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Progresso di Lettura:
PARADISO
E.G.White
[p.5] Nel corso dei secoli la promessa di Gesù in {Giovanni 14: 2-3} ha riempito di speranza i cuori dei cristiani: “Nella casa del Padre mio ci sono molte dimore; se no, ve lo avrei detto; io vado a prepararvi un posto. E quando sarò andato e vi avrò preparato il posto, ritornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io siate anche voi”. Nei momenti più bui di disperazione, delusione, sconforto o sconfitta, la speranza di vivere con Gesù in cielo ha illuminato la giornata, spazzato via le nuvole e risollevato gli spiriti.
Paradiso. Come sarà? Le parole sono inadeguate per descriverlo, ma le Sacre Scritture ci danno scorci del glorioso futuro. Là sarà tutto armonia, pace, amore e unità. Tutto sarà purezza, santità e beatitudine. Saranno passati l’afflizione, il pianto e il dolore. Ma, soprattutto, la morte non ci sarà più.
[p.6] “Là conosceremo come anche noi saremo conosciuti. Là gli affetti e le simpatie che Dio ha piantato nell’anima umana troveranno la pratica più vera e più dolce. La pura comunicazione con gli esseri santi, l’armoniosa vita sociale con gli angeli benedetti e con i fedeli di tutte le età, la sacra fratellanza che unisce “l’intera famiglia in cielo e in terra” sono tutte tra le esperienze del futuro mondo a venire”. — (ED 306).
Attendiamo con gioiosa anticipazione il giorno in cui Gesù tornerà sulla terra, non come un Uomo di dolore, ma come Re dei re e Signore dei signori. In quel giorno i morti in Cristo risorgeranno per primi, poi i Suoi fedeli ancora in vita saranno “cambiati, in un momento, in un batter d’occhio” {1 Corinzi 15: 51-52}, e tutta insieme la folla dei redenti, ora immortale, viaggerà nel tempo e nello spazio fino al Paradiso di Dio, proprio al Paradiso stesso.
[p.7] Questo libro fornisce gloriose immagini della vita futura sia in cielo che nella Nuova Terra.
Mette il credente in grado di ascoltare per fede l’emozionante musica cantata dagli angeli e dai redenti. Ti coinvolge con la prospettiva di impegnarti in occupazioni e imprese affascinanti.
Mentre percepisci la meraviglia e la realtà della vita futura, puoi decidere di essere tra i cittadini del cielo e di vivere per sempre in quella terra “dove non invecchieremo mai”.
[p.8] Consideriamo più seriamente il meraviglioso “mondo che ha da venire”. Lascia che la nostra fede attraversi ogni nuvola di oscurità, e guardiamo intensamente Colui che morì per i peccati del mondo. Egli ha aperto le porte del Paradiso a tutti coloro che Lo ricevono e credono in Lui. A loro dà il potere di diventare figli e figlie di Dio.
Lasciamo che le afflizioni che ci fanno soffrire in modo così pesante diventino lezioni istruttive, insegnandoci a spingerci in avanti verso il premio della nostra alta chiamata in Cristo. Lasciamoci incoraggiare dal pensiero che il Signore verrà presto. Lasciamo che questa speranza rallegri i nostri cuori.
Siamo diretti a casa. Colui che ci ha tanto amati da morire per noi ha costruito per noi una città: la Nuova Gerusalemme è il nostro luogo di riposo.
Non ci sarà tristezza nella città di Dio. Nessun gemito di dolore, nessun lamento di speranze frantumate e affetti sepolti sarà mai più ascoltato. Presto gli indumenti pesanti saranno cambiati per l’abito nuziale. Presto assisteremo all’incoronazione del nostro Re. Coloro le cui vite sono state nascoste in Cristo, coloro che su questa terra hanno combattuto il buon combattimento della fede, risplenderanno della gloria del Redentore nel regno di Dio. — (9T 286-287).
[p.9] SOLO ATTRAVERSO GESÙ — “Il vostro cuore non sia turbato”, disse Gesù; “credete in Dio e credete anche in Me. Nella casa del Padre mio ci sono molte dimore; se no, ve lo avrei detto; io vado a prepararvi un posto. E quando sarò andato e vi avrò preparato il posto, ritornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io, siate anche voi. Voi sapete dove io vado e conoscete anche la via” {Giovanni 14: 1-4}.
Per amor vostro io sono venuto al mondo. Io sto operando in vostro favore. Quando me ne andrò, opererò ancora intensamente per voi. Sono venuto nel mondo per rivelarvi Me stesso, affinché voi crediate. Vado dal Padre per cooperare con Lui in vostro favore.
Il motivo della dipartita di Cristo era l’opposto di ciò che temevano i discepoli. Questo non significava una separazione definitiva. Egli stava andando via per preparare un posto per loro, affinché potesse tornare di nuovo e prenderli con Sé. Mentre stava costruendo dimore per loro, loro dovevano formarsi dei caratteri a somiglianza divina.
[p.10] Tuttavia i discepoli erano ancora perplessi. Tommaso, sempre turbato dai dubbi, disse: “«Signore, noi non sappiamo dove vai; come dunque possiamo conoscere la via?» Gesù gli disse: «Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di Me. Se Mi aveste conosciuto, avreste conosciuto anche mio Padre; fin da ora lo conoscete e l’avete visto»” {Giovanni 14: 5-7}.
Non ci sono molti modi per andare in Paradiso. Non ci si può scegliere la propria strada. Cristo dice: “Io sono la Via: l’uomo viene al Padre, ma per mezzo di me”. Da quando fu predicato il primo sermone evangelico, quando in Eden fu dichiarato che il Seme della donna avrebbe schiacciato la testa del serpente, Cristo era stato elevato come VIA, VERITÀ e VITA. Era la VIA quando era vissuto Adamo, quando Abele presentava a Dio il sangue dell’agnello ucciso, che rappresentava il sangue del Redentore. Cristo era la VIA attraverso la quale patriarchi e profeti venivano salvati. LUI è il solo modo attraverso il quale noi possiamo avere accesso a Dio. — (DA 663).
LA SICUREZZA DELLA NOSTRA LIBERAZIONE — Con la Sua umanità, Cristo si è unito all’umanità; con la Sua divinità, si appoggia al trono di Dio. In quanto Figlio dell’uomo, ci ha dato un esempio di obbedienza; come Figlio di Dio, ci dà il potere di obbedire. Fu Cristo che dal roveto sul monte Horeb parlò a Mosè dicendo: “«IO SONO COLUI CHE SONO» poi disse: «Dirai così ai figli d’Israele, «L’IO SONO mi ha mandato da voi»»” {Esodo 3: 14}. Questa era la promessa della liberazione di Israele. Quindi, quando venne “a somiglianza di uomo”, Lui si è dichiarato l’IO SONO. Il Bambino di Betlemme, il mite e umile Salvatore, è Dio “manifestato in carne” {1 Timoteo 3: 16}.
[p.11] E a noi dice: “IO SONO il Buon Pastore”. “IO SONO il Pane vivente”. “IO SONO la Via, la Verità e la Vita”. “Ogni potere mi è stato dato in cielo e sulla terra” {Giovanni 10: 11; Giovanni 6: 51; Giovanni 14: 6; Matteo 28: 18}. “IO SONO: la garanzia di ogni promessa. IO SONO: non aver paura”. Dio con noi è la certezza della nostra liberazione dal peccato, la certezza del nostro potere di obbedire alla legge del cielo. — (DA 24-25).
AIUTA GLI ALTRI A TROVARE GESÙ, LA VIA — Cristo si è donato a una morte vergognosa e agonizzante, mostrando il grande travaglio del Suo essere, per salvare coloro che stavano morendo. Oh, Cristo è capace, Cristo lo vuole, Cristo desidera ardentemente salvare tutti coloro che verranno a Lui! Parla alle anime in pericolo e convincile a guardare Gesù sulla croce, che muore per rendere possibile il loro perdono attraverso il Suo sacrificio. Parla al peccatore con il tuo cuore traboccante dell’amore tenero e pietoso di Cristo. Lascia che ci sia profonda e sincera convinzione; ma non si oda una nota aspra e aggressiva da colui il quale sta cercando di conquistare una persona affinché veda la Verità e viva. Per prima cosa consacra la tua stessa anima a Dio. Mentre guardi il nostro Intercessore in cielo, lascia che il tuo cuore si spezzi. Quindi, ammorbidito e sottomesso per primo, puoi rivolgerti ai peccatori pentiti come uno che mette in pratica il potere dell’amore redentore.
[p.12] Pregate con queste anime, portandole per fede ai piedi della croce; porta le loro menti su verso il cielo con la tua mente, e fissa l’occhio della fede dove guardi tu, su Gesù il “Portatore dei Peccati”. Convincile a distogliere lo sguardo dal loro sé povero e peccaminoso verso il Salvatore e la vittoria è ottenuta. Costoro vedono da sé stessi l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo. Essi vedono la Via, la Verità, la Vita. Il Sole di Giustizia diffonde i Suoi raggi luminosi nel cuore. La forte marea dell’amore redentore si riversa nell’anima arida e assetata, e il peccatore è salvato in Gesù Cristo.
Cristo crocifisso: parla di Lui, pregaLo, canta di Lui e Lui spezzerà e conquisterà i cuori. Questo è il potere e la saggezza di Dio per raccogliere anime per Cristo. Frasi formali e fisse, la presentazione di argomenti meramente polemici, producono poco bene. L’amore di Dio che addolcisce il cuore dei Suoi operai sarà riconosciuto da coloro per i quali essi faticano. Le anime hanno sete delle acque della vita. Non siate “cisterne vuote.” Se riveli l’amore di Cristo, agli altri, puoi condurre gli affamati e assetati a Gesù, ed Egli darà loro il pane della vita e l’acqua della salvezza. — (6T 66-67).
IL VERO PERCORSO CHE PORTA AL CIELO — Molti stanno perdendo la strada giusta, in conseguenza del pensiero che devono “raggiungere” il Paradiso, che devono “fare qualcosa” per meritare il favore di Dio. Cercano di migliorare sé stessi con i propri soli sforzi. Questo non lo potranno mai ottenere! Cristo ha preparato la Via morendo come nostro sacrificio, vivendo come nostro Esempio, diventando il nostro grande Sommo Sacerdote. Egli dichiara: “Io sono la Via, la Verità e la Vita”. Se con qualsiasi nostro sforzo potessimo avanzare di un solo gradino sulla scala per il cielo, le parole di Cristo non sarebbero vere. Ma quando accettiamo Cristo, le buone opere appariranno come una prova feconda che siamo nella via della vita, che Cristo è la nostra via, che stiamo percorrendo il vero sentiero che conduce al cielo. — (RH 4 novembre 1890).
[p.13] NOTA CHIAVE DELLE SCRITTURE — Una delle verità più solenni e tuttavia più gloriose rivelate nella Bibbia è quella della seconda venuta di Cristo per completare la grande opera di redenzione.
Al popolo pellegrino di Dio, rimasto così a lungo a soggiornare nella “regione e nell’ombra della morte”, una speranza preziosa e che ispira gioia viene data nella promessa della Sua apparizione, che è “la risurrezione e la vita”, per “portare di nuovo a casa i Suoi esiliati.” La dottrina del secondo avvento è la nota fondamentale delle Sacre Scritture. Dal giorno in cui la prima coppia ha voltato i suoi dolorosi passi via dall’Eden, i figli della fede hanno aspettato la venuta di Colui che era stato Promesso per spezzare il potere del distruttore e riportarli nuovamente nel Paradiso perduto.
I santi uomini dell’antichità attendevano con ansia l’avvento del Messia nella gloria, come il compimento della loro speranza. Enoch, solo il settimo discendente da coloro che abitavano in Eden, colui che per tre secoli camminò sulla terra con il suo Dio, fu autorizzato a predicare da lontano la venuta del Liberatore. “Ecco”, dichiarò, “il Signore è venuto con le sue sante miriadi, per far giudizio contro tutti” {Giuda 1: 14-15}. Il patriarca Giobbe, nell’ora più oscura della sua grande afflizione, esclamò con incrollabile fiducia: “Io so che il mio Redentore vive e che alla fine si leverà sulla terra. Dopo che questa mia pelle sarà distrutta, nella mia carne vedrò Dio. Lo vedrò io stesso, i miei occhi Lo contempleranno, e non un altro. Il mio cuore si strugge dentro di me” {Giobbe 19: 25-27}. — (CG 299).
[p.14] PER PORTARE A CASA IL SUO POPOLO — Cristo ha dichiarato che verrà la seconda volta per radunare i Suoi fedeli attorno a Sé: “E allora apparirà nel cielo il segno del Figlio dell’uomo; e tutte le nazioni della terra faranno cordoglio, e vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nuvole del cielo con potenza e grande gloria. Ed egli manderà i suoi angeli con un potente suono di tromba, ed essi raccoglieranno i suoi eletti dai quattro venti, da una estremità dei cieli all’altra” {Matteo 24: 30-31}. — (CG 37).
La promessa della seconda venuta di Cristo doveva essere mantenuta fresca nella mente dei Suoi discepoli. Lo stesso Gesù che avevano visto salire al cielo, sarebbe tornato per prendere con Sé coloro che quaggiù si danno al Suo servizio. La stessa voce che aveva detto loro: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine dell’età presente” {Matteo 28: 20}, avrebbe dato loro il benvenuto alla Sua presenza nel regno celeste. — (AA 33).
[p.15] La proclamazione dell’avvento di Cristo dovrebbe essere oggi, come quando fu fatta dagli angeli ai pastori di Betlemme, una fonte di grande gioia. Quanti realmente amano il Salvatore non possono fare a meno di accogliere con giubilo l’annuncio, basato sulla Parola di Dio, che Colui, nel quale sono incentrate tutte le loro speranze di vita eterna, sta per tornare. Questa volta non per essere insultato, disprezzato e rifiutato, come al Suo primo avvento, ma per manifestarsi con potenza e gloria e redimere il Suo popolo. Per contro, sono coloro che non amano il Salvatore che non desiderano la Sua venuta. L’irritazione e l’animosità suscitate nelle chiese da questo messaggio celeste sono la prova più evidente che esse si sono allontanate da Dio. — (CG 339-340).
Queste verità, presentate in {Apocalisse 14} in relazione al “VANGELO ETERNO”, distingueranno la chiesa di Cristo al tempo della Sua apparizione, perché come risultato dell’annuncio del triplice messaggio è detto: “Qui è la costanza dei santi che osservano i Comandamenti di Dio e la fede di Gesù” {Apocalisse 14: 12}. E questo messaggio è l’ultimo messaggio che sarà predicato prima della venuta del Signore. Subito dopo la sua proclamazione, il profeta vide il Figlio dell’uomo venire in gloria per mietere la messe della terra. — (CG 453-454).
LIBERTA ‘DAL PECCATO — Questa terra è stata percorsa dal Figlio di Dio. Egli è venuto per portare agli uomini luce e vita, per liberarli dalla schiavitù del peccato. Egli verrà di nuovo con potenza e grande gloria, per prendere con Sé coloro che durante questa vita hanno seguito le Sue orme. — (MM 20-21).
[p.16] LA REDENZIONE DELLA PROPRIETÀ ACQUISTATA — Lo scopo originale di Dio nella creazione della terra è compiuto quando diventa l’eterna dimora dei redenti. “I giusti erediteranno la terra e vi abiteranno per sempre” {Salmi 37: 29}. È giunto il tempo al quale i santi uomini hanno guardato con grande desiderio da quando la spada fiammeggiante ha escluso la prima coppia dall’Eden – il tempo per “il riscatto della proprietà acquistata”. La terra, originariamente data all’uomo come suo regno, da lui tradita e data nelle mani di Satana e tenuta così a lungo dal potente nemico, è stata riportata indietro dal grande piano della redenzione.
Tutto ciò che fu perduto dal primo Adamo sarà ripristinato dal Secondo Adamo. Il profeta dice: “E tu, torre del gregge roccaforte della figlia di Sion, a te verrà, proprio a te verrà l’antico dominio” {Michea 4: 8}. E Paolo indica la terra come “riscatto della proprietà acquistata”.
Dio ha creato la Terra per essere la dimora di esseri santi e felici. Tale scopo sarà realizzato quando, rinnovata dal potere di Dio e liberata dal peccato e dal dolore, essa diventerà la dimora eterna dei redenti. — (AH 540).
FARE TUTTE LE COSE NUOVE — L’opera di redenzione sarà completa. Nel luogo dove il peccato abbonda, la grazia di Dio abbonda molto di più. La Terra stessa, lo stesso pianeta che Satana afferma come suo, non solo deve essere riscattata, ma resa magnifica. Il nostro piccolo mondo, sotto la maledizione del peccato, l’unica macchia oscura nella Sua gloriosa creazione, sarà onorato sopra tutti gli altri mondi nell’universo di Dio. Qui, dove il Figlio di Dio ha dimorato tra gli uomini, dove il Re di gloria visse, soffrì e morì: qui, quando Egli farà nuove tutte le cose, il tabernacolo di Dio sarà con gli uomini, “ed Egli dimorerà con loro, ed essi saranno il Suo popolo, e Dio Stesso sarà con loro e sarà il loro Dio”. {Apocalisse 21: 3}. E attraverso ere senza fine, mentre i redenti camminano nella luce del Signore, essi Lo loderanno per il Suo inesprimibile Dono: l’Emmanuele, “Dio con noi”. — (DA 26).
[p.17] COSTO DELLA REDENZIONE REALIZZATO — Il costo della nostra redenzione non sarà realizzato fino a quando i redenti non saranno con il Redentore davanti al trono di Dio. Poi, mentre le glorie dell’eterna dimora irromperanno sui nostri sensi rapiti, ricorderemo che Gesù ha lasciato tutto questo per noi, che non solo è diventato un esule dalle corti celesti, ma per noi ha preso il rischio del fallimento e della perdita eterna. Poi getteremo le nostre corone ai Suoi piedi e innalzeremo il canto: “«Degno è l’Agnello che è stato ucciso, di ricevere la potenza, le ricchezze, la sapienza, la forza, l’onore, la gloria e la benedizione»” {Apocalisse 5: 12}. — (DA 131).
SCOPO DELLA TERRA REALIZZATO — Dio creò la terra per essere la dimora di esseri santi e felici. Il Signore “ha formato la terra e l’ha fatta; egli l’ha stabilita, non l’ha creata informe ma l’ha formata perché fosse abitata” {Isaia 45: 18}. Quello scopo sarà adempiuto quando, rinnovata dal potere di Dio, e liberata dal peccato e dal dolore, essa sarà diventata la dimora eterna dei redenti: “I giusti erediteranno la terra e vi abiteranno per sempre” {Salmi 37: 29}.
“E qui non ci sarà alcuna maledizione; in essa sarà il trono di Dio e dell’Agnello; e i suoi servi lo serviranno”{Apocalisse 22: 3} — (PP 67).
[p.18] GESÙ HA SOFFERTO PER SALVARE — Vidi la bellezza del Paradiso. Ho sentito gli angeli cantare i loro canti estatici, attribuendo lode, onore e gloria a Gesù. Potei allora realizzare qualcosa del meraviglioso amore del Figlio di Dio: Egli lasciò tutta la gloria, tutto l’onore che aveva in cielo, ed era così interessato alla nostra salvezza che si addossò pazientemente e docilmente ogni indegnità e ogni menzogna di cui l’uomo poteva riempirsi. Egli è stato ferito, colpito e offeso. Fu disteso sulla croce del Calvario e subì la morte più atroce e crudele per salvare noi dalla morte, affinché potessimo essere lavati nel Suo sangue ed essere risuscitati per vivere con Lui nelle dimore che Egli sta preparando per noi, per godere della luce e gloria del cielo, per ascoltare gli angeli cantare, e poter cantare con loro. — (1T 123-124).
[p.19] CHIAVE DI COMPRENSIONE DELLA STORIA — La comprensione della speranza della seconda venuta di Cristo è la chiave che sblocca tutta la storia che segue e spiega tutte le lezioni future. — (EV 220).
DETTO AD ENOC — “E anche Enoc, il settimo da Adamo, profetizzò di queste cose, dicendo: «Ecco, il Signore viene con diecimila dei suoi santi»” {Giuda 14}… La dottrina della venuta di Cristo fu resa nota in questo primo tempo all’uomo “Enoc” che camminava con Dio in comunione continua. Il pio carattere di questo profeta è quello di rappresentare lo stato di santità a cui deve tendere il popolo di Dio che aspetta di essere portato in cielo. — (TMK 348).
SACRIFICI COME MEMORIA PERPETUA — Ai tempi dei patriarchi le offerte sacrificali connesse con il culto divino costituivano un ricordo continuo della promessa della venuta di un Salvatore, e così fu con l’intero rituale dei servizi nel Santuario nel corso della storia di Israele. Nel ministero del tabernacolo, e del tempio che in seguito prese il suo posto, le persone venivano istruite ogni giorno, per mezzo di tipi e figure, o ombre, sulle grandi verità relative all’avvento di Cristo come Redentore, Sacerdote e Re; e una volta all’anno le loro menti venivano portate avanti, nel futuro, agli eventi conclusivi della grande controversia tra Cristo e Satana: la purificazione finale dell’universo dal peccato e dai peccatori.
[p.20] I sacrifici e le offerte del rituale mosaico puntavano sempre a un servizio migliore, anche celeste. Il santuario terreno era “una figura per il tempo presente”, in cui venivano offerti sia doni che sacrifici; i suoi due luoghi santi erano “modelli delle cose celesti”; poiché Cristo, il nostro grande Sommo Sacerdote, è oggi “ministro del santuario e del vero tabernacolo, che ha eretto il Signore, e non un uomo” {Ebrei 9: 9, 23; 8: 2}. — (PK 684-685).
L’uccisione dell’agnello pasquale era un’ombra della morte di Cristo. Paolo dice: “Cristo, la nostra Pasqua, è stato sacrificato per noi” {1 Corinzi 5: 7}. Il fascio di primizie, che al tempo della Pasqua veniva agitato davanti al Signore, era un tipo della risurrezione di Cristo. Paolo, parlando della risurrezione del Signore e di tutto il Suo popolo, dice: “Cristo la primizia; poi coloro che sono di Cristo alla Sua venuta” {1 Corinzi 15: 23}. Come il fascio di spighe agitato, che era il primo grano maturo raccolto prima della mietitura, Cristo è il primo frutto di quella messe immortale di redenti che alla futura risurrezione saranno raccolti nel granaio di Dio. — (GC 399).
[p.21] BUONE NOTIZIE — Il messaggio del Vangelo proclamato dai discepoli di Cristo era l’annuncio del Suo primo avvento nel mondo. Portava agli uomini la buona novella della salvezza mediante la fede in Lui. Indicava la Sua seconda venuta nella gloria per redimere il Suo popolo e poneva davanti agli uomini la speranza, attraverso la fede e l’obbedienza, di condividere l’eredità dei santi nella luce. Questo messaggio è dato agli uomini oggi, e in questo momento è unito all’annuncio della prossima seconda venuta di Cristo. I segni che Egli stesso diede del Suo ritorno si sono adempiuti, e dall’insegnamento della Parola di Dio possiamo sapere che il Signore è alla porta.
Nell’Apocalisse Giovanni predice la proclamazione a tutte le genti del messaggio del Vangelo appena prima della seconda venuta di Cristo. Egli vede un angelo che vola “in mezzo al cielo, avente il Vangelo eterno da predicare a coloro che dimorano sulla terra, e ad ogni nazione, tribù, lingua e popolo, e diceva a gran voce: «Temete Dio e dategli gloria, perché l’ora del Suo giudizio è venuta»” {Apocalisse 14: 6-7}.
Nella profezia questo avvertimento del giudizio, con i suoi messaggi connessi, è seguito dalla venuta del Figlio dell’uomo sulle nuvole del cielo. La proclamazione del giudizio è un annuncio della seconda venuta di Cristo come a portata di mano. E questo annuncio è chiamato l’Evangelo eterno. Così la predicazione della seconda venuta di Cristo, l’annuncio del Suo approssimarsi, si dimostra essere una parte essenziale del messaggio evangelico. — (COL 226-228).
[p.22] LA PREGHIERA CHE GESÙ INSEGNÒ — “Venga il tuo regno” {Matteo 6: 10}. Dio è nostro Padre, che ci ama e si prende cura di noi come Suoi figli; Egli è anche il grande Re dell’universo. Gli interessi del Suo regno sono i nostri interessi e dobbiamo lavorare per la sua edificazione.
I discepoli di Cristo stavano aspettando l’immediata venuta del regno della Sua gloria, ma nel dare loro questa preghiera Gesù insegnò che il regno non doveva essere stabilito allora. Dovevano pregare per la Sua venuta come un evento ancora futuro. Ma questa petizione è stata anche una garanzia per loro. Anche se non dovevano vedere la venuta del regno ai loro giorni, il fatto che Gesù invitò loro a pregare affinché venga, è una prova che ai tempi stabiliti da Dio verrà sicuramente.
Il regno della grazia di Dio viene stabilito ora, mentre i cuori che sono stati pieni di peccato e ribellione giorno per giorno cedono alla sovranità del Suo amore. Ma la piena istituzione del regno della Sua gloria non avrà luogo fino alla seconda venuta di Cristo in questo mondo. “Il regno, il dominio, e la grandezza dei regni sotto tutti i cieli saranno dati al popolo dei santi dell’Altissimo” {Daniele 7: 27}. Essi erediteranno il regno preparato per loro “sin dalla fondazione del mondo” {Matteo 25: 34}. E Cristo prenderà su di Sé il Suo grande potere e regnerà.
[p.23] Le porte celesti devono essere di nuovo sollevate, e con diecimila volte diecimila e migliaia di migliaia di santi angeli, il nostro Salvatore verrà come Re dei re e Signore dei signori. Dio l’Emmanuele “sarà re su tutta la terra; in quel giorno ci sarà soltanto l’Eterno e soltanto il suo nome”. “Ecco il tabernacolo di Dio con gli uomini! Ed egli abiterà con loro; e essi saranno Suo popolo e Dio stesso sarà con loro, e sarà il loro Dio” {Zaccaria 14: 9; Apocalisse 21: 3}.
Ma circa gli eventi che precederanno il Suo ritorno, Gesù disse: “E questo evangelo del regno sarà predicato in tutto il mondo in testimonianza a tutte le genti” {Matteo 24: 14}. Il Suo regno non verrà finché la buona novella della Sua grazia non sarà stata portata a tutta la terra. Quindi, se ci doniamo a Dio e conquistiamo altre anime a Lui, affrettiamo la venuta del Suo regno. Solo quelli che si dedicano al Suo servizio, dicendo: “Eccomi, manda me!” {Isaia 6: 8}, “per aprire loro gli occhi e convertirli dalle tenebre alla luce e dalla potestà di Satana a Dio, affinché ricevano mediante la fede in me il perdono dei peccati e un’eredità tra i santificati” {Atti 26: 18}, solo loro pregano con sincerità: “Venga il tuo regno”. — (MB 107-109).
LA PROMESSA HA DATO GIOIA — Mentre Cristo ascendeva, con le Sue mani tese a benedire i Suoi discepoli, una nuvola di angeli Lo ricevette e Lo nascose alla loro vista. Mentre i discepoli guardavano, sforzandosi con gli occhi in cerca dell’ultimo barlume del loro Signore ascendente, due angeli della folla festante stavano accanto a loro e dissero: “Uomini Galilei, perché state a guardare verso il cielo? Questo Gesù, che è stato portato in cielo di mezzo a voi, ritornerà nella medesima maniera in cui lo avete visto andare in cielo” {Atti 1: 11}.
[p.24] I discepoli furono ripieni di grande gioia. Ripetevano continuamente le parole che Cristo aveva detto loro nelle Sue ultime lezioni, come riportato nei capitoli di {Giovanni 14, 15, 16 e 17}; e ognuno aveva qualcosa da dire su quanto avevano ricevuto di istruzione, specialmente riguardo alle parole del capitolo di {Giovanni 14}.
La promessa che sarebbe tornato e anche il pensiero che aveva lasciato loro la Sua pace, riempirono i loro cuori di gioia. — (UL 357).
GIOVANNI VIDE IN VISIONE LA STORIA DEL POPOLO DI DIO [*ATTRAVERSO I SECOLI] — Giovanni fu fortificato per vivere alla presenza del suo glorificato Signore. Quindi, prima della sua meravigliosa visione, furono aperte le glorie del cielo. Gli fu permesso di vedere il trono di Dio e, guardando oltre i conflitti della terra, di vedere la folla vestita di bianco dei redenti. Egli udì la musica degli angeli celesti e le canzoni trionfali di coloro che avevano vinto per il sangue dell’Agnello e la parola della loro testimonianza. Nella rivelazione che gli fu data, gli fu presentata una scena dopo l’altra di un entusiasmante interesse per l’esperienza del popolo di Dio e la storia della chiesa predetta fino alla fine dei tempi. In figure e simboli, furono presentati a Giovanni argomenti di grande importanza, che avrebbe annotato, affinché il popolo di Dio che viveva nelle sua era e nelle ere future potesse avere una comprensione intelligente dei pericoli e dei conflitti che avrebbe dovuto affrontare. — (AA 582-583).
[p.25] LA PROFEZIA RIASSICURA — Dobbiamo avere una conoscenza delle Scritture, in modo da poter tracciare le linee della profezia e vedere che il giorno si avvicina, così che con maggiore zelo e impegno possiamo esortarci l’un l’altro alla fedeltà. Rischiamo di abbandonare la nostra fede? Di perdere la nostra fiducia? Di diventare impazienti? No, no. Noi non penseremo a una cosa del genere. Guardiamo alla precisione matematica con cui le profezie si sono adempiute. Alziamo la testa e rallegriamoci, perché la nostra redenzione si avvicina. È più vicina di quando abbiamo creduto per la prima volta. Non dovremmo aspettare pazientemente, pieni di coraggio e fede? Non dovremmo preparare un popolo a stare in piedi nel giorno della resa dei conti? — (TMK 348).
LE PROMESSE DI GESÙ INFONDONO CORAGGIO — Sono passati più di milleottocento anni [*al tempo della scrittrice] da quando il nostro Salvatore ha dato la promessa della Sua venuta. Attraverso il corso dei secoli le Sue parole hanno riempito di coraggio i cuori dei Suoi fedeli. La promessa non è stata ancora mantenuta ma ciò nondimeno sicura è la parola che è stata pronunciata. — (OHC 367).
[p.26] DIO MANIFESTA LA SUA POTENZA A MEZZANOTTE — Il popolo di Dio ode una voce, chiara e melodiosa, che dice: “Guardate in alto”, e alzando gli occhi al cielo, vedono l’arcobaleno della promessa. Le nuvole nere che coprivano il firmamento si separano e, come Stefano, tutti guardano fermamente il cielo e contemplano la gloria di Dio e del Figlio dell’uomo seduto sul Suo trono. Essi scorgono sul Suo corpo divino i segni della Sua umiliazione e odono dalle Sue labbra formulare la richiesta presentata davanti a Suo Padre e ai santi angeli: “Padre, io voglio che dove sono io, siano con me anche quelli che tu mi hai dato” {Giovanni 17: 24}.
Di nuovo una voce, musicale e trionfante, si sente dire: “Vengono! Arrivano! Santi, innocenti, immacolati. Essi hanno serbato la parola della Mia pazienza e perciò cammineranno tra gli angeli “. Dalle labbra pallide e tremanti di coloro che hanno tenuto salda la loro fede esce un grido di vittoria.
[p.27] È a mezzanotte che Dio manifesta la Sua potenza per la liberazione del Suo popolo. Appare il sole, splendente nella sua forza. Segni e prodigi si susseguono rapidamente. I malvagi guardano con terrore e stupore la scena, mentre i giusti vedono con gioia immensa i segni della loro liberazione. Tutto nella natura appare sconvolto. I fiumi cessano di scorrere. Grosse nubi oscure si ammassano e cozzano le une contro le altre. In mezzo al cielo corrucciato si nota uno spazio chiaro, di indescrivibile gloria, da dove viene la voce di Dio, simile al suono di molte acque, che dice: “«È fatto»” {Apocalisse 16: 17}. — (GC 636).
I FONDAMENTI DELLA TERRA SEMBRANO CEDERE — C’è un potente terremoto. Il firmamento sembra aprirsi e chiudersi. La gloria del trono di Dio sembra lampeggiare. Le montagne tremano come una canna al vento e le rocce frastagliate sono sparse da ogni parte. C’è un ruggito come di una tempesta in arrivo. Il mare è furiosamente agitato. Si sente l’urlo dell’uragano, come la voce di demoni in missione di distruzione. L’intera terra si solleva e si gonfia come le onde del mare: la sua superficie si sta rompendo. Sembra che le sue stesse fondamenta stiano cedendo. Le catene montuose stanno affondando. Le isole abitate scompaiono con il loro carico vivo. I porti marittimi, che sono diventati come Sodoma per la malvagità, vengono inghiottiti dalle acque furiose. Grandi chicchi di grandine, ognuno “dal peso di un talento” {Apocalisse 16: 21} stanno compiendo la loro opera di distruzione. Le città più orgogliose della terra vengono abbattute. I palazzi costosi, nei quali i grandi uomini del mondo hanno profuso le loro ricchezze per glorificarsi, si stanno sgretolando fino alla rovina davanti ai loro occhi. — (4SP 453, 454).
[p.28] UNA RISURREZIONE SPECIALE SUBITO PRIMA DELL’APPARIZIONE DI GESÙ — Le tombe si aprono, e “molti di coloro che dormono nella polvere della terra si risveglieranno, alcuni per la vita eterna, altri per vergogna e infamia eterne” {Daniele 12: 2}. Tutti coloro che sono morti nella fede del messaggio del terzo angelo escono dai sepolcri glorificati e odono il patto di pace di Dio concluso con quelli che hanno osservato la Sua legge. “Anche quelli che lo hanno trafitto” {Apocalisse 1: 7}. Coloro che disprezzarono e derisero l’agonia mortale di Cristo, e gli oppositori più violenti della Sua verità e del Suo popolo, risusciteranno per contemplare la Sua gloria e per vedere l’onore conferito ai fedeli e agli ubbidienti.
Fitte nuvole coprono ancora il cielo; tuttavia, il sole di tanto in tanto si affaccia, apparendo come l’occhio vendicatore di Dio. I lampi solcano il cielo, avvolgendo la terra come in un manto di fiamma. Al di sopra del terrificante fragore del tuono, voci misteriose e terribili dichiarano il destino dei malvagi. Le parole dette non sono comprensibili a tutti, ma sono chiaramente comprese dai falsi maestri. Coloro che fino a poco prima erano così temerari, così vanagloriosi e insolenti, così esultanti nella loro crudeltà verso i fedeli osservatori dei Comandamenti di Dio, ora sono sopraffatti dalla costernazione e tremano di paura. I loro gemiti si sentono al di sopra del frastuono degli elementi sconvolti. I demoni riconoscono la divinità di Cristo e tremano davanti alla Sua potenza, mentre gli uomini supplicano misericordia e strisciano al suolo in preda a un terrore abietto. — (GC 637-638).
[p.29] I DIECI COMANDAMENTI RIVELATI A TUTTI NEL CIELO — Attraverso uno squarcio nelle nuvole, brilla una stella la cui luminosità è quadruplicata rispetto all’oscurità. Parla di speranza e gioia ai fedeli, ma di severità e ira ai trasgressori della legge di Dio. Coloro che hanno sacrificato tutto per Cristo sono ora al sicuro, nascosti così nel segreto del padiglione del Signore. Sono stati messi alla prova, e davanti al mondo e ai disprezzatori della verità hanno manifestato la loro fedeltà a Colui che è morto per loro.
Un cambiamento meraviglioso è avvenuto in coloro che hanno mantenuto la propria integrità anche di fronte alla morte. All’improvviso sono stati liberati dall’oscura e terribile tirannia di uomini trasformati in demoni. I loro volti, fino a poco prima tanto pallidi, ansiosi e smunti, sono ora illuminati da meraviglia, fede e amore. Le loro voci si alzano in un canto trionfante: “Dio è per noi un rifugio ed una forza, un aiuto sempre pronto nelle avversità. Perciò noi non temeremo, anche se la terra si dovesse spostare e se i monti fossero gettati nel mezzo del mare, e le sue acque infuriassero e schiumassero, e i monti tremassero al suo gonfiarsi” {Salmi 46: 1-3}.
Mentre queste parole di santa fiducia salgono a Dio, le nuvole tornano indietro e si vedono i cieli stellati, indicibilmente gloriosi in contrasto con il firmamento nero e rabbioso su entrambi i lati. La gloria del cielo risplende dalle porte socchiuse. Poi si staglia contro il cielo una mano che tiene due tavole di pietra piegate insieme. La mano apre le tavole e là sono rivelati i precetti del Decalogo, tracciati come con una penna di fuoco. Le parole sono così chiare che tutti possono leggerle. La memoria è destata, l’oscurità della superstizione e dell’eresia è spazzata via da ogni mente, e le DIECI PAROLE di Dio, brevi, esaurienti e autorevoli, vengono presentate alla vista di tutti gli abitanti della terra. Codice meraviglioso! Meraviglioso evento! — (4SP 456-457).
