, e ciò mi spinse verso il quarto studio. Il coraggio con cui mi avventuravo nello studio della Bibbia sotto queste circostanze non era il risultato dello sforzo umano, bensì il risultato diretto dell’aver ricevuto la Parola di Dio a lavoro, quel giorno. La Parola di Dio è vita, ed è capace di motivare una persona fino al punto di sfidare il dispiacere del principe delle tenebre. Dio aveva deciso che io ascoltassi le grandi verità della sua Santa Parola: ciò divenne realtà e gli spiriti demoniaci non potevano impedirlo in nessun modo. Alla ?ne del quarto studio, concordammo di incontrarci alle 19:00 della sera seguente. Prima di uscire, suggerii a Cyril di leggere un paio di versi dalle Scritture, e di fare una breve preghiera. Egli aprì la Bibbia nel libro dei Salmi: “DIO è per noi un rifugio ed una forza, un aiuto sempre pronto nelle avversità. Perciò noi non temeremo, anche se la terra si dovesse spostare e se i monti fossero gettati nel mezzo del mare, e le sue acque infuriassero e schiumassero, e i monti tremassero al suo gonfiarsi.” (Salmi 46:1-3).

Proprio mentre stavo per uscire, con la mano sulla maniglia, pensai di chiedere a Cinzia quali erano i prossimi studi. Una delle lezioni si intitolava: “Lo stato dei morti.” Dando la buonanotte, sentivo che sarebbe stato difficile attendere il momento per il prossimo studio. Ma in realtà, aspettare che il tempo passasse non era la mia preoccupazione principale. Mentre ero sull’autobus, diretto a casa, mi chiedevo se sarei stato ancora vivo alle 19:00 di martedì. Quel lunedì notte, io aspettavo davvero una visita da parte degli spiriti contro i quali non avevo le forze per difendermi. Ciononostante non avevo paura di morire. Nonostante non lo meritassi, lo Spirito del Signore stava benedicendo la mia vita per amore di Gesù. Quando andai a letto, le parole delle Scritture che Cyril aveva letto, continuavano a ripetersi nella mia mente, e la prossima cosa che sentii fu lo squillo della mia sveglia. Il martedì mattina era arrivato, e presto venne il momento di andare al lavoro. Ancora oggi, le parole del Salmo 46 hanno un grande significato per me, perché mi hanno permesso di guardare verso Dio: la fontana della vita, la fonte di tutta la potenza, Colui che può cambiare in un modo meraviglioso le prospettive più disperate e scoraggianti, e che può liberare i deboli dalla mano del distruttore.

CAPITOLO 9 – STUDIANDO CON I MINUTI CONTATI

Martedì sera, alle sette precise, arrivai a casa dei Grosse. La nostra attenzione si sarebbe concentrata sullo stato (o la condizione) dei morti. Scoprii che la Bibbia era chiarissima su questo argomento e che risponde a domande come:

Gli esseri umani possiedono l’immortalità?

I morti possono lodare il Signore?

Il regno dei morti è una potenziale fonte di conoscenza?

La risposta alla prima domanda giunse forte e chiara dalla prima lettera a Timoteo. Solo Dio possiede l’immortalità (1Timoteo 6:15,16) o in altre parole, l’uomo è completamente mortale. “Non sono i morti che lodano l’Eterno, né alcuno di quelli che scendono nel luogo del silenzio” (Salmi 115:17).

Questo versetto rispose alla seconda domanda come un lampo di luce che sbriciola gli insegnamenti religiosi che avevo ricevuto nella mia infanzia. La risposta alla terza domanda iniziò a rivelarmi l’amore e la giustizia di Dio quando ha a che fare con noi poveri mortali; il capitolo 14 di Giobbe dice: “L’uomo nato da donna vive pochi giorni ed è pieno di inquietudini. Spunta come un fiore, poi è reciso; fugge come un’ombra e non dura. […] Se i suoi figli sono onorati, egli non lo sa; se sono disprezzati, egli non lo nota.” (Giobbe 14:1, 2, 21).

Dopo aver letto questo passo provai un grande senso di sollievo e dissi a Cyril e Cinzia: «È bello sapere che i nostri cari defunti non soffrono in purgatorio, e non sono neppure in cielo a vedere le difficoltà dei loro parenti sulla terra, ma stanno tutti dormendo nella tomba fino al mattino della risurrezione».

Poi, lo Spirito Santo mi fece capire che la morte è l’esatto opposto della vita: una condizione che implica un completo annullamento (o inesistenza) della vita. Ora compresi il grave errore del concetto che l’uomo ha un anima immortale, specialmente dopo aver letto la testimonianza della creazione di Adamo riportata nel secondo capitolo della Genesi: “Allora l’Eterno Dio formò l’uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito di vita, e l’uomo divenne un’anima vivente”. (Genesi 2:7).

Compresi chiaramente che l’alito vitale di Dio è il mezzo attraverso cui Egli vivifica e sostiene il nostro corpo fisico: fa espandere i polmoni, fa battere il cuore, fa scorrere il sangue, fa muovere gli arti; e ogni volta che Dio lo ritira, la vita cessa. Dichiarando nelle Scritture che l’uomo diventa un anima vivente – contrariamente alla credenza popolare che l’uomo riceva un anima – Dio toglie tutte le possibilità che Satana e i suoi spiriti demoniaci possano ingannarci quando appaiono e pretendono di essere gli spiriti dei cari defunti che si suppone siano entrati in uno stato di esistenza più elevato. Alla fine del nostro studio sullo stato dell’uomo nella morte, mi si aprì una prospettiva totalmente nuova del carattere di Dio.

Rimasi profondamente impressionato dal pensiero che il mondo cristiano lo avesse rappresentato veramente male. Affinché chi legge questo libro possa capire ed apprezzare ciò che io avevo passato durante quella settimana, tu devi immaginare di non aver mai posseduto né studiato una Bibbia. La vita non offre nessuna vera gioia, perché appena trovi qualcosa che ti rende felice, subito arriva il pensiero che la morte potrebbe far finire tutto domani. Avete sempre davanti l’eternità, ma quale tipo di eternità? Gli altri non sanno più di ciò che sai tu. Poi, un giorno, nel modo più inaspettato, incontrate qualcuno che possiede un Libro scritto dal Datore della vita in persona, e tutte le domande senza risposta che ti hanno turbato per anni ora ricevono una spiegazione intelligente e non solo. Io scoprii che attraverso la dottrina della resurrezione, la Bibbia dà a tutte le persone la possibilità di ottenere l’immortalità. Paolo dice: “Ecco, io vi dico un mistero: non tutti morremo, ma tutti saremo mutati in un momento, in un batter d’occhio, al suono dell’ultima tromba; la tromba infatti suonerà, i morti risusciteranno incorruttibili e noi saremo mutati, poiché bisogna che questo corruttibile rivesta l’incorruttibilità e questo mortale rivesta l’immortalità. Così quando questo corruttibile avrà rivestito l’incorruttibilità e questo mortale avrà rivestito l’immortalità, allora sarà adempiuta la parola che fu scritta: «La morte è stata inghiottita nella vittoria». O morte, dov’è il tuo dardo? O inferno [tomba], dov’è la tua vittoria?” (1Corinzi 15:51-55).

Quando apparirà alla Sua seconda venuta con gli angeli celesti, Gesù, il Principe della vita, darà l’immortalità a coloro che l’hanno riconosciuto come loro Signore. Egli ridarà la vita a coloro che l’hanno persa per amore di Cristo. La risurrezione è il grandioso evento che tutti gli scrittori sacri attendevano come l’obiettivo della loro speranza. Anche se avesse perso tutto per Cristo, l’apostolo Paolo continuò a provare gioia, riponendo la sua speranza nella resurrezione dei morti (Filippesi 3:7, 8, 10, 11). Egli dirigeva continuamente i suoi pensieri verso il cielo: “La nostra cittadinanza infatti è nei cieli, da dove aspettiamo pure il Salvatore, il Signor Gesù Cristo, il quale trasformerà il nostro umile corpo, affinché sia reso conforme al suo corpo glorioso, secondo la sua potenza che lo mette in grado di sottoporre a sé tutte le cose.” (Filippesi 3:20, 21).

Trovai interessante che, mentre l’apostolo parlava dei suoi problemi in Asia, e di come rischiava persino la vita, egli confidava nel Dio che resusciterà i morti (2Corinzi 1:8, 9). L’apostolo non disse che aspettava di incontrare il suo Signore al momento della morte, come insegna la teologia moderna, ma fondò la sua speranza sulla resurrezione. Ricercando nelle Sacre Scritture il tempo stabilito in cui i giusti ricevono il loro premio e gli ingiusti la loro punizione, io scoprii che non avvenivano alla morte, ma alle due resurrezioni. Le parole di Gesù mi stordirono: “Ma quando fai un banchetto, chiama i mendicanti, i mutilati, gli zoppi, i ciechi; e sarai beato, perché essi non hanno modo di contraccambiarti; ma il contraccambio ti sarà reso alla risurrezione dei giusti”. (Luca 14:13,14).

Io scoprii che Paolo concentrava la sua attenzione nel secondo ritorno, e nel ricevimento della “corona di giustizia” da parte di Gesù Cristo in persona. Nel tramonto della sua vita, un soldato della croce sfinito portava sulla propria schiena le cicatrici causate dalle ferite di cinque flagellazioni (2Corinzi 11:24), ma la speranza nella resurrezione lo sosteneva. Anche se si rendeva conto che presto avrebbe affrontato la spada del boia, Paolo alzò la sua voce in un messaggio che avrebbe incoraggiato le future generazioni del popolo di Dio, stabilendo il tempo in cui tutti avrebbero ricevuto la ricompensa della vita eterna: “Perché quanto a me, sto per essere offerto in libazione, e il tempo della mia dipartita è vicino. Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho serbato la fede. Per il resto, mi è riservata la corona di giustizia che il Signore, il giusto giudice, mi assegnerà in quel giorno, e non solo a me, ma anche a tutti quelli che hanno amato la sua apparizione.” (2Timoteo 4:6-8).

Per tutta la durata dello studio sulla resurrezione del corpo, nella mia mente si aggirava il pensiero che, se gli scrittori del Nuovo Testamento credevano che l’uomo aveva un anima immortale che va in cielo dopo la morte, certamente avrebbero detto che Cristo le avrebbe riportate per riunirle con il corpo; ma non trovai questa idea da nessuna parte, dato che molti testi della Scrittura provano l’opposto. Per esempio, nel capitolo 15 di 1Corinzi, in cui l’apostolo Paolo parla ampiamente dei morti giusti e della resurrezione, egli parla molte volte di persone che si sono addormentate, e di come Gesù verrà a risvegliarle. La mia ultima scoperta sull’argomento della resurrezione – uno dei più emozionanti – si trova nella lettera agli Ebrei cristiani. L’undicesimo capitolo parla della fede del popolo di Dio nelle varie epoche, e parla delle loro prove e difficoltà, del loro coraggio e della loro speranza nella resurrezione e nella vita eterna: questo li sostenne persino davanti alla morte. “Le donne riebbero per risurrezione i loro morti; altri invece furono torturati, non accettando la liberazione, per ottenere una migliore risurrezione. Altri ancora subirono scherni e flagelli, e anche catene e prigionia. Furono lapidati, segati, tentati, morirono uccisi di spada, andarono in giro coperti di pelli di pecora e di capra, bisognosi, afflitti, maltrattati (il mondo non era degno di loro), erranti per deserti e monti, in spelonche e grotte della terra. Eppure tutti costoro, pur avendo avuto buona testimonianza mediante la fede, non ottennero la promessa, perché Dio aveva provveduto per noi qualcosa di meglio, affinché essi non giungessero alla perfezione senza di noi.” (Ebrei 11:35-40).

Io pensai: «Se solo avessi potuto avere anch’io questa meravigliosa speranza della resurrezione e della vita eterna per cui vivere!»

Poi qualcosa scacciò via quel meraviglioso entusiasmo che si fortificava nella mia mente: quanto ero folle a pensare che Dio mi avrebbe perdonato per l’odio che avevo avuto così a lungo contro di Lui. No, non sarebbe stato possibile. A causa della mia affiliazione con gli spiriti, era meglio che dimenticassi quella speranza della vita eterna, perché Dio non avrebbe mai potuto perdonarlo. Dimenticalo, Morneau, è troppo tardi!

Accadde che il passo che Cinzia lesse per completare lo studio era Tito 2:12 e 13, che consiglia a tutti i cristiani di vivere in modo sobrio, giusto e devoto, “aspettando la beata speranza e l’apparizione della gloria del grande Dio e Salvatore nostro Gesù Cristo.”

Questo passaggio mi spinse ad esprimere verso i coniugi Grosse il mio apprezzamento per la loro gentile disponibilità a studiare la Bibbia con me. Dissi anche che avrei desiderato poter vivere con la speranza di vedere la gloriosa apparizione del Signore, ma a causa del modo in cui avevo vissuto, questo era impossibile.

