La rosa tra le spine – Ellen G. White

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La rosa tra le spine

Ellen G. White

Capitolo 1 – L’amore di Dio per l’uomo

La natura e la rivelazione in egual modo testimoniano dell’Amore di Dio. Il nostro Padre celeste è la Fonte della vita, della saggezza e della gioia. Molteplici sono le meraviglie che possiamo scorgere nella natura! L’eccezionale diversità e l’adattamento di tutte le sue forme ed espressioni è stato pensato per i bisogni e per la felicità, non solo degli esseri umani, maanche di tutte le creature viventi. Sole e pioggia allietano e rinfrescano la terra; colline, mari e pianure parlano della vastità dell’Amore del Creatore.

È Lui che provvede ai bisogni quotidiani di tutte le Sue creature. Nelle belle parole del salmista leggiamo: “Gli occhi di tutti sperano in Te e tu dai loro il cibo a suo tempo. Tu apri la tua mano e sazi il desiderio di ogni essere vivente”. Salmo 145:15-16.

Dio ha creato l’uomo pienamente santo e felice, ponendolo in un pianeta la cui bellezza primigenia era a dir poco straordinaria: uscita dalle mani del suo Creatore, essa non portava alcuna piaga di decadimento o ombra di maledizione. Fu latrasgressione della legge di Dio – che è la legge dell’amore – ad aver introdotto

guai e morte. Eppure, anche in mezzo all’indicibile sofferenza causata dal peccato, l’amore di Dio continua a rivelarsi achiare lettere. Fu scritto che Dio maledisse la terra per amore dell’uomo (Genesi 3:17). La spina e il cardo, le difficoltà e le prove che rendono la sua vita così piena di fatiche e di affanni, accadono in realtà per il suo bene ultimo, come circostanze pedagogiche necessarie nel piano di Dio per elevarlo dalla rovina e dalla degradazione che l’iniquità provoca.

Il mondo, sebbene decaduto, non è infatti solo dolore e miseria. La natura è ancora piena di messaggi di speranza e conforto. I fiori crescono sui cardi e tra le spine svettano le rose. “Dio è amore” continua ad essere scritto su ogni germoglioche si schiude, su ogni spiga che nasce. Gli uccelli graziosi che fanno udire le loro variegate voci nell’aria con canti allegri, i fiori delicatamente colorati, ciascuno nella sua perfezione, e che profumano soavemente, gli alberi alti della foresta con il loro ricco fogliame di un verde acceso: tutto ciò testimonia la tenera e paterna cura del nostro Dio, nonché il suodesiderio di rendere felici tutti i suoi figli.

La parola di Dio ne rivela il carattere. Egli stesso dichiarò il Suo infinito Amore e la Sua bontà. Quando Mosè pregò: “Mostrami la tua gloria”, il Signore rispose: “Farò passare davanti a te tutta la mia bontà”. Esodo 33:18, 19. Questa è la Suagloria. Il Signore passò davanti a Mosè e proclamò: «Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco in bontà e verità, che conserva misericordia a migliaia, perdona l’iniquità, la trasgressione e il peccato». Esodo 34:6, 7. Egli è “lento all’ira e di grande benignità”, “perché si diletta nella misericordia”. Giona 4:2; Michea 7:18.

Dio ha legato a sé i nostri cuori con innumerevoli segni in cielo e in terra. Egli cerca di rivelarsi a noi tramite la natura e i legami terreni più intimi e teneri che si possano conoscere. Eppure tutte queste cose rappresentano solo in modo imperfetto il Suo amore. Nonostante tutte le prove fornite, il nemico di ogni bene ha accecato le menti degli uomini, affinché essi guardino a Dio con timore, considerandolo come un giudice severo e spietato. Satana ha portato gli uomini a concepire Diocome un essere il cui attributo principale è un’inflessibile giustizia, insomma, un creditore severo ed esigente.

Il nemico ha fatto in modo che il Creatore venisse dipinto come colui che vigila con occhio geloso per discernere glierrori e gli sbagli, per infliggerci punizioni e giudizi. È per allontanare quest’ombra falsa ed oscura, rivelando al mondo l’amoreinfinito di Dio, che Gesù è venuto ad abitare tra gli uomini.

Il Figlio di Dio scese dal cielo per manifestare il Padre. “Nessun uomo ha mai visto Dio. Il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, è stato Lui a rivelarlo”. Giovanni 1:18. “Nessuno conosce il Padre, salvo il Figlio, e colui al quale il Figlio lo rivelerà”. Matteo 11:27. Quando uno dei discepoli chiese: «Mostraci il Padre», Gesù rispose: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre, e come dici dunque: Mostraci il Padre?». Giovanni 14:8, 9.

Nel descrivere la Sua missione terrena, Gesù disse: “Il Signore mi ha unto per predicare il Vangelo ai poveri, Egli mi ha mandato a guarire quelli che hanno il cuore rotto, a predicare la liberazione ai prigionieri,

il recupero della vista ai ciechi, a rimettere in libertà i feriti”. Luca 4:18. Questa era la Sua opera. Andava in ogni luogo facendo del bene e guarendo tutti coloro che erano oppressi da Satana. C’erano interi villaggi dove non si udiva più un solo gemito di malattia in casa alcuna dopo che Egli si era fermato là e ne aveva guarito gli ammalati. La Sua opera diede prova della Sua unzione divina. L’amore, la misericordia e la compassione si rivelavano in ogni atto della Sua vita. Il suo cuore era pieno di tenera simpatia per i figli degli uomini. Egli ha incarnato la natura dell’uomo per poter soddisfare i desideri dell’uomo. I più poveri e i più umili non avevano paura di avvicinarsi a Lui. Anche i bambini piccoli erano attratti da Lui.Amavano salire sulle sue ginocchia e guardarne il volto pacifico, benevolo e pieno d’amore.

Gesù non ha mai omesso una sola parola di Verità, ma anche la più piccola era pronunciata sempre con tatto e amore. Esercitava il massimo garbo e mostrava una premurosa attenzione nei rapporti con la gente. Non era mai scortese, nonpronunciava mai inutilmente una parola severa, non dava mai un dolore gratuito ad un’anima sensibile. Non censurava ladebolezza umana. Diceva la verità, ma sempre intrisa d’amore. Denunciava l’ipocrisia, l’incredulità e l’iniquità, ma la sua voce era rotta dai singhiozzi del pianto mentre pronunciava i suoi rimproveri più duri. Pianse su Gerusalemme, la città che amava,che rifiutava di ricevere Lui, la Via, la Verità e la Vita. Avevano rigettato il Salvatore, ma Egli continuava a considerarli con la più compassionevole tenerezza. La sua vita era costruita tutta sull’abnegazione e sulla premurosa cura per gli altri. Ogni anima era preziosa ai Suoi occhi. Pur comportandosi sempre con dignità

divina, si inchinò con il rispetto più tenero verso ogni membro della famiglia di Dio. In tutti gli uomini Egli vedeva anime cadute che, secondo la Sua missione, erano da risollevare fino a completa salvezza.

Questo è il carattere di Cristo rivelato nella Sua vita. Questo è il carattere di Dio. È dal cuore del Padre che i fiumi dellacompassione divina, manifestati in Cristo, sgorgano verso i figli degli uomini. Gesù, il Salvatore tenero e compassionevole, era Dio “manifestato nella carne”. 1 Timoteo 3:16.

È stato per redimerci che Gesù visse, soffrì e morì. Divenne “uomo dei dolori”, affinché potessimo essere resi partecipi della gioia eterna. Dio permise al Suo amato Figlio, pieno di grazia e verità, di procedere da un mondo di gloria indescrivibile a uno deturpato e rovinato dal peccato, oscurato dall’ombra della morte e della maledizione. Il Padreacconsentì all’uscita del Figlio dal seno del Suo Amore e dall’adorazione continua degli angeli per soffrire la vergogna,l’insulto, l’umiliazione, l’odio e la morte. “Il castigo della nostra pace ricadde su di Lui e attraverso le Sue piaghe noi siamo stati guariti”. Isaia 53:5. Eccolo, contemplatelo nel deserto, nel Getsemani, sulla croce! L’immacolato Figlio di Dio ha preso su di sé il peso del peccato. Colui che era uno con Dio sentiva nella sua anima il terribile abisso tra Dio e l’uomo apertodal peccato. Fu proprio questo orrore a strappare dalle sue labbra il grido angosciato: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Matteo 27:46. Fu il peso del peccato, il senso della sua terribile enormità, della separazione dell’anima da Dio: fu questo a spezzare il Cuore del Figlio di Dio.

Questo immenso sacrificio non è stato compiuto per far sorgere nel Padre sentimenti di amore nei confronti dell’uomo; non aveva lo scopo di renderlo disposto a salvarci. Nient’affatto! “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito”(Giovanni 3:16). Il Padre ci ama non perché Cristo abbia operato la riconciliazione per noi, ma ha provveduto a fornirci una così grande riconciliazione proprio in virtù del fatto che ci aveva già amati sin dal principio! Cristo è il Mediatore attraverso cui il Padre riversa tale infinito Amore su un mondo decaduto. “Dio era in Cristo e riconciliava il mondo a Sé” (2 Corinzi5:19). Dio è stato accanto alle sofferenze di Suo Figlio. Nell’agonia del Getsemani, durante la morte sul Calvario, il Cuore dell’Amore Infinito ha pagato il prezzo della nostra redenzione.

Gesù disse: “Per questo il Padre mio mi ama, perché depongo la mia vita per poterla riprendere di nuovo”. Giovanni 10:17. Parafrasando: “Il Padre mio ti ama al punto di amarmi ancora di più perché ho dato la mia vita per redimerti. Diventando il tuo Sostituto e il tuo Garante, cedendo la Mia vita, assumendomi le tue passività, le tue trasgressioni, sono ancora più caro a Mio Padre, perché mediante il Mio sacrificio, Egli può essere giusto e, allo stesso tempio, giustificare te, secredi in Me”.

Nessuno tranne il Figlio di Dio poteva compiere la nostra redenzione, poiché solo Colui che era nel seno del Padre poteva rivelarlo.

Solo Colui che conosceva l’altezza e la profondità dell’amore di Dio poteva renderlo manifesto. Niente come il sacrificio infinito compiuto da Cristo in favore dell’uomo caduto può esprimere l’amore del Padre per

l’umanità perduta.

“Dio ha tanto amato il mondo, da dare il suo Figlio unigenito”. Gli ha dato non solo di vivere tra gli uomini, di portare i loro peccati e di morire a loro posto. Lo diede alla razza caduta. Cristo doveva identificarsi con gli interessi e con i bisogni dell’umanità. Colui che era uno con Dio si è unito ai figli degli uomini con legami che mai potranno essere spezzati. Gesù“non si vergogna di chiamarli fratelli” (Ebrei 2:11). Egli è il nostro Sacrificio, il nostro Avvocato, il nostro Fratello, che porta la nostra forma umana davanti al trono del Padre e attraverso le epoche eterne è uno con la razza che Egli ha redento: il Figlio dell’uomo. E tutto questo affinché l’uomo possa essere sollevato dalla rovina e dalla degradazione del peccato,affinché possa riflettere l’amore di Dio e condividere la gioia della santità.

Il grande sacrificio del nostro Padre celeste nel mandare Suo Figlio a morire per noi ci dovrebbe far comprendere quantovalore abbiamo agli occhi di Dio e quali ulteriori possibilità Egli ci dà di crescere e di migliorare in Cristo. Quando l’ispirato apostolo Giovanni vide l’altezza, la profondità, l’ampiezza dell’amore del Padre verso la razza morente, fu pieno di adorazione e riverenza e, non riuscendo a trovare un linguaggio adatto per esprimere la grandezza e la tenerezza di questo amore, ha invitato il mondo a vederlo. “Ecco l’amore il Padre ci ha concesso: quello di essere chiamati figli di Dio”. 1 Giovanni 3:1. Che grande valore questo titolo conferisce all’umanità! Con la trasgressione della legge i figli dell’uomo diventano schiavi di Satana. Con la fede nel sacrificio espiatorio di Cristo i figli di Adamo possono diventare figli di Dio.

Assumendo la natura umana, Cristo eleva l’umanità alla sua natura divina! Gli uomini caduti, coltivando la connessione con Cristo, possono davvero diventare degni del nome di “figli di Dio”.

Tale amore non ha pari. Figli del Re celeste! Che promessa preziosa, che tematica degna della più profondameditazione! L’ineguagliabile amore di Dio per un mondo che non Lo ama! Riflettere su questo ha un grande potere di sottomettere l’animo a Dio e di rendere la mente totalmente sotto il controllo della volontà di Dio, che è amore e gioia. Quanto più studiamo il carattere divino alla luce della croce, tanto più scorgeremo in esso la misericordia, la tenerezza e il perdono sotto piena equità e giustizia, e tanto più chiaramente discerneremo le innumerevoli prove di un infinito amore e di una tenera pietà che superano grandemente anche il più profondo affetto ancestrale di una madre per il proprio figlio ribelle.

 

Capitolo 2 – Abbiamo bisogno di Dio!

L’uomo originariamente era dotato di nobili facoltà e di una mente ben equilibrata. Era perfetto nel suo essere e in armonia con Dio.

I suoi pensieri erano puri, i suoi scopi santi. Ma a causa della disobbedienza, la sua natura fu pervertita e l’egoismo prese il posto dell’amore.

Il suo deperimento fu tale che, dopo la trasgressione, gli fu impossibile resistere al potere del male con le sue sole forze.

Fatto prigioniero di Satana, sarebbe rimasto tale per sempre se Dio non fosse intervenuto in modo straordinario. Lo scopo del tentatore era quello di contrastare il piano divino durante la creazione dell’uomo, infliggendo alla terra dolore e desolazione e attribuendo poi allo stesso Creatore le colpe di tutto questo.

Quando era senza peccato, l’uomo manteneva una gioiosa comunione con Colui “nel quale sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della conoscenza”. Colossesi 2:3. Ma dopo il peccato, non riuscì più a trovare

appagamento nella santità e cercò di nascondersi dalla presenza di Dio. Tale è ancora oggi la condizione del cuore nonrinnovato: non è in armonia con Dio e perciò non trova felicità nella comunione con Lui. Il peccatore non può essere felice alla presenza di Dio e fugge dalla compagnia degli esseri santi: se potesse entrare in paradiso, non proverebbe alcuna gioia. Là infatti regna uno spirito di amore altruistico e ogni cuore risponde spontaneamente e genuinamente al richiamo dell’Amore Infinito; il cuore del peccatore, invece, non riuscirebbe a suscitare in sé alcuna risposta adeguata a un simile Amore. D’altro canto, i suoi pensieri, i suoi interessi abituali e le sue motivazioni sarebbero estranei anche agli immacolatiabitanti dei luoghi celesti. Il cuore umano rappresenterebbe una nota stonata nelle soavi melodie celesti. Il paradiso sarebbe un luogo di tortura per i peccatori, i quali vorrebbero soltanto nascondersi da Colui che è la Fonte della Luce e di ogni gioia. Non è dunque un decreto arbitrario di Dio ad escludere gli empi dal cielo, ma sono essi stessi ad allontanarsi a causa della loro inadeguatezza alla sua compagnia. La gloria di Dio sarebbe per loro un Fuoco divorante, al punto che preferirebbero ardentemente la distruzione allo stare sempre alla Sua presenza.

È impossibile per noi uscire da soli dall’abisso di peccato in cui siamo sprofondati. I nostri cuori sono così malvagi che non possiamo cambiarli con le nostre sole forze. “Chi può trarre una cosa pura da una impura? Nessuno.” (Giobbe 14:4) “La mente carnale è inimicizia contro Dio: poiché non è soggetta alla legge di Dio, né può esserlo” (Romani 8:7). L’educazione,la cultura, l’esercizio della volontà, lo sforzo umano hanno sicuramente degli effetti benefici, ma sono impotenti a

liberare dal peccato. Possono produrre una correttezza esteriore, comportamentale, ma non possono cambiare il cuore, non possono purificare le sorgenti della vita. Per far passare gli uomini dal peccato alla santità è necessaria una potenza che operidall’interno e consegni una nuova vita proveniente dall’Alto. Quella potenza è Cristo. Soltanto la sua grazia può ravvivare le facoltà senza vita dell’anima e attirarla a Dio, alla santità.

Il Salvatore disse: “A meno che un uomo non sia nato dall’alto”, a meno che non riceva un cuore nuovo, nuovi desideri,nuovi scopi e nuove motivazioni, che lo conducano a una nuova vita, “non può vedere il regno di Dio” (Giovanni 3:3).

L’idea che sia necessario soltanto sviluppare il bene che esiste nell’uomo per natura, è un

inganno fatale. “L’uomo naturale non riceve le cose dello Spirito di Dio: poiché sono follia per lui, né può conoscerle, perché si giudicano spiritualmente” (1 Corinzi 2:14). “Non meravigliarti che ti abbia detto: devi rinascere” (Giovanni 3:7). Di Cristo è scritto: “In Lui era la vita e la vita era la luce degli uomini” (Giovanni 1:4). L’unico “nome sotto il cielo dato agliuomini, per mezzo del quale dobbiamo essere salvati” (Atti 4:12).

Non basta percepire la premura di Dio, vedere la benevolenza, la tenerezza paterna del suo carattere. Non bastadiscernere la saggezza e la giustizia della Sua legge, per vedere che essa è fondata sul principio eterno dell’amore. L’apostolo Paolo vide tutto questo quando esclamò: “Riconosco che la legge sia buona” (Romani 7:16). “La legge è santa e il comandamento santo, giusto e buono”. (Romani 7:12)

Ma poco dopo aggiunse, nell’amarezza della sua anima angosciata e disperata: “Sono carnale, venduto al peccato”. (Romani 7:14). Desiderava la purezza, la giustizia, che in sé stesso non era in grado di raggiungere, e gridò: “O uomo miserabile che sono! Chi mi libererà da questo corpo di morte?». (Romani 7:24). Questo è il grido che è salito dai cuori oppressi in tutte le terre e in tutte le epoche. Per tutti c’è una sola risposta: “Ecco l’Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo”. (Giovanni 1:29).

Lo Spirito di Dio ha cercato in vari modi di illustrare all’umanità come ci si sente quando siamo oppressi dal peso del peccato.

Quando, dopo aver peccato, ingannando Esaù, Giacobbe fuggì dalla casa di suo padre, fu oppresso da un senso di colpa. Solitario ed emarginato com’era, separato dagli affetti della sua casa, l’unico pensiero che più di ogni altro premeva sulla sua anima, era il timore che il suo peccato lo avesse separato da Dio, che fosse abbandonato dal Cielo. Si sdraiò triste per riposaresulla nuda terra, intorno a lui solo le colline solitarie e, in alto, il cielo splendente di stelle. Mentre dormiva, una strana luceirruppe alla sua vista, ed ecco, dalla pianura su cui giaceva, delle grandi scale oscure sembravano condurre in alto fino alleporte stesse del cielo. E su di esse gli angeli di Dio transitavano su e giù mentre dall’alto della gloria si udiva la voce divina con un messaggio di conforto e di speranza. Così fu fatto conoscere a Giacobbe ciò che soddisfaceva il bisogno e il desiderio della sua anima: un Salvatore. Con gioia e gratitudine vide rivelata la via attraverso la quale lui, peccatore, poteva essereriportato alla comunione con Dio. La scala mistica del suo sogno

rappresentava Gesù, l’unico mezzo di comunicazione tra Dio e l’uomo.

Questa è la stessa figura a cui Cristo si riferì nella sua conversazione con Natanaele, quando disse: “Vedrete il cielo aperto egli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell’uomo”. (Giovanni 1:51). Attraverso il peccato, l’uomo si è allontanato da Dio e la terra fu separata dal cielo non permettendo più nessun contatto. Ma attraverso Cristo la terra è nuovamente collegata al cielo. Con i Suoi meriti, Cristo ha colmato l’abisso creato dal peccato, affinché gli angeli potessero mantenere la comunione con l’uomo. Cristo collega l’uomo caduto nella sua debolezza e impotenza con la Fonte del potere infinito.

Ma vani sono i sogni di progresso degli uomini, vani tutti gli sforzi per l’elevazione dell’umanità, se trascurano l’unica Fonte di speranza e di aiuto per la razza caduta. “Ogni dono buono e ogni dono perfetto” (Giacomo 1:17) viene da Dio. Nonesiste vera eccellenza di carattere al di fuori di Lui. E l’unica via verso Dio è Cristo il quale dice: “Io sono la via, la verità e la vita: nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”. (Giovanni 14:6).

Il cuore di Dio brama i Suoi figli terreni con un amore più forte della morte. Rinunciando a Suo Figlio, è come se avessesublimato per noi tutto il cielo, in un unico dono. La vita, la morte e l’intercessione del Salvatore, il ministero degli angeli, la supplica dello Spirito, l’opera del Padre al di sopra di ogni altra cosa. L’interesse incessante di tutti gli esseri celesti è rivoltoin favore della redenzione dell’uomo.

Contempliamo lo straordinario sacrificio che è stato fatto per noi! Cerchiamo di apprezzare il lavoro e l’energia che il Cielo sta profondendo per recuperare i perduti e per riportarli alla casa del Padre. Di cosa abbiamo bisogno per desiderare confervore tutto quello che ci attende? Le ricompense supreme per la nostra fede, il godimento del paradiso, la compagnia degli angeli, la comunione e l’amore di Dio e di Suo Figlio, l’elevazione e l’estensione di tutti i nostri poteri lungo le epoche eterne: non sono forse questi degli incentivi sufficienti a incoraggiarci e a spronarci a prestare un servizio amorevole nelcuore del nostro Creatore e Redentore?

Di converso, la Parola di Dio ci presenta il giudizio contro il peccato, l’inevitabile punizione, le sue conseguenze – la degradazione del carattere e la distruzione finale – proprio per metterci in guardia dal metterci al servizio di Satana.

Non considereremo la misericordia di Dio? Cos’altro potrebbe fare? Mettiamoci nella giusta relazione con Colui che ci ha amati di un amore ineffabile. Utilizziamo tutti i mezzi fornitici per essere trasformati a Sua somiglianza ed essere riportati all’armonia e alla comunione del Padre e del Figlio assieme agli angeli ministranti.

 

Capitolo 3 – Pentimento

Come potrà un uomo essere giusto davanti a Dio? Come potrà il peccatore essere ripulito dal peccato? È solo attraversoCristo che possiamo ritrovarci in armonia con Dio e con la Sua santità. Ma come possiamo venire a Cristo? Molti si pongono lastessa domanda che fece la moltitudine nel giorno di Pentecoste, quando, convinti di peccato gridarono: “Che dobbiamo fare?”. La prima risposta data da Pietro fu: “Pentitevi”. (Atti 2:37). Poco dopo aggiunse: «Pentitevi… e convertitevi affinché i vostri peccati siano cancellati». (Atti 3:19).

Il pentimento include il dolore per il peccato e l’allontanamento da esso. Non rinunceremo al peccato finché non ne comprenderemo la gravità. Finché non ci allontaniamo da esso nei propositi del cuore, non ci potrà essere alcun vero cambiamento nella vita.