[p.30] DIO DICE AL SUO POPOLO IL GIORNO E L’ORA DELLA VENUTA DI GESÙ — La voce di Dio risuona dal cielo, annunciando il giorno e l’ora della venuta di Gesù e proclamando il patto eterno al Suo popolo. Come il fragore del tuono più violento, le Sue parole si ripercuotono per tutta la terra. L’Israele di Dio sta in ascolto, con gli occhi fissi verso l’alto. I loro volti sono illuminati dalla Sua gloria e risplendono come il volto di Mosè quando scese dal Sinai. I malvagi non possono sopportare la loro vista. E quando la benedizione viene pronunciata su coloro che hanno onorato Dio osservando il Suo Santo Sabato, si ode un potente grido di vittoria. — (GC 640).
[p.31] UNA PICCOLA NUVOLA NERA È IL SEGNO DELLA VENUTA DI GESÙ — Presto appare verso oriente una piccola nuvola nera, grande circa la metà della mano di un uomo. È la nuvola che circonda il Salvatore e che, in lontananza, sembra avvolta dalle tenebre. Il popolo di Dio sa che questo è il segno della venuta del Figliuol dell’uomo. In un silenzio solenne la osserva mentre essa si avvicina sempre più alla terra, facendosi via via più luminosa e splendente, fino a diventare una grande nuvola bianca, la cui base è risplendente di gloria come un fuoco divorante, e sopra di essa si scorge l’arcobaleno della promessa. Gesù avanza come un potente conquistatore. — (GC 640-641).
Presto i nostri occhi furono attratti verso est, perché era apparsa una piccola nuvola nera, grande circa la metà della mano di un uomo, che tutti sapevamo essere il segno del Figlio dell’uomo. In solenne silenzio tutti noi guardammo la nuvola mentre si avvicinava e diventava più leggera, splendente di gloria sempre di più, finché fu una grande nuvola bianca.
[p.32] La base appariva come fuoco; un arcobaleno era sopra la nuvola, mentre intorno ad essa c’erano diecimila angeli, che cantavano un canto meraviglioso; e su di essa sedeva il Figlio dell’uomo. I Suoi capelli erano bianchi e riccioluti e giacevano sulle Sue spalle, e sulla Sua testa c’erano molte corone. I Suoi piedi avevano l’aspetto del fuoco; nella Sua mano destra vi era una falce affilata, nella Sua sinistra una tromba d’argento. I Suoi occhi erano come una fiamma di fuoco che scrutavano i Suoi figli in tutto e per tutto. — (1T 60).
TUTTO IL MONDO LO VEDRÀ — “Infatti, come il lampo esce da levante e sfolgora fino a ponente, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo” {Matteo 24: 24-27, 31; Matteo 25: 31; Apocalisse 1: 7; 1 Tessalonicesi 4: 16-17}. In questa venuta non c’è possibilità di contraffazione. Essa sarà universalmente nota, o testimoniata, da tutto il mondo. — (GC 625).
GESÙ RITORNA NELLA GLORIA CIRCONDATO DA UNA NUVOLA DI ANGELI — Con inni di melodia celeste i santi angeli, una vasta folla innumerevole, Lo assistono nel Suo cammino. Il firmamento sembra pieno di forme radiose: “diecimila volte diecimila e migliaia di migliaia”. Nessuna penna umana può ritrarre la scena; nessuna mente mortale è adeguata per concepire il Suo splendore. Man mano che la nuvola vivente si avvicina, ogni occhio vede il Principe della vita.
[p.33] Nessuna corona di spine ora marchia quella sacra testa; ma un diadema di gloria poggia sulla Sua santa fronte. Il Suo volto risplende della luce abbagliante del sole di mezzogiorno. Il Re dei re discende sulla nuvola, avvolto nel fuoco fiammeggiante. I cieli si avvolgono su se stessi come un rotolo, la terra trema davanti a Lui, e ogni montagna e isola viene spostata dal suo posto. “Il nostro Dio verrà e non se ne starà in silenzio; lo precederà un fuoco divorante e intorno a lui ci sarà una grande tempesta. Egli convocherà i cieli di sopra e la terra, per giudicare il suo popolo” {Salmi 50: 3-4}. — (GC 641-642).
GESÙ VISTO CHIARAMENTE SULLA NUVOLA — La nuvola vivente, di una maestà e di una gloria insuperabili, si avvicinò ancora di più e potemmo vedere chiaramente la stupenda figura di Gesù. Non portava una corona di spine; ma una corona di gloria adornava la Sua santa fronte. Sulla Sua veste e sulla coscia c’era scritto un nome, RE DEI RE E SIGNORE DEI SIGNORI. I Suoi occhi erano come una fiamma di fuoco, i Suoi piedi avevano l’aspetto di ottone splendente e la Sua voce suonava come quella di molti strumenti musicali. Il Suo volto era luminoso come il sole di mezzogiorno. — (1SG 207).
GIOIA DEL POPOLO DI DIO — La rivelazione della Sua gloria sotto forma di umanità porterà il cielo così vicino agli uomini che la bellezza che adorna il tempio interiore dell’uomo sarà vista in ogni anima in cui dimora il Salvatore. Gli uomini saranno affascinati dalla gloria di un Cristo che vivrà con loro. E nelle correnti di lode e di ringraziamento delle molte anime così vinte a Dio, la gloria tornerà al grande Donatore:
[p.34] “«Sorgi, risplendi, perché la tua luce è giunta e la gloria dell’Eterno Si è levata su te»” {Isaia 60: 1}. A coloro che escono per incontrare lo Sposo è stato dato questo messaggio. Cristo viene con potenza e grande gloria. Egli viene con la Sua propria gloria e con la gloria del Padre. Egli viene con tutti i santi angeli con Lui. Mentre tutto il mondo è immerso nelle tenebre, ci sarà luce in ogni dimora dei santi. Cattureranno la prima luce della Sua seconda apparizione. La luce immacolata risplenderà del Suo splendore e il Cristo Redentore sarà ammirato da tutti coloro che Lo hanno servito. Mentre i malvagi fuggiranno dalla Sua presenza, i seguaci di Cristo si rallegreranno. Il patriarca Giobbe, guardando avanti al tempo del secondo avvento di Cristo, disse: “Dopo che questa mia pelle sarà distrutta, nella mia carne vedrò Dio. Lo vedrò io stesso; i miei occhi Lo contempleranno, e non un altro. Il mio cuore si strugge dentro di me” {Giobbe 19: 26-27}.
Per i Suoi fedeli seguaci Cristo è stato un compagno quotidiano e un amico familiare. Hanno vissuto a stretto contatto, in costante comunione con Dio. Su di loro è sorta la gloria del Signore. In loro la luce della conoscenza della gloria di Dio è stata riflessa attraverso il volto di Gesù Cristo. Ora si rallegrano dei raggi immacolati dello splendore e della gloria del Re nella Sua maestà. Sono preparati per la comunione del cielo, perché hanno il Paradiso nel cuore.
Con la testa sollevata, con i raggi luminosi del Sole di giustizia che risplende su di loro, con gioia che la loro redenzione si avvicina, escono incontro allo Sposo, dicendo: “Ecco, questo è il nostro Dio: in lui abbiamo sperato, ed egli ci salverà” {Isaia 25: 9}.
“Poi udii come la voce di una grande moltitudine, simile al fragore di molte acque e come il rumore di forti tuoni che diceva: «Alleluia, perché il Signore nostro Dio, l’Onnipotente, ha iniziato a regnare. Rallegriamoci, giubiliamo e diamo a lui la gloria, perché sono giunte le nozze dell’Agnello e la sua sposa si è preparata. E le è stato dato di essere vestita di lino finissimo, puro e risplendente, poiché il lino finissimo sono le opere giuste dei santi». Quindi mi disse: «Scrivi: Beati coloro che sono invitati alla cena delle nozze dell’Agnello»” {Apocalisse 19: 6-9}. “Egli è il Signore dei signori, e Re dei re; e coloro che sono con lui sono chiamati, eletti e fedeli” {Apocalisse 17: 14}. — (COL 420-421).
[p.35] I GIUSTI MORTI E QUELLI VIVENTI VEDRANNO GESÙ INSIEME — Paolo mostrò che coloro che vivevano quando Cristo fosse venuto non sarebbero andati incontro al loro Signore prima di coloro che si erano addormentati in Gesù. La voce dell’Arcangelo e la tromba di Dio avrebbero raggiunto i dormienti, e i morti in Cristo sarebbero risorti per primi, prima del tocco dell’immortalità dato ai vivi. “Poi noi viventi, che saremo rimasti saremo rapiti assieme a loro sulle nuvole, per incontrare il Signore nell’aria; così saremo sempre col Signore. Consolatevi dunque gli uni gli altri con queste parole”{1 Tessalonicesi 4: 17-18}. — (AA 258).
VESTITI DEL BIANCO PIÙ CANDIDO. — Cristo svuotò Sé stesso, prese la forma di servo e Si offrì in sacrificio: Lui stesso il sacerdote, Lui stesso la vittima. Come il sommo sacerdote, dopo aver svolto il suo servizio nel sancta sanctorum, si presentava alla congregazione in attesa vestito con le sue vesti pontificie, così Cristo verrà per la seconda volta vestito di vesti gloriose del bianco più candido, “come nessun follatore sulla terra può sbiancarle”. Egli verrà nella Sua gloria e nella gloria di Suo Padre, come Re dei re e Signore dei signori, e tutta la schiera angelica Lo scorterà per la Sua strada. — (1BC 1111-1112).
GESÙ CHIAMA A VITA IMMORTALE I SANTI DORMIENTI NELLE LORO TOMBE — Tra il vacillare della terra, il lampo dei fulmini e il fragore del tuono, la voce del Figlio di Dio chiama avanti i santi addormentati. Guarda le tombe dei giusti, poi alzando le mani al cielo grida: “Svegliatevi, svegliatevi, svegliatevi, voi che dormite nella polvere, e alzatevi!” Per tutta la lunghezza e l’ampiezza della terra, i morti udranno quella voce e coloro che la udranno ritorneranno in vita. E tutta la terra risuonerà del calpestio del grandissimo esercito di ogni nazione, tribù, lingua e popolo. Vengono dalla prigione della morte, rivestiti di gloria immortale, gridando: “O morte, dov’è il tuo dardo? O inferno, dov’è la tua vittoria?” {1 Corinzi 15: 55}. E i giusti viventi e i santi risuscitati uniscono le loro voci in un lungo, lieto grido di vittoria.
[p.36] Tutti escono dalle loro tombe con la stessa statura di quando sono entrati nella tomba. Adamo, che sta in mezzo alla folla risorta, è di alta statura e forma maestosa, ma di poco inferiore al Figlio di Dio. Presenta un netto contrasto con le persone delle generazioni successive; a questo riguardo si mostra la grande degenerazione della razza. Ma tutti sorgono dal loro ultimo profondo sonno con la freschezza e il vigore dell’eterna giovinezza. All’inizio, l’uomo è stato creato a somiglianza di Dio, non solo nel carattere, ma nella forma e nelle caratteristiche. Il peccato ha deturpato e quasi cancellato l’immagine divina; ma Cristo è venuto per restaurare ciò che era andato perduto. Cambierà i nostri corpi vili e li modellerà come il Suo corpo glorioso. La forma mortale, corruttibile, priva di avvenenza, una volta contaminata dal peccato, diventa perfetta, bella e immortale. Tutte le macchie e le deformità sono lasciate nella tomba. I redenti portano l’immagine del loro Signore. Oh, meravigliosa redenzione! Di cui si parla a lungo, si spera a lungo, contemplata con ardente anticipazione, ma mai completamente compresa. — (4SP 463-464).
[p.37] IL PRIMO PENSIERO DEI RISORTI — Quando [i giusti] vengono richiamati dal loro profondo sonno, iniziano a pensare esattamente dall’ultimo pensiero che hanno avuto. L’ultima sensazione fu la fitta della morte; l’ultimo pensiero, che stavano cadendo sotto il potere della tomba. Quando si alzano dalla tomba, il loro primo pensiero lieto sarà riecheggiato nel grido trionfale: “O morte, dov’è il tuo dardo? O inferno, dov’è la tua vittoria?” {1 Corinzi 15: 55} — (GC 550).
LA MORTE È UNA PICCOLA QUESTIONE — Per il credente, Cristo è la risurrezione e la vita. Nel nostro Salvatore la vita che era stata persa a causa del peccato viene ripristinata; poiché Egli ha la vita in Se stesso per vivificare chi vuole. È investito del diritto di dare l’immortalità. La vita che ha deposto nell’umanità, la riprende e la dona all’umanità. “Sono venuto”, disse, “affinché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza”{Giovanni 10:10}. “Ma chi beve dell’acqua che io gli darò non avrà mai più sete in eterno; ma l’acqua che io gli darò diventerà in lui una fonte d’acqua che zampilla in vita eterna” {Giovanni 4: 14}. “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno” {Giovanni 6: 54; Giovanni 10: 10; Giovanni 4: 14}.
Per il credente, la morte è solo una piccola questione. Cristo ne parla come se fosse un breve momento. “Se uno osserva la mia parola, non vedrà mai la morte”, “non gusterà mai la morte” {Giovanni 8: 51-52}. Per il cristiano, la morte non è che un sonno, un momento di silenzio e oscurità. La vita è nascosta con Cristo in Dio e “quando Cristo, che è la nostra vita, apparirà, allora anche voi apparirete con lui in gloria” {Colossesi 3: 4}.
[p.38] La voce che allora gridò dalla croce: “È finito”, fu sentita tra i morti. Trafisse i muri dei sepolcri e convocò i dormienti ad alzarsi. Così sarà quando la voce di Cristo sarà udita dal cielo. Quella voce penetrerà nei sepolcri e spalancherà le tombe, e i morti in Cristo risorgeranno. Alla risurrezione del Salvatore furono aperte alcune tombe, ma alla Sua seconda venuta tutti i preziosi fedeli morti udranno la Sua voce e usciranno per una vita gloriosa e immortale. Lo stesso potere che ha risuscitato Cristo dai morti risusciterà la Sua chiesa e la glorificherà con Lui, sopra tutti i principati, sopra tutti i poteri, sopra ogni nome che viene nominato, non solo in questo mondo, ma anche nel mondo a venire. — (DA 786-787).
BAMBINI RESTITUITI — I Suoi fedeli [saranno] ricompensati quando, alla Sua venuta, la morte perderà il suo pungiglione e la tomba verrà derubata della vittoria che ha rivendicato. Quindi restituirà ai Suoi servitori i figli che sono stati loro portati via dalla morte. “Così dice l’Eterno: «S’è udita una voce in Ramah, un lamento e un pianto amaro: Rachele, piange i suoi figli e rifiuta di essere consolata per i suoi figli, perché non sono più’». Così dice l’Eterno: «Trattieni la tua voce dal piangere, i tuoi occhi dal versare lacrime, perché la tua opera sarà ricompensata», dice l’Eterno; «essi ritorneranno dal paese del nemico. C’è speranza per la tua discendenza», dice l’Eterno; «i tuoi figli ritorneranno entro i loro confini»” {Geremia 31: 15-17}. — (PK 239).
[p.39] I SANTI DORMIENTI CUSTODITI COME GIOIELLI PREZIOSI — Il Datore della Vita chiamerà in vita la Sua proprietà (i Suoi eletti) acquistata nella prima risurrezione e fino a quell’ora trionfante, quando l’ultima tromba suonerà e il vasto esercito uscirà per la vittoria eterna; ogni santo addormentato sarà custodito al sicuro e custodito come un gioiello prezioso, conosciuto da Dio per nome. Per il potere del Salvatore che dimorò in loro mentre erano in vita, e poiché erano partecipi della natura divina, sono riportati alla vita dai morti. — (4BC 1143).
RICONOSCEREMO I NOSTRI AMICI — La risurrezione di Gesù era un tipo della risurrezione finale di tutti coloro che dormono in Lui. Il volto del Salvatore risorto, i Suoi modi, i Suoi discorsi, erano tutti familiari ai Suoi discepoli. Come Gesù è risorto dai morti, così quelli che dormono in Lui risorgeranno. Riconosceremo i nostri amici, proprio come i discepoli riconoscevano Gesù. Essi possono essere stati deformati, malati o sfigurati, in questa vita mortale, ma risorgono in perfetta salute ed equilibrio; tuttavia, nel corpo glorificato la loro identità sarà perfettamente preservata. Allora saremo in grado di riconoscere gli altri, come anche noi saremo riconosciuti {1Corinzi 13: 12}. Nel volto radioso della luce che risplende dal volto di Gesù, riconosceremo i lineamenti di coloro che amiamo. — (DA 804).
CI CONOSCEREMO L’UN L’ALTRO — Il dono più grande di Dio è Cristo, la cui vita è nostra, data per noi. È morto per noi ed è risorto per noi, affinché potessimo uscire dalla tomba per una gloriosa compagnia con gli angeli celesti, per incontrare i nostri cari e per riconoscere i loro volti, perché la somiglianza di Cristo non distrugge la loro immagine, ma la trasforma nella Sua gloriosa immagine. Tutti i santi legati da rapporti familiari qui si conosceranno. — (3SM 316).
[p.40] PERSONALITÀ PRESERVATA IN UN NUOVO CORPO — La nostra identità personale è preservata nella risurrezione, sebbene non le stesse particelle di materia o sostanza materiale che sono andate nella tomba. Le meravigliose opere di Dio sono un mistero per l’uomo. Lo spirito, il carattere dell’uomo, viene restituito a Dio, lì per essere preservato. Nella risurrezione ogni uomo avrà il suo carattere. Dio, al momento che riterrà giusto, chiamerà i morti, ridando loro il respiro della vita e ordinando alle ossa secche di rivivere {Ezechiele 37: 1-14}. La stessa forma verrà fuori, ma sarà esente da malattie e da ogni difetto. Essa vivrà di nuovo portando le stesse caratteristiche individuali, in modo che l’amico riconoscerà l’amico. Non esiste una legge di Dio nella natura che dimostri che Dio restituisce le stesse particelle identiche di materia che componevano il corpo prima della morte. Dio darà ai giusti morti un corpo secondo il Suo gradimento.
Paolo illustra questo argomento mediante il chicco di grano seminato nel campo. Il chicco piantato decade, ma ne esce un nuovo chicco. La sostanza naturale nel grano che si decompone non rinasce mai come prima, ma Dio dà ad essa un corpo come Gli aggrada. Un materiale molto più fine comporrà il corpo umano, perché è una nuova creazione, una nuova nascita. Viene seminato un corpo naturale, viene risuscitato un corpo spirituale. — (6BC 1093).
[p.41] LA VICINANZA TRA DIO E I SANTI RISORTI — Cristo dichiarò ai Suoi ascoltatori che se non ci fosse stata la risurrezione dei morti, le Scritture alle quali professavano di credere non sarebbero state di alcuna utilità . Egli disse: “Quanto poi alla risurrezione dei morti, non avete letto ciò che vi fu detto da Dio, quando disse: «IO sono il Dio di Abrahamo, il Dio d’Isacco e di Giacobbe Dio non è il Dio dei morti, ma dei viventi»” {Matteo 22: 31-32}. Dio conta le cose che non sono come se fossero. Vede la fine dall’inizio e vede il risultato della Sua opera come se fosse ora compiuta. L’amatissimo morto, da Adamo fino all’ultimo santo che muore, ascolterà la voce del Figlio di Dio e uscirà dalla tomba a vita immortale. Dio sarà il loro Dio ed essi saranno il Suo popolo. Ci sarà una stretta e tenera relazione tra Dio e i santi risorti. Questa condizione, che nel Suo proposito è già anticipata, Egli la vede come se fosse già esistente. I morti ‘‘vivono” in Lui. — (DA 606).
RISUSCITATO NELL’UNITÀ CON CRISTO — Egli, il credente, può morire, come è morto Cristo, ma la vita del Salvatore è in lui. La sua vita è nascosta con Cristo in Dio. “Io sono venuto affinché possano avere la vita”, disse Gesù, “e affinché possano averla più abbondantemente”. Egli porta avanti il grande processo mediante il quale i credenti sono uniti a Lui in questa vita presente, per essere uniti con Lui per tutta l’eternità.
Nell’ultimo giorno li risusciterà come parte di Sé. Cristo divenne uno con noi affinché potessimo diventare uno con Lui nella divinità. — (RH 18 giugno 1901).
[p.42] RISVEGLIO PER NON MORIRE PIÙ — Gli angeli ministranti sono intorno a noi dandoci da bere dell’acqua della vita per rinfrescare le nostre anime nelle scene finali della vita. C’è un impegno da parte di Colui che è la risurrezione e la vita, che coloro che dormono in Gesù, Cristo li porterà con sé dalla tomba. La tromba suonerà, i morti si risveglieranno alla vita, per non morire più. L’eterno mattino è giunto per loro, poiché non ci sarà notte nella città di Dio. — (2SM 250).
IL TOCCO FINALE DELL’IMMORTALITÀ — Colui che dà la vita viene per rompere le catene della tomba. Egli deve far uscire i prigionieri e proclamare: “Io sono la risurrezione e la vita”. Là sta la moltitudine risorta. Il pensiero finale era stato sulla morte e sui suoi dolori. Gli ultimi pensieri che essi avevano avuto riguardavano la fossa e il sepolcro, ma ora proclamano: “O morte, dov’è il tuo pungiglione? O tomba, dov’è la tua vittoria?” I dolori della morte erano le ultime cose che avevano sentito. “Oh morte, dov’è il tuo pungiglione?” L’ultima cosa che hanno conosciuto erano gli spasimi del decesso. Quando si svegliano, il dolore è tutto sparito.
Eccoli qui, e il tocco finale dell’immortalità viene messo su di loro, e salgono per incontrare il loro Signore nell’aria. Le porte della città di Dio girano indietro sui loro cardini, e le nazioni che hanno custodito la verità entrano. Ci sono colonne di angeli su entrambi i lati, e i riscattati di Dio entrano passando tra cherubini e serafini. Cristo dà loro il benvenuto e mette su di loro la Sua benedizione. “Ben fatto, servo buono e fedele: entra nella gioia del tuo Signore”. Cos’è questa gioia? Egli vede il travaglio della Sua anima ed è soddisfatto.
[p.43] Questo è ciò per cui lavoriamo. Ecco un risorto per il quale durante la notte abbiamo implorato Dio in suo favore. Ce n’è un altro con cui abbiamo parlato mentre era morente nel suo letto, e si è aggrappato, senza più difese, a Gesù. Ecco quello che era un povero ubriacone: abbiamo cercato di portare i suoi occhi su Colui che è potente per salvare e gli abbiamo detto che Cristo poteva dargli la vittoria, e lui si è appoggiato a Gesù. Ci sono corone di gloria immortale sulle loro teste, e poi i redenti gettano le loro corone scintillanti ai piedi di Gesù. — (6BC 1093).
GIUSTI MORTI E VIVENTI VEDONO GESÙ INSIEME — Nella sua prima epistola ai credenti di Tessalonica, Paolo si è sforzato di istruirli riguardo al vero stato dei morti. Ha definito coloro che muoiono “addormentati” — in uno stato di incoscienza: “Ora, fratelli, non vogliamo che siate nell’ignoranza riguardo a quelli che dormono, affinché non siate contristati come gli altri che non hanno speranza. Infatti, se crediamo che Gesù è morto ed è risuscitato, crediamo pure che Dio condurrà con lui. (…) perché il Signore stesso con un potente comando, con voce di arcangelo con la tromba di Dio discenderà dal cielo, e quelli che sono morti in Cristo risusciteranno per primi; poi noi viventi, che saremo rimasti saremo rapiti assieme a loro sulle nuvole, per incontrare il Signore nell’aria; così saremo sempre col Signore” {1 Tessalonicesi 4: 13-17}.
I Tessalonicesi avevano afferrato con entusiasmo l’idea che Cristo sarebbe venuto per trasformare i fedeli che erano ancora viventi e per portarli con Sé. Avevano custodito attentamente le vite dei loro amici, per timore che morissero e perdessero la benedizione che aspettavano di ricevere alla venuta del loro Signore. Ma uno dopo l’altro i loro cari erano stati portati via e con angoscia i Tessalonicesi avevano guardato per l’ultima volta i volti dei loro cari morti, osando a stento sperare di incontrarli in una vita futura.
[p.44] Quando l’epistola di Paolo fu aperta e letta, grande gioia e consolazione è stata portata alla chiesa dalle parole che rivelavano il vero stato dei morti. Paolo mostrò che coloro che vivevano quando Cristo sarebbe venuto non sarebbero andati incontro al loro Signore prima di quelli che si erano addormentati in Gesù. La voce dell’Arcangelo e la tromba di Dio avrebbe raggiunto i dormienti, e i morti in Cristo sarebbero risorti per primi, avanti che il tocco dell’immortalità fosse dato ai vivi. “Poi noi viventi, che saremo rimasti saremo rapiti assieme a loro sulle nuvole, per incontrare il Signore nell’aria; così saremo sempre col Signore. Consolatevi dunque gli uni gli altri con queste parole” {1 Tessalonicesi 4: 17-18} — (AA 257-258).
IL FUTURO REGNO IN MINIATURA — Mosè sul monte della trasfigurazione fu un testimone della vittoria di Cristo sul peccato e sulla morte. Egli ha rappresentato coloro che usciranno dalla tomba alla risurrezione dei giusti. Elia, che era stato traslato in cielo senza vedere la morte, rappresentava coloro che vivranno sulla terra alla seconda venuta di Cristo, e che saranno “mutati, in un momento, in un batter d’occhio, al suono dell’ultima tromba”; “poiché bisogna che questo corruttibile rivesta l’incorruttibilità e questo mortale rivesta l’immortalità” {1 Corinzi 15: 51-53}. Gesù era rivestito della luce del cielo, come apparirà quando verrà “la seconda volta senza peccato per la salvezza”. Perché verrà “nella gloria del Padre Suo con i santi angeli” {Ebrei 9: 28; Marco 8: 38}. La promessa del Salvatore ai discepoli era ora adempiuta. Sul monte era rappresentato in miniatura il futuro regno di gloria: CRISTO il RE, Mosè un rappresentante dei santi risorti ed Elia di quelli traslati. — (DA 421-422).
[p.45] ALCUNE RIGHE SCRITTE A PENNA SULLA MORTE DELLA NIPOTE DI MRS.WHITE — Le nostre più grandi speranze sono spesso deluse qui (sulla terra). I nostri cari ci vengono strappati dalla morte. Chiudiamo i loro occhi, li vestiamo per la tomba e li deponiamo lontani dalla nostra vista. Ma la speranza rallegra il nostro spirito. Non siamo separati per sempre, ma incontreremo i cari che dormono in Gesù. Torneranno di nuovo dalla terra del nemico. Il Donatore di Vita sta arrivando. Miriadi di santi angeli Lo scortano sulla Sua strada. Spezza le catene della morte, spezza le catene della tomba: i preziosi prigionieri escono in salute e bellezza immortale.
Quando i bambini piccoli escono immortali dai loro letti polverosi, essi si fanno subito strada verso le braccia delle loro madri. Si incontrano per non separarsi mai più. Ma molti dei piccoli non hanno madre lì. Tendiamo invano gli orecchi per udire il canto estatico di trionfo della madre. Gli angeli ricevono i bambini senza madre e li conducono all’albero della vita.
Gesù pone un anello di luce d’oro, una corona sulle loro piccole teste. Dio conceda che la cara madre di “Eva” possa essere lì, che le sue piccole ali possano essere piegate sul petto felice di sua madre. — (2SM 259-260).
FAMIGLIE E AMICI RIUNITI — I giusti viventi sono cambiati “in un attimo, in un batter d’occhio”. Alla voce di Dio furono glorificati, ora sono resi immortali e con i santi risorti vengono rapiti per incontrare il loro Signore nell’aria. “Egli allora manderà i suoi angeli e raccoglierà i Suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo” {Marco 13: 27}. I bambini piccoli sono portati dagli angeli santi in braccio alle loro madri. Gli amici a lungo separati dalla morte sono uniti, mai più divisi, e tutti insieme, con canti di giubilo, salgono verso la Città di Dio.
[p.46] Su ogni lato del carro di nuvole ci sono ali, e sotto di esso ci sono ruote viventi; e mentre il carro si solleva, le ruote gridano: “Santo” e le ali, mentre si muovono, gridano: “Santo”, e il seguito degli angeli grida: “Santo, Santo, Santo, Signore Dio Onnipotente”. E i redenti gridano: “Alleluia!”, mentre il carro si muove in avanti verso la Nuova Gerusalemme. — (GC 645).
I MALVAGI TENTANO SENZA SUCCESSO DI NASCONDERSI DA GESÙ — I malvagi pregano di essere coperti dalle rocce delle montagne, piuttosto che incontrare la faccia di Colui che hanno disprezzato e respinto.
Quelli che deridevano la Sua pretesa [di Gesù] di essere il Figlio di Dio ora sono senza parole. C’è il superbo Erode che schernì il Suo titolo reale e ordinò ai soldati beffardi di incoronarlo re. Ci sono proprio quegli uomini che con mani empie posero sulla Sua Santa figura la veste purpurea, sulla Sua sacra fronte la corona di spine, e nella Sua mano senza resistenza il finto scettro, e si inchinarono davanti a Lui in blasfema beffa. Gli uomini che percuotevano e sputavano sul Principe della vita, ora si distolgono dal Suo sguardo penetrante e cercano di fuggire dalla gloria schiacciante della Sua presenza. Coloro che Gli hanno conficcato i chiodi nelle mani e nei piedi, il soldato che Gli ha trafitto il fianco, osservano questi segni con terrore e rimorso.
[p.47] Con terribile chiarezza i sacerdoti e i governanti ricordano gli eventi del Calvario. Con orrore tremante ricordano come, scuotendo la testa in un’esultanza satanica, esclamarono: “«Egli ha salvato gli altri e non può salvare se stesso, se è il re d’Israele, scenda ora giù dalla croce e noi crederemo in lui; egli si è confidato in Dio; lo liberi ora, se veramente lo gradisce” {Matteo 27: 42-43}.
E ora si leva un grido di mortale agonia. Più forte del grido: “Crocifiggilo! Crocifiggilo!” che risuonava per le strade di Gerusalemme, si gonfia il lamento terribile e disperato: “È il Figlio di Dio! È il vero Messia!” Essi cercano di fuggire dalla presenza del Re dei re. Essi tentano invano di nascondersi nelle profonde caverne della terra, lacerate dalla furia degli elementi. — (4SP 460-462).
I REDENTI IMPIEGANO SETTE GIORNI PER VIAGGIARE VERSO IL CIELO — Entrammo tutti insieme nella nuvola e stavamo salendo per sette giorni sul mare di vetro, quando Gesù portò le corone e con la Sua mano destra le posò sulle nostre teste. Ci ha dato arpe d’oro e palme di vittoria. Qui, sul mare di vetro, i 144.000 stavano in un quadrato perfetto. Alcuni di loro avevano corone molto luminose, altri non così brillanti. Alcune corone apparivano piene di stelle, mentre altre ne avevano poche. Tutti erano perfettamente soddisfatti delle loro corone. Ed erano tutti rivestiti di un glorioso mantello bianco dalle spalle ai piedi. Gli angeli erano tutti intorno a noi mentre marciavamo sul mare di vetro verso la porta della città. Gesù alzò il braccio potente e glorioso, afferrò la porta perlata, la fece oscillare sui suoi cardini scintillanti e ci disse: “Avete lavato le vostre vesti nel Mio sangue, avete difeso la Mia verità, entrate!”. Siamo entrati tutti e abbiamo sentito di essere perfettamente a casa nella Città. — (LS 66-67).
[p.48] GESÙ ACCOGLIE I REDENTI NELLA NUOVA GERUSALEMME — Prima che la folla riscattata sia nella Santa Città. Gesù spalanca le porte di perla e le nazioni che hanno custodito la verità entrano dentro. Là vedono il Paradiso di Dio, la dimora di Adamo nella sua innocenza. Poi si sente quella voce, più ricca di qualsiasi musica che sia mai entrata nell’orecchio di un mortale, che dice: “Il vostro conflitto è finito”. “Venite, benedetti dal Padre mio, ereditate il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo”.
Ora si è adempiuta la preghiera del Salvatore per i Suoi discepoli: “Voglio che coloro, che mi hai dati, siano con me dove Io sono”. “Irreprensibili davanti alla presenza della Sua gloria con gioia immensa” {Giuda 1: 24}, Cristo presenta al Padre l’acquisto del Suo sangue, dichiarando: “Ecco me, e i figli che mi hai dato”. “Quelli che mi hai dato, Io li ho conservati”.
[p.49] Oh, le meraviglie dell’amore redentore! Il rapimento di quell’ora in cui il Padre infinito, guardando i riscattati, vedrà la Sua immagine in loro, la discordia del peccato bandita, la sua rovina rimossa, e l’umano ancora una volta in armonia con il divino! Con indicibile amore, Gesù accoglie i Suoi fedeli nella gioia del loro Signore. La gioia del Salvatore sta nel vedere, nel regno della gloria, le anime che sono state salvate dalla Sua agonia e dalla Sua umiliazione. E i redenti parteciperanno alla Sua gioia, poiché vedranno, tra i beati, coloro che sono stati conquistati a Cristo attraverso le loro preghiere, le loro fatiche e il loro amorevole sacrificio. Mentre si radunano intorno al grande trono bianco, una gioia indicibile riempirà i loro cuori, quando vedranno coloro che hanno vinto per Cristo, e vedere che uno ha guadagnato altri, e questi altri ancora, tutti portati nel porto del riposo, lì per deporre le loro corone ai piedi di Gesù e lodarLo attraverso i cicli infiniti dell’eternità. — (GC 646-647).
I DUE ADAMO SI INCONTRANO NELLA CITTÀ SANTA — Mentre i riscattati vengono accolti nella Città di Dio, risuona nell’aria un esultante grido di adorazione. I due Adamo stanno per incontrarsi. Il Figlio di Dio è in piedi con le braccia tese per ricevere il padre della nostra razza — l’essere che ha creato, che ha peccato contro il suo Creatore e per il cui peccato sono nati i segni della crocifissione sul corpo del Salvatore. Come Adamo discerne le impronte dei chiodi crudeli, non cade sul seno del Suo Signore, ma in umiliazione si getta ai Suoi piedi, gridando: “Degno, degno è l’Agnello che è stato ucciso!”. Teneramente il Salvatore lo solleva e gli ordina di guardare ancora una volta la dimora dell’Eden da cui è stato esiliato così a lungo.
Dopo la sua espulsione dall’Eden, la vita di Adamo sulla terra fu piena di dolore. Ogni foglia morente, ogni vittima del sacrificio, ogni piaga sul bel volto della natura, ogni macchia sulla purezza dell’uomo, era un nuovo ricordo del suo peccato. Terribile fu l’agonia del rimorso quando vide che l’iniquità abbondava e, in risposta ai suoi avvertimenti, incontrò i rimproveri rivolti a se stesso come causa del peccato. Con paziente umiltà sopportò, per quasi mille anni, la pena della trasgressione. Onestamente si pentì del suo peccato e confidò nei meriti del Salvatore promesso, e morì nella speranza di una risurrezione. Il Figlio di Dio ha riscattato il fallimento e la caduta dell’uomo; ed ora, attraverso l’opera di espiazione, Adamo viene reintegrato nel suo primo dominio.
[p.50] Trasportato dalla gioia, vede gli alberi che un tempo erano la sua delizia, proprio quegli alberi i cui frutti lui stesso aveva raccolto nei giorni della sua innocenza e felicità. Vede le viti che le sue mani hanno coltivato, gli stessi fiori di cui una volta amava prendersi cura. La sua mente afferra la realtà della scena; comprende che questo è davvero l’Eden restaurato, più bello ora di quando ne fu bandito. Il Salvatore lo conduce all’albero della vita e coglie il frutto glorioso e glielo offre da mangiare. Si guarda intorno e vede la moltitudine della sua famiglia redenta, in piedi nel Paradiso di Dio. Poi getta la sua scintillante corona ai piedi di Gesù e, cadendo sul Suo petto, abbraccia il Redentore. Tocca l’arpa d’oro, e le volte del cielo echeggiano del canto trionfante: “Degno, degno, degno è l’Agnello che fu immolato ed è tornato in vita!” La famiglia di Adamo raccoglie lo stimolo e getta le corone ai piedi del Salvatore, mentre si inchinano davanti a Lui in adorazione.
Questa riunione è testimoniata dagli angeli che piansero alla caduta di Adamo e si rallegrarono quando Gesù, dopo la Sua risurrezione, ascese al cielo, avendo aperto la tomba a tutti coloro che avrebbero creduto nel Suo nome. Ora essi guardano l’opera di redenzione compiuta, e uniscono le loro voci nel canto di lode. — (GC 647-648).
[p.51] IN PIEDI CON L’AGNELLO SUL MARE DI VETRO — Sul mare cristallino davanti al trono, quel mare di vetro che appare mescolato al fuoco — tanto risplende della gloria di Dio — sono riunite le schiere di coloro che hanno “ottenuto la vittoria sulla bestia e sulla sua immagine, sul suo marchio e sul numero del suo nome”. Con l’Agnello sul monte Sion, “avendo le arpe di Dio” stanno in piedi i 144.000 che sono stati riscattati fra gli uomini; e si ode come il suono di molte acque, come il suono di un grande tuono: “la voce degli arpisti che suonano con le loro arpe”. E cantano “un cantico nuovo” davanti al trono, un canto che nessun uomo può imparare tranne i 144.000. È il canto di Mosè e dell’Agnello, un canto di liberazione.