«C’è speranza» disse Cinzia. «Noi abbiamo un grande Sommo Sacerdote, Gesù Cristo il giusto, che opera in nostro favore nel luogo santissimo del santuario celeste. Egli è venuto e morì sulla croce del Calvario per poter essere il nostro Sommo Sacerdote. Solo attraverso Lui possiamo trovare la salvezza».

Io pensai che se lei avesse saputo del mio coinvolgimento con gli spiriti, non avrebbe parlato di speranza. Ma lei continuò: «C’è speranza per te. Questo è sicuro. C’è speranza per tutti noi in Gesù. Finché c’è vita c’è speranza per richiedere l’aiuto di Gesù. Permettimi di mostrartelo».

Poi lei cercò Ebrei 4:15,16 e lesse: “Infatti, noi non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con le nostre infermità, ma uno che è stato tentato in ogni cosa come noi, senza però commettere peccato.

Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, affinché otteniamo misericordia e troviamo grazia, per ricevere aiuto al tempo opportuno”.

Le presi la Bibbia dalle mani dicendole: «Fammelo vedere!».

Ciò che mi spinse a compiere questo gesto, credo, era il fatto che lo Spirito di Dio riempisse la mia mente di speranza. Ai tempi della Marina Mercantile Canadese, una volta lanciai una fune di salvataggio ad un uomo che era caduto in mare. Egli afferrò quella fune e vi si aggrappò disperatamente. Allo stesso modo, nella mia situazione disperata, vidi una speranza e subito l’afferrai. Dato che era tardi, suggerii che Cyril pronunciasse alcune parole di preghiera, poi sarei andato a casa. Chiesi anche se avrei potuto studiare di nuovo con loro la sera successiva. Essi furono d’accordo, Cyril pregò, poi io me ne andai. Mentre ero sul tram – con le ruote che stridevano, il rumore delle porte che si aprivano e chiudevano, la gente che saliva e scendeva, e l’autista che gridava il nome delle strade – io fissavo il selciato attraverso il finestrino. Ero completamente concentrato su ciò che Cinzia aveva detto. Le sue parole riecheggiavano nella mia mente: «C’è speranza per te. C’è sicuramente. In Gesù c’è speranza per ognuno di noi. Finché c’è vita c’è speranza per chiedere l’aiuto di Gesù».

Poi mi parve di sentire una voce che mi sussurrava che c’era speranza per i disperati, per gli immeritevoli, e perfino per gli adoratori degli spiriti. Trentadue anni dopo incontrai nuovamente i Grosse a Toronto, Canada. Loro si erano trasferiti negli Stati Uniti poco dopo la mia esperienza di conversione, perciò non ci eravamo visti per tutto quel tempo. Nel ricordare quei giorni autunnali del 1946, Cyril disse una cosa che mi elettrizzò, perché in essa vidi la misericordiosa opera dello Spirito di Dio in mio favore.

«Dopo diversi mesi dal matrimonio» disse, «feci alcuni studi biblici con Warren Taylor, il pastore della chiesa avventista inglese a Montreal. Non era stato difficile credere a tutto ciò che il pastore Taylor aveva detto, perché non aveva fatto altro che citare dalla Bibbia. Poi, una sera, egli mi fece la lezione sul riposo del sabato. Ciò mi fece ricordare un giorno in Halifax in cui chiesi a mia nonna quale fosse il vero giorno di riposo. Lo studio però non mi convinse pienamente. Quella notte, segretamente, pregai e chiesi a Dio di aiutarmi a credere nel giorno di riposo del sabato. Gli chiesi di concedermi la capacità di convincere una persona su questo argomento: questo sarebbe stato il segno che Dio voleva che io lo rispettassi. Il lunedì seguente andai a lavorare, ma iniziai a sentirmi stanco e inquieto, così, decisi improvvisamente di licenziarmi. Avendo sentito parlare di una nuova fabbrica che aveva bisogno di uomini con il mio particolare talento, quella sera feci un colloquio e, sorprendentemente, ebbi il lavoro e anche un ottimo stipendio. Poi tornai al mio vecchio posto di lavoro per dare due settimane di preavviso. Quel lunedì mattina mi ritrovai accanto ad un operaio che aveva due strane abitudini. Innanzi tutto fumava come una ciminiera. Io ero grato di poter aprire le finestre. L’altra sua abitudine era che tutte le volte che la sua macchina si inceppava, egli mi sorprendeva con delle bestemmie incredibili. Io avevo dimenticato la preghiera fatta a Dio, ma Dio non dimentica mai le preghiere dei Suoi figli. Non potevo certo sapere che quel giovane che mi sedeva accanto mi avrebbe insistentemente chiesto di fare studi biblici a partire da quella stessa notte. Io non conoscevo i seri problemi di Roger Morneau mentre lavorava alla sua macchina, quella mattina a Montreal, Canada».

Quella notte quasi insonne in cui accennai una preghiera nelle prime ore del mattino, pochi giorni prima d’incontrare Cyril, il Datore della vita aveva previsto tutto e aveva pensato di darmi un aiuto adeguato. Quando Cyril parlò a Dio del suo bisogno d’incoraggiamento sull’osservanza del riposo nel giorno di sabato,

e del suo desiderio di condividerlo con qualcuno, l’Onnipotente disse: «Ho proprio la persona giusta per te».

Poi il Suo Spirito Santo entrò in azione, suggerendo a Cyril di voler cambiare lavoro. E quando mi sentii fortemente spinto a prendere la decisione più importante della mia vita, Dio era pronto ad aiutarmi. Il Suo Spirito Santo aveva preparato tutti i dettagli alla perfezione. Penso al mio datore di lavoro ebreo, Harry, alla sua ossessione di scoprire a quale denominazione Cyril appartenesse, e la richiesta che mi fece per aiutarlo a scoprirlo.

Gli studi biblici fatti quel martedì sera mi diedero una panoramica sulle realtà eterne. Lo Spirito di Dio mi diede una tale chiarezza mentale da escludere il bisogno di scavare in profonde ricerche teologiche che avrebbero richiesto molto tempo per essere assimilate. Dato che mi ritrovai in una situazione critica, non potei usare il tempo come volevo. Ero sicuro che molto presto ci sarebbe stato un confronto con gli spiriti: sentivo di vivere con i minuti contati.

CAPITOLO 10 – IL GIORNO DELLE PROMESSE

Ricorderete che avevo promesso al sacerdote di Satana che mercoledì gli avrei detto se mi sarei unito alla loro società segreta oppure no. Gli spiriti avevano promesso di beneficiare la mia vita in un modo speciale. Ma in due giorni avevo conosciuto alcune grandiose promesse della Parola di Dio. Così, mercoledì mattina andai al lavoro pensando alle promesse e a cosa ne avrei dovuto fare; fu una giornata molto riflessiva in cui pensai molto e parlai poco perché mille pensieri affollavano la mia mente. Alle 17:00 decisi di andare a casa a piedi invece di prendere il tram. Essendo troppo teso per gustare qualsiasi tipo di cibo, decisi di saltare la cena. Dovevo fare una sgradevole telefonata al mio amico Roland per fargli sapere che, per ragioni che a quei tempi non potevo spiegare, non avrei potuto partecipare alla consueta sessione di lode agli dei del mercoledì sera e, di conseguenza, avrebbe dovuto informare il sacerdote che l’avrei contatto prossimamente. Mentre camminavo lentamente a nord sulla Bleury Street, passavo davanti a vari negozi senza farvi attenzione. Ma per una ragione che non so spiegare, per un momento diedi un occhiata ad una vetrina e, dopo aver continuato a camminare per una cinquantina di metri, mi resi conto di aver visto una Bibbia. Tornai indietro e guardai ancora. Sì, una nuova Bibbia era esposta davanti ad ogni tipo di cianfrusaglie. Proprio nel retro della Bibbia c’era un cartello scritto a mano che diceva: “Bibbia in offerta speciale. Entra per un ottimo affare!”.

Lentamente, mi feci strada attraverso i tantissimi oggetti che riempivano il negozio. Le vetrine erano così piene e messe in modo tale che era difficile sapere dove mettere i piedi. Gli scaffali di abiti maschili occupavano una parte della stanza, mentre dal soffitto pendevano chitarre ed ogni tipo di strumenti musicali. Dappertutto, tantissimi cartelli annunciavano degli affari. Un piccolo vecchio uomo si avvicinò e disse: «Posso aiutarla?».

«Sono interessato a quella Bibbia che avete in vetrina. Quanto volete per quella?».

«Ah, la Bibbia, gliela prendo subito».

«Signore, non dovete prenderla. Voglio solo sapere il prezzo, perché non ho molti soldi appresso». Ma egli andò a prenderla lo stesso.

«Sono sicuro che lei abbia abbastanza sodi per questa Bibbia. L’ho messa in vetrina solo un ora fa e gli ho applicato un offerta speciale».

Egli continuò a parlare, e io cercai di essere cortese a motivo della sua età.

«Se vuole una Bibbia a buon prezzo, non vada mai in un negozio che vende Bibbie. Venga sempre in un posto come questo».

Nel frattempo il signore era riuscito a passare in mezzo a tutte quelle cianfrusaglie e a tornare senza rovesciare nulla. “Da giovane deve esser stato un acrobata”, pensai. Appoggiando la Bibbia nelle mie mani, disse: «È una Bibbia meravigliosa, vero?».

«Quanto costa?» io insistetti.

«Non dovrà pagare un prezzo alto che pagherebbe se andasse in un negozio di Bibbie. Vede, una Bibbia del genere viene probabilmente venduta per 15$ e forse più. Mi lasci spiegare perché…».

Il signore aprì la Bibbia nel Nuovo Testamento, dicendo: «Non so molto di Bibbie, ma so che una che ha la stampa rossa come questa è la migliore».

Stavo ancora per chiedergli quanto costava, ma mi precedette di nuovo.

«Avevo intenzione di venderla ad un prezzo abbastanza buono, ma più te ne parlo, più il prezzo cala».

«Fantastico! Continui a parlare finché non arriva ad un dollaro e cinquanta, a quel punto li prenderò dalla tasca e la pagherò».

«Venduta! Mi dia un dollaro e cinquanta».

In realtà avevo scherzato, così spiegai a quel signore che non volevo approfittarmi di lui, e che sarei stato felice di pagare il prezzo che avrebbe ritenuto ragionevole.

«No, non accetterò uno spicciolo in più. Quando stabilisco un prezzo, lo vendo a quello».

Mentre gli davo i soldi, lui aggiunse: «Ovviamente non gliela incarto, perché il prezzo non lo permette. Le va bene prenderla così, vero?».

«Certo» risposi, e andai verso l’uscita del negozio. Mentre chiudevo la porta, mi fermai, e rientrai. Pensai ad una cosa.

«C’è qualcosa che non va?» chiese il piccolo signore.

«Signore, questo è stato uno degli affari più strani che abbia mai fatto. Può dirmi onestamente perché me l’ha venduta in questo modo? Sembra quasi che lei volesse sbarazzarsene».

Il signore mi guardò diritto negli occhi dicendo: «Figliolo, senza dubbio questa è una Bibbia rubata. L’ho avuta l’altra settimana insieme ad altri oggetti vendutimi da due ragazzi. Prima di allora, la vendita mensile era buona ma, un ora prima che lei entrasse, avevo notato che gli affari andavano male dal momento in cui avevo comprato quella Bibbia; così l’ho subito messa in vetrina a prezzo scontato. La prenda, figliolo, vada a casa e la legga, e che Dio la benedica».

Pensai subito a Ebrei 4:15,16. Ringraziai e me ne andai. Mentre camminavo per la strada con la mia nuova Bibbia sotto il braccio, una vera gioia entrò nel mio cuore. Non mi sentivo così da quando ero un ragazzo. Era come se prima fossi stato avvolto da una nube di tristezza, ma ora era sparita. Infatti, mi sentivo così bene che mi tornò l’appetito. Passando davanti ad un negozio di specialità ebraiche, decisi di prendermi un panino e mangiarlo a casa mentre leggevo la mia nuova Bibbia nel tempo restante, prima di andare a casa di Cyril per fare vari studi biblici. Poi accadde qualcosa che aumentò il mio interesse per il libro degli Ebrei. Quando arrivai nel mio appartamento, mi resi conto che era più tardi di quanto pensassi. Appoggiai la mia Bibbia sulla sedia a dondolo e mi voltai per sollevare la tapparella; ma nel farlo, urtai la sedia con il gomito e la Bibbia cadde in terra. «Oh no!» esclamai, «la mia nuova Bibbia rubata è per terra!».

Cadendo, la Bibbia si era aperta al settimo capitolo di Ebrei. “Ma costui, perché dimora in eterno, ha un sacerdozio che non passa ad alcun altro, per cui egli può anche salvare appieno coloro che per mezzo suo si accostano a Dio, vivendo egli sempre per intercedere per loro.” (Ebrei 7:24,25).