Molti non riescono a comprendere la vera natura del pentimento. La maggior parte delle persone si rammaricano di aver peccato e addirittura cominciano una riforma esteriore perché temono che le loro azioni sbagliate causino loro sofferenza, ma questo non è pentimento nel senso biblico. Temono la sofferenza piuttosto che il peccato. Tale fu il dolore di Esaù quando

vide che il suo diritto di primogenitura era perduto per sempre. Balaam, terrorizzato dall’angelo che stava sul suo cammino con la spada sguainata, riconobbe la sua colpa per timore di perdere la vita, ma non vi era alcun vero pentimento per il peccato, nessuna conversione dei propositi, nessun aborrimento del male. Giuda Iscariota, dopo aver tradito il suo Signore,esclamò: «Ho peccato, tradendo il sangue innocente». (Matteo 27:4).

Questa confessione era il risultato di un terribile senso di colpa e della paura di un imminente giudizio. Le conseguenze chene sarebbero derivate lo riempirono di terrore, ma non c’era alcun dolore profondo e straziante nella sua anima per aver tradito l’immacolato Figlio di Dio e rinnegato il Santo d’Israele. Il Faraone, quando soffriva sotto il giudizio di Dio, riconobbe il suopeccato per sfuggire ad ulteriori punizioni, ma tornò a sfidare il Cielo non appena le piaghe furono cessate. Tutti questitemevano le conseguenze del peccato, ma non si addoloravano per il peccato in sé.

Quando invece il cuore cede all’influenza dello Spirito di Dio, la coscienza sarà ravvivata e il peccatore discernerà la profondità e la sacralità della santa legge di Dio, il fondamento del Suo governo in cielo e sulla terra. La “Luce, che illumina ogni uomo che viene al mondo”, illumina i segreti dell’anima e le cose nascoste delle tenebre sono rese manifeste. (Giovanni 1:9). La consapevolezza si instaura nella mente e nel cuore, così che il peccatore comprenda il senso della giustizia di Dio provando quindi il terrore di comparire, nella propria colpa e impurità, davanti a Colui che scruta i cuori. Vede l’amore di Dio, la bellezza della santità, la gioia della purezza e desidera essere purificato e riportato alla

comunione con il Cielo.

La preghiera di Davide dopo la sua caduta illustra la natura del vero dolore per il peccato. Il suo pentimento fu sincero e profondo. Non ci fu alcuno sforzo per attenuare la sua colpa, nessun desiderio di sfuggire al giudizio che lo minacciava.Davide vide la gravità della sua trasgressione, vide la contaminazione della sua anima, detestava il suo peccato. Non pregava solo per il perdono, ma per la purezza del cuore. Desiderava la gioia della santità: essere riportato in armonia e in comunione con Dio. Questo era il linguaggio della sua anima: «Beato colui la cui trasgressione è perdonata, il cui peccato ècoperto. Beato l’uomo al quale il Signore non imputa alcuna iniquità, e nel cui spirito non c’è inganno”. Salmo 32:1, 2.

Abbi pietà di me, o Dio, per la tua bontà, nella tua grande misericordia cancella i miei misfatti.

Lavami del tutto della mia iniquità e purificami dal mio peccato!

Poiché riconosco le mie colpe

e il mio peccato è sempre davanti a me. Io ho peccato contro te, contro te solo, e ho fatto ciò che è male agliocchi tuoi;

lo confesso affinché tu sia riconosciuto giusto

quando parli e irreprensibile quando giudichi.

Ecco, io sono stato formato nell’iniquità,

e la madre mia mi ha concepito nel peccato.

Tu ami la sincerità nell’intimo, insegnami dunque

la sapienza nel segreto del cuore. Purificami con l’issopo, e sarò netto, lavami e sarò più bianco della neve. Fammi udire gioia e allegrezza,

fa’ che le ossa che hai tritato festeggino.

Distogli lo sguardo dai miei peccati e cancella tutte le mie colpe.

O Dio, crea in me un cuore puro

e rinnova dentro di me uno spirito ben saldo.

Non respingermi dalla tua presenza e non togliermi il tuo santo Spirito.

Rendimi la gioia della tua salvezza

e fa’ che uno spirito volonteroso mi sostenga.

Io insegnerò le tue vie ai trasgressori, e i peccatori si convertiranno a te.

Liberami dal sangue versato, o Dio, Dio della mia salvezza,

e la mia lingua celebrerà la tua giustizia.

Salmo 51:1-14. (Salmo di Davide, quando il profeta Natan venne da lui, dopo che Davide era stato daBatsceba.)

Un pentimento come questo va oltre la portata delle nostre forze: si ottiene solo da Cristo, che è salito in cielo e ha elargito doni agli uomini.

Questo è un punto su cui molti potrebbero sbagliare, fallendo nel ricevere l’aiuto che Cristo desidera dare loro. Molti pensano di non poter venire a Cristo se prima non si pentono e che il pentimento è uno stadio antecedente al perdono deiloro peccati. È vero che il

pentimento precede il perdono dei peccati, poiché è solo il cuore spezzato e contrito che sentirà il bisogno di un Salvatore. Mail peccatore deve aspettare finché non si è pentito prima di poter venire a Gesù?

Il pentimento deve essere un ostacolo tra il peccatore e il Salvatore?

La Bibbia non insegna che il peccatore deve pentirsi prima di poter ascoltare l’invito di Cristo: “Venite a me, voi tutti che siete affaticati ed aggravati, e io vi darò riposo”. Matteo 11:28. È la virtù che procede da Cristo, che porta al pentimento autentico.

Pietro rese chiara la questione nella sua dichiarazione agli Israeliti quando disse: “Dio lo ha esaltato con la sua destra, costituendolo principe e salvatore, per dare pentimento a Israele e perdono dei peccati”. Atti 5:31. Non possiamo pentirci senza lo Spirito di Cristo che risveglia la coscienza più di quanto non possiamo essere perdonati senza Cristo.

Cristo è la fonte di ogni retto impulso. Lui è l’unico che può impiantare nel cuore l’inimicizia verso il peccato. Ogni desiderio di verità e purezza, ogni convinzione della nostra peccaminosità, è una prova che il Suo Spirito sta operando nei nostri cuori.

Gesù disse: “E quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti gli uomini a me”. Giovanni 12:32. Cristo deve essere rivelato al peccatore come il Salvatore che muore per i peccati del mondo. E mentre osserviamo l’Agnello di Dio sulla croce del Calvario, il mistero della redenzione comincia a rivelarsi alle nostre menti e la bontà di Dio ci conduce al pentimento. Morendo per i peccatori, Cristo ha manifestato un amore

incomprensibile e quando il peccatore incontra questo amore, ammorbidisce il cuore, impressiona la mente e genera contrizione nell’anima.

È vero che gli uomini a volte si vergognano dei loro peccati. Arrivano a contemplare il loro essere e ad abbandonare alcune delle loro cattive abitudini, prima di rendersi conto di essere attratti da Cristo. Ma ogni volta che si sforzano di riformarsi, spinti da un sincero desiderio di fare il bene, è la potenza di Cristo ad attirarli. Un influsso di cui non sonoconsapevoli opera sull’anima, la coscienza viene ravvivata e la vita esteriore viene modificata. E mentre Cristo li attira per guardare la Sua croce, a contemplare Colui che i loro peccati hanno trafitto, il comandamento arriva alla coscienza. Vieneloro rivelata la malvagità della loro vita e del loro peccato.

Essi cominciano a comprendere qualcosa dell’immensa giustizia di Cristo ed esclamano: “Cos’è il peccato da richiedere untale sacrificio per la redenzione della sua vittima? Tutto questo amore, tutta questa sofferenza, tutta questa umiliazione, sonostati richiesti affinché non perissimo, ma avessimo la vita eterna?”

Ovviamente il peccatore può resistere a questo amore, può rifiutare di lasciarsi attrarre da Cristo, ma se non opponeresistenza sarà attratto naturalmente da Gesù. La conoscenza del piano della salvezza lo condurrà ai piedi della croce nel pentimento dei suoi peccati, gli stessi peccati che hanno causato le sofferenze del Figlio di Dio.

La mente divina che opera sulla natura, parla anche al cuore degli uomini creando in loro un bisogno

inesprimibile di qualcosa che non hanno. Le cose del mondo non possono soddisfare questo desiderio. Lo Spirito di Dio lisprona a cercare quelle cose uniche che possono dare pace e riposo: la grazia di Cristo e la gioia della santità. Attraversoinfluenze visibili e invisibili, il nostro Salvatore è costantemente all’opera per attrarre le menti degli uomini dai piaceri insoddisfacenti del peccato alle infinite benedizioni che possono ricevere in Lui. A tutte queste anime, che cercano invano di bere dalle cisterne rotte di questo mondo, è rivolto il messaggio divino: “Venga chi ha sete. E chiunque vuole, prenda liberamente l’acqua della vita”. Apocalisse 22:17.

Tu che nel tuo cuore desideri qualcosa di meglio di quanto questo mondo può darti, riconosci questo desiderio come la voce di Dio alla tua anima.

Chiedigli di darti il pentimento, di rivelarti Cristo nel suo amore infinito, nella sua perfetta purezza. Nella vita delSalvatore i principi della legge di Dio – l’amore verso Dio e verso l’uomo – furono perfettamente esemplificati.

La benevolenza e l’amore altruistico si rispecchiarono nella Sua vita.

Quando Lo contempliamo e la Sua luce cade su di noi, riusciamo a scorgere la peccaminosità dei nostri cuori.

Possiamo lusingarci, come Nicodemo, che la nostra vita sia retta, che il nostro carattere morale sia corretto, e possiamo pensare di non aver bisogno di umiliare il cuore davanti a Dio, come il peccatore comune. Ma quando la luce di Cristo citocca, allora, a quel punto,

vedremo quanto siamo impuri. Discerneremo l’egoismo che ci ha mosso fino a quel momento, avvertiremo l’inimicizia contro Dio che ha contaminato ogni atto della nostra vita. Allora comprenderemo che la nostra giustizia è davvero come un panno sporco e che solo il sangue di Cristo può purificarci dalla contaminazione del peccato e rinnovare i nostri cuori a Suasomiglianza.

Unraggiodellagloriadi Dio, unbaglioredellapurezza di Cristo, penetrando nell’anima, rende dolorosamente distinta ogni macchia della contaminazione e mette a nudo la deformità e i difetti del carattere umano. Rende evidenti i desideri empi,l’infedeltà del cuore, l’impurità delle labbra. Gli atti di slealtà del peccatore nel rendere nulla la legge di Dio, sono esposti allasua vista, e il suo cuore è colpito e afflitto sotto l’influenza penetrante dello Spirito di Dio. Detesta se stesso quando vede il carattere puro e immacolato di Cristo.

Quando il profeta Daniele vide la gloria che circondava il messaggero celeste che gli era stato inviato, fu sopraffatto dalsenso della propria debolezza e imperfezione. Descrivendo l’effetto della scena meravigliosa, dice: “Non rimaneva in me alcuna forza, perché la mia bellezza si era mutata in corruzione e non ritenevo alcuna forza”. Daniele 10:8. L’anima così toccata odierà il suo egoismo, detesterà il suo amor proprio e cercherà, attraverso la giustizia di Cristo, la purezza del cuore che è in armonia con la legge di Dio e il carattere di Cristo.

Paolo dice che “per quanto riguarda la giustizia che è nella legge” – per quanto riguarda gli atti esteriori – era “irreprensibile”. (Filippesi 3:6). Ma quando discerneva il carattere spirituale della legge, si

vedeva peccatore. Giudicato secondo la lettera della legge come gli uomini la applicano alla vita esteriore, si era astenuto dal peccato. Ma quando guardò nelle profondità dei suoi santi precetti e vide sé stesso come Dio lo vedeva, si inchinò umiliato e confessò la sua colpa. Dice: “Un tempo vivevo senza legge, ma quando venne il comandamento, il peccato è riapparso e sono morto”. Romani 7:9. Quando vide la natura spirituale della legge, il peccato apparve in tutto il suo orrore e la sua autostima svanì.

Dio non considera tutti i peccati alla stessa stregua; ma per quanto insignificante possa sembrare un determinato atto agli occhi degli uomini, nessun peccato è piccolo agli occhi di Dio. Il giudizio dell’uomo è parziale, imperfetto, ma Dio valutatutte le cose come realmente sono. L’ubriacone viene disprezzato e gli viene detto che il suo peccato lo escluderà dal cielo, mentre l’orgoglio, l’egoismo e l’avidità troppo spesso non vengono rimproverati. Ma questi sono peccati particolarmenteoffensivi per Dio, poiché sono contrari alla benevolenza del Suo carattere e a quell’amore altruistico tipico dell’atmosfera deicieli. Colui che cade in alcuni dei peccati più gravi può sentire il senso della sua vergogna e povertà, riconoscendo il bisogno della grazia di Cristo. Ma colui che cade vittima del proprio orgoglio non ne sentirà il bisogno, e chiuderà così il cuore a Cristo e alle infinite benedizioni che Egli è venuto a dare.

Il povero pubblicano che in preghiera diceva: “Dio abbi pietà di me peccatore” (Luca 18:13), si considerava un uomo molto malvagio, e allo stesso modo anche gli altri lo consideravano un peccatore. Si sentiva bisognoso

della misericordia di Dio, e con il carico della colpa e della vergogna si presentò davanti a Lui. Il suo cuore era aperto affinché lo Spirito di Dio compisse la sua opera di grazia e lo liberasse dal potere del peccato.

Al contrario la preghiera vanagloriosa e ipocrita del fariseo mostrava che il suo cuore era chiuso all’influenza dello Spirito Santo. A causa della sua lontananza da Dio, non aveva il senso della propria contaminazione, in netto contrasto con laperfezione della santità divina. E non sentendo alcun bisogno, non riceveva nulla.

Se vedi la tua peccaminosità, non aspettare di migliorarti. Molti sono coloro che non si sentono abbastanza degni per venire a Cristo. Aspetti forse di migliorare grazie ai tuoi sforzi?

“Può un uomo di colore cambiare la sua pelle o un leopardo cancellare le sue macchie? Così i tuoi abitanti, abituati acomportarsi male, si illudono forse di poter fare qualcosa di buono”. Geremia 13:23. L’unico aiuto per noi è solo in Dio. Non dobbiamo aspettare persuasioni più forti, opportunità migliori o temperamenti più santi.

Non possiamo fare nulla da soli. Dobbiamo andare a Cristo proprio così come siamo.

Ma nessuno si inganni pensando che Dio, nel Suo grande amore e misericordia, salverà anche coloro che rifiutano la Sua grazia. L’eccessiva peccaminosità del peccato può essere valutata solo alla luce della croce. Quando gli uomini sostengonoche Dio è troppo buono per respingere il peccatore, guardino al Calvario. Perché non c’era altro modo in cui l’uomo potesseessere salvato, in quanto, senza questo sacrificio, era impossibile per il genere umano sfuggire al potere corruttore del peccato

e ritornare alla comunione con gli esseri santi. La presenza del peccato rendeva impossibile per l’uomo partecipare nuovamente alla vita spirituale, motivo per cui Cristo ha preso su di sé la colpa del disobbediente e ha sofferto al posto delpeccatore. L’amore, la sofferenza e la morte del Figlio di Dio testimoniano tutti l’enormità del peccato dichiarando che non c’è scampo al suo potere, non c’è speranza di una vita superiore, se non attraverso la sottomissione della propria anima a Cristo.

Gli impenitenti talvolta si giustificano dicendo dei professi cristiani: “Io sono buono quanto loro. Essi non sono più zelanti, sobri o circospetti di me nella loro condotta. Amano il piacere e l’autoindulgenza quanto me”. Così fanno delle colpe degli altri una scusa per trascurare i propri doveri. Ma i peccati e i difetti degli altri non scusano nessuno, perché il Signore non ci ha dato un modello umano errante. L’immacolato Figlio di Dio è stato dato come nostro esempio, e coloro che si lamentano della condotta sbagliata di chi si professa cristiano, sono coloro che dovrebbero mostrare vite migliori ed esempipiù nobili. Se hanno una concezione così elevata di ciò che dovrebbe essere un cristiano, a maggior ragione, il loro peccato non è forse ancora più grande? Sanno cosa è giusto e tuttavia si rifiutano di farlo.

Attenzione alla procrastinazione. Non rimandare l’impegno di abbandonare i tuoi peccati e di cercare la purezza del cuore attraverso Gesù. È proprio qui che migliaia di individui hanno commesso un grave sbaglio, incappando nella rovina eterna. Non mi soffermerò ora sulla brevità e sull’incertezza della vita, ma c’è un pericolo terribile – un pericolo nonpienamente

compreso – che è quello di tardare a cedere alla voce supplichevole dello Spirito Santo, continuando a vivere nel peccato. Ilpeccato, per quanto piccolo possa essere, porta inevitabilmente alla perdizione, ovvero a una perdita infinita. Ciò che non superiamo ci supererà e porterà a separarci per sempre da Dio.

Adamo ed Eva si convinsero che da una cosa così piccola, come mangiare il frutto proibito, non potessero derivare conseguenze tanto terribili come Dio aveva dichiarato. Ma questa piccola azione rappresentava la trasgressione della leggedivina, immutabile e santa, che separò l’uomo da Dio e aprì le cateratte della morte e di sventure indicibili sul nostro mondo. Età dopo età si è alzato dalla nostra terra un continuo grido di lutto, e l’intera creazione geme e soffre insieme neldolore a causa della disobbedienza dell’uomo. Il cielo stesso ha sentito gli effetti della sua ribellione contro Dio. Il Calvario è un memoriale dello straordinario sacrificio richiesto per espiare la trasgressione della legge divina. Non consideriamo ilpeccato una cosa banale. Ogni atto di trasgressione, ogni negligenza o rifiuto della grazia di Cristo, agirà su di te. Ognuna di queste azioni porta ad indurire il cuore, a depravare la volontà, a intorpidire la comprensione e a renderti meno incline acedere alla tenera supplica dello Spirito Santo di Dio.

Molti placano una coscienza turbata pensando di poter cambiare un comportamento malvagio ogni volta che lo desiderano o che possono ignorare i continui inviti alla misericordia. Pensano che dopo aver respinto lo Spirito di grazia, dopo aver scelto il lato di Satana, in un momento di estrema difficoltà possano cambiare direzione. Ma non è così facile.

L’esperienza, l’educazione di una vita, hanno plasmato così profondamente il carattere che in pochi desiderano allora ricevere l’immagine di Gesù.

Anche un tratto sbagliato del carattere, un desiderio peccaminoso coltivato con perseveranza, alla fine neutralizzerà tutta la potenza del Vangelo.

Ogni indulgenza peccaminosa rafforza l’avversione dell’anima verso Dio. L’ uomo che manifesta un’audacia infedele, o una continua indifferenza verso la verità divina, non sta facendo altro che raccogliere i frutti di ciò che lui stesso ha seminato.In tutta la Bibbia non c’è avvertimento più temibile contro il prendersi gioco del male, delle parole del saggio, secondo cui il peccatore “sarà tenuto con le corde dei suoi peccati”. Proverbi 5:22.

Cristo è pronto a liberarci dal peccato, ma non forza la nostra volontà. Ma se attraverso la trasgressione imperante in noi, quella stessa volontà fosse tutta piegata al male e noi non desiderassimo essere liberati e non accettassimo la Sua grazia, Eglicosa potrebbe fare di più? Ci saremmo distrutti con il nostro deciso rifiuto del Suo amore. “Ecco ora il tempo accettevole,ecco ora il giorno della salvezza.” 2 Corinzi 6:2. “Oggi, se udite la Sua voce, non indurite i vostri cuori”. Ebrei 3:7, 8.

“L’uomo guarda l’apparenza, ma il Signore guarda al cuore” 1 Samuele 16:7 – il cuore umano, con le sue emozionicontrastanti di gioia e dolore, il cuore errante e ribelle, che è la dimora di tanta impurità e inganno.. Ne conosce lemotivazioni, gli intenti e gli scopi. Vai a Lui con l’anima tutta macchiata così com’è. Come il salmista, spalanca le sue stanzeall’occhio che tutto vede,

esclamando: “Scrutami, o Dio, e conosci il mio cuore, provami e conosci i miei pensieri e vedi se c’è qualche via malvagia in me. Guidami per la via eterna». Salmo 139:23, 24.

Molti accettano una religione puramente intellettuale, una forma di pietismo che non nasce da un cuore realmente purificato. Sia la tua preghiera: “Crea in me, o Dio, un cuore puro e rinnova dentro di me uno spirito ben saldo”. Salmo51:10. Affronta sinceramente la tua anima. Sii serio e persevera come se fosse in gioco la tua stessa vita, perché è così! Questaè una questione tra Dio e la tua anima, decisiva per l’eternità. Una presunta speranza, e niente più, ti porterà solo alla rovina.

Studia la parola di Dio in preghiera. Quella parola presenta davanti a te, nella legge di Dio e nella vita di Cristo, i grandi principi di santità, senza i quali “nessuno vedrà il Signore”. Ebrei 12:14. Essa convince di peccato e rivela chiaramente la via della salvezza. Presta attenzione ad essa come alla voce di Dio che parla alla tua anima.

Quando vedi l’enormità del peccato, quando vedi te stesso per come sei realmente, non arrenderti alla disperazione. Sono proprio i peccatori che Cristo è venuto a salvare. Non è compito nostro riconciliarci con Dio, ma è Dio stesso, attraverso Cristo, che sta riconciliando il mondo a Sé. (2 Corinzi 5:19)

Egli corteggia con tenero amore i cuori dei Suoi figli traviati. Nessun genitore terreno potrebbe essere così paziente con lecolpe e gli errori dei suoi figli, come lo è Dio con coloro che cerca di salvare. Nessuno potrebbe

supplicare più teneramente il trasgressore. Nessuna bocca umana ha mai rivolto al vagabondo suppliche più tenere di quelle che ci ha rivolto Lui. Tutte le Sue promesse, i Suoi avvertimenti, non sono altro che il respiro di un amore indicibile.

Quando Satana viene a dirti che sei un grande peccatore, guarda in alto al tuo Redentore e parla dei suoi meriti. Ciò che tiaiuterà, sarà guardare la Sua luce. Riconosci il tuo peccato, ma dì al nemico che “Cristo Gesù è venuto al mondo per salvare i peccatori” e che tu sarai salvato dal Suo amore ineguagliabile. 1Timoteo 1:15. Gesù fece una domanda a Simone riguardoa due debitori. Uno doveva al suo Signore una piccola somma, e l’altro gli doveva una somma molto grande, ma li perdonòentrambi. E Cristo chiese a Simone quale debitore avrebbe amato di più il suo Signore. Simone rispose: «Colui al quale ha perdonato di più». Luca 7:43. Siamo stati grandi peccatori, ma Cristo è morto affinché potessimo essere perdonati. I meriti del Suo sacrificio sono sufficienti per presentarsi al Padre in nostro favore. Coloro ai quali Egli ha perdonato di più, Lo ameranno di più e staranno più vicini al Suo trono per lodarlo per il Suo grande amore e il Suo sacrificio infinito. È quando comprendiamo pienamente l’amore di Dio che ci rendiamo conto meglio della peccaminosità del peccato. Quando vediamo lalunghezza della catena che è stata calata per noi, quando comprendiamo qualcosa del sacrificio infinito che Cristo ha compiuto per noi, il cuore si scioglie con tenerezza e contrizione.