Nessuno tranne i 144.000 possono imparare quella canzone perché è la canzone della loro esperienza, un’esperienza come nessun altro gruppo di salvati ha mai avuto. “Questi sono coloro che seguono l’Agnello dovunque Egli vada.” Questi, essendo stati traslati dalla terra, tra i viventi, sono contati come “primizie a Dio e all’Agnello” {Apocalisse 15: 2-3; 14: 1-5}. “Questi sono quelli che sono usciti dalla grande tribolazione”; sono passati attraverso un periodo di difficoltà quale non vi è mai stato da quando c’erano le nazioni; hanno sopportato l’angoscia del tempo della distretta di Giacobbe; senza un intercessore attraverso l’effusione finale dei giudizi di Dio. Ma sono stati liberati, poiché hanno “lavato le loro vesti e le hanno rese bianche nel sangue dell’Agnello”. “Sulla loro bocca non è stata trovata menzogna, perché sono irreprensibili davanti a Dio” {Apocalisse 14: 5}.
[p.52] “Per questo essi sono davanti al trono di Dio e lo servono giorno e notte nel suo tempio; e colui che siede sul trono dimorerà tra di loro. Essi non avranno più fame né sete non li colpirà più né il sole né arsura alcuna, perché l’Agnello, che è in mezzo al trono, li pascolerà e li guiderà alle vive fonti delle acque; e Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi” {Apocalisse 7: 15-17}. — (GC 648-649).
[p.53] EREDITÀ IMMORTALE — Il linguaggio non riesce ad esprimere il valore dell’eredità immortale. La gloria, la ricchezza e l’onore offerti dal Figlio di Dio sono di un valore così infinito che è al di là del potere degli uomini o anche degli angeli dare un’idea giusta del loro valore, della loro eccellenza, della loro magnificenza. Se gli uomini, immersi nel peccato e nella degradazione, rifiutano questi benefici celesti, rifiutano una vita di obbedienza, calpestano gli inviti della grazia e della misericordia e scelgono le cose meschine della terra perché sono di fronte agli occhi, e fa loro comodo che il presente godimento persegua il corso del peccato, Gesù eseguirà l’esempio della parabola: costoro non gusteranno la Sua gloria, ma l’invito sarà esteso ad un’altra classe di persone. — (2T 40).
EREDI, FINALMENTE — Fino all’avvento personale di Cristo il Suo popolo non potrà ricevere il regno… Nella sua presente condizione l’uomo è mortale e corruttibile; ma il regno di Dio sarà incorruttibile e durerà per sempre. Quindi l’uomo, nel suo stato attuale, non può entrare nel regno di Dio. Ma quando Gesù verrà, Lui conferirà l’immortalità a quanti Gli sono stati fedeli e li inviterà a prendere possesso del regno del quale essi sono stati fatti eredi. — (GC 322-323).
[p.54] ASSICURAZIONE SULLA VITA — Per mezzo dello Spirito Santo, Dio opera un cambiamento morale nelle vite del Suo popolo, cambiandolo a somiglianza di Cristo. Poi, quando l’ultimo squillo di tromba arriverà alle orecchie dei morti che dormono in Cristo, essi usciranno ad una nuova vita, rivestiti delle vesti della salvezza. Entreranno per le porte nella Città di Dio, accolti dalla felicità e dalla gioia del loro Signore. Vorremmo che tutti potessero capire e tenere sempre a mente le gioie che attendono coloro che tengono gli occhi sul modello di Cristo Gesù e in questa vita cercano di formare un carattere come il Suo.
La Parola di Dio contiene la nostra polizza assicurativa sulla vita. Mangiare la carne e bere il sangue del Figlio di Dio significa studiare la Parola e portare quella Parola nella vita, in obbedienza a tutti i Suoi precetti. Coloro che prendono così le caratteristiche del Figlio di Dio diventano partecipi della natura divina, uno con Cristo. Respirano un’atmosfera sacra, in cui solo l’anima può veramente vivere. Portano nella loro vita una certezza dei santi principi ricevuti dalla Parola: le loro vite sono plasmate dal potere dello Spirito Santo e hanno un anticipo di immortalità, che sarà loro data attraverso la morte e la risurrezione di Cristo. Se il corpo terreno dovesse decadere, i princìpi della loro fede li sosterranno, perché sono partecipi della natura divina. Poiché Cristo è risorto dai morti, si aggrappano al pegno della loro risurrezione e la vita eterna è la loro ricompensa.
[p.55] Questa verità è una verità eterna, perché Cristo stesso l’ha insegnata. Si è impegnato a risuscitare i giusti morti, perché ha dato la Sua vita per la vita del mondo. “Come il Padre vivente mi ha mandato e io vivo a motivo del Padre, così chi si ciba di me vivrà anch’egli a motivo di me” {Giovanni 6: 57}. “Io sono il pane della vita: chi viene a me non avrà mai più fame” {Giovanni 6: 35} — (UL 78).
DIMORE PREPARATE PER I REDENTI — Quanto sarà grande la gioia, quando tutti i redenti del Signore si incontreranno, riuniti nelle dimore preparate per loro! Oh, che gioia per tutti coloro che sono stati lavoratori imparziali e altruisti insieme a Dio nel portare avanti la Sua opera sulla terra! Quale soddisfazione avrà ogni mietitore, quando si udrà la voce chiara e musicale di Gesù, che dice: “Venite, benedetti dal Padre mio; ricevete in eredità il regno che vi è stato preparato sin dalla fondazione del mondo” {Matteo 25: 34}. “Entra nella gioia del tuo Signore” {Matteo 25: 21-23} — (CS 348).
[p.56] TITOLO DEL REGNO — Abbiamo la Sua promessa. Deteniamo gli atti di proprietà immobiliare nel Regno di gloria. I titoli di proprietà non sono mai stati redatti in modo più rigoroso secondo la legge, o firmati in modo più leggibile, di quelli che danno al popolo di Dio il diritto alle dimore celesti. “Il vostro cuore non sia turbato”, dice Cristo: “credete in Dio e credete anche in me. Nella casa del Padre mio ci sono molte dimore; se no, ve lo avrei detto; io vado a prepararvi un posto. E quando sarò andato e vi avrò preparato il posto, ritornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io siate anche voi” {Giovanni 14: 1-3} — (TDG 202).
CORONE PER I FEDELI — Quando il Signore compone i Suoi gioielli, colui che è vero, che è franco, che è onesto, sarà guardato con piacere. Gli angeli sono impiegati nel fare corone per questi, e su queste corone gemmate di stelle si rifletterà, con splendore, la luce che irradia dal trono di Dio. Tu, parla di cose celesti. Parla di Gesù, della Sua bellezza e della Sua gloria e del Suo amore eterno per te, e lascia che dal tuo cuore sgorghino amore e gratitudine per Lui, che è morto per salvarti. Oh, preparati ad incontrare il tuo Signore in pace. Coloro che sono pronti presto riceveranno una corona di vita perenne e dimoreranno per sempre nel Regno di Dio, con Cristo, con gli angeli e con coloro che sono stati redenti dal prezioso sangue di Cristo.
Una corona di gloria… è riservata per noi che aspettiamo e amiamo e desideriamo ardentemente l’apparizione del Salvatore.
Sono quelli in attesa che devono essere incoronati con gloria, onore e immortalità. Non hai bisogno di parlare… degli onori del mondo o delle lodi dei suoi grandi. Sono tutte vanità. Lascia che il dito di Dio li tocchi, e presto torneranno di nuovo alla polvere. Io voglio un onore che sia duraturo, un onore che sia immortale, un onore che non perirà mai; una corona che sia più ricca di qualsiasi corona che abbia mai decorato la fronte di un monarca.
[p.57] In quel giorno i redenti risplenderanno nella gloria del Padre e di Suo Figlio. Gli angeli del cielo, toccando le loro arpe d’oro, accoglieranno il Re e coloro che sono i trofei della Sua vittoria, coloro che sono stati lavati e imbiancati nel sangue dell’Agnello. Una canzone di trionfo risuonerà, riempiendo tutto il cielo. Cristo ha vinto. Egli entra nelle corti celesti accompagnato dai Suoi redenti, testimoni che la Sua missione di sofferenza e di sacrificio non è stata vana.
Ho visto un gran numero di angeli portare dalla città corone gloriose: una corona per ogni santo, con il suo nome scritto sopra. Quando Gesù chiamò le corone, gli angeli gliele presentarono, e con la Sua mano destra il nostro amato Gesù pose le corone sulle teste dei santi. Allo stesso modo gli angeli portarono le arpe e Gesù le presentò anche ai santi. Gli angeli in comando hanno prima suonato la nota, poi ogni voce è stata alzata in una lode grata e felice, e ogni mano ha abilmente suonato le corde dell’arpa, emettendo musica melodiosa in toni ricchi e perfetti… All’interno della città c’era di tutto per deliziare gli occhi. Splendente gloria si vedeva ovunque. Quindi Gesù guardò i Suoi santi redenti; il loro aspetto era raggiante di gioia; e mentre fissava i Suoi occhi amorevoli su di loro, disse, con la Sua voce dolce e musicale: “Vedo il travaglio della Mia anima e ne sono soddisfatto {Isaia 53: 11}. Questa infinita gloria è vostra per goderla eternamente. Le vostre pene sono finite. Qui non ci sarà più la morte, né cordoglio, né grido, né fatica, perché le cose di prima sono passate” {Apocalisse 21: 4}.
[p.58] Poi ho visto Gesù che guidava il Suo popolo all’albero della vita. Sull’albero della vita c’era il frutto più bello, di cui i santi potevano mangiare liberamente; nella città c’era un trono glorioso, da cui proveniva un fiume puro di acqua vitale, limpido come il cristallo. Su ogni lato di questo fiume c’era l’albero della vita, e sulle rive del fiume c’erano altri bellissimi alberi che portavano frutti.
Il linguaggio è del tutto troppo limitato per tentare una descrizione del Paradiso. Mentre la scena si alza davanti a me, mi perdo nello stupore. Trasportata via dallo splendore ineguagliabile e dall’inimmaginabile gloria, depongo la penna ed esclamo: “Oh, quale Amore! Quale Amore meraviglioso!” Il linguaggio più elevato non riesce a descrivere la gloria del cielo o le profondità ineguagliabili dell’amore del Salvatore. — (Mar 309-310).
VESTITI RICCHI E CORONE GLORIOSE — Gli eredi di Dio sono venuti da soffitte, da tuguri, da segrete, da patiboli, dalle montagne, dai deserti, dalle caverne della terra, dalle caverne del mare. Ma non sono più deboli, afflitti, dispersi e oppressi. D’ora in poi saranno sempre con il Signore. Essi stanno davanti al trono rivestiti di abiti più ricchi di quelli che i più onorati della terra abbiano mai indossato. Sono incoronati con diademi più gloriosi di quanto siano mai stati posti sulla fronte dei monarchi terreni. I giorni di dolore e pianto sono finiti per sempre. Il Re della gloria ha asciugato le lacrime da tutti i volti; ogni causa di dolore è stata rimossa. Tra lo sventolio dei rami di palma, i redenti emettono un canto di lode, chiaro, dolce e armonioso; ogni voce prende potenza, finché l’inno non si gonfia attraverso le volte del Cielo. — (4SP 467).
[p.59] CORONE, ARPE E RAMI DI PALMA — Prima di entrare nella Città di Dio, il Salvatore conferisce ai Suoi seguaci gli emblemi della vittoria e li investe con le insegne del loro stato reale. Le file scintillanti sono disposte sotto forma di un quadrato cavo attorno al loro Re, la cui forma si eleva maestosa sopra il santo e l’angelo, il cui volto li illumina di amore benevolo. In tutta l’innumerevole schiera dei redenti ogni sguardo è fisso su di Lui, ogni occhio vede la Sua gloria, il cui “aspetto era sfigurato più di quello di alcun uomo, e il suo volto era diverso da quello dei figli dell’uomo” {Isaia 52: 14}. Sul capo dei vincitori, con la Sua mano destra Gesù pone la corona di gloria. Per ognuno c’è una corona, che porta il suo proprio “nuovo nome” {Apocalisse 2: 17}, e l’iscrizione, “Santo al Signore”. In ogni mano viene posta la palma della vittoria del vincitore e un’arpa risplendente. Poi, mentre gli angeli al comando suonano la nota, ogni mano muove le corde dell’arpa con un tocco abile, risvegliando una musica dolce, in toni ricchi e melodiosi. L’estasi inesprimibile emoziona ogni cuore, e ogni voce si leva in riconoscente lode: “A lui, che ci ha amati, ci ha lavati dai nostri peccati nel suo sangue, e ci ha fatti re e sacerdoti per Dio e Padre suo, a lui sia la gloria e il dominio nei secoli dei secoli” {Apocalisse 1: 5-6}. — (GC 645-646).
[p.60] L’ESTATE CRISTIANA — Questa terra è il luogo di preparazione per il cielo. Il tempo trascorso qui è l’inverno del cristiano. Qui i gelidi venti dell’afflizione soffiano su di noi e le ondate di guai ci si muovono contro. Ma nel prossimo futuro, quando Cristo verrà, i dolori e i sospiri saranno finiti per sempre. Allora sarà l’estate dei cristiani. Tutte le prove saranno finite e non ci saranno più malattie o morte. “E Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi, e non ci sarà più la morte, né cordoglio, né grido, né fatica, perché le cose di prima son passate” {Apocalisse 21: 4} — (7BC 988).
LE DIFFICOLTÀ NON POSSONO ESSERE RICORDATE — Abbiamo cercato di richiamare alla mente le nostre prove più grandi, ma sembravano così piccole rispetto al peso molto più enorme ed eterno della gloria che ci circondava, che non potevamo parlarne, e noi abbiamo gridato tutti: “Alleluia! Il Paradiso non ci è costato molto”, e abbiamo preso le nostre arpe d’oro e fatto risuonare gli archi del cielo. — (2SG 34-35).
[p.61] UNA FAMIGLIA FELICE — Le nazioni dei salvati non conosceranno altra legge che la legge del cielo. Saranno tutti una famiglia unita e felice, vestita con le vesti della lode e del ringraziamento. Sulla scena le stelle del mattino canteranno insieme, e i figli di Dio grideranno di gioia, mentre Dio e Cristo si uniranno nel proclamare: “Non ci sarà più peccato, né ci sarà più morte”. — (PK 732-733).
QUANTO SI AVVERA È MAGGIORE DELLE ASPETTATIVE — Cristo accettò l’umanità e visse su questa terra una vita pura e fedele. Per questo ha ricevuto la nomina di Giudice. Colui che occupa la posizione di giudice è Dio manifestato nella carne. Che gioia sarà riconoscere in Lui il nostro Maestro e Redentore, che porterà ancora i segni della crocifissione, dai quali risplenderanno raggi di gloria {Abacuc 3: 4}, dando ulteriore valore alle corone che i redenti ricevono dalle Sue mani, le stesse mani tese in benedizione sui Suoi discepoli mentre ascendeva. La stessa voce che ha detto: “Or ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine dell’età presente” {Matteo 28: 20}, ora dà ai Suoi riscattati il benvenuto alla Sua presenza.
Proprio Colui il quale ha dato la Sua vita preziosa per loro, che con la Sua grazia ha spinto i loro cuori al pentimento, che li ha risvegliati al loro bisogno di pentimento, li accoglie ora nella Sua gioia. Oh, come Lo amano! La realizzazione della loro speranza è infinitamente più grande delle loro aspettative. La loro gioia è completa e prendono le loro corone scintillanti e le gettano ai piedi del loro Redentore. — (CS 349).
[p.62] DIO NON HA RIVELATO TUTTO — Il Signore ha provveduto alla nostra felicità nella vita futura, ma non ha rivelazioni su questi piani, e non dobbiamo speculare su di essi. Né dobbiamo misurare le condizioni della vita futura dalle condizioni di questa vita.
Questioni di vitale importanza sono state chiaramente rivelate nella Parola di Dio. Questi argomenti sono degni del nostro pensiero più profondo. Ma non dobbiamo indagare su argomenti su cui Dio ha taciuto. Alcuni hanno avanzato l’ipotesi che i redenti non avranno i capelli grigi. Sono state avanzate altre sciocche supposizioni, come se si trattasse di questioni importanti. Possa Dio aiutare il Suo popolo a pensare razionalmente. Quando sorgono domande sulle quali siamo incerti, dovremmo chiederci: “Cosa dice la Scrittura?” — (1SM 173).
GESÙ CI SPIEGHERÀ — Abbiamo atteso a lungo il ritorno del nostro Salvatore. Ma nondimeno è sicura la promessa. Presto saremo nella nostra casa promessa. Là Gesù ci condurrà lungo il fiume vivente che scorre dal trono di Dio, e ci spiegherà le oscure provvidenze attraverso le quali ci guidò per perfezionare i nostri caratteri. Là vedremo dappertutto i bellissimi alberi del Paradiso, in mezzo a loro l’albero della vita. Là vedremo, con una visione non offuscata, le bellezze dell’Eden restaurate. Là getteremo ai piedi del nostro Redentore le corone che Egli ha posto sulle nostre teste e, toccando le nostre arpe d’oro, offriremo lode e ringraziamento a Colui che siede sul trono. — (CS 349, 350).
[p.63] PIENO DI GIOIA — Il Paradiso è pieno di gioia. Risuona delle lodi per Colui che ha fatto un così meraviglioso sacrificio per la redenzione della razza umana. La chiesa sulla terra non dovrebbe essere piena di lodi? I cristiani non dovrebbero esprimere pubblicamente in tutto il mondo la gioia di servire Cristo? Coloro che in cielo si uniscono al coro angelico nel loro inno di lode devono imparare sulla terra il canto del cielo, la cui nota fondamentale è il ringraziamento. — (7T 244).
Gesù vi accoglierà, tutti guasti e corrotti come siete, e vi laverà nel Suo sangue e vi purificherà da ogni lordura e vi renderà adatti alla società degli angeli celesti, in un cielo puro e armonioso. Non c’è litigio, nessuna discordia lì. Tutto è salute, felicità e gioia. — (2T 81).
NON C’È DOLORE — Il dolore non potrà esistere nell’atmosfera del Paradiso. Non ci saranno più lacrime, né cortei funebri, né simboli di lutto. “Non ci sarà più la morte, né cordoglio né grido né fatica, perché le cose di prima son passate”. “Nessun abitante dirà: «Io sono malato. Il popolo che vi abita otterrà il perdono per la sua iniquità” {Apocalisse 21: 4; Isaia 33: 24} — (GC 676).
[p.64] LA SANTITÀ REGNA SUPREMA — In cielo Dio è tutto in tutti. Là la santità regna sovrana; non c’è niente che possa rovinare la perfetta armonia con Dio. Se stiamo davvero viaggiando verso quel posto, lo spirito del cielo abiterà qui nei nostri cuori. Ma se ora non troviamo piacere nella contemplazione delle cose celesti; se non abbiamo interesse a cercare la conoscenza di Dio, se non ci dilettiamo a contemplare il carattere di Cristo; se la santità non ha attrattive per noi, allora possiamo essere sicuri che la nostra speranza del Paradiso è vana. La perfetta conformità alla volontà di Dio è l’obiettivo principale che sta costantemente di fronte al cristiano. Egli amerà parlare di Dio, di Gesù, del luogo di beatitudine e purezza che Cristo ha preparato per coloro che Lo amano. La contemplazione di questi temi, quando l’anima si nutre delle benedette assicurazioni di Dio, l’apostolo Paolo la rappresenta come assaporare “le potenze del mondo a venire” {Ebrei 6: 5}. — (ML 293).
ORDINE PERFETTO — Dio è un Dio dell’ordine. Tutto ciò che è connesso con il Paradiso è in perfetto ordine; rispetto reverenziale e completa disciplina contraddistinguono i movimenti dell’esercito angelico. Il successo può solo accompagnare l’ordine e l’azione armoniosa. Dio richiede ordine e metodo nella Sua opera ora non meno che ai giorni di Israele. Tutti coloro che lavorano per Lui devono lavorare in modo intelligente, non in modo distratto e casuale. Egli vorrebbe che il Suo lavoro fosse svolto con fede ed esattezza, per poter porre su di esso il sigillo della Sua approvazione. — (PP 376).
PIENA UGUAGLIANZA — I principi egoistici esercitati sulla terra non sono i principi che prevarranno in cielo. Tutti gli uomini hanno l’uguaglianza in cielo. — (RH 31 marzo 1896, citato in CS 133).
[p.65] IL RIPOSO È PROMESSO — Dio progetta che tutti siano operai. La bestia che lavora con fatica risponde allo scopo della Sua creazione meglio di quanto faccia l’uomo indolente. Dio è un lavoratore costante. Gli angeli sono lavoratori; sono ministri di Dio per i figli degli uomini. Coloro che aspettano un Paradiso di inattività rimarranno delusi, perché l’economia del Paradiso non offre spazio per la gratificazione dell’indolenza. Ma agli affaticati e agli aggravati è promesso il riposo. È il servo fedele quello che sarà accolto dalle sue fatiche nella gioia del suo Signore. Lascerà la sua armatura con gioia e dimenticherà il rumore della battaglia nel glorioso riposo preparato per coloro che vincono attraverso la croce del Calvario. — (CT 280).
REGNA UNO SPIRITO DI AMORE ALTRUISTICO — Nel suo iniziale stato privo di peccato, il primo uomo manteneva con Lui, il suo Creatore, una comunione gioiosa, “in cui sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della conoscenza” {Colossesi 2: 3}. Ma dopo il suo peccato, egli non potè più trovare gioia nella santità e cercò di nascondersi dalla presenza di Dio. Tale è ancora la condizione del cuore non rinnovato. Non è in armonia con Dio e non trova gioia nella comunione con Lui.
Il peccatore non può essere felice alla presenza di Dio; si ritrarrebbe dalla compagnia degli esseri santi. Se gli fosse permesso di entrare in Paradiso, non sarebbe una gioia per lui. Lo spirito di amore disinteressato che regna lì, un cuore che risponde al cuore dell’Amore Infinito, non toccherebbe alcuna corda di risposta nella sua anima. E nello stesso tempo i suoi pensieri, i suoi interessi, le sue motivazioni sarebbero alieni per coloro che vivono là senza peccato. Egli sarebbe una nota discordante nella melodia del Paradiso. Il Paradiso sarebbe per lui un luogo di tortura; egli desidererebbe ardentemente essere nascosto da Colui che è la sua luce e il centro della sua gioia. Non è un decreto arbitrario da parte di Dio che esclude i malvagi dal cielo; essi sono esclusi dalla loro stessa mancanza di idoneità per tale compagnia. La gloria di Dio sarebbe per loro un fuoco divorante. Essi accoglierebbero favorevolmente la distruzione, per poter essere nascosti dal volto di Colui che è morto per redimerli. — (SC 17-18).
[p.66] VITA SOCIALE — Là conosceremo come anche noi saremo conosciuti. Là gli amori e le empatie che Dio ha piantato nell’anima troveranno l’esercizio più vero e più dolce. La pura comunione con gli esseri santi, l’armoniosa vita sociale con gli angeli benedetti e con i fedeli di tutte le età, la sacra fratellanza che unisce “l’intera famiglia in cielo e in terra” — tutte sono tra le esperienze del Paradiso. — (AH 548-549).
[p.67] UNA NUOVA VISIONE DEL CIELO — Che fonte di gioia per i discepoli sapere che avevano un simile Amico in cielo da intercedere in loro favore! Attraverso l’ascensione visibile di Cristo, tutti i loro punti di vista e la contemplazione del cielo erano cambiati. In passato le loro menti si erano soffermate su di esso come su una regione di spazio illimitato, abitata da spiriti senza sostanza. Ora il cielo era collegato al pensiero di Gesù, che avevano amato e riverito sopra tutti gli altri, con il quale avevano conversato e viaggiato, che avevano toccato, anche nel Suo corpo risorto, che aveva parlato di speranza e conforto ai loro cuori. Egli, con le parole ancora sulle Sue labbra, era stato portato su in cielo davanti ai loro occhi e, mentre i suoni della Sua voce tornavano a loro, fintantoché il carro di nuvola degli angeli Lo riceveva, diceva: “Or ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine dell’età presente” {Matteo 28: 20}.
[p.68] Il Paradiso non poteva più apparire loro come uno spazio indefinito, incomprensibile, pieno di spiriti intangibili. Ora lo consideravano la loro futura casa, dove le dimore venivano preparate per loro dal loro amorevole Redentore. La preghiera era rivestita di un nuovo interesse, poiché era una comunione con il loro Salvatore. Con nuove ed emozionanti trepidazioni e una ferma fiducia che la loro preghiera sarebbe stata esaudita, si radunarono nella camera superiore per offrire le loro richieste e per rivendicare la promessa del Salvatore, che aveva detto: “Chiedete e riceverete, affinché la vostra gioia sia completa” {Giovanni 16: 24}. Essi pregarono nel nome di Gesù.
Avevano un Evangelo da predicare: Cristo in forma umana, uomo di dolore; Cristo nella umiliazione, preso da mani malvagie e crocifisso; Cristo risorto e asceso al cielo, in presenza di Dio, per essere l’Avvocato dell’uomo, Cristo che ritornerà di nuovo con potenza e grande gloria sulle nuvole del cielo. — (6BC 1054).
QUESTO STESSO GESÙ — Cristo era asceso al cielo sotto forma umana. I discepoli avevano visto la nuvola accoglierLo. Lo stesso Gesù che aveva camminato, parlato e pregato con loro, che aveva spezzato il pane con loro, che era stato con loro sulle loro barche sul lago e che quel medesimo giorno aveva faticato assieme a loro a salire sul monte degli Ulivi — quello stesso Gesù era ora andato a condividere il trono con Suo Padre. E gli angeli li avevano assicurati che proprio Colui che avevano visto salire in cielo, sarebbe tornato nello stesso modo in cui era salito in cielo. Egli verrà “con le nuvole; e ogni occhio Lo vedrà”.
[p.69] “Il Signore stesso con un potente comando, con voce di arcangelo con la tromba di Dio discenderà dal cielo, e quelli che sono morti in Cristo risusciteranno per primi” {1Tessalonicesi 4: 16}. ” Il Figlio dell’uomo verrà nella Sua gloria e tutti i santi angeli con Lui, allora Egli siederà sul trono della Sua gloria” {Apocalisse 1: 7; Matteo 25: 31}. Così si adempirà la promessa del Signore ai Suoi discepoli: “«E quando sarò andato e vi avrò preparato il posto, ritornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io siate anche voi»” {Giovanni 14: 3}. I discepoli potevano ben gioire nella speranza del ritorno del loro Signore! — (DA 832).
I discepoli stavano ancora guardando seriamente il cielo quando: “… ecco, due uomini in bianche vesti si presentarono loro; e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare verso il cielo? Questo stesso Gesù, che è stato tolto da voi e assunto in cielo, verrà così come voi l’avete visto andare in cielo»” {Atti 1: 10,11}.
La promessa della seconda venuta di Cristo doveva essere mantenuta fresca nelle menti dei Suoi discepoli. Lo stesso Gesù, che avevano visto salire al cielo, sarebbe tornato per prendere con Sé coloro che quaggiù si danno al Suo servizio. La stessa voce che aveva detto loro: “«Or ecco, io sono con voi tutti i giorni fino alla fine dell’età presente»” {Matteo 28: 20}. Avrebbe offerto loro il benvenuto alla Sua presenza nel regno celeste. — (AA 33).
[p.70] LO VEDREMO COME EGLI È — Quando i figli di Dio si saranno rivestiti dell’immortalità, Lo vedranno “come Egli è” {1 Giovanni 3: 2}. Essi staranno davanti al trono, accettati per mezzo dell’Amato (Figlio). Tutti i loro peccati sono stati cancellati, tutte le loro trasgressioni portate via. Ora possono guardare la gloria immacolata del trono di Dio. Sono stati partecipi di Cristo nelle Sue sofferenze, sono stati operai insieme a Lui nel piano di redenzione e partecipano con Lui nella gioia di vedere anime salvate nel regno di Dio, lì per lodare Dio per tutta l’eternità.
— (9T 285).
“Se L’opera che uno ha edificato sul fondamento resiste, egli ne riceverà una ricompensa” {1Corinzi 3: 14}. Gloriosa sarà la ricompensa conferita quando i fedeli operai si raduneranno intorno al trono di Dio e all’Agnello. Quando Giovanni nel suo stato mortale vide la gloria di Dio, cadde come un morto; non era in grado di sopportare la vista. Ma quando i mortali si saranno rivestiti dell’immortalità, i riscattati saranno come Gesù, poiché Lo vedranno come Egli è. Staranno davanti al trono, a significare che sono accettati. Tutti i loro peccati sono stati cancellati, tutte le loro trasgressioni cancellate. Ora possono guardare la gloria immacolata dal trono di Dio. Sono stati partecipi con Cristo delle Sue sofferenze, hanno collaborato con Lui nel piano di redenzione e sono partecipi con Lui nella gioia di vedere anime salvate attraverso il loro strumento per lodare Dio per tutta l’eternità. — (5T 467).
[p.71] RE DEL CIELO — Quando Cristo venne su questa terra la prima volta, venne nell’umiltà e nell’oscurità, e la Sua vita qui fu di sofferenza e povertà. Alla Sua seconda venuta tutto sarà cambiato. Gli uomini Lo vedranno non come un prigioniero circondato da una marmaglia, ma come il Re del cielo. Cristo verrà nella Sua propria gloria, nella gloria del Padre Suo e nella gloria dei santi angeli. Diecimila volte diecimila e migliaia di migliaia di angeli, i bellissimi e trionfanti figli di Dio, che possiedono una bellezza e una gloria senza precedenti, Lo scorteranno sulla Sua via. Al posto di una corona di spine, indosserà una corona di gloria: una corona nella corona. Al posto di quella vecchia veste di porpora, “le sue vesti divennero risplendenti e bianchissime, come neve, più bianche di ciò che potrebbe fare alcun lavandaio sulla terra” {Marco 9: 3}. E sulla Sua veste e sulla Sua coscia sarà scritto un nome: “Re dei re e Signore dei signori”. — (AG 358).
RICEVUTO NELLA SUA GIOIA — Lo stesso Colui che ha dato la Sua vita preziosa per loro, che per Sua grazia ha spinto i loro cuori al pentimento e che li ha risvegliati al loro bisogno di pentimento, li riceve ora nella Sua gioia. Oh, come Lo amano! La realizzazione della loro speranza è infinitamente più grande delle loro aspettative. La loro gioia è completa, e prendono le loro corone scintillanti e le gettano ai piedi del loro Redentore. — (CS 349).
[p.72] DESTINO FISSATO ALLA SECONDA VENUTA — Non vi sarà nessun diavolo letterale, né alcuna “prova” aggiuntiva dopo il ritorno di Cristo, fantasie che stanno rapidamente diventando favole popolari. Le Scritture dichiarano chiaramente che il destino di ogni persona è fissato per sempre alla venuta del Signore. Egli dice: “Chi è ingiusto, continui ad essere ingiusto, e chi è immondo, continui ad essere immondo; chi è giusto continui a praticare la giustizia, e chi è santo, continui a santificarsi. Ecco, io vengo presto e il mio premio è con me, per rendere ad ognuno secondo le opere, che egli ha fatto” {Apocalisse 22: 11-12}. — (1T 342-343).
UN LEGAME CHE NON SARÀ MAI ROTTO — Con la Sua vita e la Sua morte, Cristo ha ottenuto anche più del recupero dalla rovina operata a causa del peccato. Lo scopo di Satana era quello di realizzare una separazione eterna tra Dio e l’uomo; ma in Cristo diventiamo più strettamente uniti a Dio che se non fossimo mai caduti. Prendendo la nostra natura, il Salvatore si è legato all’umanità con un legame che non sarà mai spezzato. Attraverso le ere eterne Egli è legato a noi. “Poichè Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il Suo unigenito Figlio” {Giovanni 3: 16}. Lo ha dato non solo per sopportare i nostri peccati, e morire come nostro sacrificio; Lo ha dato alla razza decaduta! Per assicurarci del Suo immutabile consiglio di pace, Dio diede il Suo unigenito Figlio perché diventasse uno della famiglia umana, per mantenere PER SEMPRE la Sua natura umana. Questo è il pegno che Dio adempirà la Sua parola. “Poiché un bambino ci è nato, un figlio ci è stato dato. Sulle sue spalle riposerà l’impero” {Isaia 9: 5}.
[p.73] Dio ha adottato la natura umana nella persona di Suo Figlio e l’ha portata nei cieli più alti. È il “Figlio dell’uomo” che condivide il trono dell’universo. È il “Figlio dell’uomo” il cui nome sarà chiamato: “Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno. Principe della pace” {Isaia 9: 6}. L’IO SONO è il mediatore tra Dio e l’umanità, che pone la Sua mano su entrambi {Giobbe 9: 32,33}. Colui che è “santo, innocente, immacolato, separato dai peccatori”, “non si vergogna di chiamarci fratelli” {Ebrei 7: 26; 2: 11}. In Cristo la famiglia della terra e la famiglia del cielo sono legate insieme. Cristo glorificato è nostro fratello. Il Paradiso è racchiuso nell’umanità e l’umanità è avvolta nel seno dell’Amore Infinito. — (DA 25-26).
UNO CON LA RAZZA CHE HA RISCATTATO — “Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il Suo Unigenito Figlio”. Lo diede non solo affinché vivesse tra gli uomini, portasse i loro peccati e morisse in sacrificio per loro. Lo diede alla razza caduta. Cristo doveva identificarsi con gli interessi e i bisogni dell’umanità. Colui che era Uno con Dio si è legato ai figli degli uomini con legami che non saranno mai spezzati. Gesù “non si vergogna di chiamarli fratelli” {Ebrei 2: 11}. Egli è il nostro Sacrificio, il nostro Avvocato, il nostro Fratello, che porta la nostra forma umana davanti al trono del Padre e, attraverso le ere eterne, Egli è UNO con la razza che ha redento: il Figlio dell’uomo. E tutto ciò affinché l’uomo potesse essere sollevato dalla rovina e dalla degradazione del peccato per poter riflettere l’amore di Dio e condividere la gioia della santità. — (SC 14).
LA SCHIERA DEI RISCATTATI, GLORIA SUPREMA DI CRISTO — Nella preghiera di intercessione di Gesù a Suo Padre, Egli affermò di aver adempiuto alle condizioni [*richieste per la salvezza della razza umana] le quali rendevano obbligatorio per il Padre adempiere la Sua parte del contratto stipulato in cielo, riguardo all’uomo caduto. Gesù si dichiara glorificato in quelli che credono in Lui. La chiesa, nel Suo nome, deve portare alla gloriosa perfezione l’opera che Egli ha iniziato; e quando quella chiesa sarà finalmente riscattata nel Paradiso di Dio, Egli guarderà al travaglio della Sua anima e sarà soddisfatto. Per tutta l’eternità l’esercito riscattato sarà la Sua principale gloria. — (SD 296).
[p.74] PORTERÀ LA SUA UMANITÀ PER TUTTA L’ETERNITÀ — Cristo è asceso al cielo, portando un’umanità santa e santificata. Ha portato questa umanità con Sé nelle corti celesti, La porterà attraverso le ere eterne, come Colui che ha redento ogni essere umano nella città di Dio, Colui che ha supplicato davanti al Padre: “Li ho scolpiti sui palmi delle mie mani” {Isaia 49: 16}. I palmi delle Sue mani portano i segni delle ferite che ha ricevuto. Se siamo feriti e contusi, se incontriamo difficoltà difficili da gestire, ricordiamoci quanto Cristo ha sofferto per noi. Sediamoci insieme ai nostri fratelli nei luoghi celesti in Cristo. Portiamo la benedizione del cielo nei nostri cuori. Gesù ha preso la natura dell’umanità, per rivelare all’uomo un amore puro e disinteressato, per insegnarci ad amarci gli uni gli altri.
Come uomo, Cristo è asceso al cielo. Come uomo, è il sostituto e il garante dell’umanità. Come uomo vive per intercedere per noi e sta preparando un posto per tutti coloro che Lo amano. Come uomo verrà di nuovo con potenza e gloria, per ricevere i Suoi figli. E ciò che dovrebbe causarci gioia e rendimento di grazie è che Dio “ha stabilito un giorno, in cui giudicherà il mondo con giustizia, per mezzo di un uomo che egli ha stabilito” {Atti 17: 31}. Allora potremo avere la certezza per sempre che l’intero universo non caduto è interessato alla grande opera che Gesù è venuto a compiere nel nostro mondo: la salvezza dell’uomo. — (5BC 1125-1126).
[p.75] Cristo ha portato la Sua umanità nell’eternità. Egli sta davanti a Dio come rappresentante della nostra razza. Quando siamo rivestiti con l’abito nuziale della Sua giustizia, diventiamo uno con Lui, e Lui dice di noi: “Esse cammineranno con me in vesti bianche, perché ne sono degne” {Apocalisse 3: 4}. I Suoi santi Lo vedranno nella Sua gloria, senza veli oscuranti in mezzo. — (AC 925).
Cristo ascese al cielo, portando un’umanità santa e santificata. Ha portato questa umanità con Sé nelle corti celesti, ed Egli la porterà attraverso le ere eterne, come Colui che ha redento ogni essere umano nella città di Dio. — (6BC 1054).
L’UMANITÀ DI CRISTO VINCOLA LA FEDELTÀ DI DIO — Abbiamo tutto ciò che potremmo chiedere per infonderci fede e fiducia in Dio. Nelle corti terrene, quando un re prende il suo più grande impegno per assicurare agli uomini la sua verità, dà suo figlio come ostaggio, per essere riscattato in adempimento della sua promessa. Ed ecco, quale vincolo della fedeltà del Padre Celeste, per assicurare gli uomini della immutabilità del Suo consiglio, Egli ha dato il Suo Unigenito Figlio per venire sulla terra, per prendere la natura dell’uomo, non solo per i brevi anni della vita terrena, ma per mantenere la Sua natura nelle corti celesti, pegno eterno della fedeltà di Dio. O profondità delle ricchezze sia della sapienza che dell’amore di Dio! “Vedete, quale amore il Padre ha profuso su di noi, facendoci chiamare figli di Dio” {1 Giovanni 3: 1}. — (1SM 258).