Il mio sguardo andò più in basso e ripresi a leggere: “Ora il punto essenziale delle cose che stiamo dicendo è questo: noi abbiamo un sommo sacerdote così grande, che si è posto a sedere alla destra del trono della Maestà nei cieli, ministro del santuario e del vero tabernacolo, che ha eretto il Signore e non un uomo.” (Ebrei 8:1,2).

Attraverso quei versetti, sentii Gesù dire di essere un Redentore vivente, amorevole e potente, capace di salvare completamente coloro che si accostano a Dio attraverso di Lui; e ciò include anche la capacità di controllare i demoni.

Mentre mi recavo dai Grosse, lessi tutta la lettera agli Ebrei, quando rientrai a casa la lessi ancora, e quando arrivai a casa la rilessi per la terza volta: mi affascinava. Il libro mi mostrava che l’intercessione di Cristo a favore dell’uomo nel santuario celeste è altrettanto essenziale alla salvezza dell’uomo quanto la Sua morte sulla croce. Questo mi impressionò profondamente! Vidi Gesù come Colui che ama le persone antipatiche e che sistema tutti i problemi. Mi resi conto che il Signore della gloria aveva permesso che l’uomo lo inchiodasse sulla croce “per distruggere, mediante la sua morte, colui che ha l’impero della morte, cioè il diavolo” (Ebrei 2:14).

Ora avevo capito che la mia unica speranza era riposta nei meriti del sangue di Colui che può salvare tutti coloro che si avvicinano a Lui. Dei quattro studi biblici fatti quel mercoledì sera a casa di Cyril, uno su tutti mi colpì per la sua importanza. Si intitolava “il destino dei malvagi.” Ormai la Bibbia mi aveva rivelato che il datore della vita era un Dio di amore, un Dio che ha tanto amato il mondo da dare il Suo unigenito Figlio, “affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna” (Giovanni 3:16).

Due ulteriori dichiarazioni della Bibbia rinforzarono questo fatto in un modo che non avrei mai dimenticato. #1: Dio non mandò il Figlio nel mondo per condannarlo, ma per salvarlo (Giovanni 3:17). #2: Dio vuole salvare tutte le persone (1Timoteo 2:4). In questo modo, io scoprii che l’amore spinge Dio a relazionarsi con l’umanità. Mi chiesi: “In che modo, un tale Dio, si comporterà con chi rifiuta la Sua offerta? Egli si sarebbe comportato nella maniera opposta? ovvero, ora Dio avrebbe provato piacere nel torturare i malvagi per sempre, come pensano la maggior parte dei cristiani?”

Ero molto ansioso di scoprire ciò che la Bibbia aveva da dire su questo argomento. Lo studio iniziava dalle origini del male, il suo autore, e come Dio se ne occuperà quando il peccato avrà fatto il suo corso. Isaia dice: “Come mai sei caduto dal cielo, o Lucifero, figlio dell’aurora?” (Isaia 14:12). Ezechiele 28:12-15 descrive la grande intelligenza di Lucifero e l’importante posizione che una volta occupava nel governo di Dio: “[…] Così dice il Signore, l’Eterno: Tu eri il sigillo della perfezione, pieno di sapienza e perfetto in bellezza. Eri nell’Eden il giardino di DIO; eri coperto d’ogni pietra preziosa: […] Tu eri un cherubino unto, un protettore. Io ti avevo posto […] Tu eri perfetto nelle tue vie dal giorno in cui fosti creato, finché non si trovò in te la perversità”.

Lucifero passò dall’ammirare la bellezza del carattere di Dio, ad ammirare se stesso; poi questa auto-ammirazione diventò auto-esaltazione. “Il tuo cuore si era innalzato per la tua bellezza, hai corrotto la tua saggezza a motivo del tuo splendore”. (Ezechiele 28:17).

Questo suo egoismo ingrandì così tanto da arrivare al punto di sentirsi uguale a Dio e superiore a Gesù Cristo. Il profeta Isaia disse: “Tu dicevi in cuor tuo: Io salirò in cielo, innalzerò il mio trono al di sopra delle stelle di Dio; mi siederò sul monte dell’assemblea, nella parte estrema del nord; salirò sulle parti più alte delle nubi, sarò simile all’Altissimo”. (Isaia 14:13,14)

Oltre agli accenni biblici della ribellione di Satana, la mia attenzione venne attirata maggiormente da ciò che Dio farà a Satana dopo che lui e i suoi angeli caduti hanno manifestato il loro vero carattere davanti all’universo. Ezechiele scrive: “Perciò [io, Dio] ho fatto uscire di mezzo a te un fuoco che ti ha divorato, e ti ho ridotto in cenere sulla terra, sotto gli occhi di quanti ti guardavano. […] sei diventato oggetto di terrore e non esisterai mai più” (Ezechiele 28:18, 19).

Il Datore della vita eliminerà l’autore del peccato e della morte. Il diavolo non esisterà più. Dopo aver letto quel passo della Scrittura per la prima volta, ci pensai, e poi dissi ai Grosse: «Com’è possibile che alcuni teologi cristiani possano predicare che Satana brucerà per sempre in un stagno di fuoco, quando la Bibbia dice chiaramente il contrario?».

Cinzia spiegò che non dovevo stupirmi: un terzo degli angeli celesti, creature molto intelligenti, si confusero così tanto da schierarsi con Lucifero a rischio della rovina eterna (Apocalisse 12:4,9). Poi guardammo ciò che la Bibbia dice sull’eterno destino degli esseri umani malvagi. Il Salmo 37:20 dice che “[…] gli empi periranno, e i nemici dell’Eterno saranno consumati e andranno in fumo come grasso di agnelli”.

Il passo indica chiaramente le conseguenze della distruzione di coloro che avranno respinto la misericordia di Dio e persistito nell’autodistruzione. Mi ricordai della mia infanzia in cui la gente che viveva in campagna si faceva il proprio sapone da bucato. Di solito, mio padre lo faceva nei mesi invernali, quando era più piacevole accendere il fuoco. Il processo richiedeva la fusione di una grossa quantità di grasso animale, facendolo bollire per molte ore sopra una grande stufa a legna nel fienile. Mio fratello Edgar ed io passavamo il tempo facendo cadere dei pezzi di grasso animale sul fornello. Ci piaceva vedere quanto velocemente quella sostanza si consumava e svaniva. Quindi, la Bibbia dice che, come grasso sul fuoco, Dio consumerà i malvagi ed ogni traccia del peccato dalla faccia del nostro pianeta. Infine, concludemmo lo studio con la lettura e la riflessione di un passo sulla retribuzione dei malvagi. Malachia 4:1-3 dice: “Poiché, ecco, il giorno viene, ardente come una fornace; allora tutti i superbi e tutti quelli che operano empiamente saranno come stoppia; e il giorno che viene li brucerà, dice l’Eterno degli eserciti, in modo da non lasciar loro né radice né ramo. […] E calpesterete gli empi, perché saranno cenere sotto la pianta dei vostri piedi nel giorno che io preparo», dice l’Eterno degli eserciti.”

Cyril disse che, anche se il grande sovrano dell’universo è un Dio d’amore, allo stesso tempo è un Dio di giustizia. Nonostante Dio sia guidato dall’amore, non dobbiamo mai dimenticare che chiunque respinga il Suo amore e il Suo sacrificio infinito attraverso la morte del Figlio sul Calvario, si condannerà da solo. Essi saranno colpevoli di aver rifiutato lo Spirito della grazia.

Cyril continuò: «Ci sarà un giorno in cui Dio eseguirà la sentenza di morte che la gente avrà decretato su se stessa. Sarà una morte eterna, perché “il salario del peccato è la morte”» (Romani 6:23).

Quindi compresi che la dottrina dei tormenti eterni predicata dai pulpiti cristiani, ha determinato l’allontanamento di Dio dalla vita di centinaia di migliaia di persone. Nella prima parte della mia vita, anche io ero stato vittima dei suoi inganni. Mi resi anche conto che, se qualcuno vuole studiare il destino dei malvagi dalla Sacra Parola di Dio e capirla correttamente, deve partire dal fatto che la legge dell’amore è il fondamento del Suo governo. Tutte le azioni di Dio nei confronti delle persone che Lui ha creato, partono da questa premessa; per cui è impossibile credere nella dottrina del tormento eterno. Questo particolare studio biblico mi servì per togliere dal cuore tutto ciò che mi amareggiava nei confronti di Dio. In seguito, Cyril spiegò che le migliaia di anni di sofferenze dell’umanità sono il risultato delle azioni di Lucifero durante la sua grande ribellione in cielo. La posizione elevata che Lucifero aveva nel governo di Dio, dava grande autorità a ciò che diceva, e dava spessore alle sue affermazioni. I suoi veri obiettivi erano nascosti dal mistero, e gli abitanti del cielo non potevano vedere le conseguenze delle sue azioni. Il peccato si era intromesso in ogni dipartimento del governo divino. Lucifero desiderò ardentemente l’onore e il potere che solo Dio aveva. Gli angeli del cielo e gli abitanti dell’universo non potevano comprendere la natura e le conseguenze finali del peccato.

Così, per il bene di tutti, Dio permise che passasse abbastanza tempo per permettere a Lucifero e ai suoi associati di manifestare l’eccessiva malvagità e malignità del peccato attraverso le loro opere malvagie. Gli abitanti dell’universo hanno osservato le sofferenze dell’umanità con silenzioso orrore, e questo ha lasciato un marchio indelebile nella loro mente. Deliziato dalla descrizione di Cyril sul gran conflitto spirituale, avrei potuto ascoltato per ore, ma egli non volle provocarmi una “indigestione spirituale” (usando le sue stesse parole); e dopo un ultimo punto, avremmo spostato la nostra attenzione su qualcosa di diverso.

Egli disse: «Quando tutte le tracce del male saranno state cancellate dalla faccia di questo piccolo pianeta, e Cristo l’avrà ricreato ancora più bello di com’era in origine, allora batterà un unico ritmo armonico e felice attraverso tutta la vasta creazione di Dio. Sarà un epoca meravigliosa».

Il modo in cui Cyril e Cinzia mi aprirono la realtà della grande lotta spirituale tra le forze del bene e del male, mi colpì per il fatto che lo Spirito Santo di Dio stava operando – e nel corso degli anni aveva operato in un modo meraviglioso e potente – per condurmi proprio nel luogo in cui mi trovavo quella sera. Ricordo che l’orologio segnava le 21:20. Se lo Spirito di Dio non fosse intervenuto nella mia vita, a quell’ora sarei stato a parlare con gli adoratori dei demoni. Invece ora mi gustavo il beato privilegio di tenere una Bibbia nelle mie mani e, con l’aiuto di Dio, avevo definitivamente deciso di interrompere l’adorazione degli spiriti. Proprio in quel momento, questo pensiero fece correre un brivido lungo la mia schiena e provocò la pelle d’oca sulle mie braccia. Al termine dello studio sul destino dei malvagi, dissi ai Grosse che ai tempi in cui memorizzavo il catechismo cattolico, avevo trovato molte frasi tratte dalle Sacre Scritture che venivano usate per sostenere la presunta punizione eterna dei malvagi. Ricordavo parole come “fuoco eterno”, “pena eterna”, “il fumo del loro tormento salirà nei secoli dei secoli”. I padroni di casa ammisero che la Bibbia contiene molte frasi del genere, e che la ricerca del loro vero significato avrebbe costituito un lungo studio a parte che valeva la pena di fare. Accadde che tre giorni dopo, il pastore L. W. Taylor condusse quell’interessante studio. Quando tornai a casa quella notte ero fermamente convinto che il Dio di Cyril era davvero il Datore della vita, l’unico a cui gli spiriti demoniaci devono la loro esistenza. Il fatto di aver studiato la Sacra Parola di Dio senza l’interferenza degli spiriti, ne era una prova. Ma giovedì notte, quando ritornai dagli studi biblici, mi resi conto che gli spiriti avevano visitato la mia casa. E quando tornai a casa, il venerdì, compresi veramente che gli spiriti cercavano di dirmi qualcosa.

CAPITOLO 11 – IL GIORNO DI RIPOSO BIBLICO DEL SABATO

Avevo promesso al mio datore di lavoro che avrei scoperto i motivi che spingevano Cyril a rispettare il giorno di riposo biblico del sabato. Per tagliare corto, non vi parlerò degli studi biblici fatti il giovedì e il venerdì, tranne quello sul settimo giorno di riposo.

Per iniziare, Cyril disse che per le Sacre Scritture, il giorno di riposo biblico inizia il settimo giorno della settimana: «Infatti, il quarto comandamento del Decalogo, pronunciato da Dio in persona, ci ricorda di osservare il sabato. Probabilmente, l’appello al ricordo è causato dal fatto che gli uomini, visti i loro impegni quotidiani, tendono a dimenticare persino le cose più importanti della vita».

