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Progresso di Lettura:
TRE SABATI
Ellet Joseph Waggoner
Titolo originale: Three Sabbaths
Traduzione dall’originale: Comitato Raw Truth
Revisione: Lussorio Carboni
In verità si potrebbe parlare di “sabati”, al plurale, solo come si potrebbe parlare anche di molti dèi. “Non vi è alcun altro Dio, se non uno solo, e infatti, anche se vi sono i cosiddetti dèi sia in cielo che in terra (come vi sono molti dèi e molti signori), per noi c’è un solo Dio, il Padre dal quale sono tutte le cose e noi in lui; e un solo Signore, Gesù Cristo, per mezzo del quale sono tutte le cose, e noi esistiamo per mezzo di lui” {1 Corinzi 8: 4-6}. Quindi, sebbene vi siano, cosiddetti, vari “sabati”, in realtà c’è un solo vero Sabato, il Sabato del Signore. [THSA 1.1]
La parola “Sabbath” significa “riposo”. È una parola ebraica che è stata trasferita anche alla lingua inglese. Quando gli ebrei usavano la parola “Sabato”, trasmetteva loro la stessa idea che la parola “riposo” ha per noi. Il quarto comandamento quindi ci dice: “Ricordati del giorno di sabato per santificarlo. Lavorerai sei giorni e in essi farai ogni tuo lavoro; ma il settimo giorno è sabato, sacro all’Eterno, il tuo DIO; non farai in esso alcun lavoro, né tu, né tuo figlio, né tua figlia, né il tuo servo, né la tua serva, né il tuo bestiame, né il forestiero che é dentro alle tue porte; poiché in sei giorni l’Eterno fece i cieli e la terra, il mare e tutto ciò che è in essi, e il settimo giorno si riposò; perciò l’Eterno ha benedetto il giorno di sabato e l’ha santificato” {Esodo 20: 8-11}. [THSA 1.2]
Non dobbiamo commettere l’errore di giudicare il riposo del Signore da ciò che gli uomini sono abituati a chiamare riposo. Dio non è un uomo. Dovremmo piuttosto imparare dal riposo di Dio cosa sia veramente il riposo. Il riposo di Dio non è un mero riposo fisico dalla stanchezza. Questo lo sappiamo da due fatti. Primo: “Dio è Spirito” {Giovanni 4: 24}. Non “uno spirito”, come se fosse uno dei tanti; ma Lui è Spirito. Secondo: “Il DIO di eternità, l’Eterno, il creatore dei confini della terra, non si affatica e non si stanca, la sua intelligenza è imperscrutabile” {Isaia 40: 28}. Il Signore quindi non si è riposato perché era stanco, e il Suo riposo non è fisico, ma spirituale, poiché è Spirito. Quindi “quelli che Lo adorano devono adorarlo in Spirito e verità” {Giovanni 4: 24}. [THSA 2.1]
Dio si riposò, non perché era stanco, ma perché la Sua opera era terminata. Quando il lavoro è finito, ed è ben fatto, non resta altro che il riposo. In sei giorni Dio terminò la Sua opera e, mentre la esaminava, disse che tutto ciò che aveva fatto “era molto buono” {Genesi 1: 31}. Non c’era nessun difetto in essa. Era senza difetto davanti a Lui. Pertanto, poiché l’opera di Dio è stata compiuta e ben fatta alla fine del sesto giorno, “il settimo giorno, DIO terminò l’opera che aveva fatto, e nel settimo giorno si riposò da tutta l’opera che aveva fatto” {Genesi 2: 2}. [THSA 2.2]
Non aveva alcun rimpianto. Il Suo riposo non è stato rovinato da nulla. Invece ciò che l’uomo chiama così spesso “riposo”, viene spesso rattristato da pensieri come: “Domani devo tornare al lavoro”; “Avrei voluto fare questa cosa in modo leggermente diverso”; “Se potessi farlo di nuovo, lo farei sicuramente meglio”; “Il lavoro che ho fatto l’ultimo giorno è venuto in tal modo che non posso neanche sopportare di guardarlo; ero così stanco quando lo facevo che non sono riuscito ad arrivare neanche a metà”.