[p.76] UNA MERAVIGLIA PER L’UNIVERSO — Questo è il mistero della pietà: Cristo avrebbe dovuto prendere la natura umana, e attraverso una vita di umiliazione, avrebbe elevato l’uomo nella scala del valore morale di fronte a Dio; avrebbe dovuto portare la natura umana da Lui adottata davanti al trono di Dio, e lì presentare i Suoi figli al Padre, per aver conferito loro un onore superiore a quello conferito agli angeli: questa è la meraviglia dell’universo celeste, il mistero in cui gli angeli desiderano guardare “bene addentro”. Questo è l’amore che scioglie il cuore del peccatore. — (SD 22).
[p.77] RESTAURATO IN MODO PIÙ GLORIOSO — Il Giardino dell’Eden rimase sulla terra molto tempo dopo che l’uomo era diventato un emarginato dai suoi piacevoli sentieri. Alla razza caduta fu a lungo permesso di contemplare la dimora dell’innocenza, il cui ingresso era bloccato solo dagli angeli che la proteggevano. Alla porta del Paradiso, custodita dai cherubini, fu rivelata la gloria divina. Qui vennero Adamo e i suoi figli per adorare Dio. Qui rinnovarono i loro voti di obbedienza a quella legge la cui trasgressione li aveva banditi dall’Eden. Quando la marea dell’iniquità coprì il mondo e la malvagità degli uomini ne determinò la sua distruzione mediante un diluvio di acque, la mano che aveva piantato l’Eden venne ritirata dalla terra. Ma nella restituzione finale, quando ci saranno “un nuovo cielo e una nuova terra” {Apocalisse 21: 1}, esso sarà restaurato adornato più gloriosamente che all’inizio.
[p.78] Allora, coloro che hanno mantenuto i Comandamenti di Dio, respireranno di vigore immortale sotto l’albero della vita. E, attraverso età senza fine, gli abitanti dei mondi che non hanno peccato potranno vedere, in quel giardino pieno di gioia, modello del lavoro perfetto della creazione di Dio, non contaminato dalla maledizione del peccato, un esemplare di ciò che l’intera terra sarebbe diventata, qualora l’uomo avesse realizzato il piano glorioso del Creatore. — (PP 62).
UNA VISIONE DATA A MOSE’ — Egli vide il ritorno di Cristo in gloria, i morti giusti risorti a vita immortale e i santi viventi traslati senza aver visto la morte e, insieme, salire con canti di gioia alla Città di Dio.
Ancora un’altra scena si apre alla sua vista: la terra liberata dalla maledizione, più bella della Terra Promessa che alla fine era stata mostrata davanti a lui. Là non vi è il peccato e la morte non può entrare. Là le nazioni dei salvati trovano la loro casa eterna. Con gioia indescrivibile Mosè guarda la scena: il compimento di una liberazione più gloriosa delle sue più radiose speranze, che mai avrebbe immaginato. Il loro vagabondaggio terreno per sempre passato; l’Israele di Dio è finalmente entrato nella terra più bella. — (PP 477).
L’EDEN RIFIORIRÀ DI NUOVO — Quando l’Eden sarà nuovamente in fiore sulla Terra, la legge dell’amore di Dio sarà di nuovo obbedita da tutti sotto il sole. — (MB 51).
[p.79] LA TERRA RESTAURATA — Il grande piano della redenzione risulta nel riportare pienamente il mondo sotto la protezione e il favore di Dio. Tutto ciò che era stato perso dal peccato viene restaurato. Non solo l’uomo, ma la terra è redenta, per essere la dimora eterna degli obbedienti. Per seimila anni Satana ha lottato per mantenere il possesso della terra. Ora lo scopo originale di Dio nella Sua creazione è compiuto. “I santi dell’Altissimo riceveranno il regno e lo possederanno per sempre, per l’eternità” {Daniele 7: 18}. “Dal sorgere del sole fino al suo tramonto sia lodato il nome dell’Eterno” {Salmi 113: 3}. “In quel giorno ci sarà soltanto l’Eterno e soltanto il suo nome”. “E l’Eterno sarà re su tutta la terra” {Zaccaria 14: 9}. La Scrittura dice: “Per sempre, o Eterno, la tua parola è stabile nei cieli”. “Tutti i Suoi comandamenti sono fermi, stabili in eterno per sempre” {Salmi 119: 89; Salmi 111: 7-8}. I sacri statuti che Satana ha odiato e ha cercato di distruggere saranno onorati in un universo senza peccato. “Perciò, come la terra fa crescere la sua vegetazione e come il giardino fa germogliare ciò che vi è stato seminato così il Signore, l’Eterno, farà germogliare la giustizia e la lode davanti a tutte le nazioni” {Isaia 61: 11}. — (PP 342).
QUANDO ADAMO VEDE DI NUOVO L’EDEN — Quando i fedeli morti saranno risuscitati e il Re di Gloria aprirà loro le porte della città di Dio, e le nazioni che hanno osservato la verità vi entreranno, quale bellezza e gloria incontrerà lo sguardo attonito di coloro che non hanno visto bellezze maggiori sulla terra di quelle che videro nella natura in decomposizione, dopo che la triplice maledizione era caduta su di essa!
[p.80] È impossibile descrivere il trasporto di gioia di Adamo mentre guarda di nuovo il Paradiso: il Giardino dell’Eden, una volta sua casa felice, dal quale, a causa della sua trasgressione, era stato separato per tanto tempo! Egli vede i fiori profumati e gli alberi maestosi, i frutti di ogni tipo e bellezza, a ognuno dei quali aveva dato un nome per distinguerli nel periodo della sua innocenza. Vede le vigne rigogliose, che una volta erano state per lui un piacere far crescere su pergole e alberi.
Ma quando egli vede di nuovo il rigoglioso albero della vita, con i suoi rami estesi e il frutto luminoso, e gli viene nuovamente accordato l’accesso ai suoi frutti e alle sue foglie, la sua gratitudine è sconfinata. Prima si inchina in adorazione ai piedi del Re di Gloria, e poi con la moltitudine redenta cresce il canto: “Degno, degno è l’Agnello che fu immolato”. Adamo aveva perso l’Eden disobbedendo ai Comandamenti di Dio. Ora ha riguadagnato quel bel giardino grazie al pentimento e alla fedele obbedienza. La maledizione ricadde su di lui per la disobbedienza, la benedizione, ora, per la sua obbedienza. — (3SG 88-89).
[p.81] I TROFEI DI CRISTO — In quel giorno i redenti risplenderanno nella gloria del Padre e del Figlio. Gli angeli, toccando le loro arpe d’oro, daranno il benvenuto al Re e ai Suoi trofei di vittoria, quelli che sono stati lavati e imbiancati nel sangue dell’Agnello. Una canzone di trionfo risuonerà, riempiendo tutto il cielo. Cristo ha vinto. Entra nelle corti celesti, accompagnato dai Suoi redenti, i testimoni che la Sua missione di sofferenza e sacrificio non è stata vana.
Gesù ascese al Padre come rappresentante della razza umana, e Dio porterà coloro che riflettono la Sua immagine a contemplare e condividere con Lui la Sua gloria. — (9T 285-286).
QUELLI CHE CONDIVIDONO LA SOFFERENZA DI CRISTO — Coloro che sono partecipi delle sofferenze di Cristo saranno anche partecipi della Sua consolazione e alla fine parteciperanno della Sua gloria. — (AA 261).
[p.82] LE SORPRESE DI DIO — Molti saranno in cielo, mentre i loro vicini supponevano non vi sarebbero mai entrati. — (COL 72).
COMPAGNI CELESTI — Allora i redenti saranno accolti nella casa che Gesù sta preparando per loro. Là i loro compagni non saranno gli abbietti della terra, i bugiardi, gli idolatri, gli impuri e gli increduli; ma si assoceranno a coloro che hanno vinto Satana e, attraverso la grazia divina, hanno formato caratteri perfetti. Ogni tendenza peccaminosa, ogni imperfezione che li affligge, qui è stata rimossa dal sangue di Cristo, e l’eccellenza e lo splendore della Sua gloria, che superano di gran lunga lo splendore del sole, sono loro impressi. La bellezza morale e la perfezione del Suo carattere risplendono attraverso di loro, nel valore che supera di gran lunga questo splendore esteriore. Sono senza colpa davanti al grande trono bianco, condividendo la dignità e i privilegi degli angeli. — (SC 126).
I FRATELLI CHARLES FITCH E LEVI STOCKMAN (due ministri avventisti milleriti che morirono poco prima del 22 ottobre 1844) — Andammo tutti sotto l’albero [della vita] e ci sedemmo a guardare la gloria del luogo, quando i fratelli Fitch e Stockman, che avevano predicato l’Evangelo del regno, e che Dio aveva deposto nella tomba per salvarli, sono venuti da noi e ci hanno chiesto cosa avevamo passato mentre dormivano. Abbiamo provato a richiamare le nostre più grandi prove, ma sembravano così piccole rispetto al peso molto più grande ed eterno della gloria che ci circondava, che non ne potevamo parlare e tutti gridammo: “Alleluia! Il Paradiso non ci è costato molto!” e abbiamo toccato le nostre gloriose arpe e fatto risuonare gli archi del cielo. — (LS 67).
[p.83] L’ENORME MOLTITUDINE DEI REDENTI — I più vicini al trono sono coloro che una volta erano zelanti nella causa di Satana, ma che, strappati come tizzoni dall’incendio, hanno seguito il loro Salvatore con profonda, intensa devozione. Poi ci sono quelli che hanno perfezionato i loro caratteri cristiani in mezzo alla menzogna e all’infedeltà, quelli che hanno onorato la legge di Dio quando il mondo cristiano l’ha dichiarata nulla, e i milioni, di tutte le età, che sono stati martirizzati per la loro fede. E oltre c’è la “grande folla che nessuno poteva contare, di tutte le nazioni, tribú, popoli e lingue; questi stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, coperti di vesti bianche e avevano delle palme nelle mani” {Apocalisse 7: 9}. La loro guerra è finita, la loro vittoria è stata vinta. Hanno corso la gara e hanno raggiunto il premio. Il ramo di palma nelle loro mani è un simbolo del loro trionfo, la veste bianca un emblema della immacolata giustizia di Cristo che ora è loro. — (GC 665).
APOSTOLI DI CRISTO — In mezzo alla folla riscattata ci sono gli apostoli di Cristo: l’eroico Paolo, l’ardente Pietro, l’amato e amorevole Giovanni, i loro sinceri fratelli e, con loro, la vasta schiera di martiri. — (SR 424).
[p.84] MARTIRI SEPOLTI A ROMA — In questi rifugi sotterranei [le catacombe di Roma] i seguaci di Cristo seppellivano i loro morti; e anche qui, quando furono sospettati e proscritti, trovarono una casa. Quando Colui che dà la vita risveglierà coloro che hanno combattuto il buon combattimento, molti martiri per amore di Cristo usciranno da quelle tenebrose caverne. — (GC 40).
I SUOI FEDELI — Con inesprimibile amore, Gesù accoglie i Suoi fedeli nella gioia del loro Signore. La gioia del Salvatore sta nel vedere, nel regno della gloria, le anime che sono state salvate dalla Sua agonia e umiliazione. E i redenti parteciperanno alla Sua gioia, poiché vedranno, tra i benedetti, coloro che sono stati conquistati a Cristo attraverso le loro preghiere, le loro fatiche e il loro sacrificio amorevole. Mentre essi si radunano attorno al grande trono bianco, una gioia indicibile riempirà i loro cuori, quando vedranno quelli che hanno portato a Cristo, e vedranno che uno ha guadagnato altri, e questi altri ancora, tutti portati nel Paradiso della pace e della gioia, lì per deporre le loro corone ai piedi di Gesù e lodarLo attraverso i cicli infiniti dell’eternità. — (GC 647).
ANGELI, SANTI E SALVATORE — Gli angeli saranno lì, anche i santi risorti e i martiri, e soprattutto, ciò che ci causerà più gioia, ci sarà il nostro adorato e amato Salvatore, che ha sofferto ed è morto affinché noi potessimo godere quella felicità e libertà, ed Egli sarà lì. Il Suo volto glorioso risplenderà più luminoso del sole: illuminerà la bellissima città e rifletterà la gloria tutt’intorno. — (ML 357).
[p.85] I BAMBINI — Ci saranno anche i bambini. Non saranno mai coinvolti in conflitti o discordie. Il loro amore sarà fervente e santo. Anch’essi avranno una corona d’oro sulle teste e un’arpa nelle loro mani. E i loro piccoli volti, che qui vediamo così spesso turbati e perplessi, risplenderanno di santa gioia, espressione della loro perfetta libertà e felicità. — (ML 357).
UNA LETTERA DI CONFORTO — Caro fratello: non so proprio cosa dirti. La notizia della morte di tua moglie è stata per me sconvolgente. Non riuscivo a crederci e non riesco a crederci ora. Dio mi ha dato una visione, lo scorso sabato notte, che scriverò.
Ho visto che lei era stata sigillata e sarebbe risorta alla chiamata di Dio, e sarebbe stata con i 144.000. Ho visto che non dobbiamo piangere per lei; si sarebbe riposata nel tempo della distretta, e tutto ciò per cui potevamo piangere era la nostra perdita nell’essere privati della sua compagnia. Ho visto che la sua morte sarebbe stata positiva. — (2SM 263).
QUELLI CHE VENGONO A DIO CON FEDE — Dio condanna giustamente tutti coloro che non fanno di Cristo il loro personale Salvatore; ma perdona ogni anima che viene a Lui con fede e Gli permette di operare le opere di Dio e, mediante la fede, di essere uno con Cristo. Gesù dice di questi: “Io sono in loro e tu in me, affinché siano perfetti nell’unità, e affinché il mondo conosca che tu mi hai mandato e li hai amati, come hai amato me” {Giovanni 17:23}.
[p.86] Il Signore ha preso ogni provvedimento per cui l’uomo può avere la piena e libera salvezza ed essere completo in Lui. Dio progetta che i Suoi figli abbiano i raggi luminosi del Sole di Rettitudine, affinché tutti possano avere la luce della verità. Dio ha provveduto alla salvezza del mondo ad un prezzo infinito, addirittura attraverso il dono del Suo unigenito Figlio. L’apostolo chiede: “Certamente colui che non ha risparmiato il suo proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi, come non ci donerà anche tutte le cose con Lui?” {Romani 8: 32}. Quindi, se non siamo salvati, la colpa non sarà da parte di Dio, ma da parte nostra, che non siamo riusciti a cooperare con gli agenti divini. La nostra volontà non ha coinciso con la volontà di Dio. — (1SM 375).
COLORO CHE GUARDANO A GESÙ — Colui che cerca di raggiungere il Paradiso con le sue stesse opere nell’osservanza della legge, sta tentando l’impossibile. L’uomo non può essere salvato senza obbedienza, ma le sue opere non dovrebbero provenire da lui stesso; Cristo è “Colui che opera in voi il volere e l’operare per il suo beneplacito” {Filippesi 2: 13}. Se un uomo potesse salvarsi con le proprie opere, potrebbe avere qualcosa in sé di cui rallegrarsi. Lo sforzo, che l’uomo compie con le proprie forze per ottenere la salvezza, è rappresentato dall’offerta di Caino. Tutto ciò che l’uomo può fare senza Cristo è contaminato dall’egoismo e dal peccato; ma ciò che è operato mediante la fede è accettabile a Dio. Quando cerchiamo di ottenere il Paradiso attraverso i meriti di Cristo, l’anima fa progresso. Guardando a Gesù, l’autore e il perfezionatore della nostra fede, possiamo andare di forza in forza, di vittoria in vittoria; poiché per mezzo di Cristo la grazia di Dio ha operato la nostra completa salvezza.
[p.87] Senza fede è impossibile piacere a Dio {Ebrei 11: 6}. La fede vivente consente al suo possessore di aggrapparsi ai meriti di Cristo, gli consente di trarre grande conforto e soddisfazione dal piano della salvezza. — (1SM 364).
COLORO CHE SI AGGRAPPANO A GESÙ — Il nostro Salvatore è la scala che vide Giacobbe, la cui base poggiava sulla terra e la cui cima raggiungeva i cieli più alti. Questo mostra il metodo di salvezza stabilito. Se qualcuno di noi sarà alla fine salvato, sarà aggrappandosi a Gesù come ai pioli di una scala. — (5T 539).
L’ELETTO OBBEDISCE CON LA NATURALEZZA DI UN BAMBINO — Il Padre pone il Suo amore sul Suo popolo eletto che vive in mezzo agli uomini. Queste sono le persone che Cristo ha riscattato con il prezzo del Suo stesso sangue; e poiché corrispondono all’immagine di Cristo, attraverso la misericordia sovrana di Dio, sono eletti per essere salvati come Suoi figli obbedienti. Su di loro si manifesta la libera grazia di Dio, l’amore con cui li ha amati. Chiunque si umilierà come un bambino, che riceverà e obbedirà alla parola di Dio con la spontaneità di un bambino, sarà tra gli eletti di Dio. — (OHC 77).
I 144.000 — Stavamo andando al monte Sion. Mentre stavamo viaggiando, abbiamo incontrato una compagnia che stava anche ammirando le glorie del luogo. Ho notato come un bordo rosso sulle loro vesti; le loro corone erano brillanti; le loro vesti erano di un bianco candido. Mentre li salutavamo, ho chiesto a Gesù chi fossero. Egli
disse che erano martiri che erano stati uccisi per Lui. Con loro c’era un’innumerevole compagnia di bambini piccoli: anch’essi avevano un profilo rosso sulle vesti. Il monte Sion era proprio davanti a noi, e sul monte c’era un tempio glorioso, e intorno c’erano altri sette monti, sui quali crescevano rose e gigli. Ho visto i bambini arrampicarsi o, se lo volevano, usare le loro piccole ali e volare in cima alle montagne e cogliere i fiori che non appassiscono mai.
[p.88] C’erano tutti i tipi di alberi intorno al tempio per abbellire il luogo: il bosso, il pino, l’abete, l’olivo, il mirto, il melograno e il fico piegato sotto il peso dei suoi frutti stagionali; questi rendevano il posto glorioso. Mentre stavamo per entrare nel tempio, Gesù alzò la Sua amabile voce e disse: “Solo i 144.000 entrano in questo luogo”, e noi gridammo: “Alleluia!”
Questo tempio era sostenuto da sette pilastri, tutti d’oro trasparente, tempestati con le perle più gloriose. Le cose meravigliose che ho visto lì non le posso descrivere. Oh, se potessi parlare nella lingua di Canaan, allora potrei raccontare un po’ della gloria di quel mondo migliore. Là vidi tavole di pietra in cui i nomi dei 144.000 erano incisi in lettere d’oro. — (1T 68-69).
LA PROMESSA DI DIO A ELLEN WHITE — Il Signore mi ha dato una visione di altri mondi. Mi furono date le ali e un angelo mi accompagnò dalla città ad un luogo luminoso e glorioso. Ho pregato il mio angelo assistente di lasciarmi rimanere in quel posto. Non sopportavo il pensiero di tornare di nuovo in questo mondo oscuro. Quindi l’angelo mi disse: “Devi tornare indietro, ma se sei fedele, tu ed i 144.000 avrete il privilegio di visitare tutti i mondi e osservare l’opera di Dio”. — (EW 39-40).
[p.89] ABELE RICEVERÀ L’IMMORTALITÀ — Alla Sua seconda venuta tutti i preziosi morti, dal giusto Abele all’ultimo santo che muore, si risveglieranno ad una vita gloriosa e immortale. — (5BC 1110).
POSSESSO ETERNO DI ABRAHAMO — Il piano della redenzione gli fu qui aperto, dalla morte di Cristo, il supremo sacrificio, al Suo grande ritorno in gloria. Abrahamo vide anche la terra riportata alla bellezza che aveva in Eden, per essere data a lui come possesso eterno, come adempimento finale e completo della promessa. — (PP 137).
I VINCITORI RICEVERANNO LA CORONA — Nessuno si lusinghi di essere un uomo di successo a meno che non preservi l’integrità della sua coscienza, donandosi completamente alla verità e a Dio. Dobbiamo andare avanti con fermezza, senza mai perderci d’animo o perdere la speranza di fare un buon lavoro, qualunque prova affligga il nostro cammino o qualunque oscurità morale possa avvolgerci. La pazienza, la fede e l’amore per il dovere sono le lezioni che dobbiamo imparare. Sottomettere se stessi e guardare a Gesù è un lavoro quotidiano. Il Signore non abbandonerà mai l’anima che confida in Lui e cerca il Suo aiuto. La corona della vita è posta solo sulla fronte del vincitore. C’è, per tutti, un lavoro serio e solenne per Dio, finché dura la vita. Man mano che il potere di Satana aumenta e i suoi espedienti si moltiplicano, i responsabili del gregge di Dio dovrebbero esercitare abilità, attitudine e acuta autorità in generale. Non solo abbiamo ciascuno un lavoro da fare per le nostre stesse anime, ma abbiamo anche il dovere di stimolare gli altri a ottenere la vita eterna. — (5T 70-71).
[p.90] Se vuoi essere un santo in cielo devi prima essere un santo sulla terra. I tratti del carattere che ami nella vita non saranno cambiati dalla morte o dalla risurrezione. Risalirai dalla tomba con la stessa disposizione che hai manifestato nella tua casa e nella società. Gesù non cambia il carattere alla Sua venuta. Il lavoro di trasformazione deve essere svolto adesso. La nostra vita quotidiana determina il nostro destino. Dobbiamo pentirci dei nostri difetti di carattere e superarli tramite la grazia di Cristo, e un equilibrato carattere corrispondente deve essere formato mentre si è in questo stato di prova, affinché possiamo essere adatti alle dimore di lassù.
— (LDE 295).
Il proposito originale di Dio nella creazione della terra si è adempiuto, poiché essa è diventata la dimora eterna dei redenti: “I giusti erediteranno la terra e vi abiteranno per sempre” {Salmo 37: 29}.
Allora godremo con Lui di tutte le glorie del mondo a venire attraverso le ere incessanti dell’eternità… Non c’è nulla nel regno di Dio che possa disturbare o infastidire. Questa è la vita che è promessa al vincitore: una vita di felicità e di pace, una vita di amore e di bellezza… Non c’è peccato, nessuna preoccupazione che turba, niente che rovini la pace dell’abitante. — (ML 350).
[p.91] Coloro che vincono il mondo, la carne e il diavolo, saranno i favoriti che riceveranno il sigillo dell’Iddio vivente. Coloro le cui mani non sono pulite, i cui cuori non sono puri, non avranno il sigillo del Dio vivente. Coloro che pianificano il peccato e lo stanno mettendo in atto saranno lasciati indietro. Solo coloro che, nel loro comportamento davanti a Dio, sono tra quelli che si pentono e confessano i loro peccati nel grande anti-tipico giorno dell’espiazione, saranno riconosciuti e contrassegnati come degni della protezione di Dio. I nomi di coloro che stanno costantemente cercando, aspettando e vigilando per l’apparizione del loro Salvatore, più ardentemente e con più desiderio di coloro che attendono il sorgere del mattino, saranno contati tra quelli che sono stati suggellati.
Quelli che, pur avendo tutta la luce della verità che lampeggia sulle loro anime, e perciò dovrebbero avere opere corrispondenti alla loro fede dichiarata, ciò nonostante sono attratti dal peccato, erigono idoli nei loro cuori e corrompono le loro anime davanti a Dio, inquinando, così, le persone che si uniscono a loro nel peccato, saranno cancellati dal libro della vita e saranno lasciati nelle tenebre di mezzanotte, senza olio nei loro vasi con le loro lampade [*spente]. “Ma per voi che temete il Mio nome, sorgerà il Sole della Giustizia con la guarigione nelle sue ali” {Malachia 4: 2} — (TM 445).
C’è un Paradiso davanti a noi, una corona di vita da vincere. Ma solo al vincitore viene data la ricompensa. Colui che guadagna il cielo deve essere vestito con la veste della giustizia. “Ogni uomo che ha questa speranza in Lui si purifica, come anche Lui è puro.” Nel carattere di Cristo non c’era dissonanza di alcun tipo. E questa deve essere la nostra esperienza. Le nostre vite devono essere controllate dai principi che controllavano la Sua vita. — (SD 8).
[p.92] FEDELE, ECCELLENTE E ONORATO — Le glorie che attendono il fedele vincitore sono al di là di ogni descrizione. Il Signore onorerà grandemente ed esalterà i Suoi fedeli. Essi cresceranno come il cedro e la loro capacità di comprensione aumenterà sicuramente. E ad ogni stadio avanzato della conoscenza la loro aspettativa sarà molto al di sotto della realtà: “Le cose che occhio non ha visto e che orecchio non ha udito e che non sono salite in cuor d’uomo, sono quelle che Dio ha preparato per coloro che lo amano” {1 Corinzi 2: 9}. Il nostro lavoro ora è prepararci per quelle dimore che Dio sta preparando per coloro che Lo amano e osservano i Suoi comandamenti… Il Signore Gesù allargherà ogni mente e cuore per ricevere lo Spirito Santo. — (UL 151).
QUELLI CHE SONO TORNATI ALL’OVILE — Quando la tempesta della persecuzione si abbatterà davvero su di noi, le vere pecore sentiranno la voce del vero Pastore. Saranno fatti sforzi di abnegazione per salvare i perduti e molti che si sono allontanati dall’ovile torneranno per seguire il grande Pastore. — (ChS 166).
I SUOI AMATI FRATELLI — Il nome dell’uomo di colore è scritto nel libro della vita accanto a quello dell’uomo bianco. Tutti sono uno in Cristo. Nascita, condizione sociale, nazionalità o colore della pelle non possono elevare o degradare gli esseri umani. Il carattere fa l’uomo. Se un nativo americano, un cinese o un africano dà il suo cuore a Dio in obbedienza e fede, Gesù lo ama indipendentemente dal suo colore. Lo chiama “il Suo amato fratello”. — (ChS 218).
[p.93] QUELLO CHE I REDENTI FARANNO SAPERE A PROPOSITO DI GESÙ — I redenti incontreranno e riconosceranno coloro che hanno portato il loro interesse verso il glorioso Salvatore. Che benedetto conversare hanno con queste anime! “Ero un peccatore”, si dirà, “senza Dio e senza speranza nel mondo, e tu sei venuto da me e hai attirato la mia attenzione sul prezioso Salvatore come mia unica speranza”….Altri diranno: “Ero un pagano in terre pagane. Hai lasciato i tuoi amici e la tua comoda casa e sei venuto per insegnarmi come trovare Gesù e credere in Lui come l’unico vero Dio. Ho demolito i miei idoli e ho adorato Dio, e ora Lo vedo faccia a faccia. Sono salvato, eternamente salvato, per poter sempre contemplare Colui che amo”. — (ML 353).
VINCITORI DELLE ANIME — Ogni saggio amministratore delle ricchezze a lui affidate, entrerà nella gioia del suo Signore. Cos’è questa gioia? “Io vi dico che allo stesso modo vi sarà in cielo più gioia per un solo peccatore che si ravvede” {Luca 15: 7}. Ci sarà un elogio benedetto, una santa benedizione, sui fedeli vincitori di anime. Si uniranno a coloro che si rallegrano in cielo, che celebrano l’arrivo del raccolto a casa. — (CS 348).
[p.94] QUELLI CHE HANNO IL CIELO NEI LORO CUORI — Per i Suoi fedeli seguaci Cristo è stato un compagno quotidiano e un amico familiare. Essi hanno vissuto a stretto contatto, in costante comunione con Dio. Su di loro è sorta la gloria del Signore. In loro la luce della conoscenza della gloria di Dio si è riflessa sul volto di Gesù Cristo. Ora essi gioiscono dei raggi immacolati dello splendore e della gloria del Re nella Sua maestà. Sono preparati per la comunione col cielo, perché hanno il Paradiso nel cuore. Con la testa sollevata, con i raggi luminosi del Sole di Giustizia che risplende su di loro, con gioia che la loro redenzione si avvicina, escono incontro allo Sposo, dicendo: “Ecco, questo è il nostro Dio: in lui abbiamo sperato ed Egli ci salverà” {Isaia 25: 9}.
“Poi udii come la voce di una grande moltitudine, simile al fragore di molte acque e come il rumore di forti tuoni che diceva: «Alleluia, perché il Signore nostro Dio, l’Onnipotente ha iniziato a regnare. Rallegriamoci, giubiliamo, e diamo a lui la gloria, perché sono giunte le nozze dell’Agnello e la Sua sposa si è preparata». Quindi mi disse: «Scrivi: Beati coloro che sono invitati alla cena delle nozze dell’Agnello»”. “È il Signore dei signori e il Re dei re; e coloro che sono con lui sono chiamati eletti e fedeli” {Apocalisse 19: 6-7, 9; Apocalisse 17: 14}. — (COL 421).
ABRAHAMO, ISACCO, GIACOBBE, NOÈ, DANIELE — In un altro passaggio del libro “Una Parola al piccolo gregge”, parlo di scene sulla nuova terra, e dichiaro di aver visto uomini santi dell’antichità, “Abrahamo, Isacco, Giacobbe, Noè, Daniele e molti come loro”. — (1SM 64).
[p.95] COLORO CHE HANNO SEGUITO IL MODELLO — I santi in attesa Lo cercheranno e guarderanno il cielo, come hanno fatto gli “uomini di Galilea” quando Egli ascese dal Monte degli Olivi. Allora, solo quelli che sono santi, coloro che hanno seguito pienamente l’esempio mansueto, con gioia estasiata esclamano mentre Lo vedono: “Ecco, questo è il nostro Dio; noi Lo abbiamo aspettato ed Egli ci salverà”. Ed essi saranno mutati “in un momento, in un batter d’occhio, al suono dell’ultima tromba”, che sveglia i santi addormentati e li chiama fuori dai loro letti polverosi, rivestiti di gloriosa immortalità, gridando ‘Vittoria! Vittoria!’ sulla morte e sulla tomba. I santi trasformati immortali vengono raggiunti insieme a loro per incontrare il Signore nell’aria, per non essere mai più separati dall’oggetto del loro amore. — (SD 360).
QUELLI CHE FANNO LA SUA VOLONTÀ — Il carattere che ora manifestiamo sta decidendo il nostro destino futuro. La felicità del cielo si troverà conformandosi alla volontà di Dio, e se gli uomini diventeranno membri della famiglia reale in cielo, sarà perché il cielo è iniziato con loro sulla terra… I giusti prenderanno ogni grazia, ogni preziosa abilità santificata, dalle corti celesti, e faranno scambio della terra con il cielo. Dio sa chi sono i leali e veri sudditi del Suo regno sulla terra, e coloro che fanno la Sua volontà sulla terra, come è fatta in cielo, diventeranno i membri della famiglia reale di sopra. — (SD 361).
COLORO CHE LAVORANO IN ARMONIA CON DIO — Nessuno, nemmeno Dio, può portarci in Paradiso a meno che non facciamo lo sforzo necessario da parte nostra. Dobbiamo mettere le caratteristiche della bellezza [*del Paradiso] nelle nostre vite. Dobbiamo espellere i tratti naturali sgradevoli che ci rendono diversi da Gesù. Mentre Dio agisce in noi dandoci “il volere e l’operare” secondo Suo proprio gradimento, noi dobbiamo lavorare in armonia con Lui. La religione di Cristo trasforma il cuore. Rende l’uomo con una mente mondana orientato verso una mente celeste. Sotto la Sua influenza l’uomo egoista diventa altruista, perché questo è il carattere di Cristo. L’uomo disonesto e intrigante diventa retto, in tal modo che diventa una seconda natura per lui fare agli altri come vorrebbe che gli altri facessero a lui. Il dissoluto passa da impurità a purezza. Forma abitudini corrette, poiché il vangelo di Cristo è diventato per lui un sapore di vita che porta alla vita. — (5T 345).
[p.96] QUELLI CHE CONTEMPLANO LE COSE CELESTI — In Paradiso Dio è tutto in tutti. Là la santità regna sovrana; non c’è niente che rovini la perfetta armonia con Dio. Se stiamo davvero viaggiando là, lo spirito del cielo abiterà i nostri cuori già qui. Ma se ora non troviamo piacere nella contemplazione delle cose celesti; se non abbiamo interesse a cercare la conoscenza di Dio e non ci dilettiamo a contemplare il carattere di Cristo; se la santità non ha attrattive per noi, allora possiamo essere sicuri che la nostra speranza del Paradiso è vana. La perfetta conformità alla volontà di Dio è l’obiettivo principale che deve essere costantemente davanti al cristiano. Egli amerà parlare di Dio, di Gesù, della casa di beatitudine e purezza che Cristo ha preparato per coloro che Lo amano. La contemplazione di questi temi, quando l’anima si nutre delle benedette assicurazioni di Dio, l’apostolo la rappresenta come assaporare i poteri del mondo a venire. — (5T 745).
[p.97] QUELLI CHE AMANO DIO E IL PROSSIMO — “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente; e il prossimo tuo come te stesso…. …Fa questo e vivrai ” {Luca 10: 27-28}. Tutti coloro che conformeranno la loro vita ai chiari requisiti della Parola di Dio erediteranno la vita eterna. — (1SM 174).
COLORO CHE HANNO PARTECIPATO ALLE SOFFERENZE DI CRISTO — Solo coloro che hanno preso parte alle sofferenze del Figlio di Dio, sono saliti attraverso una grande tribolazione, hanno lavato le loro vesti e le hanno rese bianche nel sangue dell’Agnello, possono godere della gloria indescrivibile e della bellezza insuperabile del cielo. — (1T 155).
QUELLI VESTITI DI PUREZZA — Presto Cristo verrà per il Suo popolo per portarli alle dimore che sta preparando per loro. Ma niente che contamina può entrare in quelle dimore. Il cielo è puro e santo e coloro che passano per le porte della Città di Dio devono già qui essere rivestiti di purezza interiore ed esteriore. — (CH 103).
QUELLI CHE HANNO SENTITO LA SUA VOCE — Coloro che Cristo elogia nel giudizio possono aver conosciuto poco di teologia, ma hanno amato i Suoi principi. Grazie all’influenza dello Spirito divino sono stati una benedizione per coloro che li circondavano. Anche tra i pagani ci sono quelli che hanno amato lo spirito di gentilezza; prima che le parole di vita cadessero sulle loro orecchie, hanno stretto amicizia con i missionari, prestando loro assistenza anche a rischio della propria vita. Tra i pagani ci sono quelli che adorano Dio con ignoranza, quelli a cui la luce non è mai stata portata da strumenti umani, ma non periranno. Pur ignorando la legge scritta di Dio, hanno sentito la Sua voce parlare loro attraverso la natura e hanno fatto le cose che la legge richiedeva. Le loro opere sono la prova che lo Spirito Santo ha toccato i loro cuori e sono riconosciuti come figli di Dio. Come saranno sorpresi e rallegrati gli umili tra le nazioni e tra i pagani nel sentire dalle labbra del Salvatore: “In quanto l’avete fatto a uno di questi miei minimi fratelli, l’avete fatto a me”! Quanto sarà felice il cuore dell’Amore Infinito quando i Suoi seguaci guarderanno con sorpresa e gioia le Sue parole di approvazione!
[p.98] Ma l’amore di Cristo non è limitato a nessuna classe. Egli si identifica con ogni figlio dell’umanità. Affinché potessimo diventare membri della famiglia celeste, Egli divenne un membro della famiglia terrena. È il Figlio dell’uomo, e quindi un fratello di ogni figlio e figlia di Adamo. I Suoi seguaci non devono sentirsi distaccati dal mondo morente che li circonda. Fanno parte della grande rete dell’umanità; e il Cielo li considera fratelli sia dei peccatori che dei santi. L’amore di Cristo abbraccia i caduti, gli erranti e i peccatori; e ogni atto di gentilezza compiuto per elevare un’anima caduta, ogni atto di misericordia, è accettato come fatto a Lui. — (DA 638).
[p.99] ENOCH — Il cuore di Enoc era su tesori eterni. Aveva guardato la città celeste. Aveva visto il Re nella Sua gloria in mezzo a Sion. La sua mente, il suo cuore, la sua conversazione erano in Paradiso. Maggiore era l’iniquità esistente, più sincero era il suo desiderio per la casa di Dio. Mentre era ancora sulla terra, dimorò, per fede, nei reami della luce.
“Beati i puri di cuore, perché essi vedranno Dio” {Matteo 5: 8}. Per trecento anni Enoc aveva cercato la purezza dell’anima, per essere in armonia con il Cielo. Per tre secoli aveva camminato con Dio. Giorno dopo giorno aveva desiderato un’unione più stretta; sempre più vicina era cresciuta la sua comunione col Cielo, fino a quando Dio lo prese a Sé. Enoch si era fermato sulla soglia del mondo eterno, solo a un passo tra lui e la terra dei beati; e ora i portali si erano aperti, il cammino con Dio, così a lungo perseguito sulla terra, era continuato e aveva attraversato le porte della Città Santa, il primo tra gli uomini ad entrarvi. — (PP 87).