Poi aprimmo le nostre Bibbie e leggemmo insieme il quarto comandamento: “Ricordati del giorno di sabato per santificarlo. Lavorerai sei giorni e in essi farai ogni tuo lavoro; ma il settimo giorno è sabato, sacro all’Eterno, il tuo DIO; non farai in esso alcun lavoro, né tu, né tuo figlio, né tua figlia, né il tuo servo, né la tua serva, né il tuo bestiame, né il forestiero che è dentro alle tue porte; poiché in sei giorni l’Eterno fece i cieli e la terra, il mare e tutto ciò che è in essi, e il settimo giorno si riposò; perciò l’Eterno ha benedetto il giorno di sabato e l’ha santificato” (Esodo 20:8-11).

Mi meravigliai molto nello scoprire che il comandamento per il rispetto del giorno benedetto da Dio fosse molto diverso da quello contenuto nel catechismo cattolico, infatti dissi immediatamente ai Grosse: «Questi non sono i comandamenti che memorizzai da ragazzino».

Andai al secondo versetto del capitolo e iniziai a leggere: “Io sono l’Eterno, il tuo DIO, che ti ha fatto uscire dal paese d’Egitto, dalla casa di schiavitù. Non avrai altri dèi davanti a me. Non ti farai scultura alcuna né immagine alcuna delle cose che sono lassù nei cieli o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non le servirai, perché io, l’Eterno, il tuo DIO, sono un Dio geloso […]”. (Esodo 20:2-5)

Infatti, leggendo i dieci comandamenti, li trovai molto più dettagliati delle versioni del catechismo cattolico che conoscevo.

«Mi è davvero difficile credere che questi siano i comandamenti di Dio» esclamai.

Cyril, con gentilezza ma senza minimizzare la loro solennità, disse che quelli erano proprio i comandamenti che Dio aveva dato agli Ebrei attraverso Mosè. Poi disse qualcosa sotto forma di domanda che mi mostrò chiaramente il problema: «Non voglio sembrare malvagio, ma non potrebbe essere che i comandamenti che conoscevi fossero quelli di qualche altro dio?».

Poi ripensai alla cosiddetta sala di adorazione degli dei: il cherubino caduto, il dio demone, che nei secoli passati aveva manomesso i santi comandamenti di Dio per sviare la famiglia umana. Poi immaginai che gli abitanti di tutta la terra sono stati ingannati dal maestro esperto dell’inganno. Tornando allo studio del giorno di riposo biblico, fui colpito dalla forte enfasi posta dal Signore sul bisogno di onorare il settimo giorno della settimana: “Pertanto il settimo giorno, Dio terminò l’opera che aveva fatto, e nel settimo giorno si riposò da tutta l’opera che aveva fatto. E Dio benedisse il settimo giorno e lo santificò, perché in esso Dio si riposò da tutta l’opera che aveva creata e fatta” (Genesi 2:2,3).

Poi, ci fu un punto che mi colpì parecchio per la solennità e la sacralità che il Creatore aveva concesso su quel giorno: per 40 anni il Signore aveva nutrito gli Israeliti nel deserto quotidianamente, tranne che nel giorno di sabato. “L’Eterno disse a Mosè: Ecco, io farò piovere per voi del pane dal cielo; e il popolo uscirà e raccoglierà ogni giorno la provvista del giorno; perché io lo voglio mettere alla prova per vedere se camminerà o no secondo la mia legge. Ma il sesto giorno, quando prepareranno la provvista che devono portare a casa, essa sarà il doppio di quella che raccolgono giornalmente. […] Raccoglietene durante sei giorni; ma nel settimo giorno, il sabato, non ve ne sarà.” (Esodo 16:4, 5, 26).

Trovai interessante vedere come il Signore cercasse di abituare gli Ebrei alla sacralità del Suo sabato. E leggendo il racconto dell’esperienza della manna, non potei fare a meno di ridacchiare al pensiero che alcuni continuassero a chiedersi se Dio intendeva veramente dire ciò che aveva detto. “Or nel settimo giorno avvenne che alcuni del popolo uscirono per raccoglierne, ma non ne trovarono” (Esodo 16:27).

Dopo aver considerato gli scritti di Mosè e dei profeti sull’argomento del giorno di riposo biblico del sabato, passammo al Nuovo Testamento, per scoprire come Gesù e i primi discepoli vi si relazionavano. Parlando di Gesù, Luca afferma: “Poi venne a Nazaret, dove era cresciuto e, com’era solito fare in giorno di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò per leggere” (Luca 4:16).

Gesù dichiarò al popolo ebreo che Lui è il Signore del sabato (Marco 2:28). Il Signore del sabato non pensò mai che la santa legge di Suo Padre dovesse essere cambiata.

Per esempio, nel Suo sermone sul monte, Egli non lasciò alcun dubbio riguardo il solido fondamento sul quale poggia la santa legge di Dio: “Non pensate che io sia venuto per abolire la legge o i profeti; io non sono venuto per abolire, ma per portare a compimento. Perché in verità vi dico: finché il cielo e la terra non passeranno, neppure un iota o un solo apice della legge passerà, prima che tutto sia adempiuto” (Matteo 5:17,18).

Poi considerammo anche i racconti biblici dei primi discepoli, e la loro osservanza del giorno di riposo del sabato. Dopo aver letto molti brani dalla Parola di Dio sul rispetto del riposo del sabato istituito alla creazione, chiesi a Cyril se sapesse in che modo i cristiani fossero giunti ad osservare il primo giorno della settimana, la domenica, come giorno di riposo. Egli disse che la chiesa cattolica romana pretendeva di aver fatto i cambiamenti nei secoli passati, attraverso il potere conferitole da Dio.

«Infatti, la chiesa non si preoccupa di far sapere alla gente di aver cambiato i comandamenti di Dio».

La domenica seguente andai nella biblioteca comunale di Montreal, nella sezione religiosa, e feci una piccola ricerca. In poco tempo trovai un catechismo cattolico del 1930 che commentava ciò che classificava come terzo comandamento:

  1. Qual è il terzo comandamento?
  2. Il terzo comandamento è: ricordati di santificare il giorno del sabato.
  3. Qual’è il giorno di riposo?
  4. Il giorno di riposo è il sabato.
  5. Perché noi osserviamo la domenica invece del sabato?
  6. Noi osserviamo la domenica invece del sabato perché la chiesa cattolica ha trasferito la celebrazione dal sabato alla domenica.
  7. Perché la chiesa cattolica ha sostituito la domenica al sabato?
  8. La chiesa ha sostituito il sabato con la domenica perché Cristo risuscitò dai morti di domenica, e lo Spirito Santo scese sugli apostoli di domenica.
  9. Con quale autorità la chiesa ha sostituito il sabato con la domenica?
  10. La chiesa ha sostituito il sabato con la domenica per mezzo della pienezza di quel potere divino che Gesù Cristo le ha concesso.
  11. Che cosa impone il terzo comandamento?
  12. Il terzo comandamento ci ordina di santificare la domenica come giorno del Signore.

Impressionato dalle mie scoperte, imparai a memoria questa parte. All’inizio degli anni ’50 acquistai una copia di quello stesso catechismo, che conservo con cura.

Mentre il mio primo compito consisteva nel dare una spiegazione sulle credenze religiose di Cyril al mio datore di lavoro ebreo, il secondo consisteva nello scoprire come e dove i cristiani si legarono così tanto con la domenica. Nei mesi successivi feci questa ricerca, scoprendo alcune delle cose più sorprendenti.

Oltre all’interesse del mio datore di lavoro verso il giorno di riposo osservato da Cyril, e alla mia nuova curiosità, qualcun altro iniziò ad accorgersi di questo argomento: gli spiriti demoniaci.

La sera del sabato successivo, quando tornai a casa, essi cercarono di ristabilire un contatto con me (vedi il capitolo 1). Quel venerdì sera, alla fine dello studio sul giorno di riposo del sabato, i Grosse mi invitarono ad andare in chiesa con loro, il giorno seguente. Cyril mi spiegò che si sarebbe battezzato per immersione, diventando così un membro della chiesa avventista del settimo giorno. Decidemmo che io sarei andato a casa loro, e da li saremmo andati in chiesa.

CAPITOLO 12 – UN NUOVO GIORNO E UNA NUOVA VITA

Quel sabato mattina andai a casa dei Grosse, e scoprii che un paio di loro amici ci avrebbero accompagnati in chiesa. Dopo che Cyril e Cinzia mi presentarono, parlammo un po e, come d’abitudine, tirai fuori le mie sigarette per offrirgliene una, ma loro rifiutarono gentilmente. A quel punto mi venne il sospetto che gli avventisti non fumassero. Poco dopo, mentre uscivamo di casa, chiesi informazioni a Cyril in proposito. Egli mi rispose che gli avventisti sono molto consapevoli dell’importanza della salute, non come un mezzo per ottenere il favore di Dio, ma per stare bene, perché la gente sana si gode di più la vita. Inoltre disse che uno degli studi biblici che avremmo affrontato a breve riguardava il vivere sano, mostrando i benefici dell’astensione dal tabacco. Immediatamente, io gli assicurai che quel giorno non avrei fumato di fronte ai membri della chiesa. Pensai: In che modo posso farlo? Allo stesso tempo pensai a quanto ero stato fortunato per il fatto che loro non mi avessero detto sin dall’inizio di non fumare, perché la mia dipendenza mi avrebbe spinto a rifiutare l’invito di studiare con loro. In seguito parlai a Cyril del fatto che il tabacco condizionava fortemente la mia vita, e che avrei certamente rifiutato di studiare con loro se me ne avessero parlato; egli mi disse che, dopo aver pregato con sua moglie su questo argomento, decisero di tralasciarlo per permettermi innanzi tutto di familiarizzare con Gesù Cristo. A quel tempo non mi rendevo conto che Cyril e Cinzia cercavano di riconciliare Roger Morneau con il Datore della vita, ma lo Spirito di Dio li stava guidando. Per esempio, quando quel sabato mattina dissi loro che non avrei fumato in presenza dei membri di chiesa, Cyril si rallegrò nel vedere l’esaudimento delle loro preghiere. Infatti, prima di invitarmi ad andare in chiesa con loro, essi avevano chiesto al Signore di benedire la mia vita in un modo speciale. Essi chiesero l’adempimento di due miracoli. Il primo era che io vedessi e apprezzassi la sacralità del giorno di riposo biblico del sabato. Se questo fosse accaduto, mi avrebbero invitato ad andare in chiesa con loro, e se io avessi accettato l’invito, sarebbe stato un segno che Dio stava compiendo un miracolo di salvezza. Mentre con il secondo miracolo, Dio mi avrebbe tolto il forte desiderio per il tabacco. Dio aveva risposto in un modo meraviglioso alle loro preghiere, perché pensai al tabacco soltanto verso le 7 di sera. Poi per due ore vissi momenti di una tale agonia come non avevo mai vissuto prima, e compresi di avere un gran bisogno di un Salvatore – qualcuno che compisse un miracolo d’amore, rimuovendo il Signor Nicotina che controllava ogni fibra del mio corpo.

Quel sabato mattina dell’ottobre del 1946 a Montreal, Canada, era una bellissima giornata. La natura era piena di vita, l’aria era frizzante, e i luminosi raggi di sole passavano attraverso i rami degli alberi bagnando la terra con mille baci d’amore. Quel giorno la città appariva più felice, e ovunque intorno a noi si vedeva la conferma di un Dio amorevole che vegliava su tutto. Ricordandomi bene i vari passi biblici sul giorno di riposo della creazione, trovai che quel giorno aveva un nuovo significato per me: io, uno spiritista, che si dirigeva verso una chiesa avventista accompagnato dagli osservatori del sabato. I miei amici non erano ancora al corrente che mi stavo lentamente allontanando dalle schiere dei seguaci di Lucifero, il loro peggior nemico, e che erano passati solo alcuni giorni da quando avevo avuto il mio ultimo contatto con i demoni. Mentre ci avvicinavamo alla chiesa, con mia sorpresa vidi che quasi tutte le persone sul marciapiede si dirigevano verso il santuario. Qualcuno mi diede un caldo benvenuto alla Scuola del Sabato assieme al programma della chiesa. Li vicino notai uno scaffale contenente riviste e opuscoli, così ne presi uno. Entrato nel santuario, mi colpì il fatto che la chiesa fosse ben frequentata. Dopo aver preso posto, iniziai a leggere l’opuscolo mentre la musica veniva suonata dolcemente. L’opuscolo informava dettagliatamente sul programma della chiesa e i suoi vari campi di attività. Il servizio della Scuola del Sabato iniziò con un amichevole benvenuto. Il momento che precedeva lo studio della Parola di Dio era particolarmente edificante e istruttivo per chi visitava la chiesa avventista per la prima volta. Io vidi delle persone che volevano essere una benedizione per i loro fratelli. La chiesa dedicava circa quaranta minuti allo studio della Bibbia. Il pastore L. W. Taylor insegnava al gruppo degli ospiti. La lezione di quel giorno si concentrava sulla vita di Gesù Cristo, e il tema centrale riguardava il fatto che, mentre Egli viveva sulla terra, governava la propria vita con i princìpi della Parola di Dio, dandoci un esempio da seguire. Il pastore Taylor disse una cosa che ricordo ancora oggi: «Se seguiamo l’esempio del Signore, avremo la pace, la contentezza e la saggezza che il mondo non può né dare, né togliere».