 

Capitolo 4 – Confessione

“Chi copre i suoi peccati non prospererà, ma chi li confessa e li abbandona avrà misericordia”. Proverbi 28:13.

Le condizioni per ottenere la misericordia di Dio sono semplici, giuste e ragionevoli. Il Signore non ci chiede di farequalcosa di importante affinché possiamo avere il perdono dei peccati. Non abbiamo bisogno di fare pellegrinaggi lunghi e faticosi o di compiere dolorose penitenze per raccomandare le nostre anime al Dio del cielo o per espiare la nostratrasgressione. Ma chi confessa e abbandona il suo peccato avrà misericordia.

L’apostolo dice: “Confessate i vostri difetti gli uni agli altri e pregate gli uni per gli altri affinché siate guariti”. Giacomo 5:16.Confessate i vostri peccati a Dio, il solo che può perdonarli, e le vostre colpe gli uni agli altri. Se hai offeso il tuo amico o il tuo vicino, devi riconoscere il tuo torto ed è suo dovere perdonarti liberamente. Allora dovrai chiedere il perdono di Dio, perché il fratello che hai ferito è proprietà di Dio, e ferendolo hai peccato contro il suo Creatore e Redentore. Il caso vieneportato davanti all’unico vero Mediatore, il nostro grande Sommo Sacerdote, che “è stato tentato in ogni

cosa come noi, ma senza peccato”, e che è “toccato dal sentimento delle nostre infermità”, ed è in grado di purificare da ogni macchia di iniquità. Ebrei 4:15.

Coloro che non hanno umiliato la loro anima davanti a Dio nel riconoscere la loro colpa e che ridimensionano il loro peccato dandogli meno peso, non hanno ancora soddisfatto la prima condizione di accettazione. Se non abbiamo sperimentato il vero pentimento di cui non vergognarsi e non abbiamo confessato i nostri peccati con vera umiliazione dell’anima e con frattura dello spirito, aborrendo la nostra iniquità, non abbiamo mai veramente ricercato il perdono dei peccati. E se non abbiamo mai ricercato il perdono, allora non abbiamo mai trovato la pace di Dio. L’unica ragione per cui non abbiamo la remissione dei peccati passati, è che non siamo disposti ad umiliare il nostro cuore e a conformarci alle condizioni della parola di verità. La confessione dei peccati, sia pubblica che privata, dovrebbe essere sincera ed espressa liberamente. Non deve essere fatta in modo irriverente o negligente. Non deve nemmeno essere imposta a coloro che non si rendono conto del carattere abominevole del peccato. La confessione, che è l’effusione dell’intimo dell’animo, giunge al Dio di infinita pietà. Il salmista dice: “Il Signore è vicino a coloro che hanno il cuore rotto e salva quelli che hanno uno spirito affranto”. Salmo 34:18.

La vera confessione ha sempre un carattere specifico e riconosce peccati ben precisi. Possono essere di natura tale da essere portati solo davanti a Dio, possono essere torti che dovrebbero essere confessati ad individui che hanno subito un danno a causa di quel peccato, oppure possono coinvolgere gruppi di persone

e dovrebbero quindi essere confessati pubblicamente. Ma ogni confessione dovrebbe essere precisa e mirata, riconoscendo gli stessi peccati di cui si è colpevoli.

Ai giorni di Samuele, gli Israeliti si allontanavano da Dio. Soffrivano le conseguenze del peccato poiché avevano perso la fede in Dio. Avevano perso il discernimento del Suo potere e della Sua saggezza nel governare la nazione. Avevano perso la fiducia nella Sua capacità di difendere e rivendicare la Sua causa. Si allontanarono così dal grande Sovrano dell’universo e desiderarono essere governati come lo erano le nazioni attorno a loro. Prima di trovare la pace, fecero questa confessionedefinitiva: “Abbiamo aggiunto a tutti i nostri peccati questo male, per chiederci un re”. 1 Samuele 12:19. Lo stesso peccato per cui erano stati condannati doveva essere confessato. La loro ingratitudine opprimeva le loro anime e li separava da Dio.

La confessione non è accettata da Dio senza un sincero pentimento e una riforma interiore, il che richiede cambiamentidecisi della propria vita, affinché tutto ciò che offende Dio sia eliminato. Ecco il risultato di un sincero dolore per il peccato.L’opera che dobbiamo compiere da parte nostra ci è chiaramente posta davanti: “Lavatevi, purificatevi, togliete dalla mia presenza la malvagità delle vostre azioni, cessate di fare il male. Imparate a fare il bene, cercate la giustizia, soccorrete l’oppresso, rendete giustizia all’orfano, difendete la causa della vedova.” Isaia 1:16, 17. “Io posso dire a un uomo malvagio che deve morire, ma se questo smette di commettere il male e agisce con giustizia e rispetta il diritto, non morirà. Se restituisce il pegno lasciatogli dal debitore, se rende quel che ha rubato, insomma se

smette di peccare e ubbidisce alle leggi che danno la vita, egli vivrà e non morirà più. Dimenticherò le sue colpe, ed egli vivrà perché ora agisce con giustizia e rispetta il diritto!”. Ezechiele 33:14-16. Paolo dice, parlando dell’opera del pentimento: “La vostra tristezza era nei piani di Dio, ed essa ha suscitato in voi il desiderio di difendervi, l’indignazione, il timore, il proposito di rivedermi, la premura e lo zelo nel punire il male. In ogni modo avete dimostrato di non avere alcuna colpa in questa faccenda”. 2 Corinzi 7:11.

Quando il peccato spegne le percezioni morali, il trasgressore non discerne i difetti del suo carattere, né si rende contodell’enormità del male che ha commesso e, a meno che non si arrenda alla potenza convincente dello Spirito Santo, rimane parzialmente cieco rispetto al suo peccato. Le sue confessioni non sono sincere e serie. Ad ogni riconoscimento della suacolpa aggiunge delle scuse a giustificazione del suo comportamento, dichiarando che se non fosse stato per certe circostanze, non avrebbe fatto questo o quello per cui viene rimproverato.

Dopo che Adamo ed Eva ebbero mangiato il frutto proibito, provarono vergogna e di terrore. All’inizio il loro unicopensiero era come scusare il proprio peccato e sfuggire alla temuta sentenza di morte. Quando il Signore gli chiese del loro peccato, Adamo rispose imputando la colpa in parte a Dio e in parte alla sua compagna: “La donna che tu mi hai messo accanto mi ha dato del frutto dell’albero e io ne ho mangiato”. La donna diede la colpa al serpente dicendo: “Il serpente mi ha ingannato e io l’ho mangiato”. Genesi 3:12

Perché hai creato il serpente? Perché hai permesso

che entrasse nell’Eden? Queste erano le domande implicite nella scusa del suo peccato, imputando così a Dio la responsabilità della loro caduta. Lo spirito di autogiustificazione ha avuto origine nel padre della menzogna ed è stato manifestato da tutti i figli e le figlie di Adamo. Confessioni di questo tipo non sono ispirate dallo Spirito divino e non saranno accettabili a Dio. Il vero pentimento porterà l’uomo a sopportare lui stesso la propria colpa e a riconoscerla senza inganno o ipocrisia. Come il povero pubblicano, senza alzare nemmeno gli occhi al cielo, griderà: “Dio abbi pietà di me peccatore”, coloro che riconoscono la loro colpa saranno giustificati, perché Gesù ricorderà il Suo sangue al Padre in favore dell’anima pentita.

Gli esempi di pentimento e di umiliazione genuini contenuti nella Parola di Dio rivelano uno spirito di confessione privo di scuse per il peccato o di tentativi di autogiustificazione. Paolo non cercò di proteggersi. Egli dipinge il peccato nella sua tonalità più oscura, senza tentare di attenuare la sua colpa. Dice di sé: «I capi dei sacerdoti mi avevano dato un potere speciale, e io gettavo in prigione molti cristiani. E quando essi venivano condannati a morte, anch’io votavo contro di loro. Spesso andavo da una sinagoga all’altra per costringerli con torture a bestemmiare. Ero crudele contro i cristiani senza alcunriguardo, e li perseguitavo anche nelle città straniere». Atti 26:10, 11. Paolo non esita a dichiarare che «Cristo Gesù è venutonel mondo per salvare i peccatori di cui sono capo”. 1 Timoteo 1:15.

Il cuore umile e spezzato, domato dal pentimento genuino, apprezzerà qualcosa dell’amore di Dio e del

costo del Calvario. E come un figlio si confessa ad un padre amorevole, così il vero pentito porterà tutti i suoi peccati davantia Dio. Ed è scritto: “Se confessiamo i nostri peccati, Egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità”. 1 Giovanni 1:9.

 

Capitolo 5 – Consacrazione

La promessa di Dio è: “Mi cercherete e mi troverete, perché mi cercherete con tutto il vostro cuore”. Geremia 29:13.

Tutto il cuore deve essere arreso a Dio, altrimenti non potrà mai avvenire in noi il cambiamento attraverso il quale saremo riportati a Sua somiglianza.

Per natura siamo alienati da Dio. Lo Spirito Santo descrive la nostra condizione con parole come queste: “Morto nelle trasgressioni e nei peccati” Efesini 2:1; “tutta la testa è malata e tutto il cuore viene meno” … “non c’è alcuna solidità in esso.” Isaia 1:5-6. Parlando del nemico che ci tiene sotto il suo gioco: “presi prigionieri da lui alla sua volontà”. 2 Timoteo 2:26. Dio desidera guarirci, liberarci. Ma poiché ciò richiede una trasformazione totale, un rinnovamento di tutta la nostra natura, dobbiamo abbandonarci completamente a Lui.

La guerra contro sé stessi è la più grande battaglia mai combattuta. L’abbandono di sé, l’abbandono di tutto alla volontà di Dio, richiede una lotta continua. L’anima deve sottomettersi a Dio prima di potersi rinnovare nella santità.

A differenza di quanto Satana voglia far credere, il governo di Dio non è fondato su una cieca sottomissione o su uncontrollo irragionevole e superstizioso. La fede fa appello all’intelletto e alla coscienza. “Venite ora e ragioniamo insieme” è l’invito del Creatore agli esseri che ha creato (Isaia 1:18).

Dio non forza la volontà delle Sue creature. Non può accettare un omaggio che non gli venga offerto volontariamente e con cognizione. Una semplice sottomissione forzata impedirebbe ogni sviluppo reale della mente e del carattere, rendendol’uomo un semplice automa. Questo non è lo scopo del Creatore. Egli desidera che l’uomo, coronamento della Sua potenza creatrice, raggiunga il massimo sviluppo possibile, riceva le grandi benedizioni che la sua grazia può concedere e si consacri a Lui per poter essere trasformato dalla Sua potenza. Spetta a noi scegliere se vogliamo sottrarci dalla schiavitù del peccato pergodere della piena e vera libertà di figli di Dio.

Per donarci a Dio dobbiamo necessariamente rinunciare a tutto ciò che ci separerebbe da Lui. Per questo il Salvatore dice:“Chiunque tra voi non rinuncia a tutto ciò che ha, non può essere mio discepolo”. Luca 14:33. Tutto ciò che allontana il cuore da Dio deve essere abbandonato. Per molti l’idolo è Mammona ed in questo modo, l’amore per il denaro, il desiderio di ricchezza, rappresentano la catena dorata che li lega a Satana. La reputazione e l’onore mondano sono venerati da un altro tipo di persone, cioè da coloro che amano una vita di agio egoistico e di libertà dalle responsabilità. Ma questi legami servili devono essere spezzati. Non possiamo essere metà del Signore e metà del mondo.

Non siamo figli di Dio se non lo siamo del tutto. Ci sono coloro che professano di servire Dio, mentre fanno affidamento sui propri sforzi per obbedire alla Sua legge, per formare un carattere giusto e assicurarsi la salvezza. I loro cuori non sono mossi da alcun senso profondo dell’amore di Cristo, ma cercano di compiere i doveri della vita cristiana come ciò che Dio richiede da loro per guadagnare il paradiso. Tale religione non vale nulla. Quando Cristo abita nel cuore, l’anima sarà cosìricolma del suo amore, della gioia della comunione con Lui, che si unirà spontaneamente al Padre Celeste. E nella contemplazione di Lui, l’io sarà dimenticato. L’amore per Cristo sarà la molla dell’azione.

Coloro che sentono l’amore profondo di Dio, non si chiedono qual è il minimo indispensabile per soddisfare le Sue richieste. Non ambiscono al livello più basso di aspettativa, ma mirano alla perfetta conformità della volontà del loro Redentore. Con sincero desiderio cedono ogni cosa in loro possesso, manifestando un interesse sempre maggiore per lebenedizioni del Padre. Il professare Cristo senza questo amore profondo rimane un semplice discorso, un’arida formalità e un duro lavoro.

Pensi che sia un sacrificio troppo grande cedere tutto a Cristo?

Poniti la domanda: “Che cosa ha dato Cristo per me?”. Il Figlio di Dio ha dato tutto – la vita, l’amore e la sofferenza – per la nostra redenzione. Eppure noi, oggetti indegni di un amore così grande, siamo capaci di negargli il nostro cuore. In ogni momento della nostra vita possiamo vedere le benedizioni della Sua grazia e, allo stesso tempo, non riusciamo arealizzare

pienamente la profondità dell’ignoranza e della miseria da cui siamo stati salvati. Possiamo quindi guardare a Colui che i nostri peccati hanno trafitto, e tuttavia continuare a non ricambiare il Suo amore e il Suo sacrificio? Di fronte all’infinitaumiliazione del Signore della gloria, dovremmo quindi lamentarci del perché possiamo entrare nella vita solo attraverso ilconflitto e l’umiliazione?

“Perché è necessario pentirsi e umiliarsi prima di avere la certezza di essere accettati da Dio?” chiedono molti con orgoglio. Fate riferimento a Cristo, a colui che pur essendo senza peccato e principe del cielo, si è addossato i peccati dell’uomo. “Perché si è consegnato alla morte e si è lasciato mettere tra i malfattori. Ha preso su di sé le colpe di tutti gli altried è intervenuto a favore dei peccatori”. Isaia 53:12

Ma a cosa rinunciamo quando diamo tutto? Ad un cuore inquinato dal peccato, affinché Gesù possa purificare,purificare con il Suo stesso sangue e salvare con il Suo amore ineguagliabile. Eppure gli uomini pensano che sia difficile rinunciare a tutto!

Mi vergogno di sentirne parlare, mi vergogno persino di scriverlo.

Dio non ci chiede di rinunciare a nulla di cui abbiamo realmente bisogno. In tutto ciò che fa Egli ha come solo obiettivo il benessere dei Suoi figli. Vorrei che tutti coloro che non hanno scelto Cristo, potessero rendersi conto che Egli ha qualcosadi molto meglio da offrire loro di quello che cercano per sé stessi. L’uomo fa il danno e l’ingiustizia più grande alla propriaanima quando pensa e agisce contrariamente alla volontà di

Dio. Non si può trovare vera gioia nel cammino proibito da Colui che sa ciò che è meglio per noi e che progetta il bene dellesue creature. La via della trasgressione è la via della miseria e della distruzione.

È un errore grave pensare che Dio sia contento di vedere soffrire i Suoi figli. Tutto il cielo è interessato alla felicità dell’uomo.

Il nostro Padre celeste non chiude le vie della gioia a nessuna delle Sue creature. I requisiti divini ci invitano a evitarequelle indulgenze che porterebbero sofferenza e delusione, che ci chiuderebbero la porta della felicità e del paradiso. Il Redentore del mondo accetta gli uomini così come sono, con tutti i loro bisogni, le loro imperfezioni e le loro debolezze. Eglinon solo purificherà dal peccato e concederà la redenzione mediante il Suo sangue, ma soddisferà il desiderio sincero di tutticoloro che acconsentono a portare il Suo giogo, sì, il Suo carico. Vuole impartire pace e riposo a tutti coloro che si rivolgono a Lui come Pane della vita. Egli ci chiede di compiere solo quei doveri che condurranno i nostri passi verso vette di beatitudine che i disobbedienti non potranno mai raggiungere.

Solo chi ha un profondo legame con il Cristo, speranza di vita eterna, vive un’esistenza equilibrata e realmente felice.

Molti si chiedono: “Come devo arrendermi a Dio?”. Desideri donarti a Lui, ma sei debole nel potere morale, schiavo del dubbio e controllato dalle abitudini della tua vita di peccato. Le tue promesse e le tue risoluzioni sono come corde di sabbia. Non puoi controllare i tuoi pensieri, i tuoi impulsi, i tuoi affetti. La consapevolezza

delle tue promesse non mantenute e degli impegni mancati indebolisce la fiducia nella tua sincerità e ti fa sentire come se Dio non possa accettarti. Ma non devi disperare. Hai bisogno di comprendere l’importanza della volontà, questa facoltà che Dio ha dato ad ogni uomo affinché possa compiere le scelte giuste e dalla quale dipende tutto. Non puoi cambiare da solo il tuo cuore, né offrire a Dio i tuoi affetti. Puoi solo scegliere di servirlo, consacrare a lui la tua volontà ed egli ti aiuterà a volere e agire secondo i suoi desideri. Lo Spirito del Cristo agirà sul tuo animo, diventando l’oggetto dei tuoi affetti e i tuoi pensieri saranno in armonia con i suoi.

Desiderare la bontà e la santità da sole non bastano. Molti si perderanno nella speranza e nel desiderio di essere cristiani. Non arriveranno al punto di cedere la propria volontà a Dio. Non scelgono di essere cristiani. Attraverso il giusto eserciziodella propria volontà, puoi apportare un cambiamento completo nella tua vita. Abbandonando la tua volontà a Cristo, ti allei con il potere che è al di sopra di tutti i principati e di tutte le potestà. Avrai la forza dall’alto per mantenerti saldo, e così, attraverso l’abbandono costante a Dio, sarai in grado di vivere una nuova vita, una vita di fede.

 

Capitolo 6 – Fede e accettazione

Quando la tua coscienza viene vivificata dallo Spirito Santo, cominci a scorgere il male del peccato, il suo potere, la suacolpa e il suo dolore, e lo detesti. Senti che il peccato ti ha separato da Dio, che sei schiavo del potere del male. Più lotti perscappare, più ti rendi conto della tua impotenza. Le tue motivazioni sono impure, il tuo cuore è impuro. Vedi che la tua vita èstata piena di egoismo e peccato.

Desideri essere perdonato, purificato, liberato. Cosa puoi fare per ottenere l’armonia con Dio e la somiglianza con Lui?

È la pace ciò di cui hai bisogno, del perdono del Cielo e dell’amore nell’anima. Il denaro non può comprarlo, l’intelletto non può procurarlo, la saggezza non può ottenerlo. Non potrai mai sperare, con i tuoi sforzi, di assicurartelo. Ma Dio te lo offre come dono, “senza denaro e senza prezzo”. Isaia 55:1. È tuo se vuoi, ma devi allungare la mano e afferrarlo. Il Signoredice: “Anche se i vostri peccati fossero scarlatto, diventeranno bianchi come la neve, anche se fossero rossi come porpora, diventeranno come la lana”. Isaia 1:18. “Vi darò anche un cuore nuovo e metterò dentro di voi uno spirito nuovo”. Ezechiele 36:26.

Se avete confessato i vostri peccati e li avete sinceramente abbandonati, se avete deciso di affidarvi a Dio, rivolgetevi a lui per chiedergli che vi purifichi e vi dia un cuore nuovo, con la certezza che vi concederà tutto ciò che ha promesso. Questaè la lezione insegnata da Gesù su questa terra: dobbiamo credere che il dono che Dio ci promette è già nostro, e loriceveremo. Gesù guarì le persone dalle loro malattie quando avevano fede nel Suo potere. Li aiutò nelle cose che potevano capire e ispirò in loro una piena fiducia nei Suoi confronti in merito alle cose che non potevano ancora capire, portandoli a credere semplicemente nel Suo potere di perdonare i peccati. Lo affermò chiaramente nella guarigione del paralitico: «Affinché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati (poi dice al paralitico): Alzati, prendi il tuo lettuccio e va’ a casa tua». Matteo 9:6. Anche Giovanni, nel suo vangelo, dice riguardo ai miracoli di Gesù: “Li ho scrittiperché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita mediante il suo nome.” (Giovanni 20:31).

Dal racconto biblico della guarigione dei malati possiamo imparare a credere in Lui per il perdono dei peccati. Torniamoalla storia del paralitico di Bethesda. Il povero sofferente era impotente, non usava le sue membra da trentotto anni. Eppure Gesù gli ordinò: “Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina”. L’uomo malato avrebbe potuto dire: “Signore, se mi guarisci, obbedirò alla tua parola”. Invece no, credette alla parola di Cristo, credette di essere guarito e fece subito lo sforzo. Vollecamminare, e camminò. Ha agito in

base alla Parola di Dio, Cristo, che gli ha trasmesso potere vivificante. Così è stato guarito.

Anche tu sei un peccatore. Non puoi espiare i tuoi peccati passati, non puoi cambiare il tuo cuore e renderti santo. Ma Dio promette di fare tutto questo per te attraverso Cristo. Credi a quella promessa. Confessa i tuoi peccati e donati a Dio. Lo servirai con la stessa certezza che, se farai questo, Dio adempirà la Sua parola nei tuoi confronti. Se credi alla promessa, se credi di essere perdonato e purificato, Dio sarà fedele alla promessa fatta: sarai guarito. Proprio come Cristo diede al paralitico il potere di camminare quando l’uomo credette di essere guarito sarà così per te se ci crederai.

Non aspettare di sentirti guarito, piuttosto afferma con forza: “Io credo adesso. È così, non perché lo sento, ma perché Dio lo ha promesso”. Gesù dice: “Tutte le cose che desiderate, quando pregate, credete che le riceverete e le otterrete”. Marco 11:24. C’è una condizione a questa promessa: preghiamo secondo la volontà di Dio. La volontà di Dio è quella dipurificarci dal peccato, renderci Suoi figli e permetterci di vivere una vita santa. Quindi possiamo chiedere queste benedizioni, credere di riceverle e ringraziare Dio di averle ricevute. È un privilegio andare a Gesù ed essere purificati stando davanti alla legge senza vergogna o rimorso. “Non vi è dunque ora alcuna condanna per coloro che sono in Cristo Gesù, iquali camminano non secondo la carne, ma secondo lo Spirito”. Romani 8:1.

D’ora in poi non appartieni più a te stesso: sei stato comprato a caro prezzo. “Voi non siete stati riscattati con cosecorruttibili, come l’argento e l’oro, … ma con il

sangue prezioso di Cristo, come di agnello senza difetto e senza macchia”. 1 Pietro 1:18, 19. Attraverso questo semplice attodi fede in Dio, lo Spirito Santo genera una vita nuova nel tuo cuore.

Sei come un bambino nato nella famiglia di Dio e Lui ti ama come ama Suo Figlio.