[p.100] MOSÈ — Cristo stesso, con gli angeli che avevano seppellito Mosè, scese dal cielo per invocare il santo addormentato. Satana aveva esultato per il suo successo nel far peccare Mosè contro Dio, e così il profeta era caduto sotto il dominio della morte. Il grande avversario dichiarò che la sentenza divina “Polvere sei e polvere tornerai” {Genesi 3: 19}, gli dava il possesso dei morti. Il potere della tomba non era mai stato spezzato, ed egli rivendicava come suoi prigionieri tutti quelli che erano nei sepolcri, poiché non sarebbero mai stati liberati dalla loro oscura prigione. Per la prima volta Cristo stava per dare la vita ai morti. Mentre il Principe della Vita e gli esseri risplendenti si avvicinavano alla tomba, Satana si allarmò per la sua supremazia. Con i suoi angeli malvagi stava per contestare un’invasione del territorio che rivendicava come suo. Si vantava che il servo di Dio fosse diventato suo prigioniero. Dichiarò che perfino Mosè non era stato in grado di osservare la legge di Dio; che aveva preso per sé la gloria dovuta a Jahveh (lo stesso peccato che aveva causato l’esilio di Satana dal cielo) e che per la sua trasgressione era caduto sotto il dominio di Satana. Il traditore ultraterreno ribadì le accuse originali che aveva mosso contro il governo divino e ripeté le sue lamentele per l’ingiustizia di Dio nei suoi confronti.
[p.101] Cristo non si abbassò ad entrare in controversia con Satana. Avrebbe potuto portare contro di lui l’opera crudele che i suoi inganni avevano compiuto in cielo, causando la rovina di un vasto numero dei suoi abitanti. Avrebbe potuto nominare le falsità raccontate in Eden, che avevano portato al peccato di Adamo e portato la morte sulla razza umana. Avrebbe potuto ricordare a Satana che era stata opera sua tentare Israele nel deserto e portarlo a mormorare e a ribellarsi, il che aveva stancato la pazienza a lungo sopportata del loro capo, Mosè, e che, in un momento di debolezza, lo aveva fatto cedere al peccato per il quale era caduto sotto il potere della morte. Ma Cristo riferì tutto a Suo Padre, dicendo: “Ti sgridi il Signore!” {Giuda 1: 9}.
Il Salvatore non entrò in disputa con il Suo avversario, ma in quel momento iniziò la Sua opera di spezzare il potere del perverso nemico e riportare in vita i morti. Qui c’era una evidenza che Satana non poteva smentire: la supremazia del Figlio di Dio! La risurrezione fu assicurata per sempre. Satana fu spogliato della sua preda; i giusti morti sarebbero tornati in vita. In conseguenza del peccato Mosè era caduto sotto il potere di Satana. Per i suoi meriti era legittimo prigioniero della morte; ma fu elevato alla vita immortale, mantenendo il suo diritto nel nome del Redentore. Mosè uscì dal sepolcro glorificato e salì con il suo Liberatore nella città di Dio.
Mai, fino a quando non furono resi chiari nel sacrificio di Cristo, la giustizia e l’amore di Dio furono mostrati in modo più evidente che nei Suoi rapporti con Mosè. Dio ha escluso Mosè da Canaan, per insegnare una lezione che non dovrebbe mai essere dimenticata, e cioè che Egli richiede un’obbedienza precisa e che gli uomini devono stare attenti a prendere per sé la gloria che è dovuta al loro Creatore. Dio non poteva esaudire la preghiera di Mosè per condividere l’eredità di Israele, ma non dimenticò né abbandonò il Suo servitore. Il Dio del cielo aveva capito la sofferenza che Mosè aveva sopportato; Egli aveva notato ogni atto di fedele servizio durante quei lunghi anni di conflitti e prove. Sulla cima del Pisgah, Dio chiamò Mosè a un’eredità infinitamente più gloriosa della Canaan terrena.
[p.102] Sul monte della trasfigurazione Mosè era presente con Elia, che era stato traslato. Essi erano stati inviati dal Padre come portatori di luce e gloria a Suo Figlio. E così la preghiera di Mosè, pronunciata tanti secoli prima, fu finalmente adempiuta. Egli si fermò sul “monte di Dio”, ai limiti dell’eredità del suo popolo, dando testimonianza a Colui nel quale erano incentrate tutte le promesse fatte a Israele. Questa è l’ultima scena rivelata alla vista di un mortale nella storia di quell’uomo così altamente onorato dal Cielo. — (PP 478-479).
ELIA — “Ora, mentre essi camminavano discorrendo, ecco un carro di fuoco, e cavalli di fuoco che li separarono l’uno dall’altro, ed Elia salì al cielo in un turbine” {2 Re 2: 11}.
Elia era un tipo dei santi che vivranno sulla terra al momento del secondo avvento di Cristo e che saranno “mutati in un momento, in un batter d’occhio, al suono dell’ultima tromba”, senza assaggiare la morte {1 Corinzi 15: 51-52}. Fu come rappresentante di coloro che saranno traslati in questo modo che Elia, verso la fine del ministero terreno di Cristo, poté stare con Mosè al fianco del Salvatore sul monte della trasfigurazione. In questi santi glorificati, i discepoli videro in miniatura una rappresentazione del regno dei redenti. Videro Gesù rivestito della luce del cielo; udirono la “voce dalla nuvola” {Luca 9: 35}, che Lo riconosceva come il Figlio di Dio; essi videro Mosè, che rappresentava coloro che sarebbero risuscitati dai morti al momento del secondo avvento; e c’era anche Elia, che rappresentava coloro che, alla fine della storia della terra, saranno cambiati da mortali a immortali e saranno trasferiti in cielo senza vedere la morte.
[p.103] Nel deserto, nella solitudine e nello scoraggiamento, Elia aveva detto che ne aveva avuto abbastanza della vita e aveva pregato di poter morire. Ma il Signore nella Sua misericordia non lo aveva preso in parola. C’era ancora un grande lavoro da fare per Elia; e quando il suo lavoro fosse finito, non doveva morire nello scoraggiamento e nella solitudine. Non era per lui la discesa nella tomba, ma l’ascesa con gli angeli di Dio alla presenza della Sua gloria. — (PK 227-228).
MOSÈ ED ELIA — Mosè, sul monte della trasfigurazione, fu un testimone della vittoria di Cristo sul peccato e sulla morte. Ha rappresentato coloro che verranno fuori dalla tomba alla risurrezione dei giusti. Elia, che era stato traslato in cielo senza vedere la morte, rappresentava coloro che vivranno sulla terra alla seconda venuta di Cristo, e che saranno “mutati, in un momento, in un batter d’occhio, al suono dell’ultima tromba”; quando “questo mortale rivestirà l’immortalità” e “questo corruttibile rivestirà l’incorruttibilità” {1 Corinzi 15: 51-53}. Gesù era rivestito della luce del cielo, come apparirà quando verrà “la seconda volta senza peccato per la salvezza”. Poiché verrà “nella gloria del Padre Suo con i santi angeli” {Ebrei 9: 28; Marco 8: 38}.
La promessa del Salvatore ai discepoli era ora adempiuta. Sul monte era rappresentato il futuro regno di gloria in miniatura: Cristo Re, Mosè, un rappresentante dei santi risorti, ed Elia, di quelli traslati. — (DA 421-422).
[p.104] RESURREZIONE SPECIALE — Cristo è risorto dai morti con i primi frutti di coloro che dormivano. Era l’anti-tipo della “agitazione del covone di grano” e la Sua resurrezione ebbe luogo proprio il giorno in cui il covone agitato doveva essere presentato al Signore. Per più di mille anni questa cerimonia simbolica era stata eseguita. Dai campi di mietitura venivano raccolte le prime spighe di grano maturo, e quando il popolo saliva a Gerusalemme per la Pasqua, il covone di primizie veniva agitato come offerta di ringraziamento davanti al Signore. Fino a quando questo non era presentato, la falce non poteva essere messa sul grano, e questo raccolto in covoni. Il covone dedicato a Dio rappresentava la messe. Così i primi frutti di Cristo, le primizie, rappresentavano il grande raccolto spirituale da raccogliere per il Regno di Dio. La Sua risurrezione è il tipo e il pegno della risurrezione di tutti i giusti morti. “Infatti, se crediamo che Gesù è morto ed è risuscitato, crediamo pure che Dio condurrà con lui, per mezzo di Gesù, quelli che si sono addormentati” {1 Tessalonicesi 4: 14}.
Quando Cristo risorse, portò dalla tomba una moltitudine di prigionieri [*della morte]. Il terremoto alla Sua morte aveva squarciato le loro tombe, e quando Egli risorse, essi risorsero con Lui. Erano quelli che erano stati collaboratori di Dio e che a costo della loro vita avevano reso testimonianza alla verità. Ora dovevano essere testimoni di Colui che li aveva risuscitati dai morti.
[p.105] Durante il Suo ministero, Gesù aveva risuscitato i morti. Aveva richiamato in vita il figlio della vedova di Nain, la figlia di Iairo, uno dei capi della sinagoga, e Lazzaro. Ma questi non erano rivestiti di immortalità. Dopo essere stati risuscitati, erano ancora soggetti alla morte. Invece quelli che uscirono dalla tomba alla risurrezione di Cristo furono risuscitati alla vita eterna. Salirono con Lui come trofei della Sua vittoria sulla morte e sulla tomba. Questi, disse Cristo, non sono più i prigionieri di Satana; li ho riscattati. Li ho portati dalla tomba come i primi frutti della Mia potenza, per essere con Me dove sono Io, per non vedere la morte mai più o provare dolore.
Questi entrarono nella città e apparvero a molti, dichiarando: Cristo è risorto dai morti e noi siamo risorti con Lui. Così è stata resa perpetua la sacra verità della risurrezione. I santi risorti hanno reso testimonianza alla verità delle parole: “I tuoi morti vivranno, insieme al Mio corpo morto risorgeranno”. La loro risurrezione era un’illustrazione dell’adempimento della profezia: “Svegliatevi e cantate, voi che dimorate nella polvere, poiché la vostra rugiada è come la rugiada delle erbe e la terra scaccerà i morti” {Isaia 26: 19}.
Per il credente, Cristo è la Risurrezione e la Vita. Nel nostro Salvatore viene ripristinata la vita che era stata persa a causa del peccato; poiché Egli ha vita in sé stesso. — (DA 785-786).
[p.106] CAINO — Nonostante Caino avesse meritato la condanna a morte per i suoi crimini, un misericordioso Creatore gli risparmiò la vita e gli concesse l’opportunità di pentirsi. Ma Caino visse solo per indurire il suo cuore, per incoraggiare la ribellione contro l’autorità divina e per diventare il capo di una linea di peccatori impudenti e disinibiti. Quest’unico apostata, guidato da Satana, divenne un tentatore per gli altri; e il suo esempio e la sua influenza esercitarono il loro potere demoralizzante, finché la terra non divenne così corrotta e piena di violenza da richiedere la sua distruzione. — (PP 78).
MOGLIE DI LOT — Se lo stesso Lot non avesse manifestato alcuna esitazione a obbedire all’avvertimento degli angeli, fosse fuggito seriamente verso le montagne, senza una parola di supplica o di rimostranza, anche sua moglie sarebbe scappata. L’influenza del suo esempio l’avrebbe salvata dal peccato che ha segnato il suo destino. Ma l’esitazione e il ritardo di suo marito Lot la indussero a considerare superficialmente l’avvertimento divino. Mentre il suo corpo era nella pianura, il suo cuore si aggrappava a Sodoma, e con essa morì.
[p.107] Si ribellò a Dio perché i Suoi giudizi coinvolgevano i suoi averi e i suoi figli nella rovina. Sebbene fosse stata privilegiata così tanto da essere stata chiamata fuori da quella scellerata città, si sentiva trattata severamente, perché la ricchezza che aveva impiegato anni per accumulare doveva essere lasciata alla distruzione. Invece di accettare con apprezzamento la liberazione, troppo sicura di sé guardò indietro, desiderando l’esistenza di coloro che avevano rifiutato l’avvertimento divino. Il suo peccato dimostrava che era indegna della vita, per la conservazione della quale provava così poca gratitudine. — (PP 161-162).
RE SAUL — Saul sapeva che in quest’ultimo atto, consultando la strega di Endor, aveva tagliato l’ultimo brandello che lo teneva legato a Dio. Sapeva che, se prima non si era volontariamente separato da Dio, questo atto sigillava quella separazione e la rendeva definitiva. Aveva fatto un patto con la morte e un patto con l’inferno. La coppa della sua iniquità era piena. — (1SP 376-377).
GIUDA — Dio ha designato degli strumenti, dei mezzi: se li useremo diligentemente e in preghiera, nessuna “nave” naufragherà, ma supererà la tempesta e l’uragano e alla fine si ancorerà nel porto della beatitudine. Ma se disprezziamo e trascuriamo questi incarichi e privilegi, Dio non opererà un miracolo per salvare nessuno di noi, e saremo perduti come lo furono Giuda e Satana. — (TM 453).
[p.108] ERODE, ERODIADE, PILATO E GLI INDIVIDUI DIRETTAMENTE COINVOLTI NELLA CROCIFISSIONE DI GESÙ — E ora, davanti alla moltitudine ondeggiante, vengono rivelate le scene finali: la Vittima paziente che percorre il sentiero del Calvario; il Principe del cielo appeso alla croce; i sacerdoti arroganti e la marmaglia beffarda che deridono la Sua agonia finale; l’oscurità soprannaturale e la terra che si solleva, le rocce che si squarciano e le tombe che si aprono segnano il momento in cui il Redentore del mondo ha ceduto la Sua vita.
Il terribile spettacolo appare così com’era. Satana, i suoi angeli e i suoi sudditi non hanno il potere di distogliere lo sguardo dall’immagine della propria opera. Ogni attore ricorda la parte che ha interpretato: Erode, che uccise i bambini innocenti di Betlemme per poter distruggere il Re d’Israele; la vile Erodiade, sulla cui anima colpevole riposa il sangue di Giovanni Battista; il debole opportunista Pilato; i soldati beffardi; i sacerdoti, i governanti e la folla impazzita che gridavano: “Il Suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli!”. Tutti ora vedono l’enormità della loro colpa. Cercano invano di nascondersi dalla divina maestà del Suo volto, che eclissa la gloria del sole, mentre i redenti gettano le loro corone ai piedi del Salvatore, esclamando: “È morto per me!”. — (GC 667).
[p.109] Coloro che deridevano la Sua affermazione di essere il Figlio di Dio ora sono senza parole. C’è il superbo Erode che schernì il Suo titolo reale e ordinò ai soldati beffardi di incoronarlo re. Ci sono gli stessi uomini che con mani empie hanno posto sul Suo santo corpo la veste purpurea, sulla Sua sacra fronte la corona di spine e nella Sua mano, che non opponeva resistenza, la parodia di uno scettro, e si sono inchinati davanti a Lui in blasfema beffa. Gli uomini, che hanno colpito e sputato sul Principe della vita, ora si distolgono dal Suo sguardo penetrante e cercano di fuggire dalla gloria insopportabile della Sua presenza. Coloro che gli hanno conficcato i chiodi nelle mani e nei piedi, il soldato che gli ha trafitto il fianco, vedono questi segni con terrore e rimorso.
Con terribile chiarezza i sacerdoti e i governanti ricordano gli eventi del Calvario. Con tremante orrore ricordano come, scuotendo la testa in un’esultanza satanica, esclamarono: “«Egli ha salvato gli altri e non può salvare sé stesso, se è il re d’Israele, scenda ora giù dalla croce e noi crederemo in lui; egli si è confidato in Dio; lo liberi ora, se veramente lo gradisce»” {Matteo 27: 42-43}.
Ricordano vividamente la parabola del Salvatore sugli agricoltori che rifiutarono di rendere al loro signore il frutto della vigna, che maltrattarono i suoi servitori e uccisero suo figlio. Ricordano anche la frase che loro stessi pronunciarono: Il signore della vigna “distruggerà miseramente quegli uomini malvagi”. Nel peccato e nella punizione di quegli uomini infedeli i sacerdoti e gli anziani vedono il proprio percorso e il proprio giusto destino. E ora si leva un grido di mortale agonia. Più forte del grido “Crocifiggilo, crocifiggilo”, che risuonava per le strade di Gerusalemme, si gonfia il gemito terribile e disperato: “È il Figlio di Dio! È il vero Messia!” Essi cercano di fuggire dalla presenza del Re dei re. Nelle profonde caverne della terra, lacerate dalla guerra degli elementi, tentano invano di nascondersi. — (GC 643-644).
[p.110] NERONE E SUA MADRE; SACERDOTI DEL PAPATO E PONTEFICI — In mezzo alla folla dei redenti ci sono gli apostoli di Cristo: l’eroico Paolo, l’ardente Pietro, l’amato e amorevole Giovanni, i loro sinceri fratelli e con loro la vasta schiera di martiri; mentre fuori dalle mura della Santa Città, con ogni cosa vile e abominevole, ci sono coloro dai quali furono perseguitati, imprigionati e uccisi. C’è Nerone, quel mostro di crudeltà e vizio, che contempla la gioia e l’esaltazione di coloro che una volta torturava e nella cui estrema angoscia trovava delizia satanica. Anche sua madre è lì per assistere al risultato del proprio lavoro; per vedere come il carattere malvagio trasmesso a suo figlio, le passioni incoraggiate e sviluppate dalla sua influenza e dal suo esempio, abbiano dato frutti in crimini che hanno fatto rabbrividire il mondo.
Ci sono sacerdoti e prelati papisti, che affermavano di essere gli ambasciatori di Cristo, ma usavano la rastrelliera, la prigione sotterranea e il rogo per controllare le coscienze del Suo popolo. Ci sono i superbi pontefici che si esaltavano al di sopra di Dio e presumevano di cambiare la legge dell’Altissimo. Quei presunti padri della chiesa hanno un conto da rendere a Dio, da cui sarebbero contenti di essere scusati. Troppo tardi sono costretti a vedere che l’Onnisciente è geloso della Sua legge e che non discolperà in alcun modo i colpevoli. Imparano ora che Cristo identifica il Suo interesse con quello del Suo popolo sofferente; e sentono la forza delle Sue stesse parole: “«Tutte le volte che l’avete fatto a uno di questi miei minimi fratelli, l’avete fatto a me»” {Matteo 25: 40}. – (GC 667-668).
[p.111] I MALVAGI DI TUTTE LE GENERAZIONI — Con terribile solennità Egli (Gesù) chiama fuori [*dalle loro tombe] i malvagi morti. Essi sono svegliati dal loro lungo sonno. Che tremendo risveglio! Essi vedono il Figlio di Dio nella Sua solenne maestà e splendente gloria. Tutti, appena lo vedono, sanno che è il Crocifisso che è morto per salvarli, Colui il quale avevano disprezzato e respinto. Sono numerosi come la sabbia sulla riva del mare. Alla prima risurrezione tutti sbocciano immortali, ma alla seconda i segni della maledizione sono visibili su tutti. Tutti escono dalle loro tombe nelle stesse condizioni in cui erano quando vi sono entrati.
Coloro che vissero prima del diluvio vengono avanti con la loro statura gigantesca, più del doppio degli uomini che ora vivono sulla terra, e ben proporzionati. Le generazioni successive al diluvio erano di statura inferiore. C’è stata una diminuzione continua attraverso le generazioni successive, fino all’ultima vissuta sulla terra. Il contrasto tra i primi uomini malvagi che vissero sulla terra e quelli dell’ultima generazione era molto grande. I primi erano di alta statura e di forme armoniose; gli ultimi salirono dalle loro tombe come ne erano discesi: una razza di piccola statura, debole e deforme. — (3SG 84).
[p.112] Con diabolica esultanza egli [Satana] indica gli innumerevoli milioni che sono stati risuscitati dai morti e dichiara che, come loro capo, è in grado di rovesciare la città e riconquistare il suo trono e il suo regno.
In quella vasta folla ci sono moltitudini della razza longeva che esisteva prima del Diluvio; uomini di alta corporatura e grande intelligenza che, cedendo al controllo degli angeli caduti, dedicarono tutta la loro abilità e conoscenza all’esaltazione di se stessi; uomini le cui meravigliose opere d’arte hanno portato il mondo a idolatrare il loro genio, ma la cui crudeltà e invenzioni malvagie, contaminando la terra e deturpando l’immagine di Dio, Lo hanno indotto a cancellarle dalla faccia della Sua creazione. Ci sono re e generali che hanno conquistato le nazioni, uomini valorosi che non hanno mai perso una battaglia, guerrieri orgogliosi e ambiziosi, il cui approccio ha fatto tremare i regni. Nella morte questi non hanno subìto alcun cambiamento. Quando escono dalla tomba, riprendono la corrente dei loro pensieri proprio dove era cessata. Sono mossi dallo stesso desiderio di conquista che li ha dominati quando sono caduti. — (GC 663-664).
QUELLI CHE VIVONO UNA VITA DI EGOISMO — Nessuno supponga di poter vivere una vita di egoismo e poi, avendo servito i propri interessi, di entrare nella gioia del suo Signore. [*Individui così] non potrebbero partecipare alla felicità dell’amore disinteressato. Non sarebbero adatti per le corti celesti. Non potrebbero apprezzare la pura atmosfera d’amore che pervade il Paradiso. Le voci degli angeli e la musica delle loro arpe non li soddisferebbero. Per le loro menti la scienza del cielo sarebbe come un enigma. — (COL 364-365).
COLORO CHE SONO SPIRITUALMENTE INTORPIDITI — Quanto poco i giovani sopportano, o sacrificano sé stessi, per la loro religione! Il sacrificio è a stento considerato tra loro. Non riescono per niente ad imitare l’Esempio [*di Gesù] sotto questo aspetto. Ho visto che il linguaggio della loro vita è: il sé deve essere gratificato, l’orgoglio deve essere assecondato. Si dimenticano dell’Uomo del dolore, familiare col patire {Isaia 53: 3}. Le sofferenze di Gesù nel Getsemani, il Suo sudore come se fossero grandi gocce di sangue nel giardino, la corona cosparsa di spine che hanno trafitto la Sua santa fronte, non li commuovono. Sono diventati intorpiditi. La loro sensibilità è smussata e hanno perso del tutto il senso del grande sacrificio che è stato fatto per loro. Possono sedersi e ascoltare la storia della croce, ascoltare come gli orribili chiodi sono stati conficcati nelle mani e nei piedi del Figlio di Dio, e ciò non smuove le profondità del loro cuore.
[p.113] Disse l’angelo: “Se tali persone venissero introdotte nella città di Dio e fosse loro detto che tutta la sua ricca bellezza e gloria era loro per goderne eternamente, non avrebbero la minima idea di quanto sia costata al Figlio di Dio quella eredità acquistata per loro. Non si renderebbero mai conto delle incomparabili profondità dell’amore del Salvatore. Non hanno bevuto del calice, né sono stati battezzati con il battesimo. Il cielo sarebbe rovinato se tali persone vi dimorassero. Quelli solo che hanno preso parte alle sofferenze del Figlio di Dio e sono venuti attraverso la grande tribolazione, e hanno lavato le loro vesti e le hanno rese bianche nel sangue dell’Agnello, possono godere della gloria indescrivibile e della bellezza insuperabile del cielo” — (1T 155).
Ho visto un angelo in piedi, con la bilancia tra le mani, mentre pesava i pensieri e l’interesse del popolo di Dio, specialmente dei giovani. In un piatto della bilancia c’erano i pensieri e l’interesse che tendevano al cielo; nell’altro c’erano i pensieri e l’interesse tendenti alla terra.
E in questo secondo piatto sono state gettate tutte le letture di libri di intrattenimento, pensieri di abbigliamento e spettacolo, vanità, orgoglio, ecc. Oh, che momento solenne! Gli angeli di Dio, in piedi con la bilancia, che stavano soppesando i pensieri di coloro che si professano Suoi figli, quelli che affermano di essere morti per il mondo e vivi per Dio.
[p.114] Il secondo piatto della bilancia si riempì di pensieri della terra: la vanità e l’orgoglio caddero subito dentro e, nonostante i pesi rotolassero anche fuori dalla bilancia uno dopo l’altro [*per il loro grande numero], il piatto scendeva pesante. Quello con i pensieri e l’interesse tendenti al Paradiso salì rapidamente e, ohh, com’era leggero! Intanto l’altro scendeva e scendeva per il peso. Posso riferirlo come l’ho visto; ma non posso mai dare la solenne e vivida impressione stampata nella mia mente, quando vidi [*l’espressione del] l’angelo con la bilancia che pesava i pensieri e l’interesse del popolo di Dio. L’angelo disse: “Possono tali persone entrare in cielo? No, no, mai. Dì loro che la speranza che ora possiedono è vana e, a meno che non si pentano rapidamente e ottengano la salvezza, devono perire” — (1T 124-125).
QUELLI CHE ASSECONDANO E FAVORISCONO IL PECCATO — A causa del peccato, Satana fu cacciato dal cielo; e nessun uomo che asseconda e incoraggia il peccato può andare in Paradiso, perché allora Satana avrebbe di nuovo un punto d’appoggio lì. — (4T 346).
IL CIELO SAREBBE UNA TORTURA PER I RIBELLI — Coloro la cui vita è stata spesa nella ribellione contro Dio potrebbero essere improvvisamente trasportati in cielo e vedere l’alto e santo stato di perfezione che esiste sempre lì? Potrebbero scoprire che ogni anima è piena d’amore, ogni volto raggiante di gioia; udire una musica incantevole che diffonde le sue note melodiose che si alzano in onore di Dio e dell’Agnello; contemplare i flussi incessanti di luce che fluiscono sui redenti dal volto di Colui che siede sul trono? Potrebbero coloro, i cui cuori sono pieni di odio verso Dio, verso la verità e la santità, mescolarsi alla folla celeste e unirsi ai loro canti di lode? Potrebbero sopportare la gloria di Dio e dell’Agnello? No, no; furono loro concessi anni di prova, perché potessero formarsi dei caratteri per il Paradiso; ma non hanno mai addestrato la mente ad amare la purezza; non hanno mai imparato la lingua del Paradiso, ed ora è troppo tardi. Una vita di ribellione contro Dio li ha resi inadatti al Paradiso. La sua purezza, santità e pace sarebbero una tortura per loro; la gloria di Dio sarebbe un fuoco divorante.
[p.115] Vorrebbero fuggire da quel luogo santo. Accoglierebbero favorevolmente la distruzione, pur di poter essere nascosti dal volto di Colui che è morto per redimerli. Il destino dei malvagi è determinato dalla loro stessa scelta. La loro esclusione dal cielo è volontaria, scelta da loro stessi, e giusta e misericordiosa da parte di Dio. — (GC 542-543).
[p.116] I MALVAGI COMPRENDONO CHE LA LORO VITA È STATA UN FALLIMENTO — Quando la voce di Dio capovolge la prigionia del Suo popolo, c’è un terribile risveglio di coloro che hanno perso tutto nel grande gioco della vita. Mentre la prova continuava, erano accecati dagli inganni di Satana e giustificavano il loro corso di peccato. I ricchi si vantavano della loro superiorità su coloro che erano meno favoriti, però avevano ottenuto le loro ricchezze violando la legge di Dio. Avevano trascurato di nutrire gli affamati, di vestire gli ignudi, di agire con giustizia e di amare la misericordia. Avevano cercato di esaltare sé stessi e di ottenere l’omaggio dei loro simili. Ora sono spogliati di tutto ciò che li ha resi grandi e sono lasciati indigenti e indifesi. Guardano alla distruzione degli idoli che preferivano al loro Creatore. Hanno venduto le loro anime per ricchezze e gioie terrene, e non hanno cercato di arricchirsi verso Dio. Il risultato è che le loro vite sono un fallimento: i loro piaceri sono ora ridotti al fiele, i loro tesori alla corruzione. Il guadagno di una vita viene spazzato via in un attimo. — (4SP 470-471).
[p.117] I MALVAGI RIEMPITI DI RIMPIANTO — Gli empi sono pieni di rimpianto, non per la loro negligenza peccaminosa verso Dio e verso i loro simili, ma perché Dio ha vinto. Si lamentano per le conseguenze delle loro azioni, ma non si pentono della loro malvagità. Non lascerebbero nulla di intentato per conquistare, se solo potessero…
Nessuna lingua può esprimere il desiderio che i disubbidienti e gli sleali provano per ciò che hanno perso per sempre: la vita eterna. Gli uomini che il mondo ha adorato per i loro talenti e la loro eloquenza ora vedono queste cose nella loro vera luce. Si rendono conto di ciò che hanno perduto con la trasgressione, e cadono ai piedi di coloro la cui fedeltà hanno disprezzato e deriso, e confessano che Dio li ha amati. — (GC 654-655).
MALVAGI DISTRUTTI; TERRA DESOLATA — Alla venuta di Cristo i malvagi sono cancellati dalla faccia di tutta la terra, consumati dallo spirito della Sua bocca e distrutti dallo splendore della Sua gloria. Cristo porta il Suo popolo nella città di Dio e la terra si svuota degli abitanti. “Ecco, l’Eterno vuota la terra e la rende deserta, ne sconvolge la faccia e disperde gli abitanti… La terra sarà completamente vuotata e completamente saccheggiata, perché l’Eterno ha pronunciato questa parola… La terra è profanata sotto i suoi abitanti, perché essi hanno trasgredito le leggi, hanno cambiato lo statuto, hanno infranto il patto eterno… Perciò la maledizione ha divorato la terra e i suoi abitanti sono desolati; perciò gli abitanti della terra sono arsi e pochi sono gli uomini rimasti” {Isaia 24: 1, 3, 5-6}.
[p.118] Tutta la terra appare come un deserto desolato. Le rovine di città e villaggi distrutti dal terremoto, alberi sradicati, rocce frantumate gettate via dal mare o strappate dalla terra stessa, sono sparse sulla sua superficie, mentre immense caverne segnano il punto in cui le montagne sono state squarciate dalle fondamenta. Qui sarà la casa di Satana con i suoi angeli malvagi per mille anni. Qui sarà confinato a vagare su e giù per la superficie spezzata della terra e a vedere gli effetti della sua ribellione contro la legge di Dio. Per mille anni potrà godere del frutto della maledizione che ha causato. Solo sulla terra, egli non avrà il privilegio di andare su altri pianeti, per tentare e infastidire coloro che non sono caduti.
Durante questo tempo, Satana soffre molto. Dalla sua caduta la sua vita di intensa attività ha bandito la riflessione; ma è ora privato del suo potere, e lasciato a contemplare la parte che ha agito fin dalla prima volta in cui si ribellò al governo del Cielo, e per guardare avanti con tremore e terrore al terribile futuro, quando dovrà soffrire per tutto il male che ha fatto, ed essere punito per i peccati che ha fatto commettere. Grida di trionfo salgono dagli angeli e dai santi redenti, perché non sono più molestati e tentati da Satana, e gli abitanti di altri mondi sono liberati dalla sua presenza e dalle sue tentazioni. — (4SP 474-475).
[p.119] La mia attenzione fu nuovamente diretta alla terra. Gli empi erano stati distrutti e i loro cadaveri giacevano sulla sua superficie. L’ira di Dio nelle sette ultime piaghe si era abbattuta sugli abitanti della terra, inducendoli a mordersi la lingua per il dolore e a maledire Dio. I falsi pastori erano stati gli oggetti principali dell’ira di Jahvéh. I loro occhi si erano consumati nelle loro orbite e la loro lingua nelle loro bocche, mentre stavano in piedi. Dopo che i santi furono liberati dalla potente voce di Dio, la moltitudine malvagia rivolse la propria rabbia l’una contro l’altra. La terra sembrava inondata di sangue, e i cadaveri erano da un’estremità all’altra. — (SR 415).
GIUDIZIO DEGLI EMPI — Durante i mille anni, che intercorrono tra la prima e la seconda risurrezione, avviene il giudizio degli empi. L’apostolo Paolo indica questo giudizio come un evento successivo al ritorno del Signore. “Perciò non giudicate nulla prima del tempo, finché sia venuto il Signore, il quale metterà in luce le cose occulte delle tenebre e manifesterà i consigli dei cuori; e allora ciascuno avrà la sua lode da Dio” {1 Corinzi 4: 5}. Daniele dichiara che quando venne l’Antico dei Giorni, “fu resa giustizia ai santi dell’Altissimo” {Daniele 7: 22}. In questo tempo i giusti regnano presso Dio come re e sacerdoti. Giovanni nell’Apocalisse dice: “Io vidi dei troni, e a quelli che vi si sedettero fu dato la potestà di giudicare… Saranno sacerdoti di Dio e di Cristo, e regneranno con lui mille anni” {Apocalisse 20: 4, 6}.
[p.120] È in questo momento che, come predetto da Paolo, “i santi giudicheranno il mondo” {1 Corinzi 6: 2}. In unione con Cristo giudicano i malvagi, confrontando i loro atti con il Libro della Legge, la Bibbia, e decidendo ogni caso secondo le azioni compiute [*quando erano] nel corpo. Allora la sentenza, che decreta il castigo che gli empi devono patire, è assegnata secondo le loro opere; ed è registrata accanto ad ogni nome nel libro della morte. Anche Satana e gli angeli malvagi sono giudicati da Cristo e dal Suo popolo. — (GC 660-661).
LA PUNIZIONE DI SATANA COMMISURATA ALLA SUA COLPA — Anche Satana e i suoi angeli furono giudicati da Gesù e dai santi. La punizione di Satana doveva essere immensamente più grande di quella di coloro che aveva ingannato. La sua sofferenza avrebbe superato così tanto la loro da non reggere il confronto con essa. Dopo che tutti coloro che aveva ingannato erano morti, Satana doveva vivere e soffrire molto più a lungo. — (EW 291).
SATANA BANDITO — Ora ha luogo l’evento prefigurato nell’ultimo solenne servizio del Giorno dell’Espiazione. Quando il ministero nel Santo dei Santi era completato e i peccati d’Israele erano stati rimossi dal Santuario in virtù del sangue dell’offerta per il peccato, allora il capro espiatorio veniva presentato vivo davanti al Signore; e davanti all’assemblea il sommo sacerdote confessava su di lui “tutte le iniquità dei figli d’Israele tutte le loro trasgressioni, tutti i loro peccati, e li metterà sulla testa del capro” {Levitico 16: 21}.
[p.121] Allo stesso modo, quando l’opera di espiazione nel santuario celeste sarà completata, allora alla presenza di Dio, degli angeli celesti e delle schiere dei redenti i peccati del popolo di Dio saranno posti su Satana; egli sarà dichiarato colpevole di tutto il male che ha fatto loro commettere. E come il capro espiatorio era mandato via in una terra deserta, così Satana sarà bandito sulla terra desolata, diventata un deserto disabitato e tetro. — (GC 658).
[p.122] GESÙ E LA CITTÀ SANTA SCENDONO SULLA TERRA — Alla fine di mille anni, Gesù, il Re della gloria, rivestito di splendore come il fulmine, discende dalla Santa Città sul Monte degli Ulivi, lo stesso monte da cui Egli ascese dopo la Sua resurrezione. Quando i Suoi piedi toccano la montagna, questa si divide in due e diventa una pianura molto grande, preparata per accogliere la Santa Città in cui è il Paradiso di Dio, il Giardino dell’Eden, che fu portato in cielo dopo la trasgressione dell’uomo. Ora esso discende con la Città, più bello e gloriosamente adorno di quando fu rimosso dalla terra. La Città di Dio discende e si stabilisce sulla enorme pianura preparata per essa. — (3SG 83-84).
“Gesù scese su un grande e possente monte, il quale, non appena i Suoi piedi lo toccarono, si divise e divenne una enorme pianura. Poi abbiamo alzato lo sguardo e abbiamo visto la grande e bella Città, con dodici fondamenta, dodici porte, tre per lato, e un angelo per ogni porta. Abbiamo gridato, La Città! La grande Città! Sta scendendo da presso Iddio dal cielo! E scese in tutto il suo splendore e abbagliante gloria, e si stabilì nella enorme pianura che Gesù aveva preparato per essa”. — (1SG 213).
[p.123] I SEGNI DELLA MALEDIZIONE DEL PECCATO VISIBILI NEI MALVAGI RISORTI — Allora Gesù, con terribile e spaventosa maestà, chiamò fuori gli empi morti; ed essi ritornarono in vita con gli stessi corpi deboli e malaticci con cui scesero nella tomba. Che spettacolo! Che scena! Alla prima risurrezione tutto risorse in immortale fioritura; ma alla seconda, i segni della maledizione erano visibili su tutti. — (1SG 214).
LA LOTTA FINALE — Ora Satana si prepara per un’ultima potente lotta per la supremazia. Mentre prima, privato del suo potere e tagliato fuori dalla sua opera di inganno [*per 1000 anni isolato con i suoi angeli su una terra vuota e desolata], il principe del male era miserabile e abbattuto; ora che i morti malvagi sono stati risuscitati ed egli vede le vaste moltitudini dalla sua parte, le sue speranze rinascono e decide di non abbandonare la grande lotta. Egli schiera tutti gli eserciti dei perduti sotto la sua bandiera e attraverso di loro si sforza di attuare i suoi piani.
I malvagi sono prigionieri di Satana. Rifiutando Cristo, hanno accettato il suo governo. Sono pronti a ricevere i suoi suggerimenti e ad eseguire i suoi ordini. Tuttavia, fedele alla sua tattica iniziale, egli non rivela di essere Satana. Afferma di essere lui il vero principe ed essere il legittimo proprietario del mondo, la cui eredità gli è stata illegalmente strappata. Si presenta ai suoi sudditi, da lui ingannati, come un redentore, assicurandoli che il suo potere li ha fatti uscire dalle loro tombe e che sta per salvarli dalla più crudele tirannia.