Niente del genere… ogni parte dell’opera, anche la creazione dell’uomo nell’ultimo giorno, era perfetta e Dio provava puro piacere nel contemplare l’opera da cui si riposava perché era completa e perfetta. [THSA 3.1]
Proprio questo è il riposo che Dio ci offre. Non è qualcosa che ci impone, ma che ci dà con amore e gentilezza eterni. Il riposo non è un peso. Coloro che considerano il Sabato come un peso, non hanno idea di cosa sia il Sabato del Signore. È riposo, riposo perfetto, puro. [THSA 3.2]
Gesù Cristo è Colui per mezzo del quale furono creati i mondi, “poiché in lui sono state create tutte le cose, quelle che sono nei cieli e quelle che sono sulla terra” {Colossesi 1: 16}, quindi è Lui che ci offre questo riposo. Ad ogni anima Egli grida: “Venite a me, voi tutti che siete travagliati e aggravati, ed io vi darò riposo” {Matteo 11: 28}. Il riposo si trova in Lui, perché è in Lui che le opere di Dio sono compiute. In Lui è la nuova creazione, e se qualcuno è in Lui, è una nuova creatura. Sulla croce Gesù gridò: “È compiuto” {Giovanni 19: 30}, mostrando così che nella Sua croce troviamo quel riposo perfetto che viene solo dall’opera compiuta del Signore. [THSA 3.3]
Questo riposo si ottiene per fede. “Noi che crediamo entriamo nel riposo”. In che modo? Per fede otteniamo l’opera completa e perfetta del Signore come se fosse nostra. “Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato” {Giovanni 6: 29}. Credere in Lui significa riceverlo; e poiché in Lui le opere di Dio sono complete, ne consegue che credendo in Lui troviamo il riposo. Il riposo che Gesù dà è il riposo dal peccato. “Inoltre diedi loro i miei sabati, affinché fossero un segno fra me e loro, perché conoscessero che io, sono l’Eterno che li santifico” {Ezechiele 20: 12}.
Gli oppressi che Egli chiama a Lui sono quelli che sono oppressi dal peso dei loro peccati. Tutti gli uomini sono oppressi in questo modo, “perché tutti hanno peccato” {Romani 3: 23}. Le nostre migliori opere sono assolutamente inutili. Cristo avrà un popolo che è “zelante nelle buone opere” {Tito 2: 14}, ma le buone opere devono essere quelle che Dio stesso ha compiuto per noi in Cristo. Solo la Sua opera è duratura. “Le sue opere sono maestose e grandiose e la sua giustizia dura in eterno” {Salmo 111: 3}. Pertanto, “voi infatti siete stati salvati per grazia, mediante la fede, e ciò non viene da voi, è il dono di Dio, non per opere, perché nessuno si glori. Noi infatti siamo opera sua, creati in Cristo Gesù per le buone opere che Dio ha precedentemente preparato, perché le compiamo” {Efesini 2: 8-10}. “Non per mezzo di opere giuste che noi avessimo fatto, ma secondo la sua misericordia, mediante il lavacro della rigenerazione e il rinnovamento dello Spirito Santo, che egli ha copiosamente sparso su di noi, per mezzo di Gesù Cristo, nostro Salvatore” {Tito 3: 5-6}. È per le opere di Dio, quindi, che siamo salvati, e non per mezzo nostro. Le buone opere sono in abbondanza, e lo sono anche per noi, ma non per opera nostra; unicamente attraverso la perfetta opera di Dio in Gesù Cristo. Se le opere fossero nostre, il riposo sarebbe nostro; ma è Dio che ci dà il Suo riposo, non il nostro, perché solo le Sue opere possono produrre un riposo perfetto. “Egli fa sì che le sue meraviglie siano ricordate” {Salmo 111: 4}, o, letteralmente, “ha fatto un memoriale per le Sue opere meravigliose”. Quel memoriale è il settimo giorno, il giorno in cui Si riposò da tutte le Sue opere. Dio ha benedetto e santificato quel giorno, e lo ha reso santo. La sua santità non si è mai allontanata da Esso, perché “ciò che tu benedici, o Eterno, è benedetto per sempre” {1 Cronache 17: 27}. Non importa cosa fa l’uomo, né come l’uomo considera tale giorno, ma la sua santità e benedizione rimane. [THSA 4.1]