Ora che ti sei donato a Gesù, non tirarti indietro, non allontanarti da Lui, ma giorno per giorno afferma:

«Io sono di Cristo, Mi sono donato a Lui” e chiedigli di darti il suo Spirito e di custodirti con la sua grazia. È donandoti a Dio e credendo in Lui che diventi Suo figlio.

L’apostolo dice: “Come dunque avete ricevuto Cristo Gesù il Signore, così camminate in Lui”. Colossesi 2:6.

Alcuni pensano di essere continuamente sotto esame e di dover dimostrare al Signore di essere cambiati prima di poterrichiedere le Sue benedizioni. Quando in realtà, potrebbero rivendicare la benedizione di Dio in qualsiasi momento! Devono solamente chiedere la Sua grazia, lo Spirito di Cristo, per lenire le loro infermità, altrimenti non potranno resistere al male. A Gesù piace che veniamo a Lui così come siamo: peccatori, indifesi, dipendenti. Possiamo venire con tutta la nostra debolezza, la nostra follia, i nostri peccati, e cadere ai Suoi piedi in penitenza. Egli vuole manifestarci il suo amore, guarire lenostre ferite e renderci completamente puri.

Ed è proprio qui dove i più falliscono. Non credono che Gesù li perdoni personalmente, individualmente. Non prendono Dio in parola. Ma chi si attiene a ciò che il Signore ha rivelato sa che il perdono è concesso

gratuitamente per ogni peccato.

Metti da parte il sospetto che le promesse di Dio non siano destinate a te. Sono per ogni trasgressore pentito. La forza e lagrazia sono state fornite attraverso Cristo per essere portate dagli angeli ministranti ad ogni anima credente. Nessuno è così peccatore da non riuscire a trovare forza, purezza e giustizia in Gesù, che morì per loro. Egli attende di spogliarli delle loro vesti macchiate e contaminate dal peccato, e di rivestirli con le vesti bianche della giustizia. Egli ordina loro di vivere e non dimorire. Dio non si comporta con noi come noi trattiamo i nostri simili. I suoi pensieri sono pensieri di misericordia, di amore e di tenera compassione.

Egli afferma: “Lasci l’empio la sua via e l’uomo iniquo i suoi pensieri, si converta egli al Signore che avrà pietà di lui, al nostro Dio che non si stanca di perdonare.” Isaia 55:7

“Ho cancellato le tue trasgressioni come una densa nube, e i tuoi peccati come una nuvola; torna a me, perché io ti ho redento”. Isaia 44:22.

“Io infatti non provo alcun piacere nella morte di chi muore», dice il Signore, l’Eterno. “Convertitevi dunque e vivrete”. Ezechiele 18:32. Satana è pronto a rubare ogni assicurazione che Dio fa all’uomo. Desidera togliere all’anima ogni barlume di speranza e ogni raggio di luce, ma non devi permettergli di farlo. Non dare ascolto al tentatore, ma di’: “Gesù è morto affinché io vivessi. Egli mi ama e non vuole che io muoia. Ho un Padre celeste compassionevole e anche se ho abusato del suo amore, anche se le benedizioni che mi ha dato sono state sprecate, mi alzerò, andrò dal Padre mio e

dirò: “Ho peccato contro il cielo e contro te, e non sono più degno di essere chiamato tuo figlio: trattami come uno dei tuoi salariati”.

La parabola spiega come sarà accolto il figliol prodigo: «Quando era ancora molto lontano, suo padre lo vide e ne ebbecompassione, corse, gli si gettò al collo e lo baciò». Luca 15:18-20.

Ma anche questa parabola, così tenera e toccante, non riesce ad esprimere l’infinita compassione del Padre celeste. Il Signore dichiara tramite il Suo profeta: “Ti ho amato di un amore eterno, perciò ti ho attirato con benevolenza”. Geremia 31:3. Mentre il peccatore è ancora lontano dalla casa del Padre, sprecando i suoi beni in un paese straniero, il cuore del Padrebrama per lui. Ogni desiderio risvegliato nell’anima di ritornare a Dio non è altro che la tenera supplica del Suo Spirito, checorteggia, supplica, attirando il vagabondo al cuore d’amore di suo Padre.

Nonostante le ricche promesse della Bibbia davanti a te, dai ancora spazio al dubbio? Davvero credi che quando il povero peccatore desidera ritornare, quando desidera abbandonare i suoi peccati, il Signore gli impedisca severamente di alzarsi in piedi, pentito? Caccia questi pensieri! Niente può ferire di più la tua anima che avere una tale concezione del nostro Padre celeste. Dio odia il peccato, ma ama il peccatore e ha dato sé stesso nella persona di Cristo, affinché tutti coloro chedesiderano, possano essere salvati e avere la beatitudine eterna nel regno di gloria. Quale linguaggio più forte e più tenero avrebbe potuto essere impiegato di quello che Egli ha scelto per esprimere il Suo amore verso di noi?

Egli dichiara: “Può una donna dimenticare il suo lattante così da non avere compassione del figlio delle sue viscere?Anche se ci fosse una tale donna, io non ti dimenticherò”. Isaia 49:15.

Tu che dubiti e tremi, alza lo sguardo, perché Gesù vive per intercedere per noi. Ringrazia Dio per il dono del suo dilettoFiglio e prega affinché Egli non sia morto per te invano. Lo Spirito ti invita oggi. Vieni con tutto il tuo cuore a Gesù e potraireclamare la Sua benedizione.

Mentre leggi le promesse della Bibbia, ricorda che sono l’espressione di indicibile amore e pietà. Il grande cuore dell’Amore Infinito è attratto verso il peccatore con compassione sconfinata. “Perché Cristo è morto per noi e noi siamo liberati; i nostri peccati son perdonati. Questa è la ricchezza della grazia di Dio”. Efesini 1:7. Sì, credi che solo Dio è il tuoaiuto. Egli vuole restaurare la Sua immagine morale nell’uomo. Quando ti avvicini a Lui con la confessione e il pentimento,Egli si avvicinerà a te con misericordia e perdono.

 

Capitolo 7 – La prova del discepolato

«Se qualcuno è in Cristo, è una creatura nuova: le cose vecchie sono passate; ecco, tutte le cose sono diventate nuove”. 2 Corinzi 5:17.

Una persona potrebbe non essere in grado di dire l’ora o il luogo esatto, o di tracciare tutta la catena delle circostanze nelprocesso di conversione, ma questo non prova che la sua conversione non sia autentica. Cristo disse a Nicodemo: “Il ventosoffia dove vuole e ne odi il rumore, ma non sai da dove viene né dove va. Così è per chiunque è nato dallo Spirito”. Giovanni 3:8. Come il vento, che è invisibile, ma i cui effetti sono chiaramente visibili e possono essere sentiti, così è lo Spirito di Dio nella sua opera sul cuore umano. Quella forza rigeneratrice, che nessun occhio umano può vedere, genera una nuova vita nell’anima, crea un nuovo essere a immagine di Dio. Sebbene l’opera dello Spirito sia silenziosa e impercettibile, isuoi effetti sono ben visibili. Se il cuore è stato rinnovato dallo Spirito di Dio, la vita lo testimonierà. Anche se non possiamo fare nulla per cambiare i nostri cuori o per metterci in armonia con Dio, anche se non dobbiamo fidarci affatto

di noi stessi o delle nostre buone opere, la nostra vita rivelerà se la grazia di Dio abita dentro di noi. Si vedrà un cambiamento nel carattere, nelle abitudini, negli interessi, tale che il contrasto sarà netto e deciso tra ciò che sono stati nel passato e ciò che sono attualmente. Il carattere si rivela non attraverso le buone azioni occasionali ma attraverso le nostre azioni abitudinarie e la direzione dei nostri pensieri.

Infatti è risaputo che può esserci una correttezza esteriore di comportamento senza la potenza rinnovatrice di Cristo. L’amore per l’influenza e il desiderio della stima degli altri possono produrre una vita ben ordinata all’apparenza. Il rispetto di sé può portarci ad evitare l’apparenza del male. Un cuore egoista può compiere azioni generose. In che modo, allora, si potrebbe determinare da che parte stiamo?

Che cosa abbiamo veramente a cuore? Quali sono i nostri pensieri? Di cosa amiamo conversare? Dove sono riposti i nostri affetti più calorosi e le nostre migliori energie? Se siamo di Cristo, i nostri pensieri sono per Lui, e le nostre azioni migliori sono per Lui. Tutto ciò che abbiamo e siamo è consacrato a Lui. Desideriamo portare la Sua immagine, respirare il Suospirito, fare la Sua volontà e compiacerlo in ogni cosa.

Coloro che diventano nuove creature in Cristo Gesù produrranno i frutti dello Spirito: “amore, gioia, pace, longanimità, dolcezza, bontà, fede, mitezza, temperanza”. Galati 5:22, 23. Non si modelleranno più secondo le concupiscenze di un tempo, ma mediante la fede nel Figlio di Dio, seguiranno le Sue orme, rifletteranno il Suo carattere e si purificherannoproprio come Lui è puro. Le cose che una volta odiavano ora

le amano, e le cose che una volta amavano adesso le odiano. Chi è orgoglioso e prepotente diventa mite e umile.

I vanitosi e gli arroganti diventano seri e discreti. L’ubriaco diventa sobrio e il dissoluto morigerato. Le abitudini mondane e le mode inutili saranno abbandonate, perché i cristiani non cercheranno di abbellire “L’esteriore”, “…con pettinature raffinate, gioielli d’oro e vestiti eleganti. Cercate invece la bellezza nascosta e durevole, quella del cuore. Cercate di avere un animo buono e sereno: queste sono cose preziose di fronte a Dio”. 1 Pietro 3:3-4.

Non c’è prova di un vero pentimento a meno che non operi una riforma. Se restituisce il pegno, restituisce ciò che ha derubato, confessa i suoi peccati e ama Dio e i suoi simili, il peccatore può essere sicuro di essere passato dalla morte alla vita.

Quando, come esseri erranti e peccatori, veniamo a Cristo e diventiamo partecipi della sua grazia che perdona, l’amoresgorga nel cuore. Ogni peso è leggero, perché facile è il giogo che Cristo impone. Fare ciò che è giusto diventa soddisfacente efare dei sacrifici diventa gratificante.

Il sentiero che prima sembrava avvolto nell’oscurità, diventa luminoso con i raggi del Sole della Giustizia.

La bellezza del carattere di Cristo sarà vista nei Suoi seguaci.

Era Suo piacere fare la volontà di Dio. L’amore per Dio, lo zelo per la Sua gloria, erano il potere dominante nella vita delnostro Salvatore. L’amore abbelliva e

nobilitava tutte le sue azioni. L’amore è di Dio.

Il cuore non consacrato non può originarlo né produrlo. Si trova solo nel cuore dove regna Gesù. “Noi amiamo, perché Luici ha amati per primo”. 1 Giovanni 4:19. Nel cuore rinnovato dalla grazia divina, l’amore è il principio dell’azione. Modificail carattere, governa gli impulsi, controlla le passioni, doma l’inimicizia e nobilita gli affetti. Questo amore, custoditonell’anima, addolcisce la vita e diffonde un’influenza raffinata su tutto ciò che ci circonda.

Ci sono due errori dai quali i figli di Dio, in particolare quelli che hanno appena cominciato a confidare nella Sua grazia, devono particolarmente guardarsi. Il primo è quello di guardare alle proprie opere, confidando in tutto ciò che si può fare, permettersi in sintonia con Dio. Chi cerca di santificarsi con le proprie opere osservando la legge, tenta un’impresa impossibile.

Tutto ciò che l’uomo può fare senza Cristo è inquinato dall’egoismo e dal peccato.

Solo la grazia di Cristo, mediante la fede, può renderci santi.

L’errore opposto, e non meno pericoloso, è il credere che la fede in Cristo liberi gli uomini dall’osservare la legge di Dio. Edato che mediante la sola fede diventiamo partecipi della grazia di Cristo, le nostre opere non hanno più nulla a che fare con la nostra redenzione.

In questo caso non si comprende che l’obbedienza non è una mera obbedienza esteriore, ma il servizio dell’amore. La legge di Dio è un’espressione della Sua stessa natura. È l’incarnazione del grande principio

dell’amore e quindi è il fondamento del Suo governo in cielo e in terra. Se i nostri cuori si rinnovano a somiglianza di Dio, se l’amore divino mette radici nell’anima, la legge di Dio non sarà forse attuata nella vita? Quando il principio dell’amore è radicato nel cuore, quando l’uomo si rinnova a immagine di Colui che lo ha creato, la promessa del nuovo patto si realizza: “Metterò le mie leggi nei loro cuori e le scriverò nella loro mente”” Ebrei 10:16. E se la legge è scritta nel cuore, non plasmerà forse la vita? L’obbedienza, il servizio e la fedeltà dell’amore, è il vero segno del discepolato. Pertanto la Scrittura dice:“Questo è l’amore di Dio, che osserviamo i suoi comandamenti”.1 Giovanni 5:3. “Chi dice: Lo conosco, e non osserva i suoi comandamenti, è un bugiardo e la verità non è in lui”. 1 Giovanni 2:4. Invece di liberare l’uomo dall’obbedienza, è la fede, e soltanto la fede, che ci rende partecipi della grazia di Cristo, che ci rende capaci di ubbidire.

Non otteniamo la salvezza con la nostra obbedienza, poiché la salvezza è il dono gratuito di Dio, da ricevere mediante lafede. Piuttosto, l’obbedienza è il frutto della fede. “Voi sapete che Egli si è manifestato per togliere i nostri peccati e in Lui nonc’è peccato. Chiunque dimora in lui non pecca e chiunque pecca non l’ha visto, né l’ha conosciuto”. 1 Giovanni 3:5, 6. Ecco la vera prova. Se dimoriamo in Cristo, se l’amore di Dio abita in noi, i nostri sentimenti, i nostri pensieri, i nostri propositi, le nostre azioni, saranno in armonia con la volontà di Dio espressa nei precetti della Sua santa legge. “Figli miei, non lasciatevi ingannare da nessuno! Chi fa la volontà di Dio è giusto, così come Gesù è giusto”. 1 Giovanni 3:7. La giustizia è determinata dal rispetto della legge sacra di Dio, come indicato nei dieci comandamenti

dati sul Monte Sinai.

La cosiddetta fede in Cristo, che afferma di liberare le persone dall’obbligo di obbedire a Dio, non è vera fede, bensì presunzione.

“Per grazia siete salvati mediante la fede”. Ma “la fede senza le opere, è morta”. Efesini 2:8; Giacomo 2:17. Gesù disse disé stesso prima di venire sulla terra: “Mi diletto a fare la tua volontà, o mio Dio: sì, la tua legge è nel mio cuore”. Salmo 40:8. E subito prima di ascendere di nuovo al cielo dichiarò: “Ho osservato i comandamenti del Padre mio e dimoro nel Suoamore”. Giovanni 15:10. La Scrittura dice: “Da questo sappiamo che lo conosciamo, se osserviamo i suoi comandamenti… Chi dice di dimorare in lui deve anch’egli camminare come camminò lui”. 1 Giovanni 2:3-6. «Perché anche Cristo ha sofferto per noi, lasciandoci un esempio, affinché voi seguiate le sue orme». 1 Pietro 2:21.

Le condizioni per entrare nella vita eterna sono le stesse di sempre, proprio come nell’Eden prima della caduta dei nostri progenitori, ovvero la perfetta obbedienza alla legge di Dio, una perfetta giustizia. Se la vita eterna fosse concessa a qualunque condizione diversa da questa, allora la felicità e la sopravvivenza stessa dell’intero universo sarebbero in pericolo,poiché si aprirebbe una strada al peccato, con tutto il suo seguito di guai e di miserie.

Prima della caduta, Adamo aveva la possibilità di sviluppare un carattere giusto attraverso l’obbedienza alla legge di Dio. Tuttavia, non è riuscito in questo intento e, a causa del suo peccato, la nostra natura è decaduta, impedendoci di diventare giusti.

Poiché siamo peccatori, empi, non possiamo obbedire perfettamente alla santa legge. Non abbiamo una giustizia nostracon cui soddisfare le richieste della legge di Dio. Ma Cristo ha creato per noi una via di scampo. Ha vissuto sulla terra tra prove e tentazioni come quelle che dobbiamo affrontare. Ha vissuto una vita senza peccato. È morto per noi e ora si offre di prendersi i nostri peccati e di darci la Sua giustizia. Se ti doni a Lui e Lo accetti come tuo Salvatore, allora, per quanto peccaminosa possa essere stata la tua vita, per amor Suo, sarai considerato giusto. Il carattere di Cristo prende il posto del tuocarattere e tu sei accettato davanti a Dio proprio come se non avessi peccato.

In aggiunta, Cristo opera una trasformazione nel cuore. Egli risiede nel tuo cuore attraverso la fede. È essenziale mantenere questa connessione con Cristo attraverso la fede e l’incessante affidamento della tua volontà a Lui. Finchécontinuerai a farlo, Egli agirà in te, guidandoti secondo il suo beneplacito. Quindi potresti dire: “La vita che ora vivo nella carne, la vivo mediante la fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato sé stesso per me”. Galati 2:20. Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Non siete voi che parlate, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi». Matteo 10:20. Allora, conCristo che opera in te, manifesterai lo stesso spirito e farai le stesse buone opere, opere di giustizia e obbedienza.

Quindi non abbiamo nulla di cui vantarci. Non abbiamo motivo di autoesaltarci. La nostra unica fonte di speranza ènella giustizia di Cristo che ci viene attribuita e nell’opera del Suo Spirito che agisce in noi e attraverso di noi.

Quando parliamo di fede c’è una distinzione che va tenuta presente. Esiste un tipo di credenza del tutto distinta dallafede. L’esistenza di Dio e la Sua potenza, la verità della Sua parola, sono fatti che perfino Satana e le sue schiere non possono negare in cuor loro. La Bibbia dice che “anche i demoni credono e tremano”, ma questa non è fede.

Giacomo 2:19. In un contesto dove non c’è solo la credenza nella Parola di Dio, ma anche la sottomissione della volontà a Lui, dove il cuore è completamente affidato a Lui e gli affetti sono concentrati su di Lui, là si trova la vera fede. Una fede che simanifesta attraverso l’amore e purifica l’anima. Attraverso questa fede, il cuore si rinnova a immagine di Dio. Mentre un cuore, nel suo stato non rinnovato, non è sottomesso alla legge di Dio e non può esserlo, ora trova gioia nei suoi sacri precetti,esclamando con il salmista: “Oh quanto amo la tua legge! è la mia meditazione tutto il giorno.” Salmo 119:97. E la giustiziadella legge si compie in noi, «che camminiamo non secondo la carne, ma secondo lo Spirito». Romani 8:1.

Ci sono coloro che hanno sperimentato l’amore redentore di Cristo e desiderano sinceramente essere considerati figli di Dio. Tuttavia, si rendono conto che il loro carattere è imperfetto e la loro vita è segnata da difetti. Potrebbero dubitare che il loro cuore sia stato veramente rinnovato dallo Spirito Santo. A costoro vorrei dire: non cedete alla disperazione. Spesso ci prostreremo e piangeremo ai piedi di Gesù a causa delle nostre mancanze ed errori, ma non dovremmo sentirci scoraggiati. Anche quando ci sentiamo sopraffatti dal nemico, non siamo abbandonati e respinti da Dio. No!

Cristo è alla destra di Dio e intercede per noi. L’amato Giovanni disse: “Vi scrivo queste cose, affinché non pecchiate. E se qualcuno pecca, abbiamo un avvocato presso il Padre, Gesù Cristo il giusto”. 1 Giovanni 2:1.

Inoltre, tenete a mente le parole di Gesù: “Il Padre stesso… vi ama” (Giovanni 16:27). Egli desidera riportarvi a sé, vedere riflesso nei vostri cuori la sua purezza e santità. Se vi affidate completamente a lui, completerà l’opera che ha iniziato in voi. Pregate con più fervore, credete con maggior fermezza e, mentre perdete fiducia nelle vostre capacità, confidate nel Redentore e glorificate Colui che ci dona la salvezza.

Quanto più ti avvicini a Gesù, tanto più riconoscerai le tue imperfezioni, poiché la tua visione diventerà più chiara e i tuoi difetti saranno evidenti di fronte alla Sua perfezione. Questo è un segno che le illusioni di Satana stanno perdendo il loro potere e che l’influenza vivificante dello Spirito di Dio sta risvegliando la tua consapevolezza.

L’amore autentico per Gesù non può radicarsi nel cuore di chi non riconosce la propria peccaminosità. Solo un’animatrasformata dalla grazia di Cristo sarà in grado di ammirare il suo carattere divino. Se non siamo consapevoli della nostra deformità morale, è un chiaro segno che non abbiamo ancora contemplato la bellezza e l’eccellenza di Cristo.

Quanto meno stimiamo noi stessi, tanto più stimeremo l’infinita purezza e amabilità del nostro Salvatore. La visione delnostro peccato ci spinge a Colui che può perdonare, e quando l’anima, realizzando la sua impotenza, si protende dietro aCristo, Egli si rivelerà

con potenza. Quanto più il nostro senso di bisogno ci spinge a Lui e alla parola di Dio, tanto più sarà esaltata la visione che avremo del Suo carattere e tanto più pienamente rifletteremo la Sua immagine.

 

Capitolo 8 – Crescere in Cristo

Nella Bibbia il cambiamento del cuore mediante il quale diventiamo figli di Dio, viene definito nascita. Ancora una volta viene paragonato alla germinazione del buon seme piantato dall’agricoltore. Allo stesso modo coloro che sono appena convertiti a Cristo devono, “come neonati”, “crescere” fino alla statura di uomini e donne in Cristo Gesù. 1 Pietro 2:2; Efesini 4:15. Oppure, come il buon seme seminato nel campo, devono crescere e portare frutto. Isaia dice che saranno “chiamati alberi di giustizia, la piantagione del Signore, affinché Egli possa essere glorificato”. Isaia 61:3. In questo mododalla vita naturale si traggono illustrazioni che ci aiutano a comprendere meglio le misteriose verità della vita spirituale.

Nemmeno tutta la saggezza e tutta l’abilità dell’uomo possono produrre vita nel più piccolo oggetto della natura. È soloattraverso Dio che, sia la pianta che l’animale, possono vivere. Quindi è solo attraverso la vita proveniente da Dio che la vitaspirituale è generata nei cuori degli uomini. Se l’uomo non “nasce dall’alto”, non può diventare partecipe della vita che Cristo è venuto a donare. Giovanni 3:3.

Come per la vita, così è per la crescita. È Dio che fa sbocciare il bocciolo e fa fruttificare il fiore. È grazie al Suo potere che il seme si sviluppa, “prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga”. Marco 4:28. E il profeta Osea dice di Israele che “crescerà come il giglio”. “Rivivranno come il grano e cresceranno come la vite”. Osea 14:5, 7. E Gesù ci invita a «considerare i gigli come crescono». Luca 12:27. Le piante e i fiori crescono non per merito delle loro cure o sforzi, ma grazie a ciò che Dio ha provveduto per nutrire la loro vita.