Le sue parole arrivarono proprio al momento giusto. Gli studi biblici dei giorni passati (culminando con quello sul giorno di riposo biblico) mi fecero desiderare di volgere la mia vita verso Cristo, e di rispettare il settimo giorno di riposo del sabato. L’incoraggiante adorazione delle 11:00 culminò in un servizio battesimale; e tra i candidati al battesimo c’era anche il mio nuovo amico Cyril. Al suo ritorno, io dissi che (a Dio piacendo) sarei ritornato in chiesa il sabato seguente, e che avrei anche voluto parlare con il pastore Taylor, se ci fosse stata una possibilità. All’uscita del santuario, Cyril chiese al pastore se quel pomeriggio avesse potuto dedicarci un po del suo tempo, e gli disse anche che io avrei passato la giornata a casa sua. Il pastore si offrì gentilmente di raggiungerci, anziché di riceverci nel suo ufficio. Mentre uscivamo dalla chiesa, ringraziai i Grosse per il loro interessamento. In quel momento non potevano capire esattamente quante benedizioni avessero portato nella mia vita, perché lo Spirito di Dio li aveva usati per portarmi verso un oasi spirituale in cui Cristo (proprio Colui che aveva creato attraverso la Sua parola quello splendido autunno che osservavo attraverso il cambiamento delle foglie di quel meraviglioso giorno di ottobre) poteva rigenerarmi.

Verso le 14:30 di quel pomeriggio arrivò il pastore Taylor, e dopo aver chiacchierato un po, la conversazione passò sui temi religiosi. Io dissi che durante l’ultima settimana stavamo studiando la Bibbia, ed egli volle sapere quanti studi avevamo fatto e quali argomenti avevamo trattato. Dopo avergli elencato alcuni degli argomenti, gli dissi che avevamo fatto più di 20 studi biblici. Ricordo quel momento come se fosse ieri. Gli occhi del pastore Taylor si spalancarono dallo stupore, e chiese se avesse sentito bene. Quando gli assicurammo che aveva sentito bene, egli disse: «Puoi dirmi che cosa ti ha spinto a studiare così tanto?».

Anche se non ricordo esattamente quale ragione gli diedi, ricordo di essermi sorpreso per la sua reazione causata dalla quantità di studi biblici che avevamo fatto. Io pensai che chiunque avesse avuto la mia esperienza avrebbe studiato le Scritture in modo simile. Quella sera, prima che andassi via, i Grosse mi spiegarono che qualche tempo fa, un certo numero di membri della chiesa volevano imparare il modo in cui condividere le loro convinzioni religiose con altre persone non della stessa fede. Essi chiesero al pastore se avesse voluto fare dei corsi di formazione. Così, il pastore Taylor consigliò di studiare moderatamente con coloro che non conoscevano la Bibbia, dicendo che uno o due studi biblici alla settimana sarebbero stati l’ideale, perché ci sarebbe stato il tempo di capire ed apprezzare gli argomenti affrontati. Il pastore aveva ragione nel suggerire un approccio contenuto e attento, ma il mio caso era un eccezione, e lo Spirito di Dio aveva guidato i Grosse a fare ciò che era giusto per me. Io parlai al pastore Taylor di come la visita alla chiesa, quella mattina, mi avesse profondamente impressionato, poi gli chiesi per quale ragione le altre chiese protestanti non rispettavano il giorno di riposo biblico del sabato, dato che Dio aveva ordinato la sua osservanza come un mezzo per ottenere una speciale benedizione che Egli non aveva posto in nessun altro giorno della settimana. Il pastore rispose dicendo innanzi tutto che la chiesa avventista del settimo giorno in realtà è una chiesa profetica. Come Dio chiamò Giovanni Battista per annunciare alla gente dei suoi tempi (che aveva perso di vista le profezie messianiche) che il Redentore dell’umanità era in mezzo a loro, allo stesso modo Egli istituì la chiesa avventista come una voce attuale che grida nel deserto.

A proposito delle molte chiese protestanti che non osservano il giorno di riposo biblico del sabato, Taylor spiegò che Dio non si impone sulla gente, al contrario, Egli desidera da tutti un servizio amorevole, come un omaggio che scaturisce da un attento apprezzamento del Suo carattere divino. Dio non si compiace di un ubbidienza forzata, per questo motivo, da a tutti la libertà di scelta, affinché possano rispondergli volontariamente. Dopo aver parlato per un po, io mi resi conto che non potevo assolutamente nascondere la mia esperienza con l’adorazione degli spiriti. Il mio profondo interesse per le questioni religiose suggeriva al pastore Taylor che stavo nascondendo qualche importante motivazione. Per quanto non volessi parlare del mio legame con i demoni, sentivo che, avendo deciso di sottrarmi al loro potere malefico, il pastore avrebbe potuto darmi un aiuto prezioso. Una volta rivelate le mie attività spiritiche, il pastore Taylor diresse la mia attenzione alla Fonte di tutta la vita e di tutto il potere: Gesù Cristo. Egli disse che: “in Lui abita corporalmente tutta la pienezza della Deità; e voi siete stati ripieni in lui, essendo egli il capo di ogni principato e potestà” (Colossesi 2:9,10).

Poi citò molti passi biblici, mostrando la potenza del Redentore su Lucifero e i demoni. Scoprire che tutte le forze, compreso il cherubino ribelle e i suoi seguaci, dovevano la loro esistenza a Cristo, mi incoraggiò e mi aiutò proprio quella stessa notte, in cui incontrai gli spiriti. Ora cercavo l’opportunità per farmi spiegare alcune delle frasi bibliche usate da chi predicava l’immortalità dell’uomo. Non dovetti aspettare molto, perché quando il pastore mi chiese se avessi qualche altra domanda, gli parlai brevemente di alcune scoperte che quella settimana avevo fatto nella Parola di Dio. Gli dissi che il nostro studio mi aveva rivelato che l’uomo è completamente mortale, contrariamente alla credenza popolare in cui quando una persona muore, la sua anima immortale va verso la ricompensa o la punizione. La Bibbia dice che solo Dio ha l’immortalità. Avevamo letto molti passi biblici che sottolineavano il fatto che il Signore darà l’immortalità ai salvati durante la risurrezione dei giusti. Gli ingiusti, non avendo l’immortalità, cesseranno di esistere una volta che riceveranno la loro punizione. Ma nonostante la Parola di Dio affermi chiaramente che gli empi moriranno definitivamente, alcuni passi delle Scritture sembrano indicare l’opposto.

«Da ragazzo, quando memorizzavo il catechismo cattolico, trovai delle frasi a sostegno della punizione eterna dei malvagi. Ricordo frasi come “fuoco eterno”, “punizione infinita”, “il fumo del loro tormento salirà nei secoli dei secoli.” Quindi, pastore Taylor, ti sarei molto grato se puoi chiarirmi ciò che sembra una contraddizione».

Fui veramente soddisfatto nel sentirlo affermare che non c’era alcuna contraddizione, ma solo una mancanza di comprensione da parte di chi è legato alla dottrina dell’anima immortale. Il pastore Taylor spiegò che molti fraintendono il significato della parola “punizione”, perché la definiscono come una sofferenza cosciente, e credono che quando i sensi non percepiscono più nessun dolore, la punizione finisce. Ma quando consideriamo le pene inflitte dall’uomo, scopriamo che la punizione è valutata in base alla perdita prodotta, e non semplicemente alla quantità di dolore inflitto.

«Per esempio, come mai la sentenza di morte è riconosciuta essere la punizione più grande? Non perché il dolore sia più intenso, infatti, alcune forme di tortura come la frusta producono più sofferenza della decapitazione o dell’impiccagione. Noi, però, la consideriamo la punizione più grande perché è la più duratura: essa priva la sua vittima di tutte le relazioni e le benedizioni della vita, quindi la si valuta in base alla quantità di tempo che la persona avrebbe potuto ancora godere. È proprio così quando viene data la morte dalla quale non c’è alcuna via d’uscita, ovvero, nessuna resurrezione. Quella punizione è perenne, o eterna. La morte seconda priva il peccatore dei luminosi ed infiniti anni eterni. E proprio come la vita dei salvati è eterna, così è la perdita, o la punizione, dei malvagi».

«Pastore» dissi «mi piace la sensibilità con cui affronti l’argomento. Non voglio abusare della tua gentilezza, ma puoi spiegarla meglio? Questo è un argomento che mi ha preoccupato per molto tempo».

«Nelle Scritture» continuò, «il termine “perenne” e la parola “eterno” quando associate ad altre parole come “fuoco” e “punizione”, indicano semplicemente il risultato prodotto dal fuoco, ovvero, la punizione. Ciò non indica la durata della bruciatura e della punizione».

Stando attento a quello che il pastore diceva, io sedevo sul bordo della mia sedia, aspettando che facesse svanire un altra paura della mia infanzia.

«C’è qualcosa che non va?» Taylor chiese improvvisamente.

«No, assolutamente. Sto solo cambiando la mia posizione sulla sedia. Per favore, continua».

«Lascia che ti dia tre brevi esempi» riprese il pastore. «#1 In Ebrei 5:9 leggiamo della “salvezza eterna”, ovvero, una salvezza il cui risultato è eterno o perenne, non una salvezza che continua incessantemente senza realizzarsi mai. #2 Ebrei 6:2 parla del “giudizio eterno”, ovvero, non un giudizio che continua all’infinito, ma piuttosto uno che, essendo stato pronunciato su tutte le persone, è irreversibile nella sua decisione, ed eterno nei suoi effetti. #3 Infine, Ebrei 9:12 parla di “riscatto eterno”. Non un riscatto che si avvicina eternamente ad una condizione che non si raggiunge mai, ma una condizione che ci libera per sempre dal potere del peccato e della morte».

Taylor disse che quando la Bibbia parla del fuoco eterno, si riferisce ad un fuoco che produce risultati eterni, o perenni.

«In Giuda 7 è scritto che le città di Sodoma e Gomorra subirono “la pena del fuoco eterno.” L’apostolo Pietro ci dice che Dio ridusse le città di Sodoma e Gomorra in cenere, e le fece un esempio per coloro che in avvenire sarebbero vissuti empiamente» (2Pietro 2:6).

Mi piace il modo in cui la Bibbia spiega se stessa. Non avevo mai sentito nessuno discutere l’argomento in modo così scorrevole e informato. Il pastore Taylor sosteneva ogni parola con solidi riferimenti biblici, e non lasciava alcun dubbio sulla bontà e l’amore di Dio verso coloro che aveva fatto a Sua immagine. Tuttavia, a causa dell’istruzione religiosa ricevuta da ragazzino, una frase restava ben radicata nella mia mente. Per un momento non volli parlarne perché pensavo

che il pastore non avrebbe potuto darmi una spiegazione. Poi pensai che se l’avesse avuta, mi avrebbe dimostrato definitivamente che il Signore è, nel vero senso della parola, un Dio d’amore.

«Pastore, cosa vuol dire “e il fumo del loro tormento salirà nei secoli dei secoli”? » (Apocalisse 14:11).

Mi sedetti nella comoda poltrona attendendo impazientemente la risposta. Il pastore mi spiegò che le Sacre Scritture applicano i termini “eterno” e “per sempre” a cose che durano a lungo, o indefinitamente. Per esempio, la Bibbia usa “eterno” o “per sempre” riguardo al sacerdozio ebraico, alle leggi mosaiche, al possesso della terra di Canaan, alle colline e alle montagne, alla terra, e alla durata del servizio reso dallo schiavo.

«Entrambe le parole indicano una durata o continuazione del tempo, la cui lunghezza è determinata dalla natura degli oggetti a cui vengono applicate. Quando [“eterno” o “per sempre”] si riferiscono a oggetti che, in base ad altre dichiarazioni delle Scritture, noi sappiamo essere infiniti, ciò significa un esistenza eterna; ma quando si applicano a qualcosa che termina, di conseguenza anche il loro significato viene limitato».

Per illustrare il punto del discorso, egli prese alcuni versetti della Scrittura. Esodo 21:2-6 afferma che se all’epoca della dispensazione mosaica, un ebreo acquistava un servo, nel settimo anno della sua schiavitù, questo servo poteva tornare ad essere libero. Ma nel caso in cui un servo non volesse lasciare il suo padrone, allora poteva rinunciare al suo diritto di libertà con un preciso rituale: il padrone avrebbe condotto il suo servo davanti al consiglio dei giudici e, in loro presenza, lo avrebbe fatto stare in piedi accanto allo stipite della porta, e gli avrebbe forato l’orecchio con una punta; e in questo modo, lo schiavo lo avrebbe “servito per sempre.” In questo caso, il termine “per sempre” poteva significare una qualsiasi durata di tempo, da un giorno a molti anni, in base a quanto sarebbe vissuta quella persona.