“Resta dunque un riposo di sabato per il popolo di Dio” {Ebrei 4: 9}; il settimo giorno, che Dio dichiara essere per sempre il Suo riposo, è quello mediante il quale ci fa conoscere la perfezione del Suo riposo, perché ci chiama a contemplare una nuova creazione finita e perfetta. Ci rivela l’Iddio eterno, il Creatore instancabile e onnipotente, che ha operato e accumulato grande bontà “che usi in presenza dei figli degli uomini verso quelli che si rifugiano in te” {Salmo 31: 19}. Ci ricorda che “voi avete ricevuto la pienezza in lui, essendo egli il capo di ogni principato e potestà” {Colossesi 2: 10}. Ci dice che, sebbene abbiamo peccato e portato la maledizione sulla creazione perfetta di Dio, la croce di Cristo, che si carica della maledizione, ripristina e perpetua l’opera perfetta di Dio, in modo che attraverso di essa possiamo stare senza colpa davanti al trono di Dio, proprio come quando l’uomo fu creato per la prima volta. “Or sia ringraziato Dio per il suo dono ineffabile” {2 Corinzi 9: 15}. [THSA 5.1]
Esiste qualcosa chiamato “il sabato ebraico” o “il sabato degli ebrei”, ma è una cosa molto diversa dal “Sabato del Signore”. Molte persone immaginano che se uno osserva il settimo giorno, allora osserva il sabato ebraico; ma questo non è affatto vero. Nessuno osserverà mai “il sabato ebraico” se osserva il Sabato “secondo il comandamento”. La differenza che c’è tra “il sabato ebraico” e “il Sabato del Signore”, è la stessa differenza che c’è tra l’uomo e Dio. Permettimi di spiegare quanto appena detto. [THSA 6.1]
“Il settimo giorno” è “il Sabato del Signore”; ma abbiamo visto che il riposo del Signore è il riposo spirituale, che il settimo giorno commemora. Un uomo può cessare dal lavoro fisico il settimo giorno della settimana e non osservare il Sabato del Signore. Se un uomo smette di lavorare il venerdì sera al tramonto e si astiene da tutto il lavoro fino al giorno successivo al tramonto, semplicemente come forma di adorazione e per poter essere fisicamente più in grado di tornare al suo lavoro, o con il pensiero di adempiere in tal modo a un dovere e di ottenere il favore di Dio, questo non significa osservare il Sabato del Signore. Osservare “il Sabato del Signore” significa dilettarsi nell’Eterno {Isaia 58: 13-14}. Coloro che non si dilettano nel Signore, non osservano il Suo Sabato, non importa quando si astengono dal lavoro. [THSA 6.2]
È assolutamente impossibile per chi non è cristiano osservare “il Sabato del Signore”; perché, come abbiamo visto, il riposo di Dio viene solo dalla Sua opera perfetta, che si trova solo in Cristo. “Noi infatti, che abbiamo creduto, entriamo nel riposo” {Ebrei 4: 3}. Pertanto, nessun cosiddetto ebreo, a differenza di un vero credente in Cristo, può osservare il Sabato del Signore, anche se apparentemente riposa nel settimo giorno della settimana. Quel riposo [fisico] è il suo riposo, ma non è il riposo del Signore. [THSA 8.1]
Vedi la differenza? “Il sabato ebraico” cade nello stesso giorno della settimana con “il Sabato del Signore”, ma non è affatto la stessa cosa. “Il sabato ebraico” rappresenta solamente le opere proprie dell’uomo. Invece di essere il segno della giustificazione mediante la fede nell’opera del Signore, è il segno dell’ipocrisia, come indicato dalla domanda che gli ebrei hanno posto a Gesù: “Che cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?” {Giovanni 6: 28}. Hanno paragonato le loro opere a quelle di Dio. La loro obbedienza non era un’obbedienza dettata dalla fede, ma solo dalla forma. Che il Signore possa liberarci da un tale sabato. È da esso che veniamo liberati grazie al vero “Sabato del Signore”, poiché siamo liberati dalle nostre opere e ci vengono date le opere perfette del Signore. “Il settimo giorno” è “il Sabato del Signore”, ma stiamo attenti a non farlo diventare una semplice forma di riposo. Prendiamolo per quello che è: “il riposo del Signore”. [THSA 8.2]
Questo è qualcosa di completamente diverso dal “sabato degli ebrei” e infinitamente diverso dal “Sabato del Signore”. “Il Sabato del Signore” è l’accettazione delle opere di Dio e il riposare in esse, permettendogli di operare “in voi il volere e l’operare, per il suo beneplacito” {Filippesi 2: 13}; “il sabato ebraico” rappresenta il vano tentativo di uomini zelanti e sicuri di sé di fare le opere che Dio stesso fa e che solo Dio può fare; ma “il sabato del papato” significa la sostituzione dell’opera dell’uomo con l’opera di Dio; ritenendo le opere dell’uomo persino migliori di quelle di Dio. Questo “sabato papale” dispensa perfino dalla forma del comandamento del Signore. Vediamo com’è… [THSA 8.3]