Il bambino non può aumentare la sua statura attraverso uno sforzo proprio. Allo stesso modo, tu non puoi garantire la crescita spirituale attraverso uno sforzo personale. Come la pianta o il bambino crescono ricevendo dal loro ambiente ciò che li nutre, come aria, luce solare e cibo, così Cristo è per coloro che confidano in Lui. Egli è la loro “luce eterna”, “un sole euno scudo”. Isaia 60:19; Salmo 84:11. Egli sarà come “la rugiada per Israele”. “Egli scenderà come pioggia sull’erbafalciata”. Osea 14:5; Salmo 72:6. Egli è l’acqua viva, “il Pane di Dio… che discende dal cielo e dà la vita al mondo”. Giovanni 6:33.

Nel dono straordinario del Suo Figlio, Dio ha avvolto l’intero mondo con un’atmosfera di grazia, simile all’aria checirconda il globo. Coloro che scelgono di respirare questa atmosfera vivificante vivranno e cresceranno fino a raggiungere la maturità in Cristo Gesù.

Come il fiore si volge al sole, affinché i raggi luminosi possano aiutarlo a perfezionare la sua bellezza e simmetria, cosìdovremmo rivolgerci al Sole della

Giustizia, affinché la luce del cielo possa risplendere su di noi, affinché il nostro carattere possa svilupparsi a somiglianza di Cristo. Gesù esprime lo stesso concetto con queste parole: “Rimanete in comunione con me, e io rimarrò in comunione con voi. Come un tralcio non può portare frutto da solo, se non rimane unito alla vite, allo stesso modo voi non potrete portare frutto se non rimanete in comunione con me. Io sono la vite, voi siete i tralci. Se uno resta in comunione con me e io con lui, porterà molto frutto, senza di me non potete fare nulla.” Giovanni 15:4, 5. Proprio come un ramo deve essere unito al tronco per svilupparsi e portare frutto, così noi, se desideriamo condurre una vita santa, dobbiamo dipendere da Cristo. Senza di Lui non abbiamo vita. Non abbiamo il potere di resistere alla tentazione o di crescere in grazia e santità. Rimanendo in Lui, potremmo fiorire. Attingendo da Lui la tua vita, non appassiremo e non saremo infruttuosi. Saremo come un albero piantato lungo corsi d’acqua.

Molti hanno l’idea di dover svolgere parte del lavoro da soli. Hanno confidato in Cristo per il perdono dei peccati, ma ora cercano con i propri sforzi di vivere bene. Ma ogni sforzo del genere è destinato a fallire. Gesù dice: “Senza di me non potete fare nulla”. La nostra crescita nella grazia, la nostra gioia, la nostra utilità, tutto dipende dalla nostra unione con Cristo. È mediante la comunione con Lui, ogni giorno, ogni ora, dimorando in Lui, che dobbiamo crescere nella grazia. Egli non è solo l’Autore, ma il Compitore della nostra fede. È Cristo primo, ultimo e sempre. Egli deve essere con noi, non solo all’inizio e alla fine del nostro percorso, ma ad ogni passo del cammino. Davide dice: “Ho posto sempre il Signore davanti ame: poiché egli è

alla mia destra, non sarò mai smosso.“ Salmo 16:8.

Ti chiedi: “Come posso dimorare in Cristo?” Nello stesso modo in cui Lo ricevesti all’inizio. “Come dunque avete ricevutoCristo Gesù il Signore, così camminate in Lui”. Colossesi 2:6 “Il giusto vivrà per fede”. Ebrei 10:38. Ti sei donato a Dio, per essere Suo completamente, per servirlo e obbedirgli, e hai preso Cristo come tuo Salvatore. Non potresti espiare i tuoipeccati o cambiare il tuo cuore ma essendoti donato a Dio, credi che Egli abbia fatto tutto questo per te, per amore di Cristo. Per fede sei diventato di Cristo, e per fede devi crescere in Lui, dando e prendendo. Devi dare tutto: il tuo cuore, la tuavolontà, il tuo servizio, donarti a Lui per obbedire a tutte le Sue richieste. E devi prendere tutto da Cristo, la pienezza di ogni benedizione, per farlo dimorare nel tuo cuore, per essere la tua forza, la tua giustizia, il tuo aiuto eterno, per darti la forza di obbedire.

Consacrati a Dio ogni mattino, rendi ciò la prima preoccupazione della giornata. Lascia che la tua preghiera sia: “Prendimi, o Signore, come interamente tuo. Depongo tutti i miei piani ai Tuoi piedi. Usami oggi al Tuo servizio. Rimani conme e lascia che tutta la mia opera sia compiuta in te”. Questa dovrebbe essere un’abitudine quotidiana. Ogni mattinaconsacrati a Dio per il giorno. Affida a Lui tutti i tuoi progetti, affinché siano realizzati o abbandonati come indicherà la Sua provvidenza. Così giorno dopo giorno potrai donare la tua vita nelle mani di Dio, e così la tua vita sarà modellata sempre più secondo la vita di Cristo.

Una vita in Cristo è una vita di riposo. Potrebbe non esserci estasi dei sentimenti, ma dovrebbe esserci una fiducia duratura e pacifica. La vostra speranza non è in

voi stessi ma in Cristo. La vostra debolezza è unita alla Sua forza, la vostra ignoranza alla Sua saggezza, la vostra fragilità alla Sua forza duratura. Non concentratevi su voi stessi, non fissatevi sulla vostra condizione, invece rivolgete la vostra attenzione a Cristo e confidate nel suo amore. Contemplate la bellezza e la perfezione del suo carattere, lo spirito di abnegazione, le umiliazioni subite, la sua purezza e santità. Solo amando Cristo, imitandolo e affidandovi completamente a lui, potete essere trasformati fino a somigliargli.

Gesù dice: “Rimanete in me”. Queste parole trasmettono l’idea di riposo, stabilità, fiducia. Ancora una volta Egli invita:“Vieni a me… e io ti darò riposo”. Matteo 11:28. Le parole del salmista esprimono lo stesso pensiero: “Riposa nel Signore e aspettalo pazientemente”. Salmo 37:7 E Isaia assicura: “Nella calma e nella fiducia sarà la tua forza“. Isaia 30:15. Questo riposo non si trova nell’inattività, perché nell’invito del Salvatore è unita la promessa del riposo con l’appello allavoro: “Prendete su di voi il mio giogo:

… e troverete riposo”. Matteo 11:29. Colui che trova riposo in Cristo, lavorerà per lui con più serietà e impegno.

Quando la mente si concentra su sé stessa, si allontana da Cristo, la fonte della forza e della vita. Il nemico cerca in tutti i modi di distogliere l’attenzione dal Salvatore, impedendo così l’unione e la comunione dell’anima con Cristo. Ci proveràattraverso i piaceri del mondo, le preoccupazioni, le perplessità e i dolori della vita. Oppure cercherà di deviare la tua mentefacendoti focalizzare sui difetti altrui, o i tuoi personali difetti e imperfezioni. Non lasciarti ingannare dalle sue astuzie.

Molte persone che hanno un sincero desiderio di vivere per Dio, si soffermano troppo spesso sui propri difetti e sulle proprie debolezze, separandosi in questo modo da Cristo. Non dovremmo mettere il nostro io al centro delle nostre preoccupazionie abbandonarci all’ansia o alla paura di sapere se saremo salvati o meno. Tutto ciò allontana l’anima dalla Fonte della nostra forza. Affida a Dio la custodia della tua anima e confida in Lui. Parla e pensa a Gesù. Abbandonati a Lui. Metti via ogni dubbio, allontana le tue paure. Dì, insieme all’apostolo Paolo: “Non son più io che vivo ma Cristo che vive in me. La vita che ora vivo in questo mondo la vivo per la fede nel Figlio di Dio che mi ha amato e volle morire per me”. Galati 2:20.Riposa in Dio che è in grado di mantenere ciò che gli hai affidato. Se ti abbandonerai nelle sue mani, Egli ti renderà più che vincitore attraverso Colui che ti ha amato.

Quando Cristo ha assunto su di sé la natura umana, ha legato a sé l’umanità con un vincolo d’amore che nessun potere può spezzare se non la scelta dell’uomo stesso. Satana proverà costantemente ad indurci a rompere questo legame, a scegliere di separarci da Cristo. È qui che dobbiamo vigilare, impegnarci, pregare, affinché nulla ci induca a scegliere un altro maestro, in quanto siamo sempre liberi di farlo. Ma teniamo gli occhi fissi su Cristo ed Egli ci preserverà. Guardando a Gesù, siamo salvi. Niente può strapparci dalla Sua mano. Contemplandolo costantemente, “siamo trasformati nella stessaimmagine di gloria in gloria, proprio come per lo Spirito del Signore”. 2 Corinzi 3:18.

Fu così che i primi discepoli riuscirono ad

assomigliare al loro Salvatore, quando sentirono le Sue parole si resero conto di aver bisogno di lui. Essi lo cercarono, lotrovarono e lo seguirono. A casa, a tavola, in privato, nei campi, erano sempre con lui e, come suoi allievi, ogni giorno ricevevano dal loro Maestro insegnamenti straordinari.

Quei discepoli erano uomini “soggetti alle nostre stesse passioni”. Giacomo 5:17. Dovevano combattere la stessa battaglia contro il peccato. Avevano bisogno della stessa grazia, per vivere una vita santa. Anche Giovanni, il discepoloprediletto, colui che rispecchiava più pienamente le sembianze del Salvatore, non possedeva naturalmente quella amabilità di carattere. Non era solo autoaffermativo e ambizioso per l’onore, ma impetuoso e irritabile per le ferite. Ma quando il carattere del Divino gli fu manifestato, vide la propria deficienza e fu umiliato dalla conoscenza. La forza e la pazienza, la potenza e la tenerezza, la maestà e la mitezza, che vedeva nella vita quotidiana del Figlio di Dio, riempivano la suaanima di ammirazione e di amore. Giorno dopo giorno il suo cuore si protese verso Cristo, finché perse di vista sé stesso nell’amore per il suo Maestro. Il suo carattere irritabile e ambizioso si arrese al potere plasmatore di Cristo. L’influenza rigeneratrice dello Spirito Santo rinnovò il suo cuore. La potenza dell’amore di Cristo operò una trasformazione del carattere. Questo è il risultato sicuro dell’unione con Gesù. Quando Cristo dimora nel cuore, tutta la natura viene trasformata. Lo Spirito di Cristo, il Suo amore, intenerisce il cuore, sottomette l’anima ed eleva i pensieri e i desideri verso Dio e il cielo.

Quando Cristo ascese al cielo, il senso della Sua

presenza rimaneva ancora presso i Suoi seguaci: una presenza personale, piena di amore e di luce.

Gesù, il Salvatore, che aveva camminato, parlato e pregato con loro, che aveva parlato di speranza e di conforto ai loro cuori, mentre il messaggio di pace era ancora sulle Sue labbra, era stato portato via da loro in cielo. La sua voce risuonavaancora nelle loro orecchie, mentre la nuvola degli angeli lo riceveva: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”. Matteo 28:20.

Era asceso al cielo sotto forma di umanità. Sapevano che Egli pur essendo davanti al trono di Dio rimaneva ancora il loro Amico e Salvatore, che le Sue simpatie erano immutate e che ancora si identificava con l’umanità sofferente. Stava presentando davanti a Dio i meriti del Suo prezioso sangue, mostrando le Sue mani e i Suoi piedi feriti, in ricordo del prezzoche aveva pagato per i Suoi redenti. Loro sapevano che era asceso al cielo per preparare loro dei luoghi, e che sarebbe tornato e li avrebbe presi con sé.

Quando si incontrarono, dopo l’ascensione, erano ansiosi di presentare le loro richieste al Padre nel nome di Gesù. Consolenne timore si inchinarono in preghiera, ricordando la promessa: “Tutto ciò che chiederete al Padre nel mio nome, Egli ve lo darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome: chiedete e riceverete, affinché la vostra gioia sia piena”. Giovanni 16:23, 24. Tesero quindi la mano della fede sempre più in alto richiedendo con potenza: “Cristo è Colui che è morto e che è anche risorto, Egli è alla destra di Dio e anche intercede per noi”. Romani 8:34. E la Pentecoste portò loro la presenza delConsolatore, del quale Cristo aveva

detto: Egli “sarà in voi”. E aveva detto ancora: «È bene per voi che io vada, perché se non me ne vado, non verrà a voi ilConsolatore, ma se me ne vado, ve lo manderò”. Giovanni 14:17; 16:7. D’ora in poi, attraverso lo Spirito, Cristo dovevadimorare continuamente nel cuore dei suoi figli. La loro unione con Lui era più stretta di quando Egli era personalmente con loro. La luce, l’amore e il potere del Cristo interiore risplendevano attraverso di loro, così che gli uomini, guardandoli, “si meravigliavano, ed essi riconobbero che erano stati con Gesù”. Atti 4:13.

Tutto ciò che Cristo fu per i discepoli, Egli desidera esserlo oggi per i Suoi figli. Infatti in quell’ultima preghiera, con il piccolo gruppo di discepoli riuniti intorno a lui, disse: «Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me per mezzo della loro parola». Giovanni 17:20.

Gesù ha pregato per noi e ha chiesto che potessimo essere uno con Lui, proprio come Lui è uno con il Padre. Che unione è questa! Il Salvatore ha detto di sé stesso: “Il Figlio non può fare nulla da sé stesso”, “Il Padre che dimora in me, è lui che fale opere”. Giovanni 5:19; 14:10. Quindi, se Cristo dimora nei nostri cuori, opererà in noi “sia nel volere che nell’agire secondo il Suo beneplacito”. Filippesi 2:13. Lavoreremo come ha lavorato Lui, manifesteremo lo stesso spirito. E così, amandolo e rimanendo in Lui, “cresceremo in ogni cosa verso Lui, che è il capo, Cristo”. Efesini 4:15.

 

Capitolo 9 – Il lavoro e la vita

Dio è la fonte della vita, della luce e della gioia per l’intero universo. Come raggi di luce provenienti dal sole, come corsid’acqua che sgorgano da una sorgente viva, da Lui fluiscono le benedizioni a tutte le Sue creature. E quando la vita di Dio ènei cuori degli uomini, questa si riversa sugli altri in amore e benedizione.

La gioia del nostro Salvatore consisteva nell’elevazione e nella redenzione degli uomini caduti. Per questo non considerò cara la sua vita, ma sopportò la croce, disprezzando la vergogna. Allo stesso modo gli angeli sono sempre impegnati a lavorare per la felicità degli altri. Questa è la loro gioia. Ciò che i cuori egoisti considererebbero un servizio umiliante, servire coloro che sono miserabili e sotto ogni aspetto inferiori nel carattere e nel rango, è l’opera di angeli senza peccato. Lo spirito dell’amore altruistico di Cristo è lo spirito che pervade il cielo ed è l’essenza stessa della sua intera opera per l’umanità.

Questo è lo spirito che possederanno i seguaci di Cristo ed è l’opera che svolgeranno.

Quando l’amore di Cristo è custodito nel cuore, come una dolce fragranza, non può essere nascosto. La

sua sacra influenza sarà sentita da tutti coloro con cui entreremo in contatto. Lo spirito di Cristo nel cuore è come unasorgente nel deserto, che scorre per rinvigorire tutti e rendere coloro che sono in difficoltà, desiderosi di ricevere aiuto.

L’amore per Gesù si manifesterà nel desiderio di lavorare come Lui ha lavorato per la benedizione e l’edificazione dell’umanità. Condurrà all’amore, alla tenerezza e alla simpatia verso tutte le creature affidate alle cure del nostro Padre celeste.

La vita del Salvatore sulla terra non fu una vita di agi o di devozione a Sé stesso, ma Egli lavorò con impegnopersistente, serio e instancabile per la salvezza dell’umanità perduta. Dalla mangiatoia al Calvario seguì il cammino dell’abnegazione e cercò di non liberarsi da compiti ardui, viaggi dolorosi, cure e fatiche estenuanti. Egli disse: “Il Figliodell’uomo non è venuto per essere servito, ma per servire e per dare la sua vita in riscatto per molti”.

Matteo 20:28. Questo era il grande scopo della Sua vita. Tutte le altre cose erano secondarie, tanto che per lui fare la volontà di Dio costituiva il suo cibo quotidiano. Gesù non agì mai spinto da impulsi egoistici. Fare la volontà di Dio e portare atermine la Sua opera, rappresentavano il Suo cibo e la Sua bevanda. L’ego e l’interesse personale non hanno avuto parte nel Suo lavoro. Perciò coloro che sono partecipi della grazia di Cristo saranno pronti a qualsiasi sacrificio, affinché anchealtri per i quali Egli è morto possano condividere il dono celeste. Costoro faranno tutto il possibile per rendere il mondo migliore durante la loro permanenza in esso. Questo spirito è il frutto certo di un’anima

veramente convertita. Appena ci si avvicina a Cristo, nasce nel proprio cuore il desiderio di far conoscere agli altri qualeamico prezioso si è trovato in Gesù. La verità salvifica e santificante non può restare rinchiusa nel proprio cuore. Se siamorivestiti della giustizia di Cristo e siamo pieni della gioia del Suo Spirito che dimora in noi, non riusciremo a restare in silenzio. Se avremo gustato e visto che il Signore è buono, avremo qualcosa da raccontare. Come Filippo quando trovò ilSalvatore, inviteremo altri alla Sua presenza. Cercheremo di presentare loro le attrattive di Cristo e le realtà invisibili delmondo a venire. Il desiderio ardente di seguire Cristo nel suo cammino si manifesterà sinceramente in noi e in chiunque, attorno a noi, vuole “contemplare l’Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo”. Giovanni 1:29.

E lo sforzo di benedire gli altri si rifletterà in benedizioni su noi stessi. Questo era lo scopo di Dio nel darci una parte per agire nel piano di redenzione. Egli ha concesso agli uomini il privilegio di diventare partecipi della natura divina e, a lorovolta, di diffondere benedizioni ai loro simili. Questo è l’onore più alto, la gioia più grande che Dio possa concedere agli uomini. Coloro che in tal modo diventano partecipi delle fatiche dell’amore, vengono avvicinati al loro Creatore.

Dio avrebbe potuto affidare il messaggio del Vangelo e tutta l’opera del ministero amorevole agli angeli celesti. Avrebbepotuto impiegare altri mezzi per realizzare il Suo scopo. Ma nel Suo amore infinito ha scelto di renderci Suoi collaboratori, collaboratori di Cristo e degli angeli, affinché potessimo condividere la benedizione, la gioia, l’elevazione spirituale, cherisulta da questo ministero altruistico.

Siamo portati in simpatia con Cristo attraverso la condivisione delle Sue sofferenze. Ogni atto di abnegazione per ilbene degli altri rafforza lo spirito di beneficenza nel cuore di chi dona, unendolo più strettamente al Redentore del mondo, il quale «era ricco, ma per voi si è fatto povero, affinché mediante la sua povertà potessimo essere ricchi.” 2 Corinzi 8:9.

Ed è solo così che realizziamo lo scopo divino nella nostra creazione, affinché la vita possa essere una benedizione per noi.

Se lavorerai come Cristo desidera che i Suoi discepoli facciano, e conquisterai anime per Lui, sentirai il bisogno di un’esperienza più profonda e di una maggiore conoscenza delle cose divine, e avrai fame e sete di giustizia. Pregherai Dio ela tua fede sarà rafforzata e la tua anima berrà sorsi più profondi alla fonte della salvezza. Incontrare opposizione e prove ti porterà alla Bibbia e alla preghiera. Crescerai nella grazia e nella conoscenza di Cristo e svilupperai una ricca esperienza.

Lo spirito di lavoro altruistico per gli altri dona profondità, stabilità e bellezza cristiana al carattere e porta pace e felicità achi lo possiede. Le aspirazioni sono elevate. Non c’è spazio per l’accidia o l’egoismo. Coloro che così esercitano le grazie cristiane cresceranno e diventeranno forti per lavorare per Dio.

Avranno percezioni spirituali chiare, una fede costante e crescente e un maggiore potere nella preghiera. Lo Spirito di Dio, muovendosi sul loro spirito, evoca le sacre armonie dell’anima in risposta al tocco divino.

Coloro che si dedicano in tal modo allo sforzo altruistico per il bene degli altri stanno sicuramente lavorando per la propria salvezza.

L’unico modo per crescere nella grazia è compiere con disinteresse proprio l’opera che Cristo ci ha mostrato: impegnarci,nella misura delle nostre capacità, ad aiutare e benedire coloro che hanno bisogno del nostro aiuto. L’esercizio ci farà avere maggior forza di volontà in questo. Coloro che si sforzano di mantenere la vita cristiana accettando passivamente lebenedizioni provenienti dai mezzi della grazia senza fare nulla per Cristo stanno semplicemente cercando di mangiare senza lavorare. E nel mondo spirituale come in quello naturale, ciò si traduce sempre in degenerazione e decadimento. Chi non siimpegna ad usare le sue gambe presto perderà la capacità di camminare.

Quindi, il cristiano che non usa i talenti che Dio gli ha dato non solo non diventa più simile a Cristo, ma perde anche la forza che già aveva.

La chiesa di Cristo è l’agenzia nominata da Dio per la salvezza degli uomini. La sua missione è portare il Vangelo nelmondo. E l’obbligo grava su tutti i cristiani. Ognuno, nella misura del suo talento e delle sue opportunità, deve adempiereall’incarico del Salvatore.

L’amore di Cristo, a noi rivelato, ci rende debitori verso tutti coloro che non lo conoscono.

Dio non ci ha dato la Luce solo per noi stessi, ma perché la irradiassimo su chi giace nelle tenebre. Se i seguaci di Cristo si svegliassero a una piena consapevolezza dei propri doveri, migliaia proclamerebbero il Vangelo in terre paganeladdove

oggi uno solo è al lavoro, e tutti coloro che non possono impegnarsi personalmente nell’opera, la sosterrebbero comunque con i propri mezzi e risorse, con la loro simpatia e con le loro preghiere. Così ci sarebbe anche molto più impegno in favore dellasalvezza delle anime anche nei paesi cristiani.

Tuttavia, se il nostro dovere ci chiama nell’ambito familiare, a casa nostra, non abbiamo bisogno di recarci in terre pagane per lavorare per Cristo. Possiamo farlo nella cerchia familiare, in chiesa, tra coloro con i quali siamo in contatto e con cuilavoriamo economicamente.

La maggior parte della vita terrena del nostro Salvatore fu trascorsa nel paziente lavoro della sua bottega di falegname aNazareth. Gli angeli ministranti assistevano il Signore della vita mentre camminava fianco a fianco con contadini e operai,non riconosciuti né onorati dalla società. Adempiva fedelmente alla Sua missione sia mentre svolgeva il Suo umile mestiere,sia quando guariva i malati o camminava sulle onde tempestose del mar di Galilea. Quindi, nei doveri più semplici e nelleposizioni più umili della vita, possiamo camminare ed operare con Gesù.

L’apostolo afferma chiaramente: “Perciò, cari fratelli, ognuno rimanga nella condizione in cui si trovava quando divenne cristiano”. 1 Corinzi 7:24.

Anche l’uomo d’affari può condurre il proprio business in modo da glorificare il Maestro con l‘onestà. Se è un vero seguace di Cristo, porterà la sua religione in tutto ciò che viene fatto e rivelerà agli uomini lo spirito di Cristo.