Il pastore Taylor parlò di un altro interessante uso della parola “per sempre” che si trova nel Salmo 21:1-4. Il re Davide ringraziò Dio per le molte volte in cui le aveva risparmiato la sua vita, perciò disse: “[…] il re si rallegrerà nella tua forza, e quanto esulterà per la tua salvezza! […] Egli ti aveva chiesto vita e tu gli hai dato lunghi giorni in eterno.”

Davide visse fino a raggiungere un età molto avanzata, quindi, la parola “eterno” rappresenta una durata di molti anni. Dopo avermi dato un paio di esempi biblici che mostrano quanto la parola “eterno” sia limitata quando viene applicata a qualcosa di temporaneo, il pastore Taylor usò i riferimenti biblici dove il termine significava una esistenza eterna. Il secondo capitolo del libro di Daniele racconta l’interpretazione del profeta sul sogno della grande immagine fatto da Nabucodonosor. Il versetto 44 dice che: “Al tempo di questi re il Dio del cielo farà sorgere un regno, che non sarà mai distrutto […] e sussisterà in eterno” (Daniele 2:44). Il capitolo 7 dichiara che “[…] i santi dell’Altissimo riceveranno il regno e lo possederanno per sempre, per l’eternità”. (Daniele 7:18)

Proprio come le Scritture ci assicurano chiaramente che il regno di Cristo (una volta stabilito sulla terra) sarà un regno eterno, e che l’esistenza dei giusti sarà eterna (o infinita), allo stesso modo, la Bibbia ci insegna che l’esistenza dei malvagi finirà con la morte seconda, che avrà luogo nello stagno di fuoco (Apocalisse 21:8).

Quello studio biblico fece scomparire una montagna di tenebre ed errori. I cosiddetti misteri che avevano confuso i miei genitori cattolici quando tentavano di associare il carattere di un Dio amorevole con la dottrina del tormento eterno, si sciolsero come il ghiaccio sotto il sole tropicale. Io raggiunsi la certezza che la Parola di Dio non si contraddice. Improvvisamente, verso le 19:00, provai un intenso desiderio di una sigaretta e, meravigliato, mi resi conto che non avevo fumato per tutto il giorno e non ci avevo neppure pensato perché ero stato occupato con le esperienze religiose di quella giornata. Alla luce di questo, ne conclusi che potevo dimenticare il tabacco – anche per il beneficio dei miei polmoni – se mi fossi impegnato con qualche buona attività. Così, la nostra discussione sugli argomenti spirituali proseguì. Io esposi tutti i dubbi che per lungo tempo mi avevano reso perplesso, e fui veramente colpito dal fatto che il pastore avesse una risposta biblica per tutto.

Ora il mio problema con il tabacco era aumentato perché morivo dal desiderio di fumare una sigaretta. La saliva nella mia bocca si addensò al punto che divenne difficile parlare. Le narici del mio naso iniziarono a bruciare come se avessi avuto il raffreddore. Dopo un po diventai irrequieto, cambiando continuamente la posizione nella sedia. Ed infine, mi venne un mal di testa che giunse fino al collo. Per mia insistenza, il pastore Taylor discusse di problemi religiosi con noi fino alle 9 di sera. Non appena se ne fu andato, la prima cosa che feci fu di accendere una sigaretta, e fumai senza sosta per circa un ora. Sorprendentemente, tutti i miei dolori fisici scomparvero. Ma prima di andare via da casa dei Grosse, facemmo lo studio biblico sul vivere sano che affrontava l’argomento del tabacco, e compresi di essere schiavo di un’abitudine che distruggeva la mia salute. Decisi immediatamente di smettere, pur sapendo che avrei dovuto passare attraverso una terribile lotta, a meno che il Signore del sabato (Colui che in quel giorno mi aveva tolto il desiderio di fumare per così tante ore) avesse voluto liberarmene per sempre. Poco dopo, ringraziai i miei amici e tornai a casa. Sul tram ripensai agli eventi di quella giornata, e specialmente all’episodio del tabacco, comprendendo di avere più di un nemico.

Allo stesso tempo, escogitai un piano che sicuramente avrebbe posto fine al mio problema con il tabacco. Il pastore Taylor aveva insistito molto sul grande potere redentore nei meriti del sangue versato da Cristo al Calvario, facendomi capire di poter vincere il cherubino ribelle e i suoi compagni solo attraverso quel potere, come è scritto in Apocalisse 12:11: “Ma essi l’hanno vinto per mezzo del sangue dell’Agnello”.

Giunsi a casa intorno alle 23:30. Sulla porta c’era un biglietto che mi avvisava di chiamare il mio amico Roland a qualsiasi ora. “Avrà da aspettare un po”, pensai. Quando entrai in casa, notai che gli spiriti erano stati agitati perché quasi ogni cosa nell’appartamento era fuori posto; ma dato che mi ero abituato al soprannaturale, non me ne preoccupai. Per prima cosa, presi le tre stecche di sigarette dal cassetto, le misi nel tavolo, poi aprii la mia Bibbia al capitolo 27 di Matteo e lessi i versetti dal 24 al 54 relativi alla crocifissione. Dopo aver posto la Bibbia aperta sulle stecche di sigarette, mi inginocchiai e iniziai a parlare dei miei problemi con il mio grande Sommo Sacerdote. Ringraziandolo per aver benedetto la mia vita anche quando ero apertamente un Suo nemico e bestemmiavo il Suo nome, confessai i miei peccati e riconobbi la malvagità del mio cuore. Il pastore Taylor mi informò che Gesù Cristo ministra nel santuario celeste a favore di chi ha problemi, e che Egli è specializzato nei casi disperati. Sapendo di essere un vero caso disperato che aveva bisogno di Lui, mi afferrai alla speranza di cui parlava Taylor. Lottavo con nemici molto più furbi e potenti di me. Ringraziando il Signore per l’incoraggiamento, riconobbi che il potere del Suo amore aveva trattenuto gli spiriti demoniaci, perciò decisi di rivolgere la mia vita verso di Lui, per servirlo come Egli riteneva più opportuno; poi mi sarei deliziato nel Signore ricordando il Suo giorno di riposo del sabato. Indicando le stecche delle sigarette, dissi: «Signore Gesù, per favore, liberami da questo potente nemico! Liberami dal dominio che ha su di me, come hai già fatto oggi! Rimuovi questo desiderio insaziabile!».

Dopo aver parlato ancora un po con il Signore, lo ringraziai per avermi ascoltato e per aver benedetto ancora la mia vita. Poi mi alzai, portai le sigarette in bagno, aprii tutti i pacchetti, le feci a pezzi, e le buttai per lo scarico del water. Da quel momento in poi non ho più toccato una sigaretta, e non ho mai più avuto il desiderio di farlo. In un modo meraviglioso, Gesù aveva compiuto un miracolo d’amore. (Leggi il primo capitolo per sapere cosa è accaduto in seguito durante quella notte di sabato).

CAPITOLO 13 – L’ULTIMATUM

Quando mi svegliai, domenica mattina, la mia vita era cambiata. Anziché cercare il pacchetto di sigarette sul comodino – cosa che era diventata una mia vecchia abitudine – mi resi conto di non averne alcun desiderio. Provai una grande felicità al pensiero di avere un nuovo e potente Amico: Gesù Cristo. Ricordai la potenza con la quale lo Spirito di Dio aveva benedetto la mia mente e mi aveva sostenuto durante l’episodio con gli spiriti, solo poche ore prima. Consapevole della mia fragilità, chiesi a Dio di fortificarmi per il conflitto che mi attendeva. In passato, l’influenza degli altri mi aveva portato a fare scelte sbagliate. Molte volte avevo dato retta ai suggerimenti del mio amico Roland che, gradualmente, mi aveva coinvolto nell’adorazione degli spiriti. Nei pochi minuti successivi, pregai senza dire una parola perché, avendo imparato che i demoni non possono intercettare una preghiera silenziosa, volevo stare un passo avanti sui miei nemici. Lasciarli nel dubbio mi dava una grande soddisfazione. Mi sentivo onorato del fatto che io, un essere umano immeritevole, potevo conversare con l’Essere più potente dell’universo senza che i demoni potessero ascoltare. Dissi al Signore che non sapevo da dove iniziare a spiegare le realtà eterne al mio amico Roland che, probabilmente, non avrebbe voluto ascoltare per non offendere gli spiriti. Ma soprattutto, chi ero io per resistere alle future pressioni?

Per qualche secondo mi fermai a pensare, e mi venne in mente un passaggio dal primo capitolo del Vangelo di Giovanni: “Egli è venuto in casa sua, e i suoi non l’hanno ricevuto, ma a tutti coloro che l’hanno ricevuto, egli ha dato l’autorità di diventare figli di Dio, a quelli cioè che credono nel suo nome” (Giovanni 1:11, 12).

Poi sentii che lo Spirito di Dio mi avrebbe fatto vincere gli scontri. La mia Bibbia stava sul comodino e, afferrandola, iniziai a sfogliare le pagine con una mano, per poi aprirla senza prestare alcuna attenzione. Su quelle due pagine aperte della scrittura risiedeva la forza che mi avrebbe letteralmente salvato la vita. Poco dopo mi alzai, presi la Bibbia, e iniziai a leggerla da dove era rimasta aperta: al capitolo 37 di Isaia, che parla di un re chiamato Ezechia che aveva ricevuto una minacciosa lettera da parte di un tiranno invasore, Sennacherib, che era molto sicuro di sé.

Colpito dal modo in cui Dio aveva gestito la situazione, ero ancora più certo di non dovermi preoccupare di quello che mi aspettava. Nonostante fossi coinvolto, non dovevo preoccuparmi.

Roland arrivò all’ora stabilita. Quando lo vidi gli chiesi: «Amico, sembri molto stanco. Stai male?».

«Morneau, hai quasi sconvolto sia la mia vita che quella di George. Non possiamo credere che, dopo tutto quello che George ha fatto per te, tu sia così scortese e ingrato dal voler voltare le spalle e insultare il maestro, rifiutando la ricchezza che ha preparato per te».

«Quando l’hai saputo?».

«George mi ha telefonato questa mattina alle 5:30, dopo che un capo consigliere gli aveva comunicato la tua stupida decisione, chiedendomi di farti ragionare, prima che ti accada di peggio».

«Devo aver fatto arrabbiare molto quel capo consigliere quando l’ho cacciato via in quel modo».

«Cosa? Stai dicendo di aver cacciato via un capo consigliere? Non capisco perché!».

«Hai sentito bene. Verso le 4 di questa mattina ho parlato con un capo consigliere, e quando ha iniziato a minacciarmi, l’ho fatto sbattere fuori dallo Spirito di Dio; e uscendo ha sbattuto la porta contro la parete così forte da lasciare il segno».

Gli indicai la rientranza sul muro fatta dalla maniglia.

«Tu… tu… Roger Morneau, hai parlato con uno spirito consigliere? Sai che alcuni dei nostri membri adorano ed evocano gli spiriti da molti anni senza aver mai avuto il privilegio di parlare con un capo consigliere? E tu che hai a che fare con gli spiriti da poco tempo hai ricevuto questo grande onore. Questo mostra quanto il maestro ti considera».

Il suo viso brillò dall’emozione mentre esclamava: «Un futuro fantastico sta aspettando proprio noi due. Ora dimentica quella cosa del cristianesimo e andiamo a trovare il sacerdote. Egli ti riconcilierà nuovamente con gli spiriti, e andrà tutto bene. Il sacerdote ti comprende e non ha nulla contro di te perché hai cercato nella religione; infatti tu gli piaci e lui ti comprende. Egli dice di essersi reso conto che tu sei un avventuriero per natura, e riconosce il fatto che per te è naturale cercare di stare meglio. La sola cosa che gli dispiace è che, se proprio vuoi cercare nella religione, perché non scegli qualche altra denominazione anziché quella della gente che si riposa il giorno del sabato? perché quella è proprio la gente che il maestro odia di più sulla faccia della terra! Amico, non ti rendi conto di quanto hai fatto adirare gli dei. Il sacerdote però mi ha assicurato che andrà tutto bene se ora andiamo ad incontrarlo nel suo ufficio. Allora, che ne dici se ci andiamo ora, vecchio amico?».

Quando tirò fuori il suo pacchetto di sigarette e me ne offrì una, io rifiutai, dicendo di aver smesso di fumare. Sorpreso, Roland disse: «Morneau, sei cambiato. L’ho sentito nel momento in cui sono entrato qui. Onestamente, non mi sento a mio agio con te. Ciò che sto per dirti potrà sembrarti sciocco, forse persino stupido, ma mi sento fuori posto a stare qui con te, e vorrei essere da qualche altra parte».

Mentre Roland parlava, io mi rendevo conto che Cristo stava adempiendo le parole dell’apostolo Giovanni nella mia vita: “Egli è venuto in casa sua, e i suoi non l’hanno ricevuto; ma a tutti coloro che l’hanno ricevuto, egli ha dato l’autorità di diventare figli di Dio: a quelli cioè che credono nel suo nome.” (Giovanni 1:11, 12)

Sentivo che la gloriosa maestà del Signore Gesù riflessa su di me creava un’atmosfera invisibile di potenza e maestà che il mio amico respirava inconsapevolmente, e questo lo faceva reagire in quel modo.