“Il Sabato del Signore” è stato sufficientemente soffocato fino ad oggi e sappiamo anche il perché. Abbiamo visto che “il sabato degli ebrei” è solo l’osservanza della forma del “Sabato del Signore”, senza la sostanza che può venirne solo per fede. Cade lo stesso giorno, ma è “il sabato dell’uomo”, non quello del Signore. “Il sabato papale” non ha nulla in comune con “il Sabato del Signore”, nemmeno nella forma, ma lo ripudia completamente. Un libro romano cattolico, intitolato “Un modo sicuro per scoprire la vera religione”, dice: [THSA 8.4]
“L’osservanza santa della domenica è una cosa assolutamente necessaria alla salvezza; e tuttavia questo non è scritto da nessuna parte nella Bibbia; al contrario, la Bibbia dice: ‘Ricorda il giorno di sabato per santificarlo’ {Esodo 20: 8}, che è il Sabato e non la Domenica; quindi la Bibbia non contiene tutte le cose necessarie alla salvezza”. [THSA 8.5]
Questa è solo una delle tante citazioni simili che potrebbero essere fornite, ma è sufficiente per mostrare che nell’osservanza della domenica la Chiesa cattolica ripudia deliberatamente la Parola del Signore e si pone al di sopra di Essa. Ha posto il suo sabato [papale] in un giorno completamente diverso dal “Sabato del Signore”, un giorno che nemmeno Dio stesso avrebbe potuto cambiare con il sabato [papale], poiché in esso [nel primo giorno] iniziò la Sua opera; ciò confermerebbe la pretesa papale di essere al di sopra di Dio. Insegnerebbe agli uomini che devono obbedire alla Chiesa romana cattolica piuttosto che a Dio. [THSA 8.6]
Si noti che la citazione parla della necessità di “santificare la domenica”. Ma Dio non ha reso santa la domenica. La Bibbia riconosce il primo giorno della settimana [la domenica], solo come uno dei giorni lavorativi; la santificazione della domenica è stata realizzata da Roma. L’unico giorno di cui Dio abbia mai parlato come santo è il settimo giorno della settimana. Quel giorno Lui stesso lo ha reso santo, e tutto ciò che ci chiede è di mantenerlo santo. Ma, poiché Dio non ha reso santa la domenica, ne consegue che se l’uomo vuole santificarla, l’uomo stesso dovrà renderla santa. Tutta la sacralità del mondo che ha la domenica è quella che solo l’uomo può donarle. La domenica-sabato, quindi, rappresenta il marchio del presunto potere dell’uomo di rendere le cose sante. Poiché se l’uomo può rendere santa una cosa, è evidente che può rendere santa qualsiasi cosa. Se l’uomo può rendere e mantenere santo un giorno, allora può rendersi e mantenersi santo. “Il sabato papale” è quindi il marchio della sua pretesa di prendere il posto del Signore come santificatore dei peccatori. [THSA 9.1]
Mentre il settimo giorno è il segno del potere di Dio di salvare per mezzo delle Sue stesse opere, la domenica è il marchio del potere assunto dall’uomo di salvare sé stesso con le proprie opere, completamente a parte e nonostante il Signore. Questo sabato papale ripudia il Signore, ripudiando la Sua Parola.
Si noti che quello che si sta dicendo lo si sta dicendo della domenica papale, ma non di coloro che in sincerità la considerano un giorno santo. Ci sono migliaia che stanno osservando la giornata del Papa, supponendo onestamente che sia “il Sabato del Signore”. Questi ovviamente credono nella giustificazione per fede, sebbene osservino inconsapevolmente il marchio della giustificazione mediante le opere. Questo articolo è stato scritto proprio a vantaggio di queste persone, affinché possano essere del tutto coerenti nella loro professione di fede.
Abbiamo avuto a che fare con i fatti, e indipendentemente da come gli uomini vogliano considerarli, i fatti sono che “il Sabato del Signore” [nel settimo giorno della settimana] rappresenta la giustificazione per fede; mentre “il sabato del papa” [nel primo giorno della settimana, la domenica] rappresenta una falsa giustificazione per mezzo delle opere dell’uomo. Da che parte starai? [THSA 9.2]
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