L’operaio può essere un rappresentante diligente e

fedele di Colui che lavorò negli umili cammini della vita tra le colline della Galilea.

Chiunque nomina il nome di Cristo dovrebbe operare in modo che gli altri, vedendo le sue buone opere, possano essereindotti a glorificare il loro Creatore e Redentore.

Molti si sono esentati dal prestare i loro doni al servizio di Cristo perché altri possedevano doti e vantaggi superiori. È prevalsa l’opinione che solo chi possiede un particolare talento, debba consacrare le proprie capacità al servizio di Dio. Molti hanno capito che i talenti vengono dati solo ad una certa classe favorita, escludendo altre che ovviamente non sono chiamate a condividere le fatiche o le ricompense. Ma non è così rappresentato nella parabola. Quando il padrone di casa chiamò isuoi servi, diede a ciascuno il suo lavoro.

Con uno spirito amorevole possiamo compiere i doveri più umili della vita “…come per il Signore”. Colossesi 3:23. Se l’amore di Dio è nel cuore, si manifesterà nella vita. Il dolce sapore di Cristo ci circonderà e la nostra influenza si eleverà e benedirà.

Non devi aspettare grandi occasioni o capacità straordinarie prima di andare a lavorare per Dio. Non è nemmeno necessario che ti preoccupi di cosa penserà il mondo di te. Se la tua vita quotidiana è una testimonianza della purezza e della sincerità della tua fede, e gli altri sono convinti che desideri recare loro beneficio, i tuoi sforzi non andranno del tutto perduti.

Il più umile e il più povero dei discepoli di Gesù possono essere di benedizione per gli altri anche senza rendersi contodi compiere un bene speciale; con la

loro influenza inconsapevole possono avviare ondate di benedizioni che si allargheranno e si propagheranno come onde in uno stagno con risultati di bene che saranno palesi solo nel giorno della ricompensa finale. Non sentono, né sanno chestanno facendo qualcosa di eccezionale. Non sono tenuti ad affannarsi per ottenere il successo. Basta che vadano avanti concalma, compiendo fedelmente l’opera che la provvidenza di Dio gli ha assegnato, e la loro vita non sarà vana. I loro animi diventeranno sempre più simili a Cristo, perché operano insieme a Dio in questa vita e sono quindi idonei per l’opera piùelevata e per la gioia senza ombre della vita futura.

 

Capitolo 10 – La conoscenza di Dio

Molti sono i modi in cui Dio cerca di farsi conoscere da noi e di portarci in comunione con Lui. La natura parla ai nostrisensi continuamente. Il cuore aperto sarà colpito dall’amore e dalla gloria di Dio rivelati attraverso le opere delle Sue mani.

L’orecchio che ascolta può udire e comprendere il messaggio di Dio attraverso la natura. I campi verdi, gli alberi alti, iboccioli e i fiori, la nuvola che passa, la pioggia che cade, il ruscello gorgogliante, le glorie dei cieli, parlano ai nostri cuori e ci invitano a conoscere Colui che li ha creati tutti.

Il nostro Salvatore traeva le Sue preziose lezioni dalla natura. Gli alberi, gli uccelli, i fiori delle valli, delle colline, dei laghi e degli splendidi cieli, così come le esperienze e gli ambienti di vita quotidiana, erano tutti collegati alle sue parole di verità,affinché le Sue lezioni potessero essere spesso richiamate alla mente, anche tra le preoccupazioni frenetiche della vita e nelduro lavoro dell’uomo.

Dio vorrebbe che i Suoi figli apprezzassero le Sue opere e si dilettassero nella bellezza semplice e tranquilla con cui haadornato la nostra casa terrena. È un amante

del bello, ma, oltre a ciò che è attraente esteriormente, ama la bellezza del carattere. Per questo vorrebbe che noi ricercassimola purezza, la grazia e la semplicità che possiamo scorgere nei fiori.

Se solo fossimo in grado di osservare, quante cose impareremmo dalle opere create da Dio: preziose lezioni di obbedienza e fiducia. Dalle stelle, che nelle loro orbite senza traccia attraverso lo spazio seguono di età in età il loro percorso designato, fino all’atomo più minuto, le cose della natura obbediscono alla volontà del Creatore. E Dio si prendecura di tutto ciò che ha creato. Colui che sostiene gli innumerevoli mondi nell’immensità, allo stesso tempo si prende cura dei bisogni del piccolo passerotto marrone che canta senza paura la sua umile canzone. Quando gli uomini escono per la loro fatica quotidiana, così come quando si mettono in preghiera, quando si coricano la notte e quando si alzano la mattina, quando il ricco banchetta nel suo palazzo, o quando il povero riunisce i suoi figli attorno alla magra mensa, ciascuno è teneramente vigilato dal Padre Celeste. Non vengono versate lacrime senza che Dio non se ne accorga. Non c’è sorriso che Lui non segni.

Se solo credessimo pienamente a questo, tutte le preoccupazioni inutili verrebbero respinte. Le nostre vite non sarebberocosì piene di delusioni come adesso, perché ogni cosa, dalla più grande alla più semplice, sarà lasciata nelle mani di Dio, che non si scoraggia davanti alla molteplicità delle preoccupazioni, né si opprime davanti al loro peso. Godremmo allora di un riposo dell’anima che pochi conoscono.

Mentre osserviamo estasiati la bellezza del creato,

pensiamo al mondo che sta per venire, che non conoscerà mai la piaga del peccato e della morte. Dove il volto della natura non porterà più l’ombra della maledizione. Lascia che la tua mente immagini la casa dei salvati e solo sappi che sarà piùgloriosa di quanto la tua più brillante immaginazione possa rappresentare. Nelle varie meraviglie che Dio ha posto nella natura, noi scorgiamo solo il più debole bagliore della Sua gloria. È scritto: “Le cose che occhio non ha visto e che orecchio non ha udito e che non sono salite in cuor d’uomo, sono quelle che Dio ha preparato per quelli che lo amano”. 1 Corinzi 2:9.

Il poeta e lo studioso hanno molte cose da dire riguardo alla natura, ma è il cristiano che gode appieno della bellezza dellaterra con il massimo apprezzamento, perché riconosce l’opera di suo Padre e percepisce il Suo amore nel fiore, nell’arbusto enell’albero. Nessuno può apprezzare appieno il significato delle colline e delle valli, dei fiumi e del mare, se non li considera un’espressione dell’amore di Dio per l’uomo.

Dio ci parla attraverso la sua opera provvidenziale e attraverso l’influenza del suo Spirito nel cuore.

Nelle nostre circostanze e nel nostro ambiente, nei cambiamenti che avvengono quotidianamente intorno a noi, possiamotrovare lezioni preziose se i nostri cuori sono aperti a riconoscerle. Il salmista, ripercorrendo l’opera di Dio, dice: “La terra è piena della bontà del Signore”. “Chiunque è saggio e osserverà queste cose, anch’egli comprenderà l’amorevole benignità del Signore”. Salmo 33:5; 107:43.

Dio ci parla attraverso la Sua Parola. È qui che

abbiamo in linee più chiare la rivelazione del Suo carattere, dei Suoi rapporti con gli uomini e della grande opera di redenzione. Qui è aperta davanti a noi la storia dei patriarchi, dei profeti e di altri santi uomini dell’antichità. Erano uomini“soggetti alle nostre stesse passioni”. Giacomo 5:17. Anch’essi hanno lottato contro scoraggiamenti come il nostro, sono caduti nella tentazione, proprio come abbiamo fatto noi, pur tuttavia vengono rincuorati e vincono attraverso la grazia di Dio. Allo stesso modo noi, vedendo tutto ciò, siamo incoraggiati nel nostro impegno per un cammino retto. Mentre leggiamo delle meravigliose esperienze che Dio ha concesso loro, della luce, dell’amore e delle benedizioni di cui potevano godere e del lavoro che hanno compiuto attraverso la grazia data loro, lo stesso Spirito che li ha ispirati accende una fiamma di santa emulazione anche in noi, nei nostri cuori, dandoci il desiderio di essere come loro nel carattere per camminare con Dio.

Gesù ha detto delle Scritture dell’Antico Testamento, e quanto più è vero del Nuovo, “Sono esse che testimoniano di Me”,cioè parlano del Redentore, Colui nel quale sono centrate le nostre speranze di vita eterna. Giovanni 5:39. Sì, tutta la Bibbia parla di Cristo. Dal primo resoconto della creazione – poiché “senza di Lui nulla è stato fatto” – alla promessa conclusiva:“Ecco, io verrò presto”, leggiamo le Sue opere e ascoltiamo la Sua voce. Giovanni 1:3; Apocalisse 22:12. Se vuoi conoscere il Salvatore, studia le Sacre Scritture.

Riempi il tuo cuore con le parole di Dio. Esse rappresentano l’acqua viva, che placa la tua sete ardente, il pane vivo delcielo. Gesù dichiara: “Se non

mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avrete la vita in voi”. E Lui stesso spiega dicendo: “Leparole che vi dico sono spirito e sono vita”. Giovanni 6:53, 63. Come ciò che mangiamo e beviamo influenza il nostro corpo,così ciò su cui meditiamo darà tono e forza alla nostra natura spirituale.

Il tema della redenzione è un argomento che gli angeli desiderano conoscere meglio e che, nel corso dell’eternità, saràper i redenti soggetto di studio e motivo di lode. Non è forse degno di un’attenta riflessione e di uno studio sin da adesso? L’infinita misericordia e l’amore di Gesù, il sacrificio compiuto in nostro favore, impongono una riflessione più seria e solenne. Dovremmo soffermarci sul carattere del nostro caro Redentore e Intercessore. Dovremmo meditare sulla missione di Colui che venne per salvare il Suo popolo dai suoi peccati. Mentre contempliamo in questo modo i temi celesti, la nostra fede e il nostro amore diventeranno più forti e le nostre preghiere saranno sempre più accettate da Dio, perché saranno sempre più mescolate con fede e amore. Saranno preghiere intelligenti e ferventi.

Ci sarà una fiducia più costante in Gesù, un’esperienza quotidiana e viva nel Suo potere di salvare completamente tutti coloro che vengono a Dio tramite Lui.

Mentre meditiamo sulle perfezioni del Salvatore, desidereremo essere completamente trasformati e rinnovati a immagine della Sua purezza. Ci sarà un’anima affamata e assetata di diventare come Colui che adoriamo. Più i nostri pensieri sonorivolti a Cristo, più parleremo di Lui agli altri e Lo rappresenteremo al mondo.

La Bibbia non è stata scritta solo per gli studiosi, al contrario, è stata progettata per la gente comune. Le grandi veritànecessarie per la salvezza sono rese chiare come il sole a mezzogiorno e nessuno sbaglierà e perderà la strada tranne coloro che seguono il proprio giudizio invece della volontà di Dio chiaramente rivelata.

Non dovremmo accettare la testimonianza di nessun uomo su ciò che insegnano le Scritture, ma dovremmo studiare le parole di Dio per noi stessi. Se permettiamo agli altri di pensare al posto nostro, avremo energie paralizzate e capacità contratte. I nobili poteri della mente possono essere così sminuiti dalla mancanza di esercizio su temi degni della loro concentrazione da perdere la capacità di cogliere il significato profondo della parola di Dio. La mente si allargherà se sarà impegnata a tracciare la relazione degli argomenti della Bibbia, confrontando le scritture con le scritture e le cose spirituali con quelle spirituali.

Non c’è niente di più indicato per rafforzare l’intelletto, dello studio delle Scritture. Nessun altro libro è così potentenell’elevare i pensieri, nel dare vigore alle facoltà, come le ampie e nobilitanti verità della Bibbia. Se la parola di Dio fossestudiata come dovrebbe essere, gli uomini avrebbero un’ampiezza di mente, una nobiltà di carattere e una stabilità di intenti raramente vista in questi tempi.

Ma da una lettura frettolosa delle Scritture si ricava ben poco beneficio. Si può leggere tutta la Bibbia e tuttavia nonriuscire a vederne la bellezza o a comprenderne il significato profondo e nascosto. Un

passaggio biblico studiato fino a che il suo significato non è chiaro alla nostra mente e la sua relazione con il piano della salvezza sia evidente, ha più valore della lettura di molti capitoli senza uno scopo e senza alcuna istruzione positiva acquisita. Tieni la Bibbia con te. Appena ne hai l’opportunità, leggila, impara i suoi testi a memoria. Anche mentre cammini per le strade puoi leggere un brano e meditare su di esso, fissandolo così nella mente. Non possiamo ottenere saggezza senza un’attenzione sincera e uno studio devoto. Alcune parti della Scrittura sono davvero troppo chiare per essere fraintese, ma ce ne sono altre il cui significato non è superficiale per essere compreso a colpo d’occhio. La Scrittura deve essere interpretata con la Scrittura con un’attenta ricerca e una riflessione in preghiera.

E tale studio sarà ampiamente ripagato. Come il minatore scopre vene di metallo prezioso nascoste sotto lasuperficie della terra, così colui che ricerca con perseveranza la parola di Dio come un tesoro nascosto, troverà verità del massimo valore, che sono nascoste alla vista del ricercatore negligente. Le parole ispiratrici, meditate nel cuore, saranno comeruscelli che sgorgano dalla fonte della vita.

Non si dovrebbe mai studiare la Bibbia senza pregare. Prima di aprire le sue pagine dovremmo chiedere l’illuminazione dello Spirito Santo, e ci sarà data. Quando Natanaele andò da Gesù, il Salvatore esclamò: “Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità!” Natanaele disse: “Da dove mi conosci?” Gesù rispose: «Prima che Filippo ti chiamasse, quando eri sotto ilfico, ti ho visto». Giovanni 1:47, 48. E Gesù ci vedrà anche nei luoghi segreti della preghiera se

cercheremo in Lui la luce per conoscere cos’è la verità. Gli angeli del mondo della luce saranno con coloro che con umiltà di cuore cercano la guida divina.

Lo Spirito Santo esalta e glorifica il Salvatore. È Suo ufficio presentare Cristo, la purezza della Sua giustizia e la grandesalvezza che abbiamo attraverso Lui. Gesù dice: “Egli riceverà del mio e ve lo annunzierà”. Giovanni 16:14. Lo Spirito di verità è l’unico efficace maestro della verità divina. Dio deve tenere in grande considerazione la razza umana, dato che ha mandato suo Figlio a morire per loro e ha designato il Suo Spirito come insegnante e guida costante dell’uomo!

Capitolo 11 – Il privilegio della preghiera

Attraverso la natura e la rivelazione, attraverso la Sua provvidenza e mediante l’influenza del Suo Spirito, Dio ci parla. Ma questo non basta, dobbiamo anche aprire a Lui i nostri cuori. Per avere vita ed energia spirituale, dobbiamo avere un rapporto reale con il nostro Padre celeste. Le nostre menti possono essere attratte verso di Lui, possiamo meditare sulle sueopere, sulla sua misericordia, sulle sue benedizioni, ma questo non è, nel senso più pieno, comunicare con Lui. Per poter comunicare con Dio, dobbiamo avere qualcosa da dirgli riguardo alla nostra vita reale.

La preghiera è l’apertura del cuore a Dio come ad un amico. Non che sia necessario per far conoscere a Dio ciò che siamo, ma per permetterci di riceverlo. La preghiera non fa scendere Dio fino a noi, ma ci porta su a Lui.

Quando Gesù era sulla terra, insegnò ai Suoi discepoli a pregare. Ordinò loro di presentare davanti a Dio le loro necessitàquotidiane e di affidare a Lui tutte le loro preoccupazioni. E la stessa garanzia che Egli ha dato a loro, e cioè che le lororichieste sarebbero state

ascoltate, è una garanzia anche per noi.

Gesù stesso, mentre dimorava tra gli uomini, era spesso in preghiera.

Il nostro Salvatore si è identificato con i nostri bisogni e le nostre debolezze. Supplicava Suo Padre affinché gli desse nuove scorte di forza ed arrivare in questo modo preparato per il dovere e la prova. Egli è il nostro esempio in ogni cosa. Fratello nelle nostre infermità, “tentato in ogni cosa come noi”, ma come colui che è senza peccato, si ritrasse dal male. Ha sopportato lotte e torture dell’anima in un mondo di peccato. La sua umanità faceva della preghiera, una necessità e un privilegio. Trovò conforto e gioia nella comunione con Suo Padre.

E se il Salvatore degli uomini, il Figlio di Dio, sentì il bisogno della preghiera, quanto più i deboli mortali e peccatoridovrebbero sentire la necessità della preghiera fervente e costante.

Il nostro Padre celeste attende di concederci la pienezza della Sua benedizione. Ed è un nostro privilegio bereabbondantemente alla fonte dell’amore sconfinato. Che peccato che preghiamo così poco! Dio è pronto e disposto ad ascoltare la preghiera sincera del più umile dei Suoi figli, eppure c’è molta ed evidente riluttanza da parte nostra a farconoscere i nostri desideri a Dio. Cosa potranno mai pensare gli angeli del cielo dei poveri esseri umani indifesi, soggetti alla tentazione? Soprattutto considerando l’amore infinito di Dio che anela verso di loro, pronto a dare ad ogni essere vivente piùdi quanto possano chiedere o immaginare. E nonostante questo, essi pregano così poco e hanno così poca fede! Gli angeli

amano inchinarsi davanti a Dio, amano stare vicino a Lui. Considerano la comunione con Dio la loro gioia più grande, eppure i figli della terra, che hanno tanto bisogno dell’aiuto che solo Dio può dare, sembrano soddisfatti di camminare senza la luce del Suo Spirito, senza la compagnia della Sua presenza.

Le tenebre del maligno circondano coloro che trascurano di pregare. Le tentazioni da lui sussurrate li inducono al peccato, e tutto ciò accade perché non si avvalgono dei privilegi che Dio ha dato loro con l’ufficio divino della preghiera.

Perché i figli e le figlie di Dio dovrebbero essere riluttanti a pregare, quando la preghiera è la chiave nella mano della fedeper aprire il magazzino del cielo, dove sono custodite le risorse illimitate dell’Onnipotenza? Senza la preghiera incessante e la vigilanza diligente corriamo il pericolo di diventare negligenti e di deviare dalla retta via. L’avversario cerca continuamente di ostruire la strada verso il propiziatorio, per non farci ottenere con la fervente supplica e la fede, la grazia eil potere di resistere alla tentazione.

Ci sono alcune condizioni secondo le quali possiamo aspettarci che Dio ascolti e risponda alle nostre preghiere. Prima di tutto dobbiamo sentire il bisogno del suo aiuto. Egli ha promesso: “Io spanderò l’acqua sull’assetato, e i ruscelli sulla terra arida”. Isaia 44:3. Coloro che hanno fame e sete di giustizia, che bramano Dio, possono essere sicuri che saranno saziati. Il cuore deve essere aperto all’influenza dello Spirito, altrimenti la benedizione di Dio non può essere ricevuta.

Il nostro grande bisogno, sia materiale che spirituale,

è esso stesso un argomento eloquente in nostro favore. Ma occorre cercare il Signore affinché faccia queste cose per noi. Egli dice: “Chiedete e vi sarà dato”. E “Colui che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi, come non ci donerà forse anche ogni cosa con lui?” Matteo 7:7; Romani 8:32.

La preghiera di chi è pentito e addolorato per i propri errori è sempre accettata da Dio. Tuttavia, chi nasconde un peccato o tollera una debolezza non sarà ascoltato dal Signore. Egli risponderà alle nostre preghiere solo quando avremo confessato tutti i torti di cui siamo consapevoli. Anche se i nostri meriti non ci assicurano il favore di Dio, poiché siamosalvati solo attraverso Gesù e il suo sacrificio, dobbiamo comunque vivere secondo le condizioni della sua grazia.

Un altro elemento prevalente della preghiera è la fede. “Chi si avvicina a Dio deve credere che Egli esiste e che è il rimuneratore di coloro che Lo cercano diligentemente”. Ebrei 11:6. Gesù disse ai suoi discepoli: “Tutte le cose che domandate pregando, credete di riceverle e le otterrete.” Marco 11:24. Lo prendiamo in parola?

La certezza è ampia e illimitata: Colui che ha promesso è fedele. Quando non riceviamo le cose che abbiamo chiestoproprio nel momento in cui chiediamo, dobbiamo continuare ancora a credere che il Signore ascolta e che risponderà alle nostre preghiere. Siamo così erranti e miopi che a volte chiediamo cose che non rappresenterebbero una benedizione per noi,e il nostro Padre celeste innamorato risponde alle nostre preghiere dandoci ciò che sarà per il nostro bene supremo, anzichéciò che noi stessi desideriamo. Quando le nostre

preghiere sembrano non ricevere risposta, dobbiamo aggrapparci alla promessa, poiché verrà sicuramente il momento della risposta e riceveremo la benedizione di cui abbiamo più bisogno. Ma affermare che la preghiera sarà sempre esaudita nello stesso modo e per la cosa specifica che desideriamo, è presunzione. Dio è troppo saggio per sbagliare e troppo buono pernegare qualsiasi cosa buona a coloro che camminano rettamente. Allora non temere di confidare in Lui, anche se non vedi la risposta immediata alle tue preghiere. Affidatevi alla Sua promessa sicura: “Chiedete e vi sarà dato”.

Se ci consultiamo con i nostri dubbi e le nostre paure, o cerchiamo di risolvere tutto ciò che non possiamo vedere chiaramente, prima di avere fede, le perplessità non potranno che aumentare e approfondirsi. Ma se veniamo a Dio,sentendoci impotenti e dipendenti, come realmente siamo, e con fede umile e fiduciosa facciamo conoscere i nostri desideri a Colui la cui conoscenza è infinita, che vede ogni cosa nella creazione e che governa ogni cosa con la Sua volontà e parola, Egli si prenderà cura del nostro grido e lascerà che la luce splenda nei nostri cuori. Attraverso la preghiera sincera entriamo in connessione con la mente dell’Infinito. Potremmo non avere prove degne di nota nel momento in cui il volto del nostro Redentore è chinato su di noi con compassione e amore, ma è proprio così. Forse non sentiamo il suo tocco visibile, ma la sua mano è su di noi con amore e tenerezza pietosa.

Quando arriviamo a chiedere misericordia e benedizione a Dio, dovremmo avere uno spirito di amore e perdono nei nostri cuori. Come possiamo pregare: “Perdonaci i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori”, e tuttavia indulgere ad uno spirito spietato? Matteo 6:12. Se ci aspettiamo che le nostre preghiere venganoascoltate, dobbiamo perdonare gli altri nello stesso modo e nella stessa misura in cui speriamo di essere perdonati.

La perseveranza nella preghiera è una condizione necessaria per ricevere. Dobbiamo pregare continuamente se vogliamo crescere nella fede e nell’esperienza. Dobbiamo essere “istantaneamente nella preghiera”, “continuare nella preghiera evegliare nella stessa con rendimento di grazie”. Romani 12:12; Colossesi 4:2. Pietro esorta i credenti ad essere “sobri e vigilanti nella preghiera”. 1 Pietro 4:7. Paolo comanda: “In ogni cosa le vostre richieste siano rese note a Dio con la preghiera, la supplica e il ringraziamento”. Filippesi 4:6. “Ma voi, diletti”, dice Giuda, “pregando nello Spirito Santo, mantenetevi nell’amore di Dio”. Giuda 20, 21. La preghiera incessante è l’unione ininterrotta dell’anima con Dio, affinché la vita da Dio fluisca nella nostra vita, e dalla nostra vita rifluiscano a Dio la purezza e la santità.