«Quello che stai provando in mia presenza deriva dal fatto che lo Spirito che è con me è più potente dello spirito che è con te. E quando hai detto che sono cambiato… hai ragione! perché non sarò mai più il Roger Morneau che conoscevi prima. In una settimana ho acquisito una conoscenza che per me vale più di tutto l’oro e l’argento che la terra contiene. Ecco perché non posso accettare la ricchezza che mi offrono gli spiriti. Se lo facessi ingannerei me stesso. Non fraintendermi, so che l’offerta degli spiriti è molto generosa, ma gli manca la cosa più importante: la vita. Vita in misura sufficiente da rendere quella ricchezza degna di essere posseduta. Mi è stato offerto un accordo migliore: tutto l’oro che voglio, più la vita infinita».

Poi parlai a Roland delle glorie della realtà eterna. Anche se non ero capace di documentarle con i versi biblici come facevano i Grosse, lo Spirito di Dio incantò il mio amico per circa 45 minuti, durante il quale gli spiegai

quei punti che ritenevo vitali. Quando ad un certo punto mi fermai in attesa di una sua risposta, tutto ciò che mi disse fu: «Ora capisco». Ma non pose mai delle domande, né fece nessun altro commento… così io continuai, e alla fine egli disse: «Vedo che non intendi venire con me dal sacerdote. Ma noi due dobbiamo farlo. Tu devi nuovamente guardare in faccia alla realtà. Tutte le cose meravigliose di cui hai parlato non sono né per te, né per me, perciò dimenticale. Prima di tutto, io non voglio aspettare una buona vita, perché la voglio ora. E quanto a te, Morneau, su questo argomento non hai scelta. Magari pensi di averla… ma non ce l’hai. Stai solo prendendo in giro te stesso. Accettalo, Morneau: tu non sei padrone di te stesso. Avrei voluto che lo fossi, ma non lo sei. Tu appartieni interamente agli spiriti, e prima lo riconosci, meglio sarà per te».

Estremamente agitato, Roland predisse delle cose catastrofiche e iniziò a camminare avanti e indietro stringendosi le mani.

«Mi è stato assegnato il compito più difficile. Ciò che sto per dirti preferirei dirlo a un nemico, piuttosto che a un caro amico».

Da quel momento, Roland iniziò a sudare molto, anche se nella stanza non c’era caldo.

«Morneau, hai i giorni contati; e lo stesso vale per quella giovane coppia che ti ha fatto allontanare dal maestro. Comunque, sappi che puoi fermare il piano di distruzione già avviato dagli spiriti se ora verrai con me dal sommo sacerdote. Egli ristabilirà il loro favore nei tuoi confronti, e tutto andrà bene. In questo modo nessuno si farà male».

Si fermò per alcuni secondi per usare il suo fazzoletto perché il sudore gli scorreva lungo il viso.

«Il sacerdote vuole che tu capisca una cosa in particolare: nessuno è mai uscito vivo dalla nostra società segreta. Gli spiriti hanno fatto entrare noi due, e noi dobbiamo sottometterci a loro… non il contrario. Lascia che ti spieghi: finora noi due abbiamo creduto che il nostro incontro con George, e il suo invito ad andare in quel ristorante fosse stato puramente casuale. Sbagliato. La notte prima, durante l’ora sacra, gli apparve uno spirito che gli ordinò di andare con sua moglie a quella particolare riunione, a casa del veggente. Lo spirito gli disse che ci avrebbe incontrato, che avevamo prestato servizio nella Marina Mercantile, eccetera, spiegando dettagliatamente a George cosa doveva dire e fare. Gli spiriti avevano predisposto le cose in modo da coinvolgere sua moglie in una conversazione con il medium spiritista, permettendo a George di andare a casa da solo, mentre lei sarebbe stata accompagnata a casa dai Belangers. Quindi, amico, andiamo! Non c’è più tempo».

In quel momento, con la mano sulla maniglia, Roland aspettava che io lo seguissi. Indicandogli una sedia, gli suggerii di sedersi per pochi minuti, mentre gli spiegavo il motivo per cui non sarei andato dal sommo sacerdote. Egli rifiutò, dicendo di non poter più sopportare l’atmosfera di quel posto. Una presenza soprannaturale, a lui estranea, gli rendeva impossibile sedersi e rilassarsi. Gli dissi che la presenza dello Spirito Santo mi assisteva, in risposta ad una mia richiesta d’aiuto pronunciata quella mattina presto. Sollecitando il mio amico a separarsi dai demoni per associarsi con l’eccezionale potere di Dio, gli assicurai di potersi convertire senza pericolo. Poi mi sentii spinto a fare un passo in più, invitando l’intero gruppo degli amici adoratori di demoni a seguirmi. Dissi di nuovo di poter garantire loro che non ci sarebbe stato nessun pericolo.

«A voi ragazzi piace la considerazione e il rispetto» dissi. «Ecco cosa farò: chiamerò il mio pastore e vi farò riservare dei posti nel nostro santuario, per sabato prossimo; dei posti scelti in entrambi i lati del corridoio centrale.

Prenoterò cento posti, in modo che tutti abbiano il loro posto».

«Non disturbarti!» disse Roland «Io sto bene dove sono adesso».

Egli si fermò ancora per asciugarsi l’abbondante sudore che gli scorreva sul viso.

«E so che gli altri amici la pensano come me».

«Bene, mi sentivo di offrire a tutti voi i benefici della vita eterna, senza escludere nessuno». Poi cambiai argomento e ritornai al suo ultimatum. «Tu dici che io e i miei nuovi amici abbiamo i giorni contati, che gli spiriti demoniaci vogliono eseguire quella sentenza. Bene, ho delle notizie per te, per il sacerdote, e per tutti coloro che progettano di fare del male contro me e i miei amici. Come ho detto a quello spirito consigliere la notte scorsa, il Datore della vita, il Cristo del Calvario, si prende cura di me e dei miei amici. Io sono pronto a camminare sotto l’ombra della morte fintanto che Cristo mi accompagna attraverso la presenza del Suo Spirito».

Grandemente terrorizzato, il mio amico non riuscì a parlare per quasi un minuto; aveva la faccia pallida e gli occhi fissi, e sembrava che stesse per morire. Io gli chiesi se stava bene, ma lui non rispose.

«C’è qualcosa che non va, Roland?».

Ancora nessuna risposta. Allora, in silenzio chiesi: «Caro Gesù, per favore aiutami!».

Scuotendo la testa, egli finalmente disse: «Non so cosa mi sia successo, ma sembra che per un momento abbia perso conoscenza. Morneau, so che lo Spirito che ti accompagna è grande e potente. Per favore, non parlare più di questa cosa, perché mi terrorizza».

Quando si riprese, gli chiesi di portare il mio messaggio al sommo sacerdote.

«Non sono stato sufficientemente chiaro riguardo l’ultimatum, Morneau. La minaccia alla tua vita va ben oltre a ciò che gli spiriti possono farti. Il comitato di controllo ha deciso che la tua rivolta dal nostro gruppo potrebbe risultare nella divulgazione di informazioni segrete, danneggiando così la causa del maestro. Si è parlato di mettere una taglia su di te. Una persona è arrivata ad offrire ben 10.000$ (equivalenti a 103.000€ del 2018) perché qualcuno ti uccida; ma poi abbiamo pensato che questo suggerimento era incauto, quindi l’abbiamo respinto. Tuttavia, siamo giunti ad una decisione. Se uno spirito ci informa che tu hai parlato a qualche esterno delle attività della nostra società segreta, tre persone si sono offerte volontariamente per spararti al momento opportuno. Il comitato di controllo l’ha considerata una mossa più saggia, perché tutto resterebbe confinato all’interno della nostra società, evitando la possibilità di un coinvolgimento legale. Abbiamo sottoposto il piano ad uno spirito consigliere, ricevendo la piena approvazione più il dono della chiaroveggenza per i volontari, affinché essi sappiano sempre dove sei. Speravo di non dovertelo dire, ma il tuo rifiuto di attenerti alle richieste del sommo sacerdote non mi lascia altra scelta. Mi dispiace».

«Di al sacerdote che io sono coraggioso, ma non stupido» replicai. «Non guadagno nulla se parlo a qualcuno di questa società segreta. Posso anche vivere senza dire nulla; ma non sono d’accordo che la mia sopravvivenza dipenda dalla parola di uno spirito bugiardo. Di al sacerdote che ho un nuovo Amico, nella persona di Gesù Cristo. Egli è potente e vuole rispetto, a tal punto che i demoni tremano solo sentendo il Suo nome. E quando si ordina nel Suo grande nome, fuggono perfino gli spiriti consiglieri, come ho potuto vedere la notte scorsa».

Non so se ciò che provavo si potesse definire giusta indignazione o no, ma la minaccia di Roland scatenò in me la determinazione di mostrargli il potere e la giustizia di Dio per il resto della sua vita.

«Sembra che il sacerdote conosca la Bibbia. Fagli leggere Colossesi 2:9, 10 in cui è scritto ciò che ho detto del Signore della gloria». Scrissi rapidamente il versetto biblico su un pezzo di carta, in modo che il mio amico non lo dimenticasse.

«E dato che ha ancora la Bibbia tra le mani» aggiunsi, «voglio fargli considerare qualcos’altro. Secoli fa, un potente re voleva conquistare e sottomettere grandi nazioni e popoli. Un giorno, però, egli insultò la persona sbagliata: egli attaccò colui che aveva fatto di Dio un amico molto caro, e ciò risultò nella perdita di 185.000 soldati. Soltanto pochi ufficiali di Sennacherib sopravvissero per testimoniare le conseguenze dell’orgoglio del re. Dopo che Sennacherib tornò a casa, a Ninive, due dei suoi figli lo uccisero a colpi di spada (vedi il libro di Isaia, al capitolo 37). Roland, dì al sacerdote di riflettere molto prima di farla finita con Roger Morneau, affinché il distruttore non venga distrutto. Ora vi darò le regole da seguire in questo gioco dell’estinzione; e lo sto facendo con il pieno appoggio del mio nuovo Amico, che questa mattina mi ha mostrato come intende risolvere il mio problema».

Gli occhi di Roland si spalancarono, ed ebbi tutta la sua attenzione. Dopo essermi avvicinato al tavolo dove si trovava la mia Bibbia aperta al capitolo 37 di Isaia, lo chiamai per mostrargli qualcosa. Avevo sottolineato in rosso i versetti che intendevo memorizzare: dal 14 al 20 e dal 33 al 38. Dopo avergli mostrato per iscritto la storia che gli avevo appena raccontato, gli spiegai il modo in cui lo Spirito Santo aveva benedetto la mia mente quella mattina presto, facendomi aprire la Bibbia affinché mi rendessi conto di quanto facilmente Dio può risolvere i miei problemi. Poi gli lessi alcuni versetti.

«Vedo che qualcosa del genere potrebbe accadere pure a noi» replicò Roland, ovviamente preoccupato.

«Sì, e la responsabilità è del sommo sacerdote. Digli che il giorno in cui lui e i suoi ragazzi penseranno seriamente di eliminare Morneau, il Datore della vita toglierà la vita a tutti i suoi membri adoratori di demoni, lasciando vivo soltanto lui per l’organizzazione dei funerali. Questo potrebbe accadere durante una delle loro sessioni di lode ai loro falsi dei. Improvvisamente, un silenzio mortale riempirà la sala dell’adorazione».

Ora Roland si era seduto e fumava una sigaretta, ma a causa del tremore, non poteva posare la sigaretta sul posacenere. Dovetti avvicinarmi e farlo io per lui.

«Morneau, io devo andare. Ho paura che quello che mi hai appena detto possa accadere se il sacerdote non viene avvisato. Appena sarò andato via da qui, telefonerò a George per dirgli che le nostre vite sono in pericolo se non fermiamo quelle tre persone che si sono offerte volontariamente per ucciderti. Se la notizia giungerà a tutti i membri prima che il sacerdote abbia la possibilità di farmi giurare per la segretezza, è possibile che la pressione esercitata su di lui per revocare il tentativo di assassinarti sia abbastanza forte da garantirti una lunga vita».