[p.124] Allontanata la presenza di Cristo, Satana fa miracoli per sostenere le sue affermazioni. Rende forti i deboli e infonde a tutti il proprio spirito ed energia. Propone loro di condurli contro il campo dei santi e di prendere possesso della Città di Dio. — (GC 663).
SATANA E I SUOI SEGUACI MARCIANO CONTRO LA CITTA’ SANTA — Alla fine viene dato l’ordine di avanzare, e l’innumerevole schiera si muove. È un esercito quale non è mai stato messo insieme da conquistatori terreni e che non è mai stato uguagliato da nessuna unione di forze, in nessuna epoca, da quando le guerre sulla terra hanno avuto inizio. Satana, il più potente dei guerrieri, marcia in testa seguito dai suoi angeli che uniscono le loro forze per questa battaglia finale. Re e guerrieri sono al suo seguito, e le moltitudini vanno dietro in vaste compagnie, ciascuna sotto il suo capo designato. Con precisione militare i ranghi serrati avanzano sulla superficie rotta e sconnessa della terra fino alla Città di Dio. Al comando di Gesù, le porte della Nuova Gerusalemme vengono chiuse e gli eserciti di Satana circondano la città e si accingono all’attacco. — (GC 664).
L’INCORONAZIONE FINALE DI CRISTO AVVIENE DAVANTI ALL’INTERO UNIVERSO — Ora Cristo appare di nuovo alla vista dei Suoi nemici. Molto al di sopra della città, su un fondamento d’oro lucente, c’è un trono, alto ed elevato. Su questo trono siede il Figlio di Dio, e intorno a Lui sono i sudditi del Suo regno. Nessun linguaggio può descrivere e nessuna penna può ritrarre il potere e la maestà di Cristo. La gloria del Padre Eterno sta avvolgendo Suo Figlio. Lo splendore della Sua presenza riempie la Città di Dio e fluisce oltre le porte, inondando tutta la terra con il Suo splendore.
[p.125] Più vicini al trono sono coloro che un tempo erano zelanti nella causa di Satana, ma che, strappati come tizzoni dal fuoco, hanno seguito il loro Salvatore con profonda, intensa devozione. Poi ci sono quelli che hanno perfezionato i caratteri cristiani in mezzo alla menzogna e all’infedeltà, quelli che hanno onorato la legge di Dio quando il mondo cristiano l’ha dichiarata nulla, e i milioni, di tutte le età, che sono stati martirizzati per la loro fede. E al di là c’è la “grande folla che nessuno poteva contare, di tutte le nazioni, tribù, popoli e lingue”, “davanti al trono e davanti all’Agnello, coperti di vesti bianche e avevano delle palme nelle mani” {Apocalisse 7: 9}. La loro guerra è finita, la loro vittoria vinta. Hanno corso la gara e hanno raggiunto il premio. Il ramo di palma nelle loro mani è un simbolo del loro trionfo, la veste bianca un emblema dell’immacolata giustizia di Cristo che ora è loro.
I redenti innalzano un canto di lode che echeggia e riecheggia attraverso le volte del cielo: “«La salvezza appartiene al nostro Dio che siede sul trono e all’Agnello»” {Apocalisse 7: 10}. E angeli e serafini uniscono le loro voci in adorazione.
Quando i redenti hanno visto il potere e la malignità di Satana, hanno capito, come mai prima, che nessun potere se non quello di Cristo avrebbe potuto renderli vincitori. In tutta quella folla splendente non c’è nessuno che si attribuisca la salvezza, come se avesse prevalso per la propria potenza e bontà. Nulla si dice di ciò che essi hanno fatto o sofferto; ma il motivo di ogni canto, la nota fondamentale di ogni inno è: “La salvezza appartiene al nostro Dio e all’Agnello”.
Alla presenza degli abitanti riuniti della terra e del cielo ha luogo l’incoronazione finale del Figlio di Dio. — (4SP 479-480).
[p.126] GLI EMPI ALLA SBARRA DEL GIUDIZIO DI DIO — E ora, investito di suprema maestà e potere, il Re dei re pronuncia la sentenza sui ribelli contro il Suo governo ed esegue la giustizia su coloro che hanno trasgredito la Sua legge e oppresso il Suo popolo. Dice il profeta di Dio: “Poi vidi un gran trono bianco e colui che vi sedeva sopra, dalla cui presenza fuggirono il cielo e la terra, e non fu più trovato posto per loro. E vidi i morti, grandi e piccoli, che stavano ritti davanti a Dio, e i libri furono aperti; e fu aperto un altro libro, che è il libro della vita; e i morti furono giudicati in base alle cose scritte nei libri secondo le loro opere” {Apocalisse 20: 11-12}.
Non appena i libri delle registrazioni dei fatti vengono aperti e l’occhio di Gesù guarda i malvagi, essi sono consapevoli di ogni peccato che abbiano mai commesso. Vedono proprio dove i loro piedi si sono discostati dal sentiero della purezza e della santità, fino a che punto l’orgoglio e la ribellione li hanno portati nella violazione della legge di Dio. Le seducenti tentazioni che essi incoraggiavano con l’indulgenza al peccato, le benedizioni pervertite, i messaggeri di Dio disprezzati, gli avvertimenti respinti, le ondate di misericordia respinte dal cuore ostinato e impenitente, tutto appare come scritto in lettere di fuoco…
L’intero mondo degli empi è chiamato in giudizio alla sbarra di Dio con l’accusa di alto tradimento contro il governo del cielo. Non hanno nessuno che perora la loro causa: sono senza scuse; e contro di loro viene pronunciata la sentenza di morte eterna.
[p.127] È ormai evidente a tutti che il salario del peccato non è la nobile indipendenza e la vita eterna, ma la schiavitù, la rovina e la morte. I malvagi vedono ciò che hanno perso con la loro vita di ribellione. Il peso ben più grande ed eterno della gloria fu disprezzato quando fu loro offerto; ma come appare desiderabile ora! “Tutto questo”, grida l’anima perduta, “avrei potuto averlo; ma ho scelto di allontanare queste cose da me. Oh, strana infatuazione! Ho scambiato pace, felicità e onore con miseria, infamia e disperazione”. Tutti vedono che la loro esclusione dal cielo è giusta. Con la loro vita hanno dichiarato: “Non vogliamo che questo Gesù regni sopra di noi”— (GC 666-668).
SATANA COMPRENDE DI ESSERE ESCLUSO DAL CIELO — Satana sa che la sua ribellione volontaria lo ha squalificato per il Paradiso. Egli ha impiegato tutte le sue facoltà per far guerra contro Dio; perciò la purezza, la pace e l’armonia del cielo sarebbero per lui una tortura suprema. Le sue accuse contro la misericordia e la giustizia di Dio sono ora messe a tacere. Il biasimo che cercava di gettare su Jahveh si ritorce contro di lui. E ora Satana si inchina e riconosce la giustizia della sentenza che lo riguarda. — (GC 670).
I MALVAGI RICONOSCONO LA GIUSTIZIA DI DIO — Come se fossero estasiati, i malvagi hanno guardato l’incoronazione del Figlio di Dio. Vedono nelle Sue mani le tavole della legge divina, gli statuti che hanno disprezzato e trasgredito. Assistono allo scoppio di meraviglia, rapimento e adorazione da parte dei salvati; e come l’onda di melodia travolge le folle fuori della città, tutti con una sola voce esclamano: “Meravigliose sono le Tue opere, Signore Dio onnipotente; giuste e sincere sono le Tue vie, o Re dei santi”; e, cadendo prostrati, adorano il Principe della vita. — (4SP 484).
[p.128] DIO È DIMOSTRATO GIUSTO DAVANTI ALL’UNIVERSO — Ogni questione di verità ed errore nella controversia di lunga data è stata ora resa chiara. I risultati della ribellione, i frutti dell’abbandono degli statuti divini, sono stati esposti alla vista di tutte le intelligenze create. L’attuazione del dominio di Satana, in contrasto con il governo di Dio, è stato presentato all’intero universo. Le stesse opere di Satana lo hanno condannato. La saggezza di Dio, la Sua giustizia e la Sua bontà sono pienamente confermate. È chiaro che in tutta questa grande lotta Dio ha avuto in vista il bene eterno del Suo popolo e il bene di tutti i mondi che Egli ha creato. “Tutte le tue opere ti celebreranno o Eterno, e i tuoi santi ti benediranno” {Salmi 145: 10}.
La storia del peccato resterà per tutta l’eternità come testimonianza che con l’esistenza della legge di Dio è legata la felicità di tutti gli esseri che Egli ha creato. Con tutti i fatti della grande controversia in vista, l’intero universo, sia leale che ribelle, dichiara di comune accordo: “Giuste e vere sono le tue vie, o Re dei santi.” — (GC 670-671).
[p.129] I MALVAGI SI RIVOLTANO CONTRO SATANA — Nonostante Satana sia stato costretto a riconoscere la giustizia di Dio, e ad inchinarsi alla supremazia di Cristo, il suo carattere rimane invariato. Lo spirito di ribellione, come un potente torrente, irrompe di nuovo. Pieno di frenesia, decide di non abbandonare la lotta. È giunto il momento per un’ultima disperata battaglia contro il Re dei Cieli. Si precipita in mezzo ai suoi sudditi e si sforza di ispirarli con la sua stessa furia e di incitarli ad un combattimento immediato. Ma di tutti gli innumerevoli milioni di esseri che ha attirato alla ribellione, nessuno ora riconosce la sua autorità. Il suo potere è finito. I malvagi sono pieni dello stesso odio verso Dio che ispira Satana; ma vedono che la loro causa è disperata, che non possono prevalere contro Jahveh. La loro ira si accende contro Satana e coloro che sono stati i suoi agenti nell’inganno. Con furore demoniaco si scagliano contro di loro, e segue una scena di guerra universale. — (GC 671-673).
L’OPERA DI ROVINA DI SATANA È FINITA PER SEMPRE — Gli empi ricevono la loro ricompensa sulla terra. {Proverbi 11: 31}. Essi “saranno come stoppia; il giorno che viene li brucerà, dice l’Eterno degli eserciti” {Malachia 4: 1}.
Alcuni vengono distrutti in un attimo, mentre altri soffrono per molti giorni. Tutti sono puniti “secondo le loro azioni”. I peccati dei giusti sono stati trasferiti su Satana: egli deve soffrire non solo per la propria ribellione, ma per tutti i peccati che ha fatto commettere al popolo di Dio. La sua punizione deve essere molto più grande di quella di coloro che ha ingannato. Dopo che tutti quelli che hanno ceduto ai suoi inganni saranno periti, egli dovrà ancora vivere e soffrire. Alla fine i malvagi sono totalmente distrutti nelle fiamme purificatrici, radice e rami: Satana la radice, i suoi seguaci i rami. L’intera pena della legge è stata rispettata; le esigenze della giustizia sono state soddisfatte; e il cielo e la terra, testimoni attenti, annunziano la giustizia dell’Eterno.
[p.130] L’opera di rovina di Satana è finita per sempre. Per seimila anni ha fatto la sua volontà, riempiendo la terra di dolore e causando angoscia in tutto l’universo. L’intero creato non ha fatto che gemere e sospirare. Ora le creature di Dio sono per sempre liberate dalla sua presenza e dalle sue tentazioni. “Tutta la terra riposa tranquilla, la gente [i giusti] erompe in gridi di gioia” {Isaia 14: 7}. E un grido di lode e di trionfo sale da tutto l’universo fedele. Si ode “la voce di una grande moltitudine”, “come la voce di molte acque e come la voce di potenti tuoni”, che dice: “Alleluia, perché il Signore nostro Dio, l’Onnipotente, ha iniziato a regnare” {Apocalisse 19: 6} — (GC 673).
UNA MISERICORDIA TERRIBILE — È per misericordia verso l’universo che Dio alla fine distruggerà coloro che rifiutano la Sua grazia.
“Infatti il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore” {Romani 6: 23}. Mentre la vita è l’eredità dei giusti, la morte è la parte dei malvagi. Mosè dichiarò a Israele: “«Io pongo oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male” {Deuteronomio 30: 15}. La morte a cui si fa riferimento in queste scritture non è quella pronunciata su Adamo, poiché tutta l’umanità soffre la punizione della sua trasgressione. È “la morte seconda” che è posta in contrasto con la vita eterna.
Così sarà posto fine al peccato, con tutto il dolore e la rovina che ne sono derivati. Dice il salmista: “Tu hai sgridato le nazioni, hai distrutto l’empio, hai cancellato il loro nome per sempre. Il nemico è perito, raggiunto da una desolazione eterna! E delle città che tu hai distrutto è scomparso persino il ricordo” {Salmi 9: 5-6}.
[p.131] Giovanni, nell’Apocalisse, contempla in visione l’eterna beatitudine degli eletti, e ode un inno di lode universale non turbato da una sola nota discordante. Ogni creatura in cielo e sulla terra tributa lode Dio. “Udii ancora ogni creatura che è nel cielo, sulla terra, sotto la terra e quelle che sono nel mare e tutte le cose contenute in essi, che diceva: «A colui che siede sul trono e all’Agnello siano la benedizione, l’onore, la gloria e la forza nei secoli dei secoli»” {Apocalisse 5: 13}. Allora non ci saranno anime perdute che bestemmiano Dio mentre si contorcono in un tormento senza fine, nessun essere immerso nel fuoco dell’inferno mescolerà le sue grida con i canti di lode dei salvati. — (GC 543-545).
LA TERRA PURIFICATA DAL FUOCO — Mentre la terra è avvolta dal fuoco della distruzione, i giusti dimorano al sicuro nella Città Santa. Su coloro che avevano preso parte alla prima risurrezione, la morte seconda non ha potere. Mentre per gli empi Dio è un fuoco divorante, per il Suo popolo è sole e scudo {Apocalisse 20: 6; Salmo 84: 11}.
“Poi vidi un nuovo cielo e una nuova terra, perché il primo cielo e la prima terra erano passati” {Apocalisse 21: 1}. Il fuoco che consuma gli empi purifica la terra. Ogni traccia della maledizione viene spazzata via. Nessun inferno, eternamente ardente, ricorderà agli eletti le spaventose conseguenze del peccato. — (GC 673-674).
[p.132] RIMANE UNA SOLA TRACCIA DEL PECCATO — Rimane solo un ricordo: il nostro Redentore porterà per sempre su di sé i segni della Sua crocifissione. Sulla Sua testa ferita, sul Suo costato, sulle Sue mani e sui Suoi piedi, rimangono le tracce dell’opera crudele che il peccato ha compiuto. Contemplando Cristo nella Sua gloria, il profeta dice: “Il Suo splendore era come la luce, raggi si sprigionavano dalla sua mano e là era nascosta la sua potenza” {Abacuc 3: 4}. Quel costato trafitto, da cui sprizzò il fiotto cremisi che ha riconciliato l’uomo con Dio, è la gloria del Salvatore, è “la Sua potenza”. “Potente per salvare”, mediante il sacrificio della redenzione, Egli ha anche la forza di eseguire la giusta sentenza su coloro che hanno disprezzato la misericordia di Dio. E i segni della Sua umiliazione sono i Suoi più eccelsi titoli di onore; attraverso i secoli eterni le ferite del Calvario mostreranno la Sua lode e dichiareranno la Sua potenza. — (GC 674).
[p.133] PIÙ GLORIOSA DI QUANTO POSSIAMO IMMAGINARE — Il leone, del quale qui sulla terra dovremmo avere molto timore e anche paura, allora giacerà con l’agnello, e tutto nella Nuova Terra sarà pace e armonia. Gli alberi della Nuova Terra saranno diritti ed alti, senza deformità. I santi avranno sul capo corone di gloria e arpe d’oro nelle mani. Essi suoneranno l’arpa d’oro e canteranno l’amore che redime, inneggiando a Dio. Le loro precedenti prove e sofferenze in questo mondo saranno dimenticate e perse tra le glorie della Nuova Terra.
Lascia che tutto ciò che è bello nella nostra casa terrena ci faccia pensare al fiume cristallino e ai campi verdi, agli alberi ondeggianti e alle vivaci fontane, alla città splendente e ai cantori vestiti di bianco della nostra casa celeste, a quel mondo di bellezza che nessun artista può immaginare e nessuna lingua mortale descrivere. Lascia che la tua immaginazione si raffiguri la casa dei salvati e tieni a mente che sarà più gloriosa di quanto la tua più brillante fantasia possa ritrarre.
Il linguaggio umano è inadeguato per descrivere la ricompensa dei giusti. Sarà noto solo a coloro che lo vedranno. — (MAR 355).
[p.134] Il timore di far sembrare troppo materiale l’eredità futura ha portato molti a spiritualizzare proprio quelle verità che ci portano a guardare ad essa come alla casa che avremo. Cristo assicurò i Suoi discepoli che Egli andava a preparare un luogo per loro nella casa del Padre {Giovanni 14: 2-3}. Coloro che accettano gli insegnamenti della Parola di Dio non sono del tutto ignoranti riguardo alle dimore celesti. Pure, “le cose che occhio non ha visto e che orecchio non ha udito e che non sono salite in cuor d’uomo, sono quelle che Dio ha preparato per quelli che lo amano” {1 Corinzi 2: 9}. Il linguaggio umano è inadeguato per descrivere la ricompensa dei giusti. Potranno comprenderla solo coloro che la vedranno. Nessuna mente finita può comprendere la gloria del Paradiso di Dio. — (GC 674-675).
IL GIARDINO DELL’EDEN RESTAURATO — Il Giardino dell’Eden rimase sulla terra per molto tempo dopo che l’uomo era stato scacciato dai suoi ameni sentieri. Alla razza caduta fu a lungo permesso di contemplare la dimora dell’innocenza: il loro ingresso era sbarrato solo dagli angeli che stavano di guardia. Alla porta del Paradiso custodita dai cherubini si rivelò la gloria divina. Adamo e i suoi figli vennero qui per adorare Dio. Qui rinnovarono i loro voti di obbedienza a quella legge la cui trasgressione li aveva banditi dall’Eden. Quando la marea dell’iniquità si diffuse nel mondo, e la cattiveria e l’empietà degli uomini ebbero determinato la loro distruzione per mezzo di un diluvio di acque, la mano che aveva piantato l’Eden lo ritirò dalla terra. Ma nella restituzione finale, quando ci saranno “un nuovo cielo e una nuova terra” {Apocalisse 21: 1}, esso sarà restaurato più gloriosamente adornato che all’inizio.
[p.135] Allora coloro che hanno osservato i Comandamenti di Dio respireranno vigore immortale sotto l’albero della vita; e attraverso ere senza fine gli abitanti dei mondi senza peccato vedranno, in quel giardino di delizie, un esemplare dell’opera perfetta della creazione di Dio, non toccata dalla maledizione del peccato, un esemplare di ciò che l’intera terra sarebbe diventata se l’uomo avesse adempiuto il piano glorioso del Creatore. — (PP 62).
I REDENTI CRESCERANNO FISICAMENTE ALLA LORO “PIENA STATURA” — Tutti i difetti e le deformità sono lasciati nella tomba. Riammessi all’albero della vita nell’Eden perduto da tempo, i redenti “cresceranno” {Malachia 4: 2} fino alla piena statura della razza nella sua gloria originale. Le ultime tracce persistenti della maledizione del peccato saranno rimosse e i fedeli di Cristo appariranno nella “bellezza del Signore nostro Dio”, riflettendo l’immagine perfetta del loro Signore nella mente, nell’anima e nel corpo. Oh, meravigliosa redenzione! a lungo discussa, a lungo sperata, contemplata con ansiosa attesa, ma mai pienamente compresa. — (GC 645).
LA VISIONE DELLA SORELLA WHITE DELLA NUOVA TERRA — Con Gesù alla nostra testa scendemmo tutti dalla Città su questa terra, su una montagna grande e possente, che non poteva sostenere Gesù, e si divise in due parti, e divenne una immensa pianura. Poi alzammo gli occhi e vedemmo la grande Città, con dodici fondamenta, dodici porte, tre per lato, e un angelo per ogni porta. Tutti esclamammo: “La Città, la grande Città, sta arrivando! Scende giù da Dio, fuori dal cielo!” E venne e si fermò sul luogo dove stavamo.
[p.136] Poi cominciammo a guardare le cose gloriose fuori dalla Città. Là vidi case bellissime, che avevano l’aspetto d’argento, sorrette da quattro pilastri incastonati di perle, magnifiche a vedersi, che dovevano essere abitate dai santi, e in esse c’era una mensola d’oro. Vidi molti dei santi entrare nelle case, togliersi le loro corone scintillanti e posarle sopra la mensola, poi uscire nel campo vicino alle case per fare qualcosa con la terra, ma non come abbiamo a che fare con la terra noi qui. Una luce gloriosa risplendeva tutt’intorno alle loro teste e continuamente offrivano lodi a Dio.
E io vidi un altro campo pieno di ogni sorta di fiori e, mentre li coglievo, esclamai: “Non appassiranno mai”. Poi vidi un campo di erba alta, bellissimo a vedersi: era verde vivo e aveva un riflesso d’argento e d’oro, mentre ondeggiava alla gloria del Re Gesù. Dopo entrammo in un campo pieno di ogni tipo di animali: il leone, l’agnello, il leopardo e il lupo, tutti insieme in perfetta armonia. Passammo in mezzo a loro ed essi ci seguirono pacificamente. Poi entrammo in un bosco, non come i boschi oscuri che abbiamo qui, ma luminoso e bello. I rami degli alberi ondeggiavano avanti e indietro, e tutti esclamammo: “Abiteremo al sicuro nelle regioni disabitate e dormiremo nei boschi”.
Passammo attraverso i boschi, perché stavamo andando al monte Sion. Mentre viaggiavamo, incontrammo una compagnia che pure guardava le glorie del luogo. Notai come un bordo rosso sulle loro vesti; le loro corone erano brillanti; le loro vesti erano candide. Mentre li salutavamo, chiesi a Gesù chi fossero. Disse che erano martiri che erano stati uccisi per Lui. Con loro c’era un’innumerevole compagnia di bambini; anch’essi avevano un orlo rosso sulle vesti.
[p.137] Il monte Sion era proprio davanti a noi, e sul monte c’era un edificio che mi sembrava un tempio, e intorno c’erano altri sette monti, sui quali crescevano rose e gigli. E ho visto i piccoli arrampicarsi o, se volevano, usare le loro minuscole ali e volare in cima alle montagne, e cogliere i fiori che non sbiadiscono. C’erano tutti i tipi di alberi per abbellire il luogo: il bosso, il pino, l’abete, l’olivo, il mirto, il melograno e il fico, piegati sotto il peso dei suoi fichi, che rendevano il luogo dappertutto magnifico. E mentre stavamo per entrare nel tempio, Gesù alzò la Sua bella voce e disse: “Solo i 144.000 entrano in questo luogo”, e abbiamo gridato “Alleluia”.
Il tempio era sostenuto da sette pilastri, tutti d’oro trasparente, incastonati con le perle più splendenti. Le cose che ho visto lì non posso descriverle. Oh, se potessi parlare nella lingua di Canaan, allora potrei raccontare un po’ della gloria di questo mondo meraviglioso. Vidi lì tavole di pietra in cui erano incisi i nomi dei 144.000 in lettere d’oro. Dopo aver visto la gloria del tempio, uscimmo, e Gesù ci lasciò e andò alla Città. Presto udimmo di nuovo la Sua amabile voce che diceva: “Vieni, popolo mio, sei uscito da una grande tribolazione e hai fatto la Mia volontà; hai sofferto per Me; vieni a cena, perché io mi cingerò e ti servirò”. Gridammo “Alleluia, gloria”, ed entrammo nella Città.
[p.138] E ho visto un tavolo di argento puro: era molte miglia di lunghezza, eppure i nostri occhi potevano estendersi oltre. Ho visto il frutto dell’albero della vita, la manna, le mandorle, i fichi, i melograni e tanti altri frutti. Ho chiesto a Gesù di farmi mangiare di quei frutti. Ha detto: “Non ora. Coloro che mangiano del frutto di questo paese non ritornano più sulla terra. Ma fra poco, se sarete fedeli, mangerete del frutto dell’albero della vita e berrete dell’acqua della fonte”. E disse: “Devi tornare di nuovo sulla terra e riferire agli altri ciò che ti ho rivelato”. Poi un angelo mi portò dolcemente in questo mondo oscuro. — (2SG 52-55).
IN CIELO, TUTTO È PUREZZA E PACE — Attraverso Cristo solo puoi avere la sicurezza del Paradiso, dove tutto è purezza, santità, pace e beatitudine, dove ci sono glorie che le labbra mortali non possono raffigurare. La descrizione più appropriata della ricompensa che attende il vincitore è affermare che si tratta di molto di più di un eterno carico di gloria. Sarà un’eternità di beatitudine, un’eternità benedetta, che dispiegherà nuove glorie attraverso le età senza fine. — (8T 131).
NESSUN ALBERO DELLA “CONOSCENZA” NELLA NUOVA TERRA — Non tutte le condizioni di quella prima scuola dell’Eden si troveranno nella scuola della vita futura. Nessun albero della conoscenza del bene e del male offrirà opportunità per la tentazione. Non c’è nessun tentatore, nessuna possibilità di sbagliare. Ogni personaggio ha resistito alla prova del male, e nessuno è più suscettibile al suo potere. — (Ed 302).
[p.139] NESSUN MARE. — Il mare divide gli amici. È una barriera tra noi e coloro che amiamo. Le nostre relazioni sono interrotte dal vasto oceano insondabile. Nella Nuova Terra non ci sarà più mare e non vi passerà “nessuna galea a remi”. In passato molti che hanno amato e servito Dio sono stati legati con catene ai loro posti nelle galere, costretti a servire lo scopo di uomini crudeli e dal cuore duro. Il Signore ha guardato la loro sofferenza con simpatia e compassione. Grazie a Dio, nella terra resa nuova non ci saranno torrenti impetuosi, nessun oceano travolgente, nessuna onda inquieta e mormorante. — (MS 33).
NON CI SARANNO LACRIME O FUNERALI — Nella casa dei redenti non ci saranno lacrime, niente cortei funebri, niente segni di lutto. “Nessun abitante dirà: «Io sono malato». Il popolo che vi abita otterrà il perdono della sua iniquità” {Isaia 33: 24}. Una ricca marea di felicità fluirà e si approfondirà mentre l’eternità scorre… Consideriamo molto seriamente i beati del mondo futuro. Lascia che la nostra fede penetri attraverso ogni nuvola di oscurità e contempla Colui che è morto per i peccati del mondo. Egli ha aperto le porte del Paradiso a tutti coloro che Lo accolgono e credono in Lui. A loro Egli dà il potere di diventare figli e figlie di Dio. Lascia che le sofferenze che ci affliggono così gravemente oggi diventino lezioni istruttive, insegnando a spingerci in avanti verso il premio della nostra alta vocazione in Cristo. Lasciamoci incoraggiare dal pensiero che il Signore verrà presto. Che questa speranza rallegri i nostri cuori… Siamo diretti a casa. Colui che ci ha tanto amati da morire per noi, ci ha costruito una città. La Nuova Gerusalemme è il nostro luogo di riposo. Non ci sarà tristezza nella città di Dio. Nessun lamento di dolore, nessun canto funebre di speranze infrante e affetti sepolti, saranno più sentiti. Presto gli indumenti della tristezza saranno sostituiti con l’abito nuziale. Presto assisteremo all’incoronazione del nostro Re. Coloro le cui vite sono state nascoste con Cristo, coloro che su questa terra hanno combattuto il buon combattimento della fede, risplenderanno con la gloria del Redentore nel Regno di Dio. — (9T 286-287).
[p.140] NIENTE MATRIMONI O NASCITE — Ci sono uomini oggi che esprimono la loro convinzione che ci saranno matrimoni e nascite nella Nuova Terra, ma coloro che credono nelle Scritture non possono accettare tali dottrine. La dottrina che i bambini nasceranno nella Nuova Terra non fa parte della “parola sicura della profezia”. Le parole di Cristo sono troppo chiare per essere fraintese. Esse dovrebbero risolvere per sempre la questione dei matrimoni e delle nascite nella Nuova Terra. Né coloro che saranno risuscitati dai morti, né coloro che saranno traslati senza vedere la morte, si sposeranno o saranno dati in matrimonio. Saranno come gli angeli di Dio, membri della famiglia reale {Luca 20: 34-36}. — (MS 28).
NESSUNA NOTTE O BISOGNO DI RIPOSO — Nella Città di Dio “non ci sarà notte”. Nessuno avrà bisogno o desidererà il riposo. Non ci si stancherà di fare la volontà di Dio e di offrire lodi al Suo nome. Sentiremo sempre la freschezza di un eterno mattino. “Non avranno bisogno di luce di lampada né di luce di sole, perché il Signore Dio li illuminerà” {Apocalisse 22: 5}. La luce del sole sarà eclissata da uno splendore che non abbaglierà la vista, ma che supererà infinitamente lo splendore del pieno mezzogiorno. La gloria di Dio e dell’Agnello inonderà la Santa Città di luce immutabile. I redenti cammineranno nella gloria di un giorno senza fine. — (GC 676).
[p.141] NIENTE TEMPIO, MA COMUNIONE FACCIA A FACCIA — “Non vidi in essa alcun tempio, perché il Signore Dio onnipotente e l’Agnello sono il suo tempio” {Apocalisse 21: 22}. Il popolo di Dio avrà il privilegio di una diretta comunione con il Padre e il Figlio. “Ora infatti vediamo come per mezzo di uno specchio, in modo oscuro”{1 Corinzi 13: 12}. Ora vediamo l’immagine di Dio riflessa, come in uno specchio, nelle opere della natura e nelle Sue azioni a favore degli uomini; ma poi Lo vedremo faccia a faccia, senza un velo di separazione in mezzo. Staremo alla Sua presenza e contempleremo la gloria del Suo volto. — (GC 676-677).
NIENTE DOLORE, MALATTIA O MORTE — Oh, desidero con tutto il mio cuore che Gesù venga. Desidero ardentemente quella casa nel regno della gloria dove non ci saranno malattie, né cordoglio, né afflizioni, né morte. — (10MR 383).
NESSUN CONTENZIOSO O CONTRASTO — Nessuna voce di contesa rovina la dolce e perfetta pace del cielo. I suoi abitanti non conoscono né dolore, né tristezza, né lacrime. Tutto è in perfetta armonia, in perfetto ordine e perfetta beatitudine… Il Paradiso è una casa dove la simpatia è viva in ogni cuore, espressa in ogni sguardo. Lì regna l’amore. Non ci sono elementi stridenti, nessuna discordia o contese o guerra di parole. — (LDE 296).
[p.142] IL SABATO CONTINUERÀ AD ESSERE OSSERVATO NELLA NUOVA TERRA — Mi è stato mostrato che la legge di Dio sarebbe rimasta salda per sempre e sarebbe esistita nella nuova terra per tutta l’eternità. Alla creazione, quando furono poste le fondamenta della terra, i figli di Dio guardavano con ammirazione l’opera del Creatore, e tutte le schiere celesti esultavano di gioia. Fu allora che furono poste le fondamenta del Sabato. Alla fine dei sei giorni della creazione, il settimo giorno Dio si riposò da tutta l’opera che aveva fatto; ed Egli benedisse il settimo giorno e lo santificò, perché in esso si era riposato da ogni Sua opera.
Il Sabato fu istituito nell’Eden prima della caduta, e fu osservato da Adamo ed Eva e da tutto l’esercito celeste. Dio si riposò il settimo giorno, lo benedisse e lo santificò. Ho visto che il Sabato non sarà mai cancellato; ma che i santi redenti, e tutto le schiere angeliche, lo osserveranno in onore del grande Creatore per tutta l’eternità. — (EW 217).
Il Sabato non era solo per Israele, ma per il mondo. Era stato reso noto all’uomo nell’Eden e, come gli altri precetti del Decalogo, è di obbligo imperituro. Di quella legge di cui fa parte il quarto comandamento, Cristo dichiara: “Finché il cielo e la terra non passeranno, neppure un iota, o un solo apice della legge passerà” {Matteo 5: 18}. Finché i cieli e la terra dureranno, il Sabato continuerà come segno del potere del Creatore. E quando l’Eden fiorirà di nuovo sulla terra, il santo giorno del riposo di Dio sarà onorato da tutti sotto il sole. “Da un sabato all’altro” gli abitanti della nuova terra glorificata… “adoreranno davanti a me, dice il Signore.” — (DA 283).
[p.143] COMUNIONE CON I FEDELI DI TUTTE LE ETÀ — Là i redenti conosceranno, come pure saranno conosciuti. L’amore e la simpatia, che Dio stesso ha piantato nel nostro cuore, vi troveranno l’espressione più vera e più dolce. La comunione pura con gli esseri santi, la convivenza armoniosa con gli angeli benedetti e con i fedeli di tutti i tempi che hanno lavato le loro vesti e le hanno imbiancate nel sangue dell’Agnello, i vincoli sacri che uniscono “ogni famiglia nei cieli e sulla terra” {Efesini 3: 15}: tutto questo costituirà la felicità dei redenti. — (GC 677).
LA FELICITÀ DEGLI ALTRI È LA GIOIA DEI REDENTI — Tutto in Paradiso è nobile ed elevato. Tutti cercano l’interesse e la felicità degli altri. Nessuno si dedica all’aspetto esteriore e si preoccupa per sé stesso. La gioia principale di tutti gli esseri santi è vedere la gioia e la felicità di coloro che li circondano. — (2T 239).
IL POPOLO DI DIO È A CASA NELLA NUOVA TERRA — Nella Bibbia l’eredità dei salvati è chiamata “una patria” {Ebrei 11: 14-16}. Là il celeste Pastore conduce il Suo gregge alle sorgenti delle acque vive. L’albero della vita dà il suo frutto ogni mese e le foglie dell’albero sono per la guarigione delle nazioni. Là ci sono ruscelli perenni, limpidi come il cristallo, e accanto a loro alberi ondeggianti proiettano le loro ombre sui sentieri preparati per i riscattati dal Signore. Là le vaste pianure si alzano in amene colline e le montagne di Dio innalzano le loro alte vette. Su quelle pianure piene di pace, accanto a quei vivi ruscelli, il popolo di Dio, da tanto tempo pellegrino e viandante, troverà casa.
[p.144] “Il mio popolo abiterà in una dimora di pace, in abitazioni sicure e in quieti luoghi di riposo… Non si udrà più parlare di violenza nel tuo paese, né di devastazione e di rovina entro i tuoi confini; ma chiamerai le tue mura «Salvezza» e le tue porte «Lode»… Costruiranno case e le abiteranno pianteranno vigne e ne mangeranno il frutto. Non costruiranno più perché un altro vi abiti, non pianteranno più perché un altro mangi… e i miei eletti godranno a lungo dell’opera delle loro mani” {Isaia 32: 18; Isaia 60: 18; Isaia 65: 21-22}.
Là, “il deserto e la terra arida si rallegreranno, la solitudine gioirà e fiorirà come la rosa”. “Al posto delle spine crescerà il cipresso, al posto delle ortiche crescerà il mirto”. “Il lupo abiterà con l’agnello e il leopardo giacerà col capretto… e un bambino li guiderà… Non si farà né male né distruzione su tutto il mio monte santo”, dice il Signore {Isaia 35: 1; Isaia 55: 13; Isaia 11: 6, 9}. — (GC 675-676).
I REDENTI VIVRANNO VITE ATTIVE E DENSE DI SIGNIFICATO, DI OBIETTIVI — Nella terra rinnovata i redenti si impegneranno nelle occupazioni e nei piaceri che all’inizio portarono la felicità ad Adamo ed Eva. Si vivrà la vita nell’Eden, la vita nel giardino e nel campo. “Edificheranno case e le abiteranno; e pianteranno vigne e ne mangeranno il frutto. Non costruiranno perché un altro abiti; non pianteranno perché un altro mangi: poiché come i giorni di un albero, così sono i giorni del mio popolo e i miei eletti godranno a lungo del lavoro delle loro mani”. — (PK 730-731).
[p.145] Là ogni potere sarà sviluppato, ogni capacità accresciuta. Le più grandi imprese saranno portate avanti, le più alte aspirazioni saranno raggiunte, le più alte ambizioni realizzate. E ancora sorgeranno nuove vette da superare, nuove meraviglie da ammirare, nuove verità da comprendere, nuovi scopi per estrinsecare le capacità del corpo, della mente e dell’anima. — (AH 549).
[p.146] L’ETERNITÀ FORNIRÀ INFINITE OPPORTUNITÀ PER L’APPRENDIMENTO E LA CRESCITA — Il Paradiso è una scuola; il suo campo di studio: l’universo; il suo maestro: Colui che è Infinito. Un ramo di questa scuola è stato stabilito in Eden; e, compiuto il piano di redenzione, l’educazione sarà ripresa nella scuola dell’Eden. “Le cose che occhio non ha visto e che orecchio non ha udito e che non sono salite in cuor d’uomo, sono quelle che Dio ha preparato per quelli che lo amano” {1 Corinzi 2: 9}. Solo attraverso la Sua Parola si può acquisire la conoscenza di queste cose; e anche questa non offre che una rivelazione parziale. Il profeta di Patmos descrive così l’ubicazione della scuola del mondo futuro: “Poi vidi un nuovo cielo e una nuova terra, perché il primo cielo e la prima terra erano passati… E io, Giovanni, vidi la santa città, la nuova Gerusalemme, che scendeva dal cielo da presso Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo” {Apocalisse 21: 1-2}. “E la città non ha bisogno del sole né della luna, che risplendano in lei, perché la gloria di Dio la illumina e l’Agnello è il suo luminare” {Apocalisse 21: 23}.