È necessaria diligenza nella preghiera, non lasciate che nulla vi ostacoli. Fate ogni sforzo per mantenere aperta lacomunione tra Gesù e la vostra anima. Cercate ogni opportunità per andare dove normalmente andate per elevare la preghiera.Coloro che cercano veramente la comunione con Dio si ritroveranno nell’incontro di preghiera, fedeli nel compiere ilproprio dovere e sinceramente ansiosi di raccogliere tutti i benefici che possono ottenere. Cercheranno in ogni modo di collocarsi lì dove possono ricevere i raggi di luce dal cielo.

Dobbiamo pregare nell’ambito familiare ma soprattutto non va trascurata la preghiera segreta e personale, in quanto questa rappresenta la vita dell’anima. È impossibile che l’anima fiorisca se la preghiera viene trascurata. La solapreghiera familiare o pubblica non è sufficiente. Solo nella solitudine l’anima si apre all’occhio indagatore di Dio. La preghierapersonale deve essere ascoltata solo da Dio, nessun orecchio curioso deve ricevere il peso di tali suppliche. Nella preghiera segreta l’anima è libera dai condizionamenti circostanti e dall’eccitazione del momento. Con calma, ma con fervore, si rivolgerà a Dio. Dolce e costante sarà l’influenza emanata da Colui che vede nel segreto, il cui orecchio è aperto per ascoltare la preghiera che sorge dal cuore. Con una fede calma e semplice l’anima mantiene la comunione con Dio e raccoglie a sé raggi di luce divina per rafforzarla e sostenerla nel conflitto con Satana. Dio è la nostra roccaforte. Prega nella tua stanza e, mentre svolgi il tuo lavoro quotidiano, lascia che il tuo cuore sia spesso elevato a Dio. Fu così che Enoch camminò con Dio.

Queste preghiere silenziose salgono come incenso prezioso davanti al trono della grazia. Satana non può vincere colui il cui cuore è così legato a Dio.

Non c’è tempo o luogo in cui sia inappropriato rivolgere una supplica a Dio. Non c’è nulla che possa impedirci di elevare i nostri cuori in uno spirito di fervente preghiera. Tra la folla della strada, nel bel mezzo di un impegno d’affari, possiamo rivolgere una supplica a Dio e implorare la guida divina, come fece Neemia quando fece la sua richiesta al re Artaserse. Un momento di comunione può essere trovato ovunque

ci troviamo. Dovremmo avere la porta del cuore continuamente aperta, col nostro invito che sale a Gesù affinché venga edimori come ospite celeste nell’anima.

Anche se attorno a noi può esserci un’atmosfera contaminata e corrotta, non dobbiamo necessariamente respirarne i miasmi, ma possiamo vivere nell’aria pura del paradiso. Possiamo chiudere ogni ingresso che porti alle immaginazioniimpure o ai pensieri empi elevando l’anima alla presenza di Dio attraverso la preghiera sincera. Coloro i cui cuori sono aperti a ricevere il sostegno e la benedizione di Dio cammineranno in un’atmosfera più santa di quella della terra e avranno una comunione costante con il cielo.

Dobbiamo avere una visione più chiara di Gesù e una comprensione più piena del valore delle realtà eterne. La bellezza dell’essere figli di Dio è avere il cuore ricolmo del Suo amore e, affinché ciò possa essere realizzato, dovremmo essere alla ricerca costante delle cose celesti.

Lasciamo che l’anima sia attirata verso l’alto, affinché Dio ci conceda un soffio dell’atmosfera celeste. Possiamomantenerci così vicini a Dio che in ogni prova inaspettata, i nostri pensieri si rivolgono a Lui con la stessa naturalezza con cui il fiore si rivolge al sole.

Presenta i tuoi desideri, le tue gioie, i tuoi dolori, le tue preoccupazioni e le tue paure davanti a Dio. Non è possibile gravarlo, non è possibile stancarlo.

Colui che conta i capelli del tuo capo non è indifferente ai bisogni dei Suoi figli. “Il Signore è pieno di misericordia e dicompassione”. Giacomo 5:11. Il suo cuore d’amore è toccato dai nostri dolori e persino dalle

nostre espressioni. Portategli tutto ciò che vi confonde la mente. Nulla è troppo grande da sopportare per Colui che sostiene i mondi e che governa tutte le dinamiche dell’universo. Nulla che riguardi in alcun modo la nostra pace è così piccoloperché Lui non lo noti. Non esiste capitolo nella nostra esperienza così oscuro che Lui non possa leggere, non c’è perplessità così difficile che Lui non possa risolvere. Nessuna calamità può colpire l’ultimo dei Suoi figli che il nostro Padre celeste non l’osservi. Allo stesso modo nessuna ansia che può tormentare l’anima, così come nessuna gioia che rallegri,nessuna preghiera sincera che si affacci alle labbra, viene meno al suo immediato interesse.

“Egli guarisce quelli dal cuore spezzato e fascia le loro ferite”. Salmo 147:3. I rapporti tra Dio e ciascuna anima sono cosìdistinti e completi, che è come se non ci fosse un’altra anima sulla terra che condividesse la Sua cura, non un’altra anima per la quale Egli abbia dato il Suo amato Figlio.

Gesù disse: “Chiedete nel mio nome e io non vi dico che pregherò il Padre per voi, perché il Padre stesso vi ama”. “Io vi ho scelti: … affinché qualunque cosa chiederete al Padre nel mio nome, Egli ve la darà”. Giovanni 16:26, 27; 15:16. Ma pregare nel nome di Gesù è qualcosa di più della semplice menzione di quel nome all’inizio e alla fine della preghiera. Significa pregare nella mente e nello spirito di Gesù, mentre crediamo alle Sue promesse, confidiamo nella Sua grazia e compiamo le Sue opere.

Dio non intende che qualcuno di noi debba diventare eremita o monaco e ritirarsi dal mondo per dedicarsi ad atti diculto. La vita deve essere come la vita di Cristo: tra la montagna e la moltitudine. Colui che non fa altro che pregare presto cesserà di pregare, oppure le sue preghiere diventeranno una routine formale. Quando gli uomini si sottraggono alla vita sociale, si allontanano dall’ambito del dovere cristiano e del portare la croce; quando smettono di lavorare seriamente per il Maestro, che ha lavorato seriamente per loro, perdono l’oggetto della preghiera e non hanno alcun incentivo alla devozione. Le loro preghiere diventano personalied egoistiche. Non possono pregare riguardo ai bisogni dell’umanità o all’edificazione del regno di Cristo, implorando la forza con cui lavorare.

Subiamo una perdita ogni volta che trascuriamo il privilegio di unirci insieme per rafforzarci e incoraggiarci a vicenda nelservizio di Dio. Le verità della Sua parola perdono la loro vividezza e importanza se rimangono nelle nostre menti.

I nostri cuori cessano di essere illuminati e risvegliati dalla loro influenza santificante e la nostra spiritualità viene meno. Nella nostra comunione come cristiani perdiamo molto a causa della mancanza di simpatia reciproca. Chi si chiude in séstesso non occupa la posizione che Dio gli ha assegnato. La corretta coltivazione degli elementi sociali nella nostra natura ci porta in simpatia con gli altri ed è un mezzo di sviluppo e forza per noi nel servizio a Dio.

Se i cristiani si associassero, parlando tra loro dell’amore di Dio e delle preziose verità della redenzione, i loro cuorisarebbero rinfrescati ed essi si ristorerebbero a vicenda. Potremmo imparare ogni giorno di più dal nostro Padre celeste, acquisendo una nuova esperienza della Sua grazia. Allora desidereremo parlare del suo amore e mentre lo facciamo, i nostri cuori saranno riscaldati e incoraggiati.

Se pensassimo e parlassimo di più di Gesù, e meno di noi stessi, avremmo molta più consapevolezza della Sua presenza.

Se solo pensassimo a Dio tutte le volte che abbiamo prova della Sua cura per noi, lo terremmo sempre nei nostri pensieri edovremmo deliziarci nel parlare di Lui e nel lodarlo.

Parliamo di cose temporali perché ci interessano. Parliamo dei nostri amici perché li amiamo, le nostre gioie e i nostridolori sono legati ad essi. Eppure abbiamo ragioni infinitamente maggiori per amare Dio che per amare i nostri amici terreni. Dovrebbe essere la cosa più naturale del mondo metterlo al primo posto in tutti i nostri pensieri, parlare della Sua bontà e raccontare della Sua potenza.

I ricchi doni che ci ha elargito non erano destinati ad assorbire i nostri pensieri e il nostro amore così tanto da non avere più nulla da dare a Dio. Anzi dovrebbero costantemente ricordarci di Lui e legarci con vincoli di amore e gratitudine al nostro celeste Benefattore. Dimoriamo troppo vicino alle pianure della terra. Alziamo gli occhi verso la porta aperta delsantuario del cielo, dove la luce della gloria di Dio risplende nel volto di Cristo, il quale «può anche salvare perfettamente coloro che per mezzo di Lui si avvicinano a Dio». Ebrei 7:25.

Dobbiamo lodare di più Dio “per la Sua bontà e per le Sue opere meravigliose verso i figlioli degli uomini”. Salmo 107:8.La nostra devozione non dovrebbe limitarsi ad un meccanico sistema di chiedere e ricevere. Pensiamo spesso ai nostri bisogni e desideri e raramente ai benefici che riceviamo. Preghiamo poco e ci ricordiamo raramente di ringraziare. Siamo destinatari costanti della misericordia di Dio, eppure quanta poca gratitudine esprimiamo, quanto poco Lo lodiamo per ciò che ha fatto per noi.

Anticamente il Signore comandò a Israele, quando si riunivano per il Suo servizio: “Mangerete davanti al Signore vostroDio e vi rallegrerete in tutto ciò a cui avete messo mano, voi e le vostre famiglie, in cui il Signore vostro Dio vi ha benedetti». Deuteronomio 12:7. Ciò che viene fatto per la gloria di Dio dovrebbe essere fatto con allegria, con canti di lode e di ringraziamento, non con mestizia e tristezza.

Il nostro Dio è un Padre tenero e misericordioso. Servirlo non dovrebbe essere considerato un esercizio che rattrista e angoscia. Dovrebbe essere un piacere adorare il Signore e prendere parte alla Sua opera. Dio non vorrebbe che i Suoi figli, ai quali è stata fornita una così grande salvezza, si comportassero come se Egli fosse un sorvegliante duro ed esigente. È il loro migliore amico e quando Lo adorano, Egli si aspetta di essere con loro, di benedirli e confortarli, riempiendo i loro cuori di gioia e di amore. Il Signore desidera che i Suoi figli trovino conforto nel Suo servizio e trovino più piacere che difficoltànella Sua opera. Egli desidera che coloro che vengono ad adorarlo, portino con sé pensieri preziosi della sua cura e del suoamore, affinché possano essere rallegrati in tutte le occupazioni della vita quotidiana, affinché possano avere la grazia di agire onestamente e fedelmente in tutte le cose.

Dobbiamo riunirci attorno alla croce. Cristo e Cristo crocifisso dovrebbero essere il tema della contemplazione, deldialogo e della nostra emozione più gioiosa. Dovremmo tenere a mente ogni benedizione che riceviamo da Dio, e quandorealizziamo ciò che il Suo grande amore ha pensato per noi, dovremmo essere disposti ad affidare tutto alla mano che è stata inchiodata sulla croce per noi.

L’anima può ascendere più vicino al cielo sulle ali della lode. Dio è adorato con canti e musica nelle corti superiori e, mentre esprimiamo la nostra gratitudine, ci avviciniamo all’adorazione delle schiere celesti. “Chi offre sacrifici di lodeglorifica” Dio. Salmo 50:23. Veniamo con gioia riverente davanti al nostro Creatore, con “ringraziamento e suono di canti”. Isaia 51:3.

 

Capitolo 12 – Vittoria sul dubbio

Molti, soprattutto tra coloro i quali sono nuovi nella fede cristiana, talvolta si trovano turbati dalle influenze dello scetticismo. Nella Bibbia ci sono molte cose che non riescono a spiegare o comprendere appieno, e il nemico sfrutta questeincertezze per mettere in discussione la loro fiducia nelle Scritture come parola divina. Si chiedono: “Come posso esseresicuro di seguire la strada giusta? Se la Bibbia è veramente la parola di Dio, come posso liberarmi da questi dubbi e incertezze?”

Dio ci fornisce sempre prove sufficienti su cui fondare la nostra fede, non ci chiede di credere a caso. Possiamo capire chi è Dio e cosa dice la sua Parola grazie alle testimonianze che fanno appello alla nostra ragione. Ma Dio non toglie lapossibilità di avere dubbi. La nostra fede deve basarsi sulle prove, non su qualcosa di dimostrato al cento per cento. Chi vuole dubitare avrà sempre un motivo per farlo, ma chi cerca davvero la verità troverà abbastanza prove su cui contare per la sua fede.

Le nostre menti limitate non possono davvero capire tutto su Dio, che è infinito. Anche le persone più intelligenti, lementi più colte, troveranno sempre che Dio è avvolto nel mistero. Come dice il libro di Giobbe, “Puoi forse tu sondare Dio? Puoi tu conoscere perfettamente l’Onnipotente? È più alto dei cieli; che cosa potrai fare? È più profondo degli inferi; che cosa potrai sapere?” (Giobbe 11:7, 8).

L’apostolo Paolo esclama: “Oh, quanto sono profonde le ricchezze della sapienza e della conoscenza di Dio! Quanto sono insondabili i suoi giudizi e incomprensibili le sue vie!” (Romani 11:33). Anche se “nubi e oscurità lo circondano”, “giustizia e giudizio sono la base del suo trono” (Salmo 97:2), possiamo capire fino a un certo punto il modo in cui Dio si relaziona con noi e le sue motivazioni, tanto da vedere un amore e una misericordia infiniti uniti ad un potere illimitato. Possiamo capire quanto basta dei suoi piani per il nostro bene, oltre a questo, dobbiamo continuare a fidarci della Sua mano onnipotente e del Suo cuore pieno di amore.

La Parola di Dio, come il suo Autore divino, presenta misteri che gli esseri finiti non possono mai comprendere appieno. L’avvento del peccato nel mondo, l’incarnazione di Cristo, la rigenerazione, la resurrezione e molti altri argomenti presentati nella Bibbia sono misteri troppo profondi per essere spiegati o compresi appieno dalla mente umana. Ma non abbiamo motivo di dubitare della Parola di Dio solo perché non possiamo capire i misteri della sua provvidenza. Nel mondo naturale ci sonocostantemente misteri che non possiamo risolvere. Persino le forme di vita più semplici rappresentano un enigma che il piùsaggio dei filosofi non può spiegare. Ovunque ci sono meraviglie al di là della nostra comprensione. Dovremmo quindi sorprenderci se troviamo misteri nel mondo spirituale che non possiamo comprendere? La difficoltà risiede unicamente nella debolezza e nella limitatezza della mente umana. Dio ci ha dato nelle Scritture prove sufficienti del suo carattere divino, e non dovremmo dubitare della sua Parola solo perché non possiamo capire tutti i misteri della sua provvidenza.

L’apostolo Pietro dice che nella Scrittura ci sono “cose difficili da comprendere, che coloro che sono ignoranti e instabili distorcono … per la loro stessa distruzione” (2 Pietro 3:16). Gli scettici hanno usato le difficoltà della Scrittura come argomento contro la Bibbia, ma in realtà, queste difficoltà sono una prova solida della sua ispirazione divina. Se la Bibbia contenesse solo descrizioni di Dio che potremmo capire facilmente, se la sua grandezza e maestà fossero comprensibili per le nostre menti finite, allora non sarebbe così evidente che proviene da Dio. Proprio la grandezza e il mistero degli argomenti presentati dovrebbero farci credere che è la parola di Dio.

La Bibbia presenta la verità in modo semplice e adattato perfettamente alle esigenze e ai desideri del cuore umano, tanto da stupire e affascinare anche le menti più colte, mentre permette anche ai più umili e meno istruiti di capire la via della salvezza. Ma queste verità, anche se espresse in modo chiaro, affrontano argomenti così profondi, così vasti, così al di là della nostra comprensione, che possiamo accettarle solo perché Dio le ha rivelate. Così il piano di redenzione ci è reso chiaro,in modo che ognuno possa vedere cosa fare per pentirsi davanti a Dio e credere nel Signore Gesù Cristo per essere salvato nelmodo che Dio ha stabilito.

Eppure, dietro queste verità così chiare, ci sono misteri che rivelano la grandezza di Dio, misteri che possono sconvolgere lanostra mente ma allo stesso tempo ispirare chi cerca sinceramente la verità con riverenza e fede. Più si studia la Bibbia, più sirafforza la convinzione che essa sia la parola di Dio, e la ragione umana si inchina di fronte alla grandezza della rivelazione divina.

Ammettere che non possiamo capire completamente le grandi verità della Bibbia significa solo riconoscere che la nostramente finita è troppo piccola per comprendere l’infinito; che l’uomo, con la sua conoscenza limitata e umana, non può capire gli scopi di Dio.

Poichè non possono capire tutti i suoi misteri, lo scettico e l’infedele respingono la parola di Dio; e non tutti coloro cheprofessano di credere nella Bibbia sono al sicuro da questo pericolo. L’apostolo dice: “Badate, fratelli, che in nessuno di voi si radichi un cuore malvagio d’infedeltà, per allontanarsi dal Dio vivente” (Ebrei 3:12). È giusto esaminare attentamente gli insegnamenti della Bibbia e indagare “le cose profonde di Dio” per quanto sono rivelate nella Scrittura (1 Corinzi 2:10). Mentre “le cose segrete appartengono all’Eterno nostro Dio”, “le cose rivelate appartengono a noi” (Deuteronomio 29:29). Ma è il lavoro di Satana pervertire le capacità investigative della mente. Un certo orgoglio si mescola alla considerazione della verità biblica, così che gli uomini si sentono impazienti e sconfitti se non riescono a spiegare ogni parte della Scrittura a loro soddisfazione. È troppo umiliante per loro ammettere di non comprendere le parole ispirate. Sono riluttanti adattendere pazientemente finché Dio non riterrà opportuno rivelare loro la verità.

Sentono che la loro saggezza umana non assistita è sufficiente per consentire loro di comprendere la Scrittura e, non riuscendo a farlo, negano virtualmente la sua autorità. È vero che molte teorie e dottrine comunemente considerate derivate dalla Bibbia, non hanno fondamento nel suo insegnamento e, anzi, sono contrarie a tutto il tenore dell’ispirazione. Queste cose sono state causa di dubbio e perplessità per molti. Non sono, tuttavia, imputabili alla Parola di Dio, ma alla sua perversa interpretazione da parte dell’uomo.

Se fosse possibile per gli esseri creati comprendere completamente Dio e le sue opere, allora, una volta raggiunto questo punto, non ci sarebbe più nulla da scoprire, nessun progresso nella conoscenza, nessun ulteriore sviluppo della mente o del cuore. Dio non sarebbe più supremo; e l’uomo, avendo raggiunto il limite della conoscenza e del progresso, smetterebbe di crescere. Ringraziamo Dio che non è così. Dio è infinito, in Lui sono “tutti i tesori della sapienza e della conoscenza” (Colossesi 2:3). E per tutta l’eternità gli uomini possono continuare a cercare, a imparare, eppure mai esaurire i tesori dellasua saggezza, della sua bontà e della sua potenza.

Dio vuole che anche in questa vita le verità della Sua parola si rivelino costantemente al Suo popolo. C’è solo un modoper ottenere questa conoscenza. Possiamo capire la parola di Dio solo attraverso l’illuminazione dello Spirito mediante il quale la parola è stata data. “Nessuno conosce le cose di Dio, se non lo Spirito di Dio”, “perché lo Spirito esamina tutto, anche le profondità di Dio” (1 Corinzi 2:11, 10). E la promessa del Salvatore ai suoi seguaci era: “Quando verrà lui, lo

Spirito della verità, vi guiderà in tutta la verità … Perché prenderà del mio e ve lo annunzierà” (Giovanni 16:13, 14).

Dio vuole che l’uomo usi le sue capacità di ragionamento; e lo studio della Bibbia rafforzerà ed eleverà la mente come nessun altro studio può fare. Tuttavia, dobbiamo fare attenzione a non considerare la ragione come divina, poiché è soggettaalla debolezza e alle imperfezioni dell’umanità. Se non vogliamo che le Scritture siano oscure alla nostra comprensione, in modo che le verità più evidenti siano comprese, dobbiamo avere la semplicità e la fede di un bambino piccolo, pronto ad imparare e chiedendo l’aiuto dello Spirito Santo. Un senso della potenza e della saggezza di Dio, e della nostra incapacità di comprendere la Sua grandezza, dovrebbe ispirarci umiltà, e dovremmo aprire la Sua Parola, come se entrassimo alla Suapresenza, con sacra riverenza. Quando veniamo alla Bibbia, la ragione deve riconoscere un’autorità superiore a sé stessa, e cuore e intelletto devono inchinarsi al grande Io Sono.

Ci sono molte cose apparentemente difficili o oscure, che Dio renderà chiare e semplici a coloro che cercano sinceramente di comprenderle. Ma senza la guida dello Spirito Santo saremo continuamente inclini ad interpretare male le Scritture o a distorcerle. C’è molta lettura della Bibbia che non porta alcun beneficio e in molti casi è addirittura dannosa. Quando la Parola di Dio è letta senza riverenza e preghiera, quando i pensieri e le affezioni non sono rivolti a Dio, o non sono in linea con la sua volontà, la mente è oscurata dai dubbi. Proprio nello studio della Bibbia, lo scetticismo sirafforza. Il nemico prende il controllo dei pensieri e

suggerisce interpretazioni sbagliate. Ogni volta che gli uomini non cercano con parole e azioni di essere in armonia con Dio, allora, nonostante la loro cultura, sono inclini a spiegare male le Scritture, e non è sicuro affidarsi alle loro interpretazioni. Coloro che scrutano le Scritture per trovare incongruenze, non hanno una percezione spirituale. Con una visione distorta, vedranno molte ragioni di dubbio e incredulità in cose che sono davvero chiare e semplici.

Per quanto cerchino di mascherarla, la vera radice del dubbio e dello scetticismo, nella maggior parte dei casi, è l’amore per il peccato. Gli insegnamenti e le indicazioni della Parola di Dio non sono graditi al cuore orgoglioso e amante del peccato, e coloro che sono riluttanti ad obbedire ai suoi comandamenti, sono pronti a mettere in dubbio la sua autorità. Per giungere alla verità, dobbiamo avere il sincero desiderio di conoscerla e una disposizione di cuore ad obbedire ad essa. E tutti coloro che si avvicinano allo studio della Bibbia con questo spirito troveranno abbondante evidenza che è la Parola di Dio, epotranno comprendere le sue verità che li renderanno saggi verso la salvezza.