Mentre gli stringevo la mano per l’ultima volta, egli disse che, dato che non voleva dare un dispiacere agli spiriti, noi due avremmo dovuto evitare di incontrarci ancora; e se per caso ci fossimo incontrati, avremmo dovuto ignorarci. Io gli dissi che ero d’accordo. In questo modo terminò un viaggio nel soprannaturale pieno di tensioni, e persi anche un grande amico; ma i benefici guadagnati da questa perdita sono stati molti. Il fatto di essere ancora vivo testimonia la bontà, l’amore, e la potenza della salvezza del Signore Gesù Cristo. Io non incontrai più Roland, ma una volta lo vidi da vicino mentre usciva da un negozio in Ste. Catherine Street West. Entrando nella sua Cadillac parcheggiata illegalmente, egli sfoggiava un cappello bianco e un abito di seta; aveva davvero un bellissimo aspetto, ma io non lo invidiavo. Mentre camminavo lungo la strada per andare a prendere il tram, in quel meraviglioso giorno di giugno, gioivo grandemente nel Signore. Elevando il mio cuore verso il luogo santissimo del santuario celeste, dialogavo con Lui e consideravo veramente questa ricca esperienza della vita. Anche se avevo voltato le spalle agli spiriti e a tutto ciò che avevano da offrirmi, essi cercarono di ristabilire un contatto con me. Quasi ogni notte sentivo dei rumori, e ciò continuò per mesi. Una sera, Cyril venne da me per osservare il fenomeno, e dopo aver udito la loro attività, disse: «Andiamo via da qui! Come puoi restare in questo posto? Perché non ti trasferisci altrove?».

In qualche modo non volevo dare agli spiriti la soddisfazione di pensare che li temevo. Pensai che se avessi iniziato a scappare da loro, avrei dovuto farlo per sempre. Perciò con?dai che, ovunque mi trovassi, il Signore Gesù avrebbe provveduto per me, dandomi l’aiuto e la protezione di cui avevo grandemente bisogno.

CAPITOLO 14 – RIFLETTENDO SULLE MIE BENEDIZIONI

In quel primo sabato, quando stavo per uscire dal santuario della chiesa avventista, chiesi al Signore di fare in modo che la prossima settimana potessi essere nuovamente là; e quando vi ritornai, ringraziai Dio per aver operato in mio favore nei giorni precedenti, infatti, quello fu un giorno di festa nel Signore, e un giorno di riflessione sulle benedizioni ricevute.

Poi scoprii il grande beneficio di ripensare alle proprie benedizioni ricevute. Compresi che il comandamento di santificare il riposo del giorno di sabato era stato dato per permettere all’uomo di sfuggire alla costante insistenza degli affari materiali della vita, avendo così il tempo di riflettere sulle benedizioni ricevute, per avvicinarsi di più al Creatore e rinnovarsi sia fisicamente che spiritualmente.

Dopo essermi duramente confrontato con gli spiriti, e dopo che la mia vita aveva ripreso un andamento normale, immediatamente rivolsi la mia attenzione sulla ricerca della storia ecclesiastica e secolare, per capire in che modo la chiesa cristiana avesse iniziato a rispettare il riposo domenicale a discapito di quello del sabato, adottando le dottrine dell’immortalità dell’anima e del tormento eterno. Per cinque mesi passai quasi tutto il mio tempo libero alla biblioteca municipale di Montreal. Lessi con grande interesse gli scritti della chiesa cattolica romana alla luce della profezia biblica. Indagai sulla vita di certi santi considerati colonne portanti della prima chiesa cattolica, ed esaminai la loro influenza sul cristianesimo. La storia dei papi ebbe un nuovo significato. Mi affascinò particolarmente il modo in cui Origene di Alessandria (uno dei primi padri greci della chiesa, vissuto dal 185 al 254 d.C.) riuscì ad unire alcune delle filosofie delle scuole neoplatoniche con le dottrine della cristianità. Quel periodo di ricerca e studio mi servì per consolidare la mia fede nella Bibbia.

Un meraviglioso giorno di sabato dell’aprile del 1947, feci la beata esperienza di essere battezzato per immersione, diventando un membro della chiesa avventista del settimo giorno. In quello stesso giorno incontrai una ragazza di nome Hilda Mousseau. Quando alcuni di noi stavano uscendo dalla chiesa dopo la riunione serale, il pastore Taylor disse che chiunque andava ad est poteva percorrere un paio di isolati con lui fino al parcheggio. Quattro di noi accettarono la sua offerta e, dopo aver raggiunto la destinazione del pastore, ci dirigemmo verso la fermata più vicina del tram. Così, Hilda ed io ci conoscemmo, e in seguito viaggiammo insieme in autobus tante altre volte. Non passò molto tempo prima che scoprissimo di avere interessi, simpatie e antipatie comuni. Dopo un po di tempo facevamo coppia fissa; e un giorno pensai che sarebbe stata una buona idea cercare di convincerla a diventare mia moglie.

A quei tempi, il matrimonio era davvero una cosa importante, e si doveva considerare quale sarebbe stato il posto e il tempo giusto. Riesaminai il mio piano d’azione molte volte. Decisi di agire una precisa domenica sera. L’importante proposta doveva essere fatta in un momento tranquillo; e il momento migliore sarebbe stato mentre aspettavamo che la guardia notturna arrivasse

per aprire la porta a Hilda. Di solito si doveva suonare due o tre volte prima che quell’uomo arrivasse dopo circa 10 minuti, a seconda di quanto era lontano. A quel tempo, Hilda, faceva l’infermiera al Montreal Convalescent Hospital, e abitava nell’alloggio delle infermiere dell’ospedale. Tutte le infermiere dovevano rientrare entro le 23:00, e più si arrivava vicino a quell’orario, meno si aspettava. Dunque, decisi che le 22:30 sarebbe stato un orario ideale.

Era una bellissima giornata di giugno e, come pianificato, passammo una bella domenica insieme, culminando con un giro della città di Montreal su di un autobus scoperto. Dopo ogni fermata, come la vettura riprendeva velocità, i lunghi capelli biondi di Hilda si sollevavano dalle sue spalle e sventolavano nella brezza, mentre i suoi occhi blu scintillavano per la luce delle molte insegne al neon lungo la strada. Più la guardavo in faccia, più ero convinto che si sarebbe dovuta chiamare Hilda Geraldine Morneau.

Verso le 22:30 arrivammo all’ingresso dell’alloggio per le infermiere e, come molte altre volte, Hilda suonò il campanello e appoggiò le sue spalle alla porta, prevedendo la solita lunga attesa. Subito le chiesi se volesse considerare l’idea di sposarmi, ma appena dissi quelle parole arrivò il guardiano. Dopo aver aperto la porta, l’uomo arretrò di una decina di passi, incrociò le mani, e si mise a guardarmi come se volesse dirmi: “Ti sfido a darle il bacio della buona notte in mia presenza.”

Sia la mia richiesta che il rapido arrivo del (solitamente lento) guardiano sorpresero Hilda. Lei disse di averci pensato, e si aspettava che sarebbe successo in un lontano futuro. Io la rassicurai che tutto ciò che volevo per il momento era un bel SI, e che ne avremmo parlato in seguito, al momento più opportuno per lei. Appena gli ebbi detto questo, il guardiano sbraitò: «Ragazza, stai entrando o vuoi restare là fuori? Ho del lavoro da fare, e se non entri, chiuderò la porta con te fuori».

Lei mi diede un rapido SI, un bacetto, e corse via quasi in lacrime.

«Ragazze, vi devo insegnare che quando apro la porta è il momento di entrare» disse l’uomo.

Lei replicò «Non capita ogni notte che una ragazza riceva una proposta di matrimonio».

Il guardiano sembrò sorpreso. «Mi dispiace» disse. «Perché non mi hai detto che era così importante. Ti avrei dato più tempo!».

In quello stesso momento Hilda decise di trasferirsi. Sua madre aveva un appartamento in Queen Mary Road, e Hilda decise di vivere con lei indipendentemente da quanto avrebbe dovuto viaggiare per lavoro. Allo stesso tempo, io mi diressi verso casa, sentendomi uno sciocco per aver sbagliato la tempistica. Appena Hilda fu in grado, telefonò sua madre per informarla dei suoi piani.

«Mamma, ho qualcosa di stupendo da dirti».

«Certo, di cosa si tratta?».

«Devo sposarmi».

«Sei diventata matta? Hai solo 21 anni! inoltre, chi stai per sposare?».

«Mi sposerò con Roger, quel ragazzo della chiesa con cui esco. Sai, quello che hai incontrato un paio di volte».

«Sì, ma vi conoscete solo da poco tempo. Non state affrettando un po’ troppo le cose?».

Poi, secondo Hilda, lei scoppiò in un mare di lacrime e aprì il suo cuore alla madre. La conversazione si concluse con sua madre che le diceva di non piangere perché ne avrebbero parlato meglio quando sarebbero state insieme. La sera dopo, quando chiamai Hilda, lei mi informò del punto di vista della madre, e io suggerii di andare insieme a farle visita la domenica seguente, così le avrei chiesto la mano di sua figlia. Avremmo discusso con lei dell’importante argomento, arrivando ad una conclusione soddisfacente. Alla fine, sua madre fu molto comprensiva riguardo le nostre intenzioni, così scegliemmo la sera del 20 settembre per le nozze.

Presto l’estate passò dando posto all’autunno, che cercò di superare il suo predecessore in calore, bellezza e incanto. Il sabato mattina del nostro matrimonio mi alzai presto, e scoprii una natura piena di vita. Quando uscimmo dalla chiesa, dopo il servizio del mattino, il termometro segnava i 30 gradi. Alcune foglie secche fluttuavano nella gentile brezza. I nostri amici Ruth e Arthur Cheeseman misero a disposizione la loro casa per la cerimonia nuziale. Noi volevamo una cerimonia tranquilla, alla presenza di pochi amici intimi. Tra gli ospiti c’erano due pastori avventisti con le loro mogli: André Rochat, ministro della chiesa francese, e L. W. Taylor, ministro della chiesa inglese, che celebrò il matrimonio. La signora Cheeseman, la signora Mousseau e altre avevano addobbato meravigliosamente la casa per l’occasione. Mentre mia moglie ed io pronunciavamo i voti matrimoniali davanti al pastore, il mio portamento era alto e dritto, non per impressionare gli amici presenti, ma a motivo dei molti esseri invisibili che ci guardavano: angeli che venivano dalla presenza dell’Onnipotente per rallegrarsi insieme a noi; e i demoni (ai quali il loro crudele capo aveva ordinato di essere presenti) che avevano visto fallire i loro sforzi quando, per la grazia del Signore Gesù, ero uscito dai loro ranghi. Tra l’altro, io indossavo il mio abito migliore: proprio quel vestito fatto su misura che avevo comprato con i soldi che avevo vinto giocando alle corse dei cavalli con l’aiuto dei demoni.

EPILOGO

Sono passati 47 anni dal mio coinvolgimento con il mondo soprannaturale degli spiriti malvagi. Ora sto invecchiando e mi avvicino alla soglia dell’ottantina. Io credo che se sono ancora vivo, è perché il Signore Gesù, il Datore della vita, il Signore della gloria, si è preso cura di me. Scegliere Cristo, all’età di 21 anni, quando gli spiriti mi offrivano ricchezza, fama e potere, è stata la scelta più saggia che abbia mai fatto. Avere una solida relazione con Cristo, come l’apostolo Paolo – “e per essere trovato in lui, avendo non già la mia giustizia […] ma quella che deriva dalla fede di Cristo: la giustizia che proviene da Dio mediante la fede, per conoscere lui, Cristo, e la potenza della sua risurrezione.” (Filippesi 3:9,10) – tutto ciò ha portato nella mia vita una tale ricchezza di pace, appagamento e gioia nel Signore che non possono essere comprati da nessuna somma di denaro. Come ho scritto nel mio recente libro More incredible Answers to Prayer, se non fosse stato per l’amorevole potere di Dio, io sarei morto di cancro nel 1989. Inoltre, Dio ha benedetto in modo meraviglioso il ministero della preghiera nel quale mi ha condotto. Lo Spirito di Dio ha trasformato tante vite, rimediando situazioni apparentemente impossibili, e risolvendo e vincendo i casi più disperati. Permettetemi solo un esempio. Un amica scrisse me e mia moglie per chiederci di pregare per suo marito che doveva essere operato per l’asportazione di un rene. A causa dell’età avanzata dell’uomo, e dato che sei mesi prima aveva avuto un infarto, i medici temevano che non riuscisse a superare l’intervento. Allo stesso tempo, però, essi non potevano permettere che il rene con il tumore restasse nell’organismo. Come tante altre volte, lo Spirito di Dio sostenne la mia fede con la potenza della resurrezione di Cristo, e chiesi al mio Signore di permettere (se fosse stato per la gloria della Divinità) che la potenza dello “Spirito della vita in Cristo Gesù” (Romani 8:2) riempisse il corpo del nostro amico espellendo gli elementi mortali che stavano distruggendo il suo rene. Quando, il giorno prima dell’operazione, quell’uomo si svegliò, si sentiva così bene da chiedere fortemente ai medici se avesse veramente bisogno di un intervento. Dopo una serie di esami, il medico scoprì, con sua grande sorpresa, che il rene non mostrava alcun segno di malattia, e che il grande tumore che vi si era attaccato era scomparso. Il giorno dopo, egli venne dimesso dall’ospedale. L’esaudimento di queste preghiere vale molto più di qualsiasi cosa gli spiriti potessero offrirmi. Tutto ciò che posso ancora dire è: «Gloria a Dio nell’alto dei cieli!».