[p.147] Tra la scuola stabilita nell’Eden all’inizio e la scuola del mondo a venire sta l’intera bussola della storia di questo mondo: la storia della trasgressione e della sofferenza umana, del sacrificio divino e della vittoria sulla morte e sul peccato. Non tutte le condizioni di quella prima scuola dell’Eden si troveranno nella scuola della vita futura. Nessun albero della conoscenza del bene e del male offrirà occasione per la tentazione. Non c’è tentatore là, nessuna possibilità di sbagliare. Ogni personaggio ha resistito alla prova del male e nessuno è più suscettibile alla sua potenza.
“«A chi vince»”, dice Cristo, “«Io darò da mangiate dell’albero della vita, che è in mezzo al Paradiso di Dio»” {Apocalisse 2: 7}. Il dono dell’albero della vita nell’Eden era condizionato e alla fine fu ritirato. Ma i doni della vita futura sono assoluti ed eterni. Il profeta vede il “fiume puro dell’acqua della vita, limpido come cristallo, che scaturiva dal trono di Dio e dell’Agnello”. “E da una parte e dall’altra del fiume si trova l’albero della vita”. “E non ci sarà più la morte, né cordoglio, né grido, né fatica, perché le cose di prima sono passate” {Apocalisse 22: 1-2; Apocalisse 21: 4}.
[p.148] Restituito alla Sua presenza, l’uomo sarà di nuovo, come all’inizio, ammaestrato da Dio: “Perciò il mio popolo conoscerà il mio nome, perciò comprenderà in quel giorno che sono io che ho parlato: «Eccomi!»” {Isaia 52: 6}. “Ecco il tabernacolo di Dio con gli uomini! Ed egli abiterà con loro; e essi saranno suo popolo e Dio stesso sarà con loro e sarà il loro Dio” {Apocalisse 21: 3}.
“Costoro sono quelli che sono venuti dalla grande tribolazione, e hanno lavato le loro vesti e le hanno imbiancate nel sangue dell’Agnello. Per questo essi sono davanti al trono di Dio e lo servono giorno e notte nel suo tempio… Essi non avranno più fame né sete non li colpirà più né il sole né arsura alcuna, perché l’Agnello, che è in mezzo al trono, li pascolerà e li guiderà alle vive fonti delle acque” {Apocalisse 7: 14-17}. “Ora infatti vediamo come per mezzo di uno specchio, in modo oscuro, ma allora vedremo a faccia a faccia; ora conosco in parte, ma allora conoscerò proprio come sono stato conosciuto” {1 Corinzi 13: 12}. “Essi vedranno la sua faccia e porteranno il suo nome sulla loro fronte” {Apocalisse 22: 4}.
Là, quando sarà tolto il velo che oscura la nostra vista, e i nostri occhi vedranno quel mondo di bellezza di cui ora cogliamo barlumi come attraverso un microscopio; quando guardiamo le glorie del cielo, ora scrutate da lontano attraverso il telescopio; quando, rimossa la piaga del peccato, tutta la terra apparirà nella “bellezza del Signore nostro Dio”, quale campo sarà aperto al nostro studio! Là lo studente di scienze può leggere gli annali della creazione e non discernere alcun richiamo alla legge del male. Può ascoltare la musica delle voci della natura e non rilevare alcuna nota di pianto o sottofondo di dolore. In tutte le cose create può tracciare una sola scrittura: nel vasto universo si vede “il nome di Dio scritto in grande”, e non rimane un segno di male residuo né sulla terra, né sul mare e neppure nel cielo.
[p.149] Là si vivrà la vita dell’Eden, la vita nel giardino e nel campo. “Costruiranno case e le abiteranno pianteranno vigne e ne mangeranno il frutto. Non costruiranno più perché un altro vi abiti, non pianteranno più perché un altro mangi; poiché i giorni del mio popolo saranno come i giorni degli alberi; e i miei eletti godranno a lungo dell’opera delle loro mani” {Isaia 65: 21-22}. “«Non faranno più alcun danno né distruzione su tutto il mio santo monte», dice l’Eterno” {Isaia 65: 25}. Là l’uomo sarà restituito alla sua regalità perduta, e l’ordine inferiore degli esseri riconoscerà di nuovo il suo dominio: il feroce diventerà gentile, e il timido fiducioso.
Là sarà aperta allo studente una storia di portata infinita e di ricchezza indicibile. Qui sulla terra dal punto di vista privilegiato della Parola di Dio, allo studente viene offerta una visione del vasto campo della storia e può acquisire una certa conoscenza dei principi che governano il corso degli eventi umani. Ma la sua visione è ancora annebbiata e la sua conoscenza incompleta. Fino a quando non sarà nella luce dell’eternità, non vedrà tutte le cose chiaramente. Allora si aprirà davanti a lui il corso del grande conflitto che ebbe la sua nascita prima dell’inizio del tempo, e che avrà termine solo quando il tempo cesserà. La storia dell’inizio del peccato, della fatale falsità nella sua opera di inganno, della Verità che, non deviando dalle sua stessa condotta retta, ha incontrato e vinto l’errore, tutto sarà reso manifesto. Il velo che si interpone tra il mondo visibile e quello invisibile sarà messo da parte e saranno rivelate cose meravigliose.
[p.150] Non comprenderemo ciò che dobbiamo alla cura e all’intervento degli angeli di Dio fino a quando le Sue provvidenze non saranno viste alla luce dell’eternità. Gli esseri celesti hanno preso parte attiva agli affari degli uomini. Essi sono apparsi in vesti che brillavano come il fulmine; sono venuti come uomini, in veste di viandanti. Hanno accettato l’ospitalità delle case umane; hanno fatto da guida ai viaggiatori ottenebrati. Essi hanno sventato lo scopo del guastatore e deviato il colpo del distruttore.
Sebbene i governanti di questo mondo non lo sappiano, spesso nei loro concili gli angeli sono stati i portavoce. Occhi umani li hanno guardati. Le orecchie umane hanno ascoltato i loro appelli. Nella sala del consiglio e nella corte di giustizia, messaggeri celesti hanno perorato la causa dei perseguitati e degli oppressi. Hanno sconfitto propositi e arrestato mali che avrebbero portato torto e sofferenza ai figli di Dio. Agli studenti della scuola celeste, tutto questo sarà svelato.
Ogni redento comprenderà il ministero degli angeli nella propria vita. L’angelo che fu il suo guardiano fin dal suo primo momento; l’angelo che guardava i suoi passi e si copriva il capo nel giorno del pericolo; l’angelo che era con lui nella valle dell’ombra della morte e che segnò il suo luogo di riposo, che fu il primo a salutarlo nel mattino della risurrezione. Cosa sarà conversare con lui e apprendere la storia della divina mediazione nella vita individuale, della celeste cooperazione in ogni opera per l’umanità!
Tutte le perplessità dell’esperienza della vita saranno allora rese chiare. Dove a noi sono apparsi solo confusione e delusione, propositi infranti e piani sventati, si vedrà uno scopo grandioso, dominante, vittorioso, un’armonia divina.
[p.151] Là tutti coloro che hanno lavorato con spirito disinteressato vedranno il frutto delle loro fatiche. Si vedrà il compimento di ogni giusto principio e nobile atto. Qualcosa di tutto ciò lo vediamo qui. Ma quanto poco del risultato, del lavoro più nobile del mondo, è manifesto in questa vita a colui che lo fa!
Quanti faticano altruisticamente e instancabilmente per coloro che vanno oltre la loro portata e conoscenza! Genitori e insegnanti si sdraiano nel loro ultimo sonno, il lavoro di una vita sembra essere stato vano; non sanno che la loro fedeltà ha sorgenti di benedizione non sigillate che non possono mai cessare di fluire; solo per fede vedono i figli che hanno educato diventare una benedizione e un’ispirazione per i loro simili, e l’influsso si ripete migliaia di volte. Molti operai mandano nel mondo messaggi di forza, speranza e coraggio, parole che portano benedizione ai cuori in ogni terra; ma dei risultati egli, faticando nella solitudine e nell’oscurità, ne sa poco. Quindi si fanno doni, si sopportano fardelli, si fa il lavoro. Gli uomini seminano il seme da cui, sopra le loro tombe, altri raccolgono frutti benedetti. Piantano alberi, affinché altri possano mangiare il frutto. Sono contenti qui di sapere che hanno messo in moto le opere per il bene. Nel mondo a venire si vedranno l’azione e la reazione di tutti questi.
Di ogni dono che Dio ha elargito, conducendo gli uomini a sforzi disinteressati, viene tenuto un registro in cielo. Tracciare questo nelle sue linee estese, guardare a coloro che con i nostri sforzi sono stati elevati e nobilitati, vedere nella loro storia l’attuazione dei veri principi: questo sarà uno degli studi e delle ricompense della scuola celeste.
[p.152] Là conosceremo come anche noi saremo conosciuti. Là gli amori e le simpatie che Dio ha piantato nell’anima troveranno l’esercizio più vero e più dolce. La pura comunione con gli esseri santi, l’armoniosa vita sociale con gli angeli benedetti e con i fedeli di tutte le età, la sacra comunione che unisce “l’intera famiglia in cielo e in terra”: tutto è tra le esperienze del Paradiso. Là ci sarà musica e canto, tale musica e canto che, salvo nelle visioni di Dio, nessun orecchio mortale ha udito o mente concepito.
“Ci saranno anche i cantanti come i suonatori di strumenti” {Salmi 87: 7 – KJV}. “Alzeranno la loro voce, canteranno alla maestà del Signore” {Isaia 24: 14 – KJV}. “L’Eterno infatti sta per consolare Sion, consolerà tutte le sue rovine, renderà il suo deserto come l’Eden e la sua solitudine come il giardino dell’Eterno. Gioia ed allegrezza si troveranno in lei, ringraziamento e suono di canti” {Isaia 51: 3}
Là si svilupperà ogni facoltà, si accrescerà ogni capacità. Le più grandi imprese saranno portate avanti, le più alte aspirazioni saranno raggiunte, le più alte ambizioni realizzate. E ancora sorgeranno nuove vette da superare, nuove meraviglie da ammirare, nuove verità da comprendere, nuovi oggetti per portare alla luce le capacità del corpo, della mente e dell’anima.
Tutti i tesori dell’universo saranno aperti allo studio dei figli di Dio. Con indicibile diletto entreremo nella gioia e nella saggezza degli esseri non caduti. Condivideremo i tesori acquisiti attraverso i secoli dei secoli trascorsi nella contemplazione dell’opera di Dio. E gli anni dell’eternità, mentre passano, continueranno a portare rivelazioni più gloriose. “Smisuratamente al di là di quanto chiediamo o pensiamo” {Efesini 3: 20} sarà, per l’eternità, la distribuzione dei doni di Dio.
[p.153] “I suoi servi lo serviranno” {Apocalisse 22: 3}. La vita sulla terra è l’inizio della vita in cielo; l’educazione sulla terra è un’iniziazione ai principi del cielo; il lavoro di una vita qui è un allenamento per il lavoro di una vita lì. Ciò che siamo ora, nel carattere e nel santo servizio, è il sicuro presagio di ciò che saremo.
“Il Figlio dell’uomo non è venuto per essere servito, ma per servire” {Matteo 20: 28}. Il lavoro di Cristo quaggiù è la Sua opera lassù, e la nostra ricompensa per lavorare ora con Lui in questo mondo diverrà la capacità ancora più grande e il privilegio più eccelso di lavorare con Lui nel mondo a venire.
“Voi siete miei testimoni, dice il Signore, che io sono Dio” {Isaia 43: 12}. Anche questo saremo nell’eternità [testimoni]. Perché è stato permesso alla grande controversia di continuare attraverso i secoli? Perché l’esistenza di Satana non fu interrotta all’inizio della sua ribellione? Era necessario che l’universo potesse essere convinto della giustizia di Dio nel Suo affrontare il male; affinché il peccato riceva la condanna eterna. Nel piano della redenzione ci sono altezze e profondità che l’eternità stessa non potrà mai esaurire, meraviglie in cui gli angeli desiderano guardare bene addentro. Solo i redenti, di tutti gli esseri creati, hanno conosciuto nella propria esperienza l’attuale conflitto con il peccato; hanno operato con Cristo e, come nemmeno gli angeli hanno potuto fare, sono entrati nella comunione delle Sue sofferenze. Non avranno essi alcuna testimonianza riguardo alla conoscenza della redenzione? Niente di importante per gli esseri non caduti?
[p.154] Anche ora, “ai principati e alle potestà nei luoghi celesti” è “fatta conoscere per mezzo della chiesa la multiforme sapienza di Dio” Ed Egli “ci ha risuscitati con Lui e con Lui ci ha fatti sedere nei luoghi celesti in Cristo Gesù, per mostrare nelle età che verranno le eccellenti ricchezze della sua grazia con benignità verso di noi in Cristo Gesù” {Efesini 3: 10; 2: 6,7}.
“Nel suo tempio tutto dice «Gloria!»” {Salmi 29: 9}, e il canto che canteranno i riscattati, il canto della loro esperienza, dichiarerà la gloria di Dio: “Grandi e meravigliose sono le tue opere, o Signore, Dio onnipotente; giuste e veraci sono le tue vie, o Re delle nazioni. Chi non ti temerà, o Signore, e non glorificherà il tuo nome? Poiché tu solo sei Santo” {Apocalisse 15: 3-4}
Nella nostra vita terrena qui, anche se è limitata al peccato, la gioia più grande e la più alta educazione sono nel servizio. E nella condizione futura, svincolati dai limiti dell’umanità peccatrice, la nostra più grande gioia e la nostra più alta educazione si troverà nel servizio: testimoniando, e ancora testimoniando, impariamo nuovamente “le ricchezze della gloria di questo mistero”, “che è Cristo in voi, speranza di gloria” {Colossesi 1: 27}.
“Non è ancora stato manifestato ciò che saremo; sappiamo però che quando egli sarà manifestato, saremo simili a lui, perché lo vedremo come egli è” {1 Giovanni 3: 2}.
Allora, nei risultati della Sua opera, Cristo vedrà la ricompensa in quella grande moltitudine che nessun uomo poteva contare, [ricompensa] presentata “davanti alla sua gloria irreprensibili e con grande gioia” {Giuda 1: 24}, Colui il cui sangue ha redento e la cui vita ci ha insegnato, “vedrà il frutto del travaglio della sua anima e ne sarà soddisfatto” {Isaia 53: 11} — (Ed 301-309).
[p.155] CRISTO SARÀ IL NOSTRO MAESTRO — Credi che non impareremo nulla lì? Non abbiamo la minima idea di quello che ci si aprirà davanti allora. Con Cristo cammineremo lungo le acque vive. Egli ci svelerà la bellezza e la gloria della natura. Rivelerà ciò che Lui è per noi e ciò che noi siamo per Lui. La verità che non possiamo conoscere ora a causa dei nostri limiti finiti, la conosceremo in seguito. — (AH 547).
LA CONOSCENZA NEL PARADISO SARÀ PROGRESSIVA — Tutti i tesori dell’universo saranno aperti allo studio dei redenti di Dio. Liberati dalla mortalità, voleranno instancabilmente verso mondi lontani, mondi che fremevano di dolore allo spettacolo delle afflizioni e delle pene umane e risuonavano di canti di gioia alla notizia di un’anima riscattata. Con indicibile gioia i figli della Terra entrano nella gioia e nella saggezza degli esseri non caduti. Condividono i tesori della conoscenza e della comprensione acquisiti attraverso i secoli dei secoli nella contemplazione dell’opera di Dio. Con una chiara visione fissano la gloria della creazione: i soli, le stelle e le galassie, tutti nel loro ordine stabilito che circondano il trono della Divinità. Su tutte le cose, dalla più piccola alla più grande, è scritto il nome del Creatore, e in tutte sono manifestate le ricchezze della Sua potenza. — (GC 677-678).
E gli anni dell’eternità, mentre scorreranno, porteranno sempre più gloriose rivelazioni di Dio e di Cristo. Come la conoscenza è progressiva, così aumenteranno anche l’amore, la riverenza e la felicità. Quanto più gli uomini impareranno da Dio, tanto maggiore sarà la loro ammirazione per il Suo carattere. — (GC 678).
[p.156] L’EDUCAZIONE SUPERIORE DEL CIELO NELLA VITA FUTURA — Cristo, il Maestro celeste, condurrà il Suo popolo all’albero della vita che cresce su entrambi i lati del fiume della vita, e spiegherà loro le verità che non hanno potuto comprendere in questa esistenza terrena. In quella vita futura il Suo popolo otterrà l’istruzione superiore nella sua completezza. Coloro che entreranno nella città di Dio avranno le corone d’oro poste sul capo. Sarà una scena piena di gioia sublime che nessuno di noi può permettersi di perdere. Getteremo le nostre corone ai piedi di Gesù, e ancora, e poi di nuovo, gli renderemo gloria e loderemo il Suo santo nome. Gli angeli si uniranno nei canti di trionfo. Toccando le loro arpe d’oro, essi riempiranno tutto il cielo di ricca musica e inni di lode all’Agnello. — (7BC 988).
IL PIANO DELLA REDENZIONE SARÀ DISPIEGATO CONTINUAMENTE — In questa vita possiamo solo iniziare a capire il meraviglioso tema della redenzione. Anche se ora abbiamo una capacità di comprensione limitata, possiamo considerare molto seriamente la vergogna e la gloria, la vita e la morte, la giustizia e la misericordia, che si incontrano nella croce, ma neppure con il massimo sforzo delle nostre facoltà mentali riusciamo a coglierne il pieno significato. La lunghezza e la larghezza, la profondità e l’altezza dell’amore redentore sono solo vagamente comprese. Il piano della redenzione non sarà compreso appieno, anche quando i riscattati vedranno come saranno visti e conosceranno come sono conosciuti; ma attraverso le ere eterne una nuova verità si dispiegherà continuamente alla mente meravigliata e deliziata. Anche se le pene, i dolori e le tentazioni della terra saranno finiti e la causa rimossa, il popolo di Dio avrà sempre una conoscenza distinta e intelligente di quanto è costata la sua salvezza.
[p.157] La croce di Cristo sarà la scienza e il canto dei redenti per tutta l’eternità. In Cristo glorificato vedranno Cristo crocifisso. Essi non dimenticheranno mai che Colui che con la Sua potenza creò, e sostiene, gli innumerevoli mondi attraverso i vasti regni dello spazio, il Figlio diletto di Dio, la Maestà del cielo, Colui che i cherubini e i serafini adorano con delizia, si umiliò per elevare l’uomo caduto; Egli prese su di Sé la colpa e l’infamia del peccato. Egli sopportò la separazione dal volto del Padre e soffrì tanto per i mali di un mondo perduto che, sulla croce del Calvario, il Suo cuore ne fu spezzato e la Sua vita spenta.
Il pensiero che il Creatore di tutti i mondi, l’Arbitro di tutti i destini, abbia acconsentito a deporre la Sua gloria e a umiliarsi per amore per l’uomo, susciterà sempre la meraviglia e l’adorazione dell’universo. Quando le nazioni dei salvati contempleranno l’eterna gloria del Padre rifulgere sul volto del Redentore, quando vedranno il Suo trono che
è di eternità in eternità e che non avrà mai fine, allora intoneranno il canto: “Degno, degno è l’Agnello che è stato ucciso e che ci ha riscattati col Suo prezioso sangue!” — (GC 651-652).
NEMMENO L’ETERNITÀ PUÒ RIVELARE COMPLETAMENTE L’AMORE DI DIO — Tutto l’amore paterno che è disceso di generazione in generazione per il canale dei cuori umani, tutte le sorgenti di tenerezza che si sono aperte nelle anime degli uomini, non sono che un minuscolo ruscello verso l’oceano sconfinato se paragonato all’infinito, inesauribile amore di Dio. La lingua non può pronunciarlo; la penna non può ritrarlo. Puoi meditarlo ogni giorno della tua vita; puoi scrutare diligentemente le Scritture per comprenderle; puoi evocare ogni potere e ogni capacità che Dio ti ha dato, nello sforzo di comprendere l’amore e la compassione del Padre celeste; eppure al di là c’è un infinito.
[p.158] Puoi studiare quell’amore per secoli; eppure non riesci mai a comprendere appieno la lunghezza e la larghezza, la profondità e l’altezza dell’amore di Dio nel dare Suo Figlio a morire per il mondo. L’eternità stessa non potrà mai rivelarlo completamente. Tuttavia, mentre studiamo la Bibbia e meditiamo sulla vita di Cristo e sul piano della redenzione, questi grandi temi si apriranno sempre di più alla nostra comprensione. E sarà nostro compito realizzare la benedizione che Paolo desiderava per la chiesa di Efeso quando pregava “affinché il Dio del Signor nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia lo Spirito di sapienza e rivelazione, nella conoscenza di lui; e illumini gli occhi della vostra mente, affinché sappiate qual è la speranza della Sua vocazione e quali sono le ricchezze della gloria della sua eredità tra i santi, e qual è la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi che crediamo” {Efesini 1: 17-19}. — (5T740).
[p.159] SIAMO DIRETTI VERSO CASA — La risurrezione e l’ascensione di nostro Signore è una prova sicura del trionfo dei santi di Dio sulla morte e sulla tomba e un pegno che il cielo è aperto a coloro che lavano il “carattere” delle loro vesti e le rendono bianche nel sangue dell’Agnello. Gesù è asceso al Padre come rappresentante della razza umana e Dio porterà coloro che riflettono la Sua immagine a contemplare e condividere con Lui la Sua gloria.
Ci sono case per i pellegrini della terra. Ci sono abiti per i giusti, con corone di gloria e palme di vittoria. Tutto ciò che ci ha lasciato perplessi nella provvidenza di Dio, nel mondo a venire sarà reso chiaro. Le cose difficili da capire troveranno poi una spiegazione. I misteri della grazia si sveleranno davanti a noi. Dove le nostre menti finite hanno scoperto solo confusione e promesse non mantenute, vedremo l’armonia più perfetta e bella. Sapremo che quell’amore infinito ha disposto le esperienze che sembravano più ardue. Quando ci renderemo conto della tenera cura di Colui che fa cooperare tutte le cose per il nostro bene, noi ci rallegreremo di una gioia indicibile e piena di gloria.
[p.160] Il dolore non può esistere nell’atmosfera del Paradiso. Nella casa dei redenti non ci saranno lacrime, né cortei funebri, né simboli di lutto. “Nessun abitante dirà: «Io sono malato». Il popolo che vi abita otterrà il perdono della sua iniquità” {Isaia 33: 24}. Mentre l’eternità scorre, una ricca marea di felicità fluirà e si approfondirà.
Ora noi siamo ancora tra le ombre e il tumulto delle attività terrene. Consideriamo molto seriamente i beati del mondo a venire. Lascia che la nostra fede penetri attraverso ogni nuvola di oscurità e contempla Colui che è morto per i peccati del mondo. Egli ha aperto le porte del Paradiso a tutti coloro che Lo accolgono e credono in Lui. A loro Egli dà il potere di diventare figli e figlie di Dio. Lascia che le afflizioni che ci fanno soffrire così gravemente diventino lezioni istruttive, insegnandoci a spingerci in avanti verso il marchio del premio della nostra alta vocazione in Cristo. Lasciamoci incoraggiare dal pensiero che il Signore verrà presto. Che questa speranza rallegri i nostri cuori. “Ancora un brevissimo tempo, e colui che deve venire verrà e non tarderà” {Ebrei 10: 37}. Beati quei servi che, quando verrà il loro Signore, saranno trovati a vegliare.
Siamo diretti a casa. Colui che ci ha tanto amati da morire, per noi ha costruito una città. La Nuova Gerusalemme è il nostro luogo di riposo. Non ci sarà tristezza nella città di Dio. Nessun lamento di dolore, nessun canto funebre di speranze infrante e affetti sepolti, sarà mai più ascoltato. Presto le nostre vesti opprimenti saranno cambiate per l’abito nuziale. Presto assisteremo all’incoronazione del nostro Re. Coloro le cui vite sono state nascoste con Cristo, coloro che su questa terra hanno combattuto la buona battaglia della fede, risplenderanno con la gloria del Redentore nel Regno di Dio.
[p.161] Non passerà molto tempo prima che possiamo vedere Colui sul quale sono centrate le nostre speranze di vita eterna. E alla Sua presenza, tutte le prove e le sofferenze di questa vita saranno come nulla. “Non gettate via dunque la vostra franchezza, alla quale è riservata una grande ricompensa. Avete infatti bisogno di perseveranza affinché, fatta la volontà di Dio otteniate ciò che vi è stato promesso. Ancora un brevissimo tempo, e colui che deve venire verrà e non tarderà” {Ebrei 10: 35-37}.
Guarda in alto e lascia che la tua fede cresca continuamente. Lascia che questa fede ti guidi lungo lo stretto sentiero che conduce attraverso le porte della città di Dio nel grande mondo a venire, il futuro ampio e sconfinato di gloria che è per i redenti. “Or dunque, fratelli, siate pazienti fino alla venuta del Signore; guardate come l’agricoltore aspetta il prezioso frutto della terra con pazienza, finché abbia ricevuto la pioggia della prima e dell’ultima stagione, siate pazienti anche voi; rinfrancate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina” {Giacomo 5: 7-8}. — (9T 286-288).
POSSIAMO AFFRETTARE LA SUA VENUTA — Cristo ci dice quando sarà preannunciato il tempo del Suo regno. Egli non dice che tutto il mondo sarà convertito, ma che “questo vangelo del regno sarà predicato in tutto il mondo in testimonianza a tutte le genti, e allora verrà la fine” {Matteo 24: 14}. Dando il Vangelo al mondo, è in nostro potere affrettare la venuta del giorno di Dio. Se la chiesa di Cristo avesse svolto il suo lavoro designato come il Signore ha ordinato, il mondo intero sarebbe stato avvertito prima di questo momento, e il Signore Gesù sarebbe venuto sulla terra con grande potenza e gloria. — (AG 353).
[p.162] UN PO’ PIÙ A LUNGO — Cristo viene con le nuvole e con grande gloria. Una moltitudine di angeli splendenti lo assisterà. Verrà a risuscitare i morti e a trasformare i santi viventi di gloria in gloria. Verrà per onorare coloro che Lo hanno amato e hanno osservato i Suoi comandamenti e per portarli con Sé. Non ha dimenticato né loro, né la Sua promessa. Ci sarà un ricongiungimento dei vincoli famigliari. Quando guardiamo ai nostri morti, possiamo pensare al mattino in cui suonerà la tromba di Dio, quando “i morti risusciteranno incorruttibili e noi saremo mutati” {1 Corinzi 15: 52}.
Ancora un po’ e vedremo il Re nella Sua bellezza. Ancora un po’ e asciugherà tutte le lacrime dai nostri occhi. Ancora un po’, ed Egli ci presenterà “davanti alla sua gloria irreprensibili e con grande gioia”{Giuda 1: 24 – KJV}. Pertanto, quando diede i segni della Sua venuta, disse: “Quando tutte queste cose cominceranno ad accadere, allora alzate lo sguardo e sollevate il capo perché la vostra redenzione è vicina” — (DA 632).
SOLO UN PO’ DI TEMPO — Ci vorrà ancora solo un po’ di tempo prima che Gesù venga a salvare i Suoi figli e a dare loro il tocco finale dell’immortalità. “Questo corruttibile avrà rivestito l’incorruttibilità, e questo mortale avrà rivestito l’immortalità.” Le tombe saranno aperte, e i morti usciranno vittoriosi, gridando: “O morte, dov’è il tuo dardo? O inferno, dov’è la tua vittoria?” {1 Corinzi 15 :55}. I nostri cari che dormono in Gesù usciranno rivestiti di immortalità.
[p.163] E mentre i redenti saliranno al cielo, le porte della città di Dio ruoteranno all’indietro ed entreranno coloro che hanno custodito la verità. Si udrà una voce, più ricca di qualsiasi musica che sia mai giunta all’orecchio di un mortale, che dirà: “Venite, benedetti dal Padre mio; ricevete in eredità il regno che vi è stato preparato sin dalla fondazione del mondo” {Matteo 25: 34}. Allora i giusti riceveranno la loro ricompensa. La loro vita correrà parallela alla vita di Jahveh. Getteranno le loro corone ai piedi del Redentore, toccheranno le arpe d’oro e riempiranno tutto il cielo di ricca musica. — (CS 350).
LA FINE È IMMINENTE — La venuta del Signore è più vicina di quando per la prima volta abbiamo creduto. Il grande conflitto sta volgendo al termine. Ogni notizia di calamità per mare o per terra è una testimonianza del fatto che la fine di tutte le cose è vicina. Guerre e rumori di guerre lo dichiarano. C’è un cristiano il cui polso non batte con un’azione accelerata mentre anticipa i grandi eventi che si aprono davanti a noi? — (EV 219).
CERTA È LA PROMESSA — “Il vostro cuore non sia turbato; credete in Dio e credete anche in me. Nella casa del Padre mio ci sono molte dimore; se no, ve lo avrei detto; io vado a prepararvi un posto. E quando sarò andato e vi avrò preparato il posto, ritornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io siate anche voi” {Giovanni 14: 1-3}.
[p.164] Abbiamo aspettato a lungo il ritorno del nostro Salvatore. Ma comunque sicura è la parola data. Presto saremo nella nostra casa promessa. Là Gesù ci condurrà presso la corrente viva che sgorga dal trono di Dio e ci spiegherà gli incomprensibili provvedimenti attraverso i quali ci ha portato per perfezionare i nostri caratteri su questa terra. Con una visione non offuscata, là vedremo le bellezze dell’Eden restaurate. Gettando ai piedi del Redentore le corone che Egli ha posto sul nostro capo e toccando le nostre arpe d’oro, riempiremo tutto il cielo di lodi a Colui che siede sul trono. — (8T 254).
FERMA LA TUA ATTENZIONE SULLA SUA VENUTA — Soffermati sulla verità presente, sulla seconda venuta di Cristo. Il Signore verrà molto presto. Abbiamo solo poco tempo per presentare la verità per questa epoca, che significa convertire le anime. Questa verità deve essere presentata nella massima semplicità, così come Cristo l’ha presentata, affinché le persone possano capire che cosa essa è. La verità dissiperà le nuvole dell’errore. — (EV 624).
PARTE ESSENZIALE DEL VANGELO — La predicazione della seconda venuta di Cristo, l’annuncio della Sua vicinanza, si rivela una parte essenziale del messaggio evangelico. — (COL 227-228).
L’ULTIMA CHIAMATA — Dio ha chiamato questo popolo a dare al mondo il messaggio della prossima venuta di Cristo. Dobbiamo dare agli uomini l’ultima chiamata alla solennità del Vangelo, l’ultimo invito alla cena delle nozze dell’Agnello. Migliaia di luoghi, che non hanno sentito la chiamata, devono tuttora ascoltarla. Molti che non hanno dato il messaggio devono ancora proclamarlo. Di nuovo mi rivolgo ai nostri giovani: Dio non vi ha chiamati a far risuonare questo messaggio? — (6T 412).
[p.165] PARLATE, PREGATE, CREDETE — Il Signore verrà presto. Parla di ciò, prega per questo, siine convinto. Rendi questa convinzione parte della tua vita. Quando dovrai incontrare un’anima dubbiosa, che farà delle obiezioni, questa si arrenderà ad una fiducia ferma e coerente in Dio. Quando si presentano perplessità o impedimenti, eleva l’anima a Dio con canti di ringraziamento. Indossa l’armatura cristiana e assicurati che i tuoi piedi siano “calzati con la prontezza dell’evangelo della pace” {Efesini 6: 15}. Predicate la verità con audacia e fervore. Ricorda che il Signore guarda con sollecitudine questo ambito e ne conosce la necessità e le esigenze. Gli sforzi che fai non si riveleranno un fallimento. — (7T 237).
PIENI DI GIOIA — Dovremmo essere pieni di gioia al pensiero del prossimo ritorno di Cristo. Per coloro che amano la Sua apparizione, Egli verrà senza peccato per la salvezza. Ma se la nostra mente è piena di pensieri sulle cose terrene, non possiamo attendere con gioia la Sua venuta. — (HP 355).
ASPETTARE CON ALLEGRIA — Il Signore verrà presto e dobbiamo essere preparati ad incontrarci con Lui in pace. Dobbiamo essere determinati a fare tutto ciò che è in nostro potere per impartire luce a coloro che ci circondano. Non siamo tristi, ma allegri, e teniamo sempre il Signore Gesù davanti a noi… Dobbiamo essere pronti e aspettare la Sua apparizione. Oh, come sarà glorioso vederlo ed essere accolti come i Suoi redenti! Abbiamo aspettato a lungo, ma la nostra fede non deve indebolirsi. Se riusciamo solo a vedere il Re nella Sua bellezza, saremo continuamente e per sempre benedetti. Mi sento come se dovessi gridare ad alta voce: “Ritorno a casa”. Ci stiamo avvicinando al tempo in cui Cristo verrà con potenza e grande gloria, per portare i Suoi redenti alla loro eterna dimora. — (MAR 106).
[p.166] NON SPECULARE SU QUANDO VERRÀ LA FINE — Dio ha rimesso alla Sua stessa autorità i tempi e le stagioni. E perché Dio non ci ha dato questa conoscenza? Perché, se lo facesse, non ne faremmo un uso corretto. Da questa conoscenza, tra il nostro popolo deriverebbe uno stato di cose che ritarderebbe grandemente l’opera di Dio nel preparare i credenti a resistere nel grande giorno che verrà. Non dobbiamo vivere sull’eccitazione del momento. Non dobbiamo essere assorbiti da speculazioni riguardo ai tempi e alle stagioni che Dio non ha rivelato. Gesù ha detto ai Suoi discepoli di “vegliare”, ma non per un tempo definito. I Suoi seguaci devono essere nella posizione di coloro che ascoltano gli ordini del loro Capitano; devono vegliare, aspettare, pregare e lavorare mentre si avvicinano al tempo della venuta del Signore; ma nessuno potrà prevedere quando arriverà quel momento; poiché “nessuno conosce quel giorno e quell’ora”. Non puoi dire che verrà tra uno, due o cinque anni, ma neppure devi rimandare la Sua venuta affermando che potrebbe non accadere per dieci o venti anni. — (1SM 189).
[p.167] PARADISO NEL CUORE E NELLA CASA — [Il nostro Salvatore] vuole che confidiamo in Lui, credendo alle Sue parole così totalmente da portare il Paradiso nelle nostre vite quaggiù. Possiamo creare il Paradiso nel cuore e nella casa mentre transitiamo [su questa terra] se le nostre vite sono nascoste con Cristo in Dio. In tal modo possiamo portare gioia e conforto nella vita degli altri. La gioia di Cristo rimarrà in noi, e la nostra gioia sarà completa. — (2SAT 147).
IL REGNO DELLA GRAZIA SI STA STABILENDO — Il regno della grazia di Dio si sta ora stabilendo, in modo che, giorno dopo giorno, i cuori che sono stati pieni del peccato e della ribellione cedono alla sovranità del Suo amore. Ma la piena istituzione del Regno della Sua gloria non avrà luogo fino alla seconda venuta di Cristo in questo mondo. “Poi il regno, il dominio e la grandezza dei regni sotto tutti i cieli saranno dati al popolo dei santi dell’Altissimo” {Daniele 7: 27}. Essi erediteranno il regno preparato per loro “sin dalla fondazione del mondo” {Matteo 25: 34}. E Cristo riporterà sotto di Sé il Suo grande potere e regnerà per sempre. — (MB 108).
[p.168] IL PARADISO NEI LORO CUORI — Per i Suoi fedeli seguaci Cristo è stato un compagno quotidiano e un amico familiare. Hanno vissuto a stretto contatto, in costante comunione con Dio. Sopra di loro si è alzata la gloria del Signore. In essi la luce della conoscenza della gloria di Dio si è riflessa nel volto di Gesù Cristo. Ora si rallegrano dei raggi non oscurati dello splendore e della gloria del Re nella Sua maestà. Essi sono preparati per la comunione del cielo, poiché hanno il cielo nei loro cuori. — (COL 421).
IL TIPO DI PARADISO PIÙ DOLCE — Casa dovrebbe essere tutto ciò che la parola implica. Dovrebbe essere una piccola parte di Paradiso sulla terra, un posto dove gli affetti sono coltivati invece di essere accuratamente repressi. La nostra felicità dipende da questo sviluppo e crescita dell’amore, della simpatia e della vera gentilezza dell’uno verso l’altro. — (3T 539).
Il più dolce tipo di Paradiso [in terra] è una casa dove lo Spirito del Signore è presente. Se la volontà di Dio è adempiuta, marito e moglie si rispetteranno l’un l’altro e coltiveranno amore e fiducia. — (AH 15).
[p.169] UNA CASA PIACEVOLE E ALLEGRA PUÒ ESSERE IL CIELO IN TERRA — Genitori, rendete la vostra casa un piccolo Paradiso sulla terra. Potete farlo, se così scegliete. Potete rendere la casa così piacevole e allegra che sarà il posto più attraente della terra per i vostri figli. Fate in modo che ricevano tutte le benedizioni della famiglia. Potete relazionarvi con Dio in modo tale che il Suo Spirito dimorerà nella vostra casa. Avvicinatevi ai patimenti dell’Uomo del Calvario. Coloro che sono partecipi con Lui nella Sua sofferenza, saranno alla fine partecipi con Lui nella Sua gloria. — (PCP 31).