Cristo ha detto: “Se qualcuno vuole fare la volontà di Dio, conoscerà se la dottrina è di Dio o se parlo da me stesso.”(Giovanni 7:17). Invece di mettere in discussione ciò che non comprendete, prestate attenzione alla luce che già brilla su di voi, e riceverete una luce ancora maggiore. Sforzatevi di fare ciò che è giusto secondo quanto già sapete, e riuscirete a capire meglio e a fare anche ciò che ora vi sembra difficile.

C’è una prova che è accessibile a tutti, sia ai più istruiti che ai meno istruiti: l’esperienza. Dio ci invita a verificare di persona la realtà della Sua parola, la verità delle Sue promesse. Ci esorta a “gustare e vedere quanto il Signoreè buono” (Salmo 34:8). Piuttosto che affidarci alle parole altrui, dobbiamo sperimentare di persona. Egli dice: “Chiedete e riceverete” (Giovanni 16:24). Le sue promesse saranno mantenute. Non hanno mai deluso, non potranno mai deludere. E mentre ci avviciniamo a Gesù e gioiamo nell’amore completo che ci offre, il nostro dubbio e l’oscurità svaniranno alla luce della Sua presenza.

L’apostolo Paolo dice che Dio “Poiché egli ci ha riscossi dalla potestà delle tenebre e ci ha trasportati nel regno del suo amato Figlio” Colossesi 1:13. E chiunque sia passato dalla morte alla vita è in grado di “dichiarare che Dio è verace”. Giovanni 3:33. Può testimoniare: “Avevo bisogno di aiuto e l’ho trovato in Gesù. Ogni bisogno è stato soddisfatto, la fame della mia anima è stata soddisfatta, e ora la Bibbia è per me la rivelazione di Gesù Cristo. Mi chiedi perché credo in Gesù?Perché Lui è per me un divino Salvatore. Perché credo nella Bibbia? Perché ho scoperto che è la voce di Dio per la mia anima”. Possiamo avere in noi stessi la testimonianza che la Bibbia è vera, che Cristo è il Figlio di Dio. Sappiamo che non stiamo seguendo favole astutamente inventate.

Pietro esorta i suoi fratelli a “crescere nella grazia e nella conoscenza del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo” (2Pietro 3:18). Quando il popolo di Dio cresce nella grazia, otterrà costantemente una comprensione più chiara della sua Parola.Discerneranno nuova luce e bellezza nelle sue sacre verità. Questo è stato vero nella storia della chiesa in tutti i tempi, e cosìsarà fino alla

fine. “Ma il sentiero dei giusti è come la luce dell’aurora, che risplende sempre più radiosa fino a giorno pieno.” (Proverbi 4:18).

Per fede, possiamo guardare al futuro e comprendere che le promesse di Dio ci assicurano una crescita intellettuale. La nostra mente umana che si unisce a quella divina, porterà ogni aspetto della nostra anima a contatto diretto con la Fonte di luce. Possiamo gioire nel sapere che tutto ciò che ci ha confuso nel passato, sarà chiarito e le cose difficili da capire troveranno spiegazione. Dove prima vedevamo solo confusione, vedremo armonia perfetta. “Adesso vediamo solo un riflesso indistinto, ma poi vedremo faccia a faccia. Adesso conosco solo in parte, ma poi conoscerò completamente, così come Dio mi conosce” (1 Corinzi 13:12).

 

Capitolo 13 – Rallegrarsi nel Signore

I figli di Dio sono chiamati ad essere rappresentanti di Cristo, mostrando la bontà e la misericordia del Signore. Come Gesù ci ha rivelato il vero carattere del Padre, così noi dobbiamo rivelare Cristo ad un mondo che non conosce il Suo amore tenero e pietoso. “Come tu mi hai mandato nel mondo”, disse Gesù, “così anch’io ho mandato loro nel mondo”. “Io in loro etu in me … affinché il mondo sappia che tu mi hai mandato”. Giovanni 17:18, 23.

L’apostolo Paolo dice ai discepoli di Gesù: “Voi siete manifestamente dichiarati epistola di Cristo”, “conosciuti e letti datutti gli uomini”. 2 Corinzi 3:3, 2.

Attraverso ogni credente, Gesù invia una sorta di “lettera” al mondo. Se sei un seguace di Cristo, in te c’è una letteraindirizzata alla tua famiglia, al tuo quartiere, al luogo in cui vivi. Gesù, che vive in te, vuole parlare ai cuori di coloro che non loconoscono. Forse non leggono la Bibbia o non vedono l’amore di Dio nelle sue opere. Ma se sei un vero rappresentante di Gesù, potresti aiutarli a capire qualcosa della Sua bontà e convincerli ad amarlo e servirlo.

I cristiani sono posti come portatori di luce sulla via del cielo. Devono riflettere al mondo la luce che risplende su di loro da Cristo.

La loro vita e il loro carattere dovrebbero essere tali che attraverso di loro, gli altri possano avere una giusta concezione di Cristo e del Suo servizio.

Se siamo veri seguaci di Cristo, renderemo il Suo servizio attraente, come realmente è. I cristiani che sono tristi elamentosi danno agli altri un’immagine sbagliata di Dio e della vita cristiana. Sembrano dire che Dio non vuole che i Suoi figli siano felici, ma così danno una falsa testimonianza del nostro Padre celeste.

Il nemico esulta quando può condurre i figli di Dio all’incredulità e allo sconforto. Si rallegra nel vedere che diffidiamo di Dio, dubitiamo della Sua volontà e del Suo potere di salvarci. Ama farci sentire che il Signore ci farà del male con le Sue provvidenze. È proprio il suo lavoro quello di rappresentare il Signore come privo di compassione e pietà. Egli travisa la verità e riempie la mente di false idee riguardo a Dio. In questo modo, invece di soffermarci sulla verità riguardo al nostro Padre celeste, troppo spesso fissiamo la nostra mente sulle false rappresentazioni di Satana e disonoriamo Dio diffidando di Lui e mormorando contro di Lui.

Il grande avversario cerca sempre di rendere la vita religiosa cupa. Desidera che appaia faticosa e difficile e, quando il cristiano attraverso la sua incredulità, presenta nella propria vita questa visione della religione, sta assecondando la falsità del nemico.

Molti, camminando lungo il sentiero della vita, si soffermano sui propri errori, fallimenti e delusioni,

e i loro cuori sono pieni di dolore e scoraggiamento. Mentre ero in Europa, una sorella che aveva proprio questiatteggiamenti, e che era in profonda difficoltà, mi scrisse chiedendomi qualche parola di incoraggiamento. La notte dopo aver letto la sua lettera ho sognato di essere in un giardino, accompagnata da qualcuno che sembrava essere il proprietario. Mentre raccoglievo fiori e ne sentivo il profumo, la sorella che mi aveva scritto mi ha mostrato dei brutti rovi che leimpedivano il passaggio. Piangeva e si disperava. Non seguiva il sentiero indicato, ma camminava tra i rovi. “Non è un peccato,” piangeva, “che questo bellissimo giardino sia rovinato dai rovi?” Ma la guida le disse: “Lascia perdere i rovi perché tifaranno solo male. Raccogli le rose, i gigli e i garofani.”

Hai mai avuto dei momenti positivi nella tua esperienza? Delle stagioni preziose in cui il tuo cuore palpitava di gioia in risposta allo Spirito di Dio? Quando ripercorri i capitoli della tua esperienza di vita non trovi qualche pagina piacevole? Lepromesse di Dio non crescono, come fiori profumati, da ogni parte lungo il tuo cammino? Farai in modo che la loro bellezza e dolcezza riempiano il tuo cuore di gioia?

I rovi e le spine non faranno altro che ferirti e addolorarti e se raccogli solo queste cose e le presenti agli altri, non stai forse, oltre a disprezzare la bontà di Dio stesso, impedendo a coloro che ti circondano di camminare sulla via della vita?

Non è buona cosa pensare continuamente agli eventi negativi del passato – i peccati e le delusioni – e discuterne olamentarsene finché non ci sentiamo sopraffatti dallo scoraggiamento. Uno spirito scoraggiato è pieno di

tenebre, che oscura la luce di Dio e getta un’ombra sul cammino degli altri.

Ringraziamo Dio per le splendide immagini che ci ha mostrato. Uniamo insieme le rassicuranti promesse del Suo amore, per poterle guardare continuamente:

  • il Figlio di Dio che rinuncia al Suo trono celeste, diventando uomo per salvare l’umanità dal potere di Satana
  • la Sua vittoria per noi, apre le porte del cielo agli uomini, svelandoci la maestosa presenza divina
  • l’umanità, una volta caduta nel baratro del peccato, ora rialzata e riconciliata con Dio grazie alla fede nel nostroRedentore, è rivestita della Sua giustizia e innalzata al Suo trono

Queste sono le immagini che Dio vuole che teniamo sempre presenti.

Quando sembriamo dubitare dell’amore di Dio e mettere in dubbio le Sue promesse, Lo disonoriamo e addoloriamo il Suo Santo Spirito. Come si sentirebbe una madre se i suoi figli si lamentassero costantemente di lei, come se non volesse loro bene, quando ha sempre cercato di proteggerli e di farli sentire al sicuro? Immaginiamo se dubitassero del suo amore, le si spezzerebbe il cuore. Come si sentirebbe un genitore se fosse trattato così dai propri figli? E come può il nostro Padre celeste guardarci quando dubitiamo del Suo amore, che Lo ha spinto a dare il Suo unigenito Figlio

affinché potessimo avere la vita? L’apostolo scrive: “Colui che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi, come non ci donerà anche con lui ogni cosa?” Romani 8:32. Eppure quanti, con le loro azioni se non con le parole,stanno dicendo: “Il Signore non vuole questo per me. Forse ama gli altri, ma non ama me.”

Tutto ciò danneggia la tua anima, perché ogni parola di dubbio che pronunci è un invito alle tentazioni di Satana. Quando rafforzi in te la tendenza al dubbio, allontani da te gli angeli ministri. Quando il nemico ti tenta, potresti essere incline ad esprimere parole di incertezza e di oscurità. Se scegli di aprire la porta alle sue suggestioni, la tua mente sarà piena didiffidenza e di ribellione. Nel momento in cui esprimi questi sentimenti, ogni dubbio non solo agirà su di te, ma è un semeche germoglierà e darà frutti nella vita degli altri, e potrebbe essere impossibile contrastare l’influenza delle tue parole. Potresti, ad un certo punto, essere in grado di riprenderti da questo momento di tentazione e dalla trappola di Satana, ma gli altri, che nel frattempo sono stati influenzati dalle tue parole, potrebbero non essere in grado di sfuggire all’incredulità che avevi suggerito. Per questo motivo, è quanto mai importante che parliamo solo di quelle cose che daranno forza e vita spirituale!

Gli angeli sono in costante ascolto per sentire quello che stai riportando al mondo riguardo al tuo Maestro celeste. Che la tua conversazione sia su Colui che vive per intercedere per te davanti al Padre. Quando stringi la mano di un amico, che la lode a Dio sia sulle tue labbra e nel tuo cuore. Questo attirerà i suoi pensieri su Gesù.

Tutti hanno prove, dolori difficili da sopportare, tentazioni difficili da resistere. Non raccontare i tuoi problemi ai tuoi simili, ma porta tutto a Dio nella preghiera. Fai diventare una regola il non pronunciare mai una parola di dubbio o di scoraggiamento. Puoi fare molto per illuminare la vita degli altri e rafforzare i loro sforzi, con parole di speranza e gioia santa.

Ci sono molte persone coraggiose che sono duramente provate dalle tentazioni, quasi pronte a cedere nel conflitto con sé stesse e con le forze del male. Non scoraggiare chi sta lottando duramente. Incoraggiali anzi con parole speranzoseche li spingano a continuare sul loro cammino. Così la luce di Cristo può risplendere attraverso di te. “Nessuno di noi vive per sé stesso.” (Romani 14:7). Con la nostra influenza inconscia possiamo incoraggiare e rafforzare gli altri, oppure scoraggiarli e allontanarli da Cristo e dalla verità.

Molti hanno un’idea erronea della vita e del carattere di Cristo. Pensano che fosse privo di calore e allegria, che fosse austero, severo e privo di gioia. In molti casi l’intera esperienza religiosa è influenzata da queste vedute cupe.

Si dice spesso che Gesù piangesse, ma che non fosse mai stato visto sorridere. Il nostro Salvatore era davvero un Uomo di Dolori e conoscitore del dolore, perché apriva il Suo cuore a tutte le sofferenze degli uomini. Ma sebbene la sua vita fosse di sacrificio e oscurata da dolore e preoccupazione, il Suo spirito non era schiacciato. Il Suo volto non mostrava espressione di dolore e lamento, ma sempre di serena tranquillità. Il Suo cuore era una sorgente di vita, e ovunque andasse, portava riposo e pace, gioia e allegrezza.

Il nostro Salvatore era profondamente serio e intensamente determinato, ma mai cupo o malinconico. La vita di coloro che lo imitano sarà piena di propositi seri, avranno un profondo senso di responsabilità personale. La leggerezza sarà repressa, non si cederà ad una allegria rumorosa, né a scherzi grossolani. La religione di Gesù dà pace come un fiume che nonspegne la luce della gioia e non reprime l’allegria, né offusca il viso soleggiato e sorridente. Cristo non è venuto per essere servito, ma per servire e quando il Suo amore regna nel nostro cuore, seguiremo il Suo esempio.

Se poniamo al primo posto nella nostra mente gli atti scortesi e ingiusti degli altri, troveremo impossibile amarli come Cristo ha amato noi. Ma se i nostri pensieri si soffermano sul meraviglioso amore e sulla pietà di Cristo per noi, lo stessospirito si riverserà da noi sugli altri. Dovremmo amarci e rispettarci a vicenda, nonostante i difetti e le imperfezioni che non possiamo fare a meno di vedere. Dovrebbero essere coltivate l’umiltà e la diffidenza verso noi stessi, nonché una pazientetenerezza verso i difetti degli altri. Questo eliminerà ogni egoismo limitante e ci renderà di cuore generoso.

Il salmista dice: “Confida nell’Eterno e fa’ il bene, abita il paese e coltiva la fedeltà.” Salmo 37:3. “Confidate nel Signore”. Ogni giorno abbiamo i nostri problemi, le nostre preoccupazioni e i nostri dubbi. Quando ci incontriamo, siamo pronti a parlare subito dei problemi e delle difficoltà che affrontiamo. Troppe preoccupazioni prendono il sopravvento e troppe paure vengono alimentate. Si esprime un tale peso di ansia, che si potrebbesupporre che non abbiamo un Salvatore compassionevole e amorevole pronto ad ascoltare tutte le nostre richieste e ad essere per noi un aiuto presente in ogni momento di bisogno.

Alcuni vivono costantemente con la paura, preoccupandosi in anticipo dei problemi che potranno avere. Ogni giorno sono circondati dall’amore di Dio e beneficiano della sua provvidenza, ma non prestano alcuna attenzione a queste benedizioni presenti. La loro mente è costantemente concentrata su qualcosa di spiacevole che temono possa accadere. Oppure potrebbe esserci effettivamente qualche difficoltà che, anche se piccola, acceca i loro occhi rispetto alle tante coseper cui dovrebbero essere grati. Invece di rivolgersi a Dio di fronte alle difficoltà, unica fonte di aiuto, queste persone si allontanano da Lui perché si sentono agitate e si lamentano.

Facciamo bene ad essere così increduli? Perché dovremmo essere ingrati e diffidenti? Gesù è nostro amico, tutto il cielo è interessato al nostro benessere. Non dovremmo permettere che le perplessità e le preoccupazioni della vita quotidiana affliggano e offuschino la mente. Se lo facciamo avremo sempre qualcosa che ci infastidisce. Non dovremmo lasciarci andare ad una preoccupazione che ci fa stare solo male e non ci aiuta a superare le difficoltà.

Potresti essere perplesso negli affari, le prospettive potrebbero diventare sempre più cupe e sentirti minacciato daperdite, ma non scoraggiarti. Affida le tue preoccupazioni a Dio e resta calmo e allegro.

Prega per ottenere saggezza nel gestire i tuoi affari con discernimento e così evita perdite e disastri. Fai tutto ciò che puoi da parte tua per ottenere risultati favorevoli. Gesù ha promesso il Suo aiuto, ma non senza il nostro sforzo. Quando, confidando nel nostro Aiutante, hai fatto tutto ciò che puoi, accetta il risultato con gioia.

Non è volontà di Dio che il Suo popolo sia gravato dalle preoccupazioni. Ma il nostro Signore non ci inganna. Non cidice: “Non temete, non ci sono pericoli sul tuo cammino”. Sa che ci sono prove e pericoli e si comporta con noi in modochiaro. Non si propone di far uscire il Suo popolo da un mondo di peccato e di male, ma gli indica un rifugio infallibile. La Sua preghiera per i suoi discepoli era: “Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li preservi dal male”. “Nel mondo”, dice, “avrete tribolazione, ma siate di buon animo, Io ho vinto il mondo”. Giovanni 17:15; 16:33.

Nel suo Sermone sul Monte, Cristo insegnò ai suoi discepoli preziose lezioni riguardo alla necessità di confidare in Dio. Queste lezioni erano pensate per incoraggiare i figli di Dio attraverso tutte le epoche e sono giunte fino a noi piene diinsegnamenti e conforto. Il Salvatore indicò ai suoi seguaci gli uccelli del cielo mentre intonavano i loro canti di lode, liberida pensieri di preoccupazione, perché “non seminano e non mietono”. Eppure il grande Padre provvede ai loro bisogni. Il Salvatore domanda: “Non valete voi molto più di loro?” Matteo 6:26.

Dio, il Creatore dell’uomo e degli animali, stende la Sua mano e provvede a tutte le Sue creature. Gli uccelli del cielonon sfuggono alla Sua attenzione. Egli non porta il cibo nel loro becco, ma provvede alle loro necessità. Essi devono raccogliere i semi che ha sparso per loro. Devono preparare il materiale per i loro piccoli nidi. Devononutrire i loro piccoli. Escono cantando per il loro lavoro, perché “il vostro Padre celeste li nutre”. E “non valete voi molto più diloro?” Non siete voi, come adoratori intelligenti e spirituali, di maggior valore degli uccelli del cielo? L’Autore della nostraesistenza, il Preservatore della nostra vita, Colui che ci ha formato a Sua immagine divina, non provvederà alle nostre necessità se solo confidiamo in Lui?

Cristo mostrò ai suoi discepoli i fiori del campo, che crescevano in abbondanza e brillavano nella loro semplice bellezza,donata dal Padre celeste come segno del Suo amore per l’uomo. Disse loro: “Guardate i fiori del campo, come crescono.” Labellezza e la semplicità di questi fiori naturali superano la magnificenza di Salomone. Nessun abito realizzato dall’arte può competere con la bellezza dei fiori creati da Dio. Gesù chiese: “Se Dio veste così bene l’erba del campo, che oggi c’è e domani è gettata nel forno, non farà molto di più per voi, uomini di poca fede?” (Matteo 6:28, 30). Se Dio dona ai semplicifiori colori delicati e variegati, quanto più cura avrà per coloro che sono stati creati a Sua immagine? Questo insegnamento di Cristo rimprovera il cuore senza fede, che è pieno di ansia e dubbio.

Dio desidera che tutti i suoi figli siano felici, pacifici e ubbidienti. Gesù dice: “Io vi lascio la pace, vi do la mia pace; io ve lado, non come la dà il mondo; il vostro cuore non sia turbato e non si spaventi.” (Giovanni 14:27). “Vi ho detto queste cose perchéla mia gioia dimori in voi e la vostra gioia sia piena” (Giovanni 15:11).

La felicità cercata per motivi egoistici, al di fuori del dovere, è instabile, fugace e temporanea. La sua evanescenza la spegne e l’anima ritorna colma di solitudine e dolore. Ma c’è gioia e soddisfazione nel servizio di Dio, il cristiano non è lasciato a camminare in percorsi incerti, non è lasciato a rimpianti e delusioni. Se non possediamo i piaceri di questa vita, possiamo comunque essere felici guardando alla vita oltre questa.

Ma anche qui i cristiani possono gioire nella comunione con Cristo, possono avere la luce del Suo amore, il conforto perpetuo della sua presenza. Ogni passo nella vita può avvicinarci a Gesù, darci un’esperienza più profonda del suo amore eportarci un passo più vicini alla beata dimora della pace. Quindi non perdiamo la fiducia, ma abbiamo una sicurezza ferma, piùforte che mai. “Fino a qui il Signore ci ha soccorso” (1 Samuele 7:12), e ci aiuterà fino alla fine. Guardiamo ai monumentali pilastri, testimonianze di ciò che il Signore ha fatto per confortarci e salvarci dalla rovina. Conserviamo sempre fresche nellanostra memoria tutte le tenere misericordie che Dio ci ha mostrato: le lacrime che ha asciugato, i dolori che ha lenito, le ansierimosse, le paure dissipate, i bisogni soddisfatti, le benedizioni concesse, così da rafforzarci per tutto ciò che ci attende nel resto del nostro viaggio.

Non possiamo fare a meno di aspettarci nuove difficoltà nel futuro, ma possiamo guardare sia al passato che al futuro e dire: “Fin qui l’Eterno ci ha soccorsi”. “Come sono i tuoi giorni, così sarà la tua forza”. Deuteronomio 33:25. Le prove nonsupereranno la forza che ci sarà data per affrontarle. Quindi riprendiamo il nostro lavoro da dove lo abbiamo lasciato,credendo che, qualsiasi cosa accada, avremo la forza necessaria per superarla.

E poco a poco le porte del cielo si apriranno per accogliere i figli di Dio, e dalle labbra del Re della gloria la benedizione cadrà sui loro orecchi come la musica più ricca, dicendo: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo”. Matteo 25:34.

Allora i redenti saranno accolti nella dimora che Gesù sta preparando per loro. Lì i loro compagni non saranno più gli empi della terra, i bugiardi, gli idolatri, gli impuri e gli increduli. Piuttosto, essi si uniranno a coloro che hanno sconfitto Satana e che per grazia divina hanno formato caratteri perfetti. Ogni tendenza peccaminosa, ogni imperfezione che li affligge qui, è stata rimossa dal sangue di Cristo, e l’eccellenza e la luminosità della Sua gloria, che superano di gran lunga laluminosità del sole, viene loro impartita. La bellezza morale e la perfezione del Suo carattere, risplendono attraverso di loro con un valore che supera di gran lunga lo splendore esteriore. Essi sono senza colpa davanti al grande trono bianco,condividendo la dignità e i privilegi degli angeli.

Pensando alla meravigliosa eredità che potrebbe ottenere, “cosa può dare qualcuno in cambio della sua anima?” (Matteo16:26). Potrebbe essere povero, ma ha in sé un valore e una dignità che il mondo non potrà mai dare. Un’anima redenta e purificata dal peccato, con tutti i suoi nobili doni dedicati al servizio di Dio, ha un valore inestimabile. In cielo, davanti a Dio e agli angeli santi, c’è gioia per ogni anima che viene redenta, una gioia espressa attraverso canti di trionfo.