LE NOSTRE ISTITUZIONI POSSONO ESSERE IL CIELO IN TERRA — Come figli e figlie di Dio e membri della famiglia reale, dobbiamo imparare da Lui ogni giorno, per poter fare la Sua volontà e rappresentare il Suo carattere. L’amore di Dio ricevuto nel cuore è una potenza attiva per il bene. Essa ravviva le facoltà della mente e i poteri dell’anima; allarga la capacità di sentire, di amare. Chi ama Dio in modo supremo, amerà tutti i figli di Dio. Egli si avvicinerà a loro con un comportamento sempre rispettoso. E qualunque sia la sua posizione di fiducia, la sua cortesia premurosa gli farà guadagnare fiducia e rispetto.
Se questo spirito pervadesse le nostre istituzioni, portando ciascuno a manifestare verso i propri collaboratori un amore senza dissimulazioni, queste istituzioni sarebbero una rappresentazione del Paradiso in terra. Sarebbero una perpetua testimonianza al mondo di ciò che la verità santificante può fare quando viene praticata dal ricevente. Ogni uomo desidera che questo amore sia espresso verso di lui; e Dio lo chiama a rivelare lo stesso spirito verso gli altri. — (1888 1356-1357).
[p.170] IL CIELO INIZIA QUI — Come attraverso Gesù entriamo nel riposo, il Paradiso comincia qui. Rispondiamo al Suo invito: “Vieni, impara da Me”, e così facendo cominciamo la vita eterna. Il Paradiso è un incessante avvicinamento a Dio attraverso Cristo. Quanto più a lungo saremo nel cielo della beatitudine, tanto più ci sarà aperta la gloria; e più conosciamo Dio, più intensa sarà la nostra felicità. Mentre camminiamo con Gesù in questa vita, possiamo essere pieni del Suo amore, soddisfatti della Sua presenza. Tutto ciò [*di eccelso] che la natura umana può portare, noi possiamo riceverlo già qui. — (DA 331-332).
Quando i fedeli del Signore saranno pieni di mansuetudine e tenerezza, si renderanno conto che il Suo vessillo su di loro è l’amore, e il Suo frutto sarà dolce al loro gusto. Essi faranno un Paradiso quaggiù in cui prepararsi per il cielo lassù. — (7T 131).
Il Paradiso deve iniziare su questa terra.
Colui che riceve Cristo mediante la fede viva ha una connessione vivente con Dio. Porta con sé l’atmosfera del cielo, che è la grazia di Dio, un tesoro che il mondo non può comprare. Se vuoi essere un santo in cielo, devi prima essere un santo sulla terra. — (SD 112).
[p.171] “I Suoi servi Lo serviranno” {Apocalisse 22: 3}. La vita sulla terra è l’inizio della vita in cielo; l’educazione sulla terra è un’iniziazione ai principi del cielo; il lavoro della vita qui è un addestramento per il lavoro della vita là. Quello che siamo ora, nel carattere e nel santo servizio, è la sicura prefigurazione di ciò che saremo. “Il Figlio dell’uomo non è venuto per essere servito, ma per servire” {Matteo 20: 28}. L’opera di Cristo quaggiù è la Sua opera lassù, e la nostra ricompensa per aver lavorato con Lui in questo mondo sarà la capacità più grande e il privilegio più ampio di lavorare con Lui nel mondo a venire. “Siete miei testimoni, dice l’Eterno, e io sono Dio” {Isaia 43: 12}. Anche questo saremo nell’eternità. — (ED 307-308).
La felicità del cielo si troverà conforme alla volontà di Dio, e se gli uomini diventano membri della famiglia reale in cielo, sarà perché il cielo ha iniziato con loro sulla terra… I giusti porteranno ogni grazia e ogni preziosa capacità santificata nelle dimore di sopra, e scambieranno la terra con il cielo. Dio sa chi sono i sudditi leali e veri del Suo regno sulla terra, e coloro che fanno la Sua volontà quaggiù, come è fatta in cielo, saranno fatti membri della famiglia reale di sopra. — (SD 361).
IL CIELO COMINCIA NELL’ANIMA — Il cielo inizia nell’anima, e man mano che la mente [orientata al] cielo aumenta, Cristo è sempre più apprezzato, e alla fine diventa il Primo tra diecimila, l’Uno interamente amabile… Se vogliamo vedere il Paradiso, dobbiamo averlo già quaggiù. Dobbiamo avere il Paradiso [in noi] per andarci. Dobbiamo avere il Paradiso nelle nostre famiglie, avvicinandoci di continuo a Dio attraverso Cristo. Cristo è il grande centro di attrazione: il fedele figlio di Dio, nascosto in Cristo, si incontra con Dio e si perde nell’Essere Divino. La preghiera è la vita dell’anima, essa è nutrirsi di Cristo, è volgere completamente i nostri volti verso il Sole di Giustizia. Mentre giriamo le nostre facce verso di Lui, Egli volge il Suo volto verso di noi. Desidera darci la Sua grazia divina; e mentre ci avviciniamo a Dio con piena certezza di fede, le nostre concezioni spirituali sono vivificate. Allora non camminiamo nella cecità, lamentandoci della nostra sterilità spirituale; poiché ricercando con diligenza e con la preghiera la Parola di Dio, applichiamo le Sue ricche promesse alle nostre anime. Gli angeli si avvicinano al nostro fianco, e il nemico con i suoi molteplici artifici è respinto. — (ST 31 luglio 1893).
[p.172] Mentre il nostro Redentore ci conduce alla soglia dell’Infinito, infiammati dalla gloria di Dio, possiamo cogliere i temi di lode e ringraziamento dal coro celeste intorno al trono; e quando l’eco del canto degli angeli si risveglierà nelle nostre case terrene, i cuori si avvicineranno ai cantori celesti. La comunione del cielo inizia sulla terra. Impariamo qui la nota fondamentale della sua lode. — (ED 168).
IL FRUTTO CHE DÀ LA VITA, NOSTRO ATTRAVERSO CRISTO — Il frutto dell’albero della vita nel Giardino dell’Eden possedeva virtù soprannaturali. Mangiarne era vivere per sempre. Il suo frutto era l’antidoto della morte. Le sue foglie erano per il sostentamento della vita e dell’immortalità. Ma per la disobbedienza dell’uomo, la morte è entrata nel mondo. Adamo mangiò dell’albero della conoscenza del bene e del male, il cui frutto gli era stato proibito di toccare. La sua trasgressione ha aperto le porte del dolore sulla nostra razza. Dopo l’ingresso del peccato, il nostro Sposo celeste trapiantò l’albero della vita nel Paradiso di sopra; ma i suoi rami pendono oltre il muro verso il mondo quaggiù. Mediante la redenzione acquistata dal sangue di Cristo, possiamo ancora mangiare del suo frutto vivificante.
[p.173] Di Cristo è scritto: “In Lui era la vita e la vita era la luce degli uomini”. Lui è la fonte della vita. L’obbedienza a Lui è la forza vivificante che allieta l’anima. Cristo dichiara: “Io sono il pane della vita; chi viene a Me non avrà mai fame; e chi crede in Me non avrà mai sete” {Giovanni 6: 57, 63; Apocalisse 2: 7}. — (7BC 988-989).
LO STUDIO BIBLICO PORTA IL CIELO ALLA CHIESA — Cristo e la Sua Parola sono in perfetta armonia. Ricevuti e obbediti, aprono un sicuro sentiero per i piedi di tutti coloro che sono disposti a camminare nella luce come Cristo è nella luce. Se il popolo di Dio apprezzasse la Sua Parola, dovremmo avere un Paradiso nella chiesa quaggiù. I cristiani sarebbero desiderosi, affamati di investigare la Bibbia. Sarebbero ansiosi di trovare il tempo per confrontare scrittura con scrittura e di meditare su di essa. Sarebbero più desiderosi della luce della Parola che del giornale del mattino, delle riviste o dei romanzi. Il loro desiderio più grande sarebbe quello di mangiare la carne e bere il sangue del Figlio di Dio. E come risultato la loro vita sarebbe conformata ai principi e alle promesse della Parola di Dio. Il suo insegnamento sarebbe per loro come le foglie dell’albero della vita. Sarebbe nei cristiani un pozzo d’acqua che scaturisce nella vita eterna. Ravvivanti piogge di grazia disseterebbero e rinforzerebbero l’anima, facendo dimenticare ogni fatica e stanchezza. Essi sarebbero rafforzati e incoraggiati dalle parole ispirate.
I ministri sarebbero guidati da fede divina. Le loro preghiere sarebbero caratterizzate da serietà, colme della divina certezza della verità. La stanchezza sarebbe dimenticata alla luce splendente del cielo. La verità sarebbe intrecciata con la loro vita, e i suoi principi celesti sarebbero come un flusso fresco e fluente, che soddisfa costantemente l’anima. — (8T 193).
[p.174] PER FEDE POSSIAMO STARE SULLA SOGLIA — Che cosa sostenne il Figlio di Dio durante la Sua vita di fatica e sacrificio? Vide i risultati del travaglio della Sua anima e ne fu soddisfatto. Guardando nell’eternità, vide la felicità di coloro che per la Sua umiliazione avevano ricevuto il perdono e la vita eterna. Il Suo orecchio colse il grido dei redenti. Udì i riscattati cantare il cantico di Mosè e dell’Agnello.
Potremmo avere una visione del futuro, la beatitudine del cielo. Nella Bibbia sono rivelate visioni della gloria futura, scene rappresentate dalla mano di Dio, e queste sono care alla Sua chiesa. Per fede possiamo stare sulla soglia della Città Eterna e ascoltare l’incantevole accoglienza riservata a coloro che in questa vita cooperano con Cristo, considerando come un onore soffrire per Lui. — (AA 601).
A Dio non piace avere la Sua gente che appende quadri oscuri e dolorosi nella sala della memoria. Avrebbe voluto che ogni anima cogliesse le rose, i gigli e i garofani, appendendo nella sala della memoria le preziose promesse di Dio che fioriscono in tutto il Suo giardino. Vorrebbe che ci soffermassimo su di loro, i nostri sensi acuti e chiari, cogliendole nella loro piena ricchezza, parlando della gioia che ci è posta davanti. Vorrebbe che, pur vivendo nel mondo, non fossimo di esso, che i nostri affetti si impadronissero delle cose eterne. Vorrebbe che parlassimo delle cose che ha preparato per coloro che lo amano. Questo attirerà le nostre menti, risveglierà le nostre speranze e aspettative, e rafforzerà le nostre anime per sopportare i conflitti e le prove di questa vita. Mentre ci soffermiamo su queste scene, il Signore incoraggerà la nostra fede e fiducia. Sposterà il velo e ci farà intravedere l’eredità dei santi. — (3SM 163-164).
[p.175] Cristo si è fatto una sola carne con noi, affinché noi potessimo diventare un solo spirito con Lui. È in virtù di questa unione che usciremo dalla tomba, non solo come manifestazione della potenza di Cristo, ma perché, mediante la fede, la Sua vita è diventata la nostra. Coloro che vedono Cristo nel Suo vero carattere e Lo ricevono nel cuore, hanno la vita eterna. È mediante lo Spirito che Cristo abita in noi; e lo Spirito di Dio, accolto nel cuore mediante la fede, è l’inizio della vita eterna. — (DA 388).
UN’ANTICIPAZIONE PER GLI UMILI — Abbiamo bisogno di Gesù che dimora nel cuore, sorgente viva e costante; allora i ruscelli che sgorgano dalla fonte viva saranno puri, dolci e verranno dal Paradiso. Allora agli umili di cuore sarà dato l’anticipo del cielo. — (CW 81).
CRISTO NELL’ANIMA È IL PARADISO — Riposati interamente nelle mani di Gesù. Contempla il Suo grande amore e mentre mediti sulla Sua abnegazione, sul Suo sacrificio infinito fatto in nostro favore affinché possiamo credere in Lui, il tuo cuore sarà pieno di santa gioia, serena pace e amore indescrivibile. Quando parliamo di Gesù, quando Lo invochiamo in preghiera, la nostra fiducia che Egli è il nostro personale e amorevole Salvatore si rafforzerà e il Suo carattere apparirà sempre più amabile… Possiamo godere di ricche solennità piene d’amore, e poiché crediamo pienamente di essere Suoi per adozione, possiamo pregustare il Paradiso.
[p.176] Attendi il Signore con fede. Il Signore tira fuori l’anima nella preghiera e ci fa sentire il Suo amore prezioso. Noi siamo vicini a Lui e con Lui possiamo tenere una dolce comunione. Otteniamo visioni distinte della Sua tenerezza e compassione, e i nostri cuori sono spezzati e sciolti nella contemplazione dell’amore che ci è dato. Sentiamo davvero un Cristo che dimora nell’anima… La nostra pace è come un fiume, onda dopo onda di gloria scorre nel cuore, e davvero noi ceniamo con Gesù e Lui con noi. Abbiamo un senso di realizzazione dell’amore di Dio e riposiamo nel Suo amore. Nessuna lingua può descriverlo, è al di là della conoscenza. Siamo uno con Cristo, la nostra vita è nascosta con Cristo in Dio. Abbiamo la certezza che quando apparirà Colui che è la nostra vita, allora anche noi appariremo con Lui nella gloria. Con forte fiducia, possiamo chiamare Dio nostro Padre. Sia che viviamo o moriamo, siamo del Signore. Il Suo Spirito ci rende simili a Gesù Cristo nel carattere e nella disposizione, e rappresentiamo Cristo agli altri.
Quando Cristo dimora nell’anima il fatto non può essere nascosto; poiché Egli è come un pozzo d’acqua che zampilla per la vita eterna. Possiamo solo rappresentare la somiglianza di Cristo nel nostro carattere, e le nostre parole, il nostro comportamento, producono negli altri un amore profondo, costante e crescente per Gesù, e rendiamo manifesto… che siamo conformi all’immagine di Gesù Cristo. — (SD 311).
[p.177] UNA NUOVA CANZONE CHE STA PER ESSERE CANTATA — C’è un giorno che sta per irrompere su di noi in cui i misteri di Dio saranno visti e tutte le Sue vie confermate; quando giustizia, misericordia e amore saranno gli attributi del Suo trono. Quando la guerra terrena sarà finita e i santi saranno tutti riuniti a casa, il nostro primo tema sarà il canto di Mosè, il servo di Dio. Il secondo tema sarà il canto dell’Agnello, il canto della grazia e della redenzione. Questo canto sarà più forte, più alto e in toni più sublimi, ed echeggerà e risuonerà attraverso le corti celesti. Così il canto della provvidenza di Dio sarà cantato, collegando le diverse dispensazioni [*ovvero il modo in cui Dio provvede o amministra al piano di salvezza], poiché tutto sarà allora visto senza velo tra la legge, la profezia e il vangelo.
La storia della chiesa sulla terra e la chiesa redenta in cielo sono tutte incentrate sulla croce del Calvario. Questo è il tema, questo è il canto – Cristo tutto e in tutto – negli inni di lode che risuonano attraverso il cielo da miriadi di miriadi e migliaia di migliaia di angeli {Apocalisse 5: 11} e una incalcolabile schiera dell’esercito redento. Tutti uniti in questo canto di Mosè e dell’Agnello. È un canto nuovo, perché non era mai stato cantato in cielo. — (TM 433).
[p.178] GLI ANGELI ACCOLGONO IL RE E I SUOI REDENTI CON UN CANTO DI TRIONFO — In quel giorno risplenderanno i redenti nella gloria del Padre e del Figlio. Gli angeli, toccando le loro arpe d’oro, accoglieranno il Re e i Suoi trofei di vittoria, coloro che sono stati lavati e resi bianchi nel sangue dell’Agnello. Un canto di trionfo risuonerà, riempiendo tutto il cielo. Cristo ha vinto. Entra nelle corti celesti, accompagnato dai Suoi redenti, i testimoni che la Sua missione di sofferenza e sacrificio non è stata vana. — (9T 285-286).
MUSICA CELESTE — Il profeta colse là [in cielo] il suono della musica e il canto, tale musica e canto che, salvo nelle visioni di Dio, nessun orecchio mortale ha udito o mente concepito. “I riscattati dall’Eterno torneranno, verranno a Sion con grida di gioia e un’allegrezza eterna coronerà il loro capo; otterranno gioia e letizia, e il dolore e il gemito fuggiranno”. “Gioia ed allegrezza si troveranno in lei, ringraziamento e suono di canti”. “Ci saranno sia i cantori che i suonatori di strumenti”. “Manderanno grida di gioia, per la maestà dell’Eterno” {Isaia 35: 10; Isaia 51: 3; Salmi 87: 7; Isaia 24: 14}. — (PK 730).
[p.179] Che canto sarà quando i riscattati del Signore si incontreranno alla porta della Città Santa, che sarà spalancata sui suoi cardini scintillanti e le nazioni che hanno osservato la Sua parola – i Suoi comandamenti – entreranno nella città: la corona del vincitore verrà posta sulle loro teste e le arpe d’oro saranno messe nelle loro mani! Tutto il cielo sarà pieno di ricca musica e di canti di lode all’Agnello. Salvato, salvato per sempre, nel regno della gloria! Avere una vita che si misura con la vita di Dio: questa è la ricompensa. — (7BC 982).
I 144.000 CANTANO IL CANTICO DELLA LORO ESPERIENZA — Sul mare di cristallo davanti al trono, quel mare di cristallo come se fosse mescolato col fuoco – tanto è risplendente della gloria di Dio – sono raccolte le schiere che hanno “ottenuto vittoria sulla bestia, sulla sua immagine, sul suo marchio e sul numero del suo nome”. Con l’Agnello sul monte Sion, “avevano le cetre di Dio”, stanno in piedi i 144.000 che furono redenti di fra gli uomini. Si ode dal cielo come il rumore di molte acque e come il suono di un grande tuono, “e la voce che udii era come citaredi che suonano le loro cetre“. È il canto di Mosè e dell’Agnello, un canto di liberazione. Nessuno tranne i 144.000 lo può imparare, perché è il canto della loro esperienza, un’esperienza che nessun altro ha mai avuto. “Essi sono quelli che seguono l’Agnello, dovunque egli va”. Essendo stati traslati dalla terra di fra i viventi, questi sono considerati come “le primizie a Dio e all’Agnello” {Apocalisse 15: 2-3; 14: 1-5}. — (GC 648-649).
[p.180] “Nel Suo tempio tutto dice: «Gloria!»” {Salmi 29: 9} e il canto che canteranno i riscattati – il canto della loro esperienza – annunzierà la gloria di Dio: “Grandi e meravigliose sono le tue opere, o Signore, Dio onnipotente; giuste e veraci sono le tue vie, o Re delle nazioni. Chi non temerà, o Signore, e non glorificherà il tuo nome? Poiché solo tu sei santo” {Apocalisse 15: 3-4}. – (Ed 308-309).
I giorni del dolore e del pianto sono finiti per sempre. Il Re della gloria ha asciugato le lacrime da tutti i volti; ogni causa di dolore è stata rimossa. In mezzo all’ondeggiare dei rami di palma (i redenti) intonano un canto di lode, limpido, dolce e armonioso; ogni voce si unisce alla loro, finché l’inno si gonfia attraverso le volte del cielo. — (GC 650).
Come le nazioni dei salvati guardano il loro Redentore e vedono l’eterna gloria del Padre risplendere sul Suo volto, come vedono il Suo trono che è di eternità in eternità, e sanno che il Suo regno non avrà fine, prorompono in un canto estatico: “Degno, degno è l’Agnello che è stato immolato e ci ha redenti a Dio per mezzo del Suo preziosissimo sangue!” — (GC 651-652).
[p.181] I REDENTI FARANNO MAGNIFICA MUSICA IN CIELO — Poi vidi un grandissimo numero di angeli portare dalla città corone gloriose: una corona per ogni santo, con il suo nome scritto sopra. Come Gesù annunciò le corone, gli angeli gliele presentarono e con la propria destra l’amato Redentore pose le corone sul capo dei Suoi redenti, così gli angeli portarono le arpe e Gesù le presentò ai santi. Gli angeli che avevano il comando hanno prima suonato la nota, e poi ogni voce si è levata in lode grata e felice, e ogni mano ha abilmente fatto scorrere le dita sulle corde della propria arpa, emettendo una musica melodiosa in toni ricchi e perfetti. Poi vidi Gesù condurre la redenta schiera alla porta della città. Afferrò la porta e la spalancò sui cardini scintillanti e ordinò alle nazioni che avevano custodito la verità di entrare. All’interno della città c’era tutto per rallegrare gli occhi. Si vedeva splendore glorioso dovunque. Allora Gesù guardò i Suoi santi redenti; i loro volti erano raggianti di beatitudine; e, mentre fissava su di loro i Suoi occhi pieni d’amore, disse con la Sua voce ricca e musicale: “Vedo il travaglio della Mia anima, e sono soddisfatto. Questa gloria piena di splendore è eternamente vostra. I vostri dolori sono finiti. Non ci sarà più morte, né cordoglio, né pianto, né mai più dolore”. Vidi la moltitudine redenta inchinarsi e gettare le sfavillanti corone ai piedi di Gesù, e poi, mentre la Sua bella mano faceva cenno di alzarsi, essi suonarono le loro arpe d’oro e riempirono tutto il cielo con la loro ricca musica e canti all’Agnello. — (EW 288-289).
Prima di entrare nella Città di Dio, il Salvatore conferisce ai Suoi eletti gli emblemi della vittoria e li investe delle insegne del loro stato regale. Le schiere scintillanti sono disposte a formare un quadrato vuoto intorno al loro Re, la cui figura si erge maestosa al di sopra dei santi e degli angeli.
[p.182] Il Suo volto risplende su di loro con indicibile amore. Nell’innumerevole schiera dei redenti ogni sguardo è fisso su di Lui, ogni occhio contempla la Sua gloria, gloria di Colui il cui “aspetto era sfigurato più di quello di alcun uomo e il suo volto era diverso da quello dei figli dell’uomo” {Isaia 52: 14}. Sul capo dei vincitori Gesù pone con la propria destra la corona della gloria. Per ciascuno c’è una corona, che porta il suo “nuovo nome” {Apocalisse 2: 17}, e l’iscrizione: “Santità al Signore”. In ogni mano sono poste la palma del vincitore e l’arpa risplendente. Quindi, mentre gli angeli al comando suonano la nota, ogni mano suona le corde dell’arpa con un tocco abile, risvegliando una musica dolce in toni ricchi e melodiosi. Un rapimento indicibile fa fremere ogni cuore, e ogni voce si leva in grata lode: “A lui, che ci ha amati, ci ha lavati dai nostri peccati nel suo sangue, e ci ha fatti re e sacerdoti per Dio e Padre suo, a lui sia la gloria e il dominio nei secoli dei secoli” {Apocalisse 1: 5-6}. — (GC 645-646).
LA MUSICA PERFETTA DEL CIELO — Mi è stato mostrato l’ordine, il perfetto ordine del cielo, e sono stata rapita mentre ascoltavo la musica anch’essa perfetta. Dopo essere uscita dalla visione, il canto qui [*sulla Terra] è sembrato molto aspro e discordante. Ho visto compagnie di angeli, i quali stavano in una piazza vuota, ciascuno
con un’arpa d’oro. Alla fine dell’arpa c’era uno strumento da girare per impostare l’arpa o cambiare le melodie. Le
loro dita [*degli angeli] non sfioravano con noncuranza le corde, ma toccavano corde diverse per produrre suoni diversi. C’era sempre un angelo che guidava, che prima toccava l’arpa e suonava la nota, poi tutti si univano alla musica ricca e perfetta del cielo. Il tutto non può essere descritto adeguatamente. È melodia celeste, divina, mentre da ogni volto irradia l’immagine di Gesù, risplendente di gloria indicibile. — (IT 146).
[p.183] UN CANTO CANTATO PER PRIMO SULLA TERRA. — I redenti gettano le loro corone scintillanti ai piedi di Gesù; e poi il coro angelico suona la nota della vittoria, e gli angeli nelle due colonne riprendono il canto, e la schiera dei redenti si unisce come se essi avessero già cantato il canto sulla Terra, e [*in un certo modo] lo hanno fatto.
Oh, che musica! Non c’è una nota disarmonica. Ogni voce proclama: “Degno è l’Agnello che è stato immolato”. Egli vede il travaglio della Sua anima e ne è soddisfatto. Pensi che qualcuno là perderà del tempo per raccontare le sue prove e le sue terribili difficoltà? “Il passato non sarà ricordato, e neppure verrà in mente”. “Dio asciugherà tutte le lacrime dai loro occhi”. — (6BC 1093).
CANTA QUI IL CANTO DEL CIELO — Gesù verrà presto e la nostra posizione dovrebbe essere quella di aspettare e tenere d’occhio la Sua apparizione. Non dobbiamo permettere che nulla si frapponga tra noi e Gesù. Dobbiamo imparare qui a cantare il canto del cielo, così che quando la nostra guerra sarà finita, potremo unirci al canto degli angeli celesti nella città di Dio. Qual è quel canto? È lode, onore e gloria a Colui che siede sul trono e all’Agnello nei secoli dei secoli. — (LHU 372).
Ogni atto, ogni azione di giustizia, misericordia e benevolenza fa musica in cielo. — (ChS 100-101).
[p.184] Quando apri la tua porta ai bisognosi e sofferenti di Cristo, stai accogliendo angeli invisibili. Inviti la compagnia degli esseri celesti. Essi portano un’atmosfera sacra di gioia e pace. Vengono con lodi sulle labbra e si ode una voce di risposta in cielo. Ogni atto di misericordia lì fa musica. Dal Suo trono il Padre annovera gli operai altruisti tra i Suoi tesori più preziosi. — (DA 639).
[p.185] SCORGERE L’ETERNITÀ PER FEDE — Il profeta colse lì [nella Città di Dio] il suono della musica e del canto, tale musica e canto che, salvo nelle visioni di Dio, nessun orecchio mortale ha udito o mente concepito. “I riscattati dall’Eterno torneranno, verranno a Sion con grida di gioia e un’allegrezza eterna coronerà il loro capo; otterranno gioia e letizia, e il dolore e il gemito fuggiranno”. “Gioia ed allegrezza si troveranno in lei, ringraziamento e suono di canti”. “E i cantori e i suonatori diranno: «Tutte le mie fonti di vita e di gioia sono in te»”. “Quelli alzeranno la voce, manderanno grida di gioia, per la maestà dell’Eterno acclameranno dal mare” {Isaia 35: 10; Isaia 51: 3; Salmi 87: 7; Isaia 24: 14}.
Nella terra resa nuova, i redenti si impegneranno nelle occupazioni e nei piaceri che all’inizio portarono la felicità ad Adamo ed Eva. Sarà vissuta la vita nell’Eden, la vita nel giardino e nel campo. “Costruiranno case e le abiteranno pianteranno vigne e ne mangeranno il frutto. Non costruiranno più perché un altro vi abiti, non pianteranno più perché un altro mangi; poiché i giorni del mio popolo saranno come i giorni degli alberi; e i miei eletti godranno a lungo dell’opera delle loro mani” {Isaia 65: 21-22}.
[p.186] Là si svilupperà ogni energia, ogni capacità sarà aumentata. Le più grandi imprese saranno portate avanti, le più alte aspirazioni saranno raggiunte, le più alte ambizioni realizzate. E ancora appariranno nuove vette da superare, nuove meraviglie da ammirare, nuove verità da comprendere, nuovi oggetti di studio da far venire fuori tutte le capacità del corpo, della mente e dell’anima.
I profeti ai quali queste grandi scene erano state rivelate desideravano comprenderne tutta la portata. Essi “scrutavano e cercavano diligentemente: (…) cercavano quale fosse il tempo e quali le circostanze a cui lo Spirito di Cristo che era in loro accennava… Ai quali è stato rivelato che non per sé stessi, ma per voi ministravano quelle cose che ora vi sono state annunziate” {1 Pietro 1: 10-12}.
Per noi, che stiamo proprio sull’orlo del loro compimento, di quale momento profondo e quale vivo interesse sono queste descrizioni delle cose a venire; eventi per i quali, da quando i nostri progenitori hanno allontanato i loro passi dall’Eden, i figli di Dio hanno vegliato e aspettato, agognato e pregato!
Compagno pellegrino, siamo ancora tra le ombre e il tumulto delle attività terrene; ma presto il nostro Salvatore apparirà per portare liberazione e riposo. Per fede vediamo il beato futuro come raffigurato dalla mano di Dio.
[p.187] Colui che è morto per i peccati del mondo spalanca le porte del Paradiso a tutti coloro che credono in Lui. Presto la battaglia sarà stata combattuta, la vittoria vinta. Presto vedremo Colui nel Quale sono centrate le nostre speranze di vita eterna. E alla Sua presenza le prove e le sofferenze di questa vita sembreranno un nulla. Le cose precedenti “non saranno ricordate, né verranno in mente”.
“Non gettate via dunque la vostra franchezza, alla quale è riservata una grande ricompensa. Avete infatti bisogno di perseveranza affinché, fatta la volontà di Dio otteniate ciò che vi è stato promesso. Ancora un brevissimo tempo, e colui che deve venire verrà e non tarderà” {Ebrei 10: 35-37}. “Ma Israele sarà salvato dall’Eterno con una salvezza eterna; voi non sarete svergognati o confusi mai più in eterno” {Isaia 45:17}.
Guarda in alto, guarda in alto e lascia che la tua fede cresca continuamente. Lascia che questa fede ti guidi lungo lo stretto sentiero che conduce attraverso le porte della città nel grande mondo a venire, il futuro ampio e sconfinato di gloria che è per i redenti. “Or dunque, fratelli, siate pazienti fino alla venuta del Signore; guardate come l’agricoltore aspetta il prezioso frutto della terra con pazienza, finché abbia ricevuto la pioggia della prima e dell’ultima stagione, Siate pazienti anche voi; rinfrancate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina” {Giacomo 5: 7-8}.
Le nazioni dei salvati non conosceranno altra legge che la legge del cielo. Tutti saranno una famiglia felice, unita, vestita con le vesti della lode e del ringraziamento. Sulla scena canteranno insieme le stelle del mattino e grideranno di gioia i figli di Dio, mentre Dio e Cristo si uniranno nel proclamare. “Non ci sarà più peccato, né ci sarà più morte”.
[p.188] “E avverrà che di novilunio in novilunio e di sabato in sabato ogni carne verrà a prostrarsi davanti a me’, dice l’Eterno” {Isaia 66:23}. “Allora la gloria dell’Eterno sarà rivelata e ogni carne la vedrà, perché la bocca dell’Eterno ha parlato” {Isaia 40: 5}. “Il Signore Dio farà germogliare la giustizia e la lode davanti a tutte le nazioni” {Isaia 61: 11}. “In quel giorno l’Eterno degli eserciti sarà una corona di gloria, uno splendido diadema per il resto del Suo popolo” {Isaia 28: 5}.
“L’Eterno infatti sta per consolare Sion, consolerà tutte le sue rovine, renderà il suo deserto come l’Eden e la sua solitudine come il giardino dell’Eterno” {Isaia 51: 3}. “Le sarà data la gloria del Libano, l’eccellenza del Carmelo e di Sharon” {Isaia 35: 2}. “Non sarai più chiamata ‘Abbandonata’ né la tua terra sarà più detta ‘Desolazione’ ma sarai chiamata ‘La mia delizia è in lei’ e la tua terra ‘Maritata’… e come lo sposo gioisce per la sposa così il tuo DIO gioirà per te” {Isaia 62: 4-5}. — (PK 730-733).
SULL’ORLO DEL COMPIMENTO — Viviamo in un periodo molto solenne della storia di questa Terra. Non c’è mai un tempo per peccare; è sempre pericoloso continuare nella trasgressione, ma in questo momento particolare questo è vero in un senso speciale. Ora siamo ai confini stessi del mondo eterno e siamo in una relazione più solenne che mai con il tempo e con l’eternità. Ora lascia che ogni persona investighi il proprio cuore e invochi i raggi luminosi del Sole di Giustizia per espellere tutte le tenebre spirituali ed essere purificato dalla contaminazione [*del peccato].
[p.189] Per noi che siamo sull’orlo stesso del loro compimento, quale momento profondo, quale vivo interesse sono queste precise descrizioni delle cose a venire – eventi per i quali, da quando i nostri progenitori hanno abbandonato i loro passi dall’Eden, i figli di Dio hanno guardato e aspettato, agognato e pregato!
Compagno pellegrino, siamo ancora tra le ombre e il tumulto delle attività terrene, ma presto il nostro Salvatore apparirà per portare liberazione e riposo. Per fede vediamo i benedetti del mondo a venire, come raffigurati dalla mano di Dio. — (AH 549-550).
UN APPELLO PER LA PREPARAZIONE PERSONALE — Vi esorto a prepararvi per la venuta di Cristo sulle nuvole del cielo. Giorno dopo giorno cacciate via dai vostri cuori l’amore per il mondo. Comprendete per esperienza cosa significa avere comunione con Cristo. Preparatevi al giudizio, affinché quando Cristo verrà per essere contemplato in tutti coloro che credono, siate tra coloro che Lo incontreranno in pace. — (9T 285).
[p.190] SIAMO DIRETTI VERSO CASA — Siamo ancora tra le ombre e il tumulto delle attività terrene. Consideriamo molto seriamente i beati del mondo futuro. Lascia che la nostra fede penetri attraverso ogni nuvola di oscurità e contempliamo Colui che è morto per i peccati del mondo. Egli ha aperto le porte del Paradiso a tutti coloro che Lo accolgono e credono in Lui. A loro Egli dà il potere di diventare figli e figlie di Dio.
Lascia che le afflizioni che ci fanno soffrire così gravemente diventino lezioni istruttive, insegnandoci a spingerci in avanti verso la dimostrazione del premio della nostra alta vocazione in Cristo. Lasciamoci incoraggiare dal pensiero che il Signore verrà presto. Che questa speranza rallegri i nostri cuori. “Ancora un brevissimo tempo, e colui che deve venire verrà e non tarderà” {Ebrei 10: 37}. Beati quei servi che, quando il loro Signore verrà, si troveranno a vegliare {Luca 12}.
Siamo diretti a casa. Colui che ci ha tanto amati da morire per noi, ha edificato per noi una città. La Nuova Gerusalemme è il nostro luogo di riposo. Non ci sarà tristezza nella città di Dio. Nessun lamento di dolore, nessun canto funebre di speranze infrante e affetti sepolti, sarà mai più udito. Presto le vesti pesanti saranno cambiate per l’abito nuziale. Presto assisteremo all’incoronazione del nostro Re. Coloro le cui vite sono state nascoste con Cristo, coloro che su questa Terra hanno combattuto il buon combattimento della fede, risplenderanno con la gloria del Redentore nel Regno di Dio.
Non passerà molto tempo prima di vedere Colui nel Quale sono centrate le nostre speranze di vita eterna. E alla Sua presenza, tutte le prove e le sofferenze di questa vita saranno come nulla. “Non gettate via dunque la vostra franchezza, alla quale è riservata una grande ricompensa. Avete infatti bisogno di perseveranza affinché, fatta la volontà di Dio otteniate ciò che vi è stato promesso. Ancora un brevissimo tempo, e colui che deve venire verrà e non tarderà” {Ebrei 10: 35-37}.
[p.191] Guarda in alto e lascia che la tua fede cresca continuamente. Lascia che questa fede ti guidi lungo lo stretto sentiero che conduce attraverso le porte della città di Dio nel grande mondo che ha da venire, il vasto, sconfinato futuro mondo di gloria che è per i redenti. “Or dunque, fratelli, siate pazienti fino alla venuta del Signore; guardate come l’agricoltore aspetta il prezioso frutto della terra con pazienza, finché abbia ricevuto la pioggia della prima e dell’ultima stagione, Siate pazienti anche voi; rinfrancate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina” {Giacomo 5: 7-8}. — (9T 286-288).
IL GRANDE CONFLITTO È FINITO; IL PECCATO NON C’È PIÙ — E gli anni dell’eternità, mentre passano, porteranno rivelazioni più ricche e ancora più gloriose di Dio e di Cristo. Poiché la conoscenza è progressiva, aumenteranno anche l’amore, la riverenza e la felicità. Più gli uomini conosceranno Dio, maggiore sarà la loro ammirazione per il Suo carattere. Mentre Gesù aprirà davanti a loro le ricchezze della redenzione e gli straordinari successi nella grande lotta contro Satana, i cuori dei riscattati fremeranno di più ardente amore, e con gioia estatica suoneranno le loro arpe d’oro; e diecimila volte diecimila e migliaia di migliaia di voci si uniranno per far crescere il potente coro di lode.
“Udii ancora ogni creatura che è nel cielo, sulla terra, sotto la terra e quelle che sono nel mare e tutte le cose contenute in essi, che diceva: ‘A colui che siede sul trono e all’Agnello siano la benedizione, l’onore, la gloria e la forza nei secoli dei secoli'” {Apocalisse 5: 13}.
Il grande conflitto è finito. Il peccato e i peccatori non esistono più. L’intero universo è purificato. Un impulso di armonia e di gioia risuona attraverso la vasta creazione. Da Colui che [p.192] ha creato tutto, fluisce vita, luce e gioia attraverso i regni dello spazio senza limiti. Dal più piccolo atomo al più grande dei mondi, tutte le cose, animate e inanimate – nella loro bellezza senza ombre e nella gioia perfetta – dichiarano che Dio è amore. — (GC 678